Considerazioni su arte e pornografia

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Dr. Walter La Gatta

Arte e Pornografia

L’arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme di creatività e di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate o acquisite e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall’esperienza. La definizione di “arte pornografica” appare  dunque una sorta di ossimoro, dal momento che in genere una rappresentazione pornografica viene considerata qualcosa che non ha nulla a che fare con l’arte.

Questo accade perché la pornografia, a differenza dell’arte e dell’arte erotica, non ha finalità artistiche, ma si limita a voler suscitare il desiderio sessuale di chi la guarda.

È interessante notare che, quando un’opera viene considerata pornografica, essa perde le caratteristiche normalmente attribuite all’opera d’arte: questo suggerisce che i due concetti sono fra loro alternativi e non possono essere collocati in punti diversi di uno stesso continuum.

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La nudità

La rappresentazione della nudità non sempre ha scopo pornografico.  Il realismo nel descrivere i corpi nudi può essere una forma d’arte, come avviene in molte rappresentazioni rinascimentali, anche religiose. Per quanto riguarda i tempi più moderni, si pensi ai nudi di Lucian Freud, che mostrano corpi nudi in modo iper realistico, ma senza l’esplicito l’intento di eccitare. In questi ritratti vediamo, ad esempio, persone con difetti della pelle, chiazze, proporzioni del corpo assolutamente prive di fascino e di sex appeal.

Allo stesso modo, un autore può rappresentare con realismo il corpo di un bambino nudo, ma senza pensare che questa sua opera possa avere l’intento di eccitare lo spettatore: esistono tuttavia degli spettatori che potrebbero usare queste immagini per eccitarsi sessualmente e quindi fare di opere nate come “artistiche” un uso pornografico.

Per fare un altro esempio, scene di nudità le si trovano anche nei libri di medicina: essi sono pieni di illustrazioni iper realiste, anche sugli organi genitali, ma non per questo possono essere considerati opere pornografiche (e neanche artistiche). La rappresentazione della nudità dunque non ha sempre a che fare con la pornografia.

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La pornografia come negazione della cultura

Maggiore è la concentrazione che l’opera attira sugli aspetti biologici e fisiologici, maggiore è il richiamo al comportamento animale e quindi alla negazione stessa della cultura. La rappresentazione pornografica appare,  nel mostrare personaggi, situazioni e relazioni, piuttosto caricaturale, semplicistica e monodimensionale. I suoi personaggi sono stereotipati e non c’è interesse nello stimolare lo spettatore ad immaginare in modo approfondito i sentimenti, le credenze, gli atteggiamenti. Analogamente, le trame appaiono ridicole, superficiali, specie quando si tenta di rappresentare le scene del porno come se fossero situazioni normali, di ogni giorno.

Oggettivazione

La pornografia fa uso della oggettivazione, un concetto variegato che riguarda la strumentalità dei personaggi rappresentati, la loro mancata autonomia, la loro violabilità ecc. Alla persona viene negata una reale soggettività: i personaggi rappresentati sono tutti sostituibili e le loro esperienze soggettive non sono ritenute importanti. Sono personaggi ridotti al proprio corpo, privi di sentimenti e di atteggiamenti.  Nella tradizione artistica della cultura occidentale invece, l’arte, anche erotica, ha valore  in quanto esprime, con mezzi artistici, le emozioni, i pensieri, gli atteggiamenti umani, e questo serve a migliorare la comprensione del mondo dello spettatore:  la pornografia, completamente disinteressata allo stato d’animo del soggetto che rappresenta, disumanizzando i suoi personaggi, non può svolgere questo compito.

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L’arte erotica

Se si volesse fare un esempio di una produzione che nasce”erotica” ma che potrebbe diventare, agli occhi di chi guarda, della semplice pornografia, potremmo citare opere di  Degas, Gill, Canova, Tintoretto, Goya, Ingres, così come alcuni sonetti di Shakespeare, alcune opere di Ovidio, le Mille e una Notte, alcuni film come Bella di giorno di Buñuel ecc.

