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DENTRO E FUORI DI TE

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Dr.ssa Giuliana Proietti

Giuliana Proietti
Dr. Giuliana Proietti

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UN UOMO SOLO E NIENTE RAPPORTI

Salve, ho 26 anni e praticamente ho avuto un solo uomo nella mia vita a parte qualche storiella adolescenziale di poco conto.Mi sono messa insieme al mio attuale ragazzo a 15 anni, lui ne aveva 17.Avevamo una grande attrazione fisica e intesa sessuale, così nel giro di pochi mesi abbiamo fatto molte esperienze. Praticamente quasi tutto tranne l’attovero e proprio. All’inizio pensavamo che la paura e il dolore che provavo fosse normale e che tutto si sarebbe risolto col passare del tempo. Le cose, invece,non sono mai cambiate, così oggi a distanza di molti anni non siamo ancorariusciti ad avere un rapporto completo. Anzi, ormai non ci proviamo nemmeno più. Io ho molta voglia di fare sesso, eppure in quel momento mi blocco, mi prende un’ansia incredibile e i muscoli vaginali si contraggono. E’ come se lamia mente intendesse la penetrazione come una volenza e cercasse di proteggereil mio corpo. Eppure io lo amo e vorrei tanto fare l’amore con lui. Lui non ci prova più e non tocca l’argomento e non so se perchè non vuole ferirmi o soloperchè ha perso l’interesse.Non so che fare, ma vorrei risolvere questo problema che non mi fa godere appieno la mia relazione e contribuisce a farmi sentire diversa, inadeguata.

Carissima,

Ci sono quattro cose che devi fare.

La prima è documentarti sui tuoi organi genitali: come sono fatti, come funzionano ecc. Sembra una sciocchezza, ma tra le donne che ho incontrato e che avevano questo problema molte, seppure laureate, erano su questo argomento completamente ignoranti. Dunque, informati bene, comprati un libro, osservati con lo specchio ecc.

Seconda cosa: documentati sul ‘vaginismo’. Potrai trovare on line informazioni e suggerimenti utili, molti anche sul sito www.psicolinea.it.

Terza cosa: Vai dalla tua ginecologa e chiedi una visita, in modo che si possa escludere che il problema sia organico.

Quarta cosa: Se la visita ginecologica non ha accertato alcuna patologia in atto, rivolgiti ad uno psicoterapeuta-sessuologo,in modo da affrontare il problema attraverso una terapia mirata.
Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

CAMBIARE

Sono sposata da sei anni dopo undici di fidanzamento con una bimba di 4 anni.
La maternità è stata l’esperienza più stressante della mia vita benchè desiderata.poichè spesso da sola (mio marito sta fuori tutele settimane per tre giorni e due notti) ho dovuto sobbarcarmi le responsabilità della casa della bimba oltre che del mio lavoro.In più quando è nata mia figlia mio padre si è ammalato e quindi non ho potuto avere mia madre vicino poichè giustamente doveva assistere mio padre.Quando la bimba ha compiuto 3 anni e io ho cominciato a respirare ho sentito un forte desiderio di cambiare la mia vita.non mi piacevo fisicamente a causa dei kg presi in maternità e mi sono messa a dieta, ho perso 7 kg ma soprattutto mi sono resa conto di cercare l’attenzione di altri uomini cosa che non faceva parte del mio essere. Mi sono resa conto che pur volendo bene a mio marito io non lo desideravo piu e non lo amavo piu.Tramite chat ho conosciuto altri uomini e sono entrata in un mondo nuovo fatto di gente insoddisfatta del proprio matrimonio che vive di tradimenti occasionali perchè ritiene sia l’unico modo per soppravvire alla propria insoddisfazione . Con qualcuno ho avuto brevi storie fisiche. Mi sono innamorata ed ero pronta a lasciare tutto figlia compresa ma la storia è finita. Ho ripreso il rapporto con mio marito poichè visto il grande affetto che mi lega a lui, la sintonia del nostro rapporto (cioè noi andiamo daccordo non litighiamo mai io lo stimo elui….mi ama !) Però continuo a pensare che la vita è lunga e vivere tutta la vita senza passione, senza amore io non ce la faccio. Muoio all’idea di farlo soffrire perchè non lo merita e non voglio far soffrire mia figlia. Mi chiedo se è giusto pensare che “tanto l’amore
finisce” come mi dicono tutti e tirare avanti, se abbiamo una qualche possibilità di recuperare l’amore magari facendoci aiutare da uno specialista o se devo pensare seriamente a separarmi poichè io non lo amo più non lo desidero non voglio più fare l’amore con lui e mi sento attratta da altre persone. Confido in una sua risposta e la ringrazio sin da ora per l’attenzione.
Giovanna

Gentilissima Giovanna,
Non è facile rispondere ad una domanda tanto diretta, come se esistessero solo il bianco e il nero nella vita… Lo vede anche lei, nel suo rapporto di coppia: la passione è sicuramente finita, ma tra voi c’è stima, c’è affetto, c’è sicurezza, e soprattutto c’è una figlia (che voi avete deciso di mettere al mondo e che ora meriterebbe, se possibile, quel minimo di affetto di cui ogni essere umano ha bisogno, per sviluppare quei normali legami di fiducia che servono poi nella vita a superare i momenti difficili. Pensi ad esempio al suo deisderio di avere sua madre vicina durante il periodo della gravidanza e del parto).
Ora, mi sembra giusto che lei cerchi di recuperare la sua femminilità ed anche la sua vita sessuale, perché, come lei giustamente dice, la vita è lunga e non si può vivere solo di rinunce.
Mi sembra però che, ultimamente, su questo punto abbia trovato una certa flessibilità, sia attraverso gli incontri on line, sia attraverso le sporadiche relazioni sessuali. Dunque, quali sono al momento le sue rinunce? Forse quella del grande amore, con un uomo interessante, ricco, passionale, innamorato alla follia? Non voglio dire che questo tipo di persona (anche se è rarissimo) non esista, ma metto fortemente in dubbio che questo tipo di rapporto, al massimo livello, possa durare per sempre. E allora, lei vuole trascorrere la sua lunga vita passando da un uomo all’altro, per selezionare quello giusto, con il quale vivere cinque anni di passione e poi un altro giro di giostra, ricominciando tutto da capo?
Che dire? A me sembra che questa sua visione dell’amore sia un po’ troppo idealizzata e che nella realtà non esista. Ognuno contribuisce a rendere la sua vita più o meno bella ed interessante: non dipende tutto dagli altri. Ora, lei ha avuto la soddisfazione di essere madre (il che non capita a tutte le donne, anche se lo desiderano moltissimo), ha un marito che la ama, ha recuperato la sua forma fisica ed è probabilmente in buona salute, ha la libertà di uscire e di gestire le sue cose senza nessuno che la controlli o che la opprima…
Se si sente infelice è solo perché i suoi cattivi pensieri hanno probabilmente conquistato troppo spazio nella sua mente e attualmente le impediscono di guardare alle cose con obiettività e realismo. Provi ad apprezzare di più ciò che ha, cerchi di vedere il bello e il buono che c’è in tutte le cose, anziché fare il contrario: secondo me si potrebbe accorgere di non aver bisogno di null’altro nella vita, se non di quei piccoli cambiamenti che lei stessa potrà portare alla sua esistenza, per migliorarla sempre, al fine di trovare una maggiore felicità, per lei e per i suoi cari.
Cari saluti e tanti auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

SONO INNAMORATO?

Gentile Dott.ssa,ho un problema che mi porto da circa un anno;ho quasi raggiunto la trentina e sto con una ragazza quasi coetanea.attualmente prendo 30mg di paroxetina in seguito ad una depressione,diciamo post-traumatica,conseguenza di una paura di un tumore ai testicoli,inesistente (in realta ho un varicocele).il problema é che sono caduto
in un tunnel e tutte le mie paure piu’nascoste son venute fuori:paura di perdere i genitori,paura di rimanere solo,apatia,rancore verso tutti e cosa che mi fa soffrire di piu’,paura di amare e sposare la mia ragazza con tutte le responsabilità che comporta questo impegno che io ritengo sacro!gli sfuggo letteralmente e se la lascio,al suo minimo accenno di sofferenza torno con le lacrime per “salvarla”dalla sua solitudine che la distrugge. Io credo di non amarla perchè quando le sto lontano sono piu’ tranquillo,anche se la penso molte volte.non riesco a capire se il muro l’ho creato io con le mie paure,ho effettivamente non sono innamorato. Devo anche dirle che un altra eventuale relazione mi fa paura, perchè dopo l’essere stato rifiutato sempre dalle ragazze fino a 20 anni (in tutto ho avuto 2 storie)mi porta a vedere la figura femminile alterata,non accogliente e comprensibile,ma piuttosto una figura “castrante”.La ringrazio anticipatamente per il tempo che mi dedicherà con una sua
consulenza.
Mario

Caro Mario,
Se la sua domanda è: ‘sono innamorato’? mi verrebbe da dire di no, visto che sta bene, anzi meglio, quando è lontano dalla sua ragazza e che torna da lei solo per ‘salvarla’ dalla sua solitudine e dalla sua tristezza. Credo che un rapporto di questo genere abbia poche possibilità di riuscita in futuro. Mi sembra che lei abbia paura di guardare alle cose con un certo realismo, perché trema alla sola idea di doversi rimettere in gioco, ricominciare con il corteggiamento, la seduzione, la sessualità delle prime volte… C’è anche da dire però che in questo momento lei non ha la possibilità di esprimere un pensiero del tutto razionale, un po’ per l’ipocondria che la affligge, un po’ per l’ansia e la depressione di cui soffre e per le quali si cura. Io direi che una buona idea potrebbe essere, in questo caso, prendersi un po’ di tempo, in accordo con la sua ragazza, sospendendo qualsiasi decisione che riguardi il vostro futuro (diciamo almeno sei mesi). Nel frattempo dovrebbe portare avanti le terapie mediche come le consiglierà il suo dottore (anche una psicoterapia individuale ppotrebbe essere utile), dopo di che occorre una valutazione franca e leale della stabilità della vostra coppia, al fine di prendere una decisione condivisa e consapevole.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti – Ancona

ARROSSIRE

Salve sono una ragazza di 26 anni. ho un lavoro di responsabilità che riesco a gestire abbastanza bene, ma un problema che mi rende la vita e il rapporto con gli altri difficile, parlo del mio continuo arrossire ogni qual volta mi sento al centro dell’attenzione o quando qualcuno mi fa delle domande ho problemi a parlare ed essere ascoltata mi sento in imbarazzo quando ho gli occhi e l’attenzione puntati su di me, e quando sento il mio viso prendere fuoco vorrei sprofondare e mi odio perchè sono così, ma sono anche consapevole che ci sia un motivo a tutto questo ma non quale sia. Anche in famiglia spesso arrosisco davanti ai miei ed è una cosa che odio.
La prego mi dia un consiglio, cosa posso fare devo andare in analisi per risolvere questo problema che non mi fa vivere normalmente?!?
Attendo con ansia una sua risposta.
Grazie Giulia.

Cara Giulia,

Dire ‘mi odio’ non è mai un buon punto di partenza. Prima di qualsiasi altra considerazione dunque, diciamo subito che la prima cosa che dovrebbe fare è recuperare un rapporto di fiducia e di stima verso il proprio sé. Lei ha ereditato un corredo genetico dai suoi genitori ed ha avuto esperienze che fin qui non ha potuto molto controllare, perché giovane e immatura. Da questo momento della vita però, lei dovrebbe diventare parte attiva, capire che ciò che lei è dipende moltissimo anche da ciò che lei fa (o non fa) della sua vita.
Arrossire è una cosa comune, che riguarda almeno una persona su tre e dunque provi anzitutto ad accettare la sua ‘normalità’: lei non è e non deve considerarsi un caso isolato, unico, incurabile… Si può imparare a gestire meglio le proprie emozioni, senza lasciarsene travolgere e, soprattutto, non bisognerebbe provare vergogna verso il proprio viso che arrossisce, perché questo non può essere sempre controllato. In questo caso infatti entrano in gioco il suo sistema nervoso,gli ormoni, i modelli familiari, le esperienze traumatiche e tante altre cose, che non possono essere tutte cambiate o ottimizzate.
Dunque: occorre imparare a sopportare la frustrazione che si prova nell’arrossire, distaccandosi al punto di non soffrirne più con la stessa intensità. Si impegni a sviluppare un maggiore rispetto per sé stessa, poi apprenda delle tecniche di rilassamento,legga libri di self-help, si sottoponga ad una eventuale psicoterapia, consulti il sito www.clinicadellatimidezza.it….
Tutto questo non potrà che migliorare la qualità della sua vita.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti – Ancona

MIO FIGLIO

buongiorno, mio figlio pietro ha 6 anni e fa la prima elementare. dopo un mese di entusiasmo sta manifestando un profondo disagio scolastico, legato, in particolare, al rapporto con un’insegnate difficile. il tutto è stato scatenato da una punizione cui è seguita una violenta crisi di pianto e rifiuto della maestra in questione (“è troppo severa”).adesso pietro lamenta mal di testa da un mese (già esclusi disturbi gravi con visite appropriate) e nelle giornate in cui c’è la famigerata maestra di inglese (fa solo due ore settimanali) pietro piange a casa, all’ingresso a scuola, si lamenta ripetutamente con le maestre del mal di testa (tant’è che più volte mi hanno telefonato per rassicurare il bambino), nell’attesa della Teacher (come la stessa si autodefinisce) è “nel pallone”, come riferiscono le altre maestre di cui ho l’appoggio. preciso che con la teacher ho già parlato, ma è una donna davvero problematica che terrorizza i bambini e che, nonostante i copiosi precedenti, è impossibile allontanare (così funziona la scuola italiana). quindi devo aiutare mio figlio a superare questo disagio.sono molto stressata ed ho bisogno di qualche suggerimento anche pratico su come comportarmi. benchè io ritenga 1)-che non sempre le difficoltà della vita aiutano a crescere e possono servire a rafforzarsi, ed anzi alcune – come gli abusi e i soprusi – spesso fanno proprio il contrario; 2)-Che sia scandaloso – e non mi rassegnerò MAI, continuando a sperare di poter contribuire a cambiare il mondo! – che coloro che lavorano con bambini, vecchi e malati possano sfuggire ad un controllo sulla qualità delle loro prestazioni, arrecando danni a volte irreparabili ad altri esseri umani, tuttavia, dicevo, questo problema è stato anche occasione per fare autocritica e mi sono detta che comunque per il momento (poichè non posso sopprimere l’insegnante) devo aiutare pietro. L’autocritica parte dalla considerazione che sicuramente ho contribuito a rendere pietro fragile, fose assecondandolo un pò troppo nelle sue richieste di protezione . pietro è un bimbo intelligente, molto osservatore e curioso ma è anche molto testardo , puntiglioso, ha diverse piccole manie e rituali (simpatici, per fortuna, ma comunque manie) dai quali fatica ad affrancarsi, è molto immaturo affettivamente, molto mammone, ( si addormenta abbarbicato a mamma, dorme con me da metà notte, tutte cose , lo so, che fanno inorridire gli psicologi, ma prima o poi ce la faremo…)
insomma mi chiedo: cosa fare e cosa dirgli per aiutarlo a superare la sua ansia. Ad esempio: devo “tirargli fuori” il vero motivo dell’ ansia o è meglio non insistere dato che lui continua a dire che la scuola non c’entra nulla con il suo mal di testa? e se sì come? cosa altro posso dire o fare e dove mi devo fermare?
mille grazie
caterina

Cara Caterina,

La sua lettera offre molti spunti di riflessione. Cominciamo dall’inizio: la scuola. E’ vero che gli insegnanti dovrebbero essere persone competenti non solo nella disciplina che insegnano, ma anche nella capacità di stabilire relazioni positive con i propri alunni. Purtroppo questo non è sempre possibile: chi dovrebbe o potrebbe giudicare la personalità di un insegnante? Anche perché se questo è vero per un insegnante, si figuri quanto può esserlo per quanto riguarda i genitori: dovremmo fare una visita psicologica a tutti coloro che intendono mettere al mondo dei figli?
Secondo problema: Pietro. Non mi sembra che ci siano problemi particolari. Nel percorso scolastico più volte si imbatterà in insegnanti con cui stabilirà un ottimo rapporto e con altri con i quali questo non sarà possibile. Ma questo accadrà in tutte le attività della sua vita: dall’allenatore sportivo al compagno di banco, dall’insegnante di musica all’insegnante di inglese.
Dunque, cerchi di non dare importanza ai mal di testa di suo figlio e di far passare il messaggio che bisogna tentare tutte le strade per stabilire buone relazioni con chiunque in cui ci si imbatta. Quando questo non è possibile è bene non focalizzare troppo l’attenzione su queste persone, riducendo al minimo l’interazione necessaria. Questa Teacher non lo accompagnerà per tutta la vita.
Terzo problema: lei. Mi sembra che lei sia particolarmente apprensiva riguardo all’educazione che ha dato a suo figlio e si senta sempre nella condizione di ricevere critiche: dagli insegnanti, dagli psicologi e chissà da quanti altri. Forse qualcuno le ha fatto osservare che è stata troppo protettiva nei confronti di Pietro e lei per questo sembra avere un senso di colpa. A mio parere non dovrebbe sentirsi in colpa per aver fatto di tutto affinché Pietro potesse ricevere attenzioni ed affetto e non mi scandalizzo affatto se il suo bambino dorme con lei per parte della notte. Suo figlio ha sei anni, non dimentichiamocelo. Tutt’al più mi permetterei di consigliarle di fare in modo che il tempo che passa con lei di notte sia gradualmente sempre di meno e che piano piano lei cerchi di far diventare Pietro sempre più autonomo e indipendente. Piano, piano.
Per il momento la saluto e le faccio tanti auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti – Ancona

UNA DONNA DI VENTI ANNI

Sono una donna di venti anni,credo ke si posso cominciare a dire donna ..Il mio problema consiste nel fatto che non riesco ad addormentarmi prima delle 2 o spesso anche le 3 di notte praticamente da sempre e anche quando sono molto stanca durante la settimana.Questa è diventata un abitudine da quando avevo circa 15 nni. Inizialmente non ritenevo che questo potesse costituire un problema per me e la mia vita perchè riuscivo a fare tutto quello che dovevo fare di giorno,e di cose ne faccio parecchie.Ammetto che la situazione è “peggiorata”col tempo. Da un pò di tempo a questa parte mia madre tende ad attribuire molte mie mancanze e molte cose ke nn riesco a fare o a portare a termine proprio a questi ritmi di vita sballati,come li chiama lei.Io nego.Ho sentito che i disturbi del sonno sono abbastanza frequenti e collegabili a svariate cause,ache patologie come l’anoressia.Io nn sono anoressica e nn soffro di disturbi alimentari.Ma sto cominciando a rendermi conto che è più forte di me,anche se la sera esco e non torno tardi perdo tempo fino a che nn sono proprio diciamo sfinita.A volte è come se nn mi rendessi conto..Quale può essere la causa?cosa aspetto nella notte ke il giorno non mi da?che fare?
La ringrazio – S.

Cara S.,

Forse per lei non è mai ora di andare a dormire perché non è mai contenta di come ha passato la giornata, delle cose che ha fatto (o non ha fatto), degli incontri che ha avuto (o non ha avuto), ecc.
Probabilmente c’è in lei qualche nota di depressione che la porta a non essere soddisfatta della vita che conduce e però, tipicamente, non riesce a trovare in sé la forza di superare queste abitudini, questi comportamenti. Non riesce ad essere, insomma, quella ‘donna’ che vorrebbe essere, anche per compiacere sua madre.
Se si riconosce in quanto le ho detto fin qui, la cosa mgliore da fare, come ovvio, è quella di rivolgersi ad uno specialista: non perché il suo problema sia ‘grave’, ma perché una persona esperta può consigliarla nel modo migliore e abbreviare il tempo del suo disagio. Volendo cercare di aiutarsi da sola, le consiglierei anzitutto di cambiare in modo graduale le sue abitudini, cercando di andare a dormire ogni settimana, dieci minuti prima. Stabilisca un programma definito su un calendario o su un’agenda. A che ora va a dormire ora abitualmente? Alle tre della notte? Bene, dalla settimana prossima deve andare alle 2.50 (né un minuto prima, né un minuto dopo). Sono vietati pisolini e sieste, vietato stare a letto, se non durante il tempo del sonno notturno.
Prima di andare a letto trovi un rituale rilassante, da fare tutte le sere: ascoltare musica? Bere un bicchiere di latte? Mettersi una crema? Veda lei.
Una raccomandazione: cerchi di credere in quello che fa. Se non c’è sufficiente motivazione infatti, qualsiasi ricerca di cambiamento è destinata al fallimento.

Auguri!

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

UN BRUTTO PERIODO

Salve, sono una ragazza di 26 anni, vi prego datemi un consiglio perchè sto attraversando un brutto periodo. Ho una storia che dura ben 13 anni (fidanzamento), però è da un anno circa, che mi sono resa conto di non provare più niente per il mio ragazzo, anzi a volte mi infastidisce a tal punto che preferisco stare da sola, non è un periodo
passeggero, anzi più tempo passa e più rendo cnto di non amarlo +.
devo confessare però il fatto che da qualche mese ho conosciuto una persona, anche lui non è libero sentimentalmente, però stiamo parecchio bene insieme, parliamo di tutto e ci confidiamo i ns. problemi, c’è parecchio feeling tra di noi…io sto benissimo con lui ed anche lui mi ha confessato di essersi quasi innamorato di me, mi fa sentire importante ed amata…devo pure ammettere che abbiamo avuto dei rapporti… ed anche sessualmente stiamo benissimo insieme, c’è intesa complicità, quello che manca da parecchio nel rapporto con il mio ragazzo, io non sto bene con me stessa in questo periodo, sento di sbagliare in tutto quello che faccio, ma non ho il coraggio di prendere la situazione in mano e chiudere una storia che dura da così tanto tempo, anche perchè ne soffrirebbero troppe persone, vi prego aiutatemi…molto spesso penso che questa è la mia vita, e dovrei decidere io stessa cosa è giusto o sbagliato per me, quello che mi rende felice o quello che mi fa soffrire, però a volte affrontare questo grande cambiamento mi fa paura per tutto quello che potrebbe scatenare,,,,sia nella mia vita che nella mia famiglia,,,, posso ancora decidere il futuro della mia vita o è ormai troppo tardi?
Vi prego aiutatemi

Cara 26enne,

Probabilmente questa storia che stai vivendo è la prima storia di tradimento che ti capita di affrontare. Non sei, lo si capisce da come ti descrivi, una ragazza che passa da un uomo all’altro con superficialità: hai incontrato un’altra persona e te ne sei un po’ infatuata, questa è la realtà. Purtroppo sono cose che capitano, anche quando si è profondamente innamorati.
Dal mio punto di vista è sbagliato pensare che un amore possa rimanere immenso e abbagliante per tutta la vita: anche questa nuova persona, se avessi modo di frequentarla più spesso, di conoscere la sua famiglia, di vederla nelle situazioni più intime, prima o poi ti farebbe vivere le stesse sensazioni che vivi oggi per il tuo fidanzato. Il fatto che, malgrado tutto, questo ragazzo tu non lo voglia lasciare, non necessariamente deve essere letta come una forma di ipocrisia, di falsità, come i tuoi sensi di colpa ti spingono al momento a fare. Potrebbe invece essere la consapevolezza di aver trovato un uomo con il quale vale la pena costruire una famiglia, stabilire un progetto di lunga durata.
La decisione sulla tua vita sentimentale spetta solo a te: io rifletterei però, prima di prendere una decisione drastica, su come cercare di salvare il rapporto che hai con il tuo ragazzo, a