Un esempio di arte erotica lo si trova nei racconti di Anaïs Nin. In essi vi è una forte enfasi sulla evocazione sensuale, ma al contrario di quanto richiede la tradizionale formula della pornografia, l’autrice cerca di mettere in risalto anche lo stile del pensiero, i caratteri dei suoi personaggi, la differenza nelle varie situazioni.

Allo stesso modo, molti disegni di nudo di Rodin,  come la donna nuda sdraiata con le gambe divaricate e le sue mani sugli organi genitali,  o i molti disegni che riguardano donne lesbiche e le donne nell’intento di masturbarsi rappresentano scene di sesso esplicito, ma in modo originale, nuovo. Rodin utilizzava la tecnica del “disegno istantaneo”: partiva cioè da un contorno semplice e, senza staccare gli occhi di dosso dal modello, correggeva molte linee, per aumentare il senso di movimento o di animazione. Un ulteriore effetto di questo stile è quello di non limitarsi a trasmettere, ma sollecitare l’eccitazione sessuale dello spettatore, che coglie queste caratteristiche del movimento e della rotazione dei corpi. In tali disegni si va oltre il classico studio di nudo, evocando la stimolazione sessuale in modo esplicito. Esse sono rappresentazioni che sollecitano il desiderio dello spettatore, ma che non sono costruite con l’intento di eccitare: esse sono scene plausibili, reali, quotidiane.

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Nei disegni erotici di Gustav Klimt i soggetti di sesso femminile sono spesso rappresentati in pose di masturbazione o di sesso. Non vi sono sfondi o allusioni al mondo esterno, ma solo contorni di figure femminili passive, provocanti. In queste opere si possono ritrovare alcuni elementi della pornografia, eppure sono considerate opere artistiche.

Come mai? Fondamentalmente perché in esse vengono osservate formali tecniche artistiche per sottolineare le parti sessuali, le caratteristiche, le azioni, le visioni ravvicinate, le posture, ecc. L’effetto non  richiama solo le caratteristiche sessuali, come i genitali, il seno, i glutei, ecc., ma è bello in termini di gradevolezza del disegno e della composizione.

La pornografia “artistica”

Ammettendo che un lavoro pornografico possa essere creato con grande abilità artistica, tuttavia il suo aspetto estetico difficilmente verrà apprezzato, nella misura in cui l’opera è ritenuta pornografica. La differenza sostanziale fra arte e pornografia sta infatti nel riconoscere all’arte, anche erotica, una sensibilità, una genialità, un’originalità, che l’opera pornografica non prevede. 

Il riconoscimento delle caratteristiche artistiche è legato ai valori sociali del tempo, alle sensibilità dei diversi gruppi sociali, o  perfino alle sensibilità dei  diversi individui all’interno di uno stesso gruppo sociale, in una medesima epoca.

Nel mondo classico e nell’arte indiana, ad esempio, vi era una notevole quantità di opere a contenuto sessuale, nate forse con l’intento di eccitare, ma che oggi riteniamo artistiche, mentre la civiltà cristiana ha poco o nulla incoraggiato la produzione di opere d’arte con contenuto sessuale, che infatti sono considerate più l’eccezione che la regola. E’ lo spirito dei tempi che determina in grande misura i canoni con i quali interpretare l’arte.

Che l’opera nata come pornografica possa diventare artistica è raro, perché coloro che possiedono talento artistico preferiscono senz’altro creare delle rappresentazioni che non abbiano nulla a che fare con la pornografia, visto che questa è considerata una produzione di scarsa qualità, immorale oscena e socialmente censurabile.

Va inoltre detto che le produzioni pornografiche sono spesso in mano a persone che vivono ai limiti della legalità e che desiderano solo fare soldi, non sempre in modo lecito, per cui il loro ultimo problema è quello che le loro produzioni abbiano valore artistico. Queste considerazioni potrebbero spiegare perché la pornografia non si sia evoluta in senso artistico, come accaduto per altri generi, come ad esempio il thriller.

Dr. Walter La Gatta

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Immagine:
Rodin, nudi segreti

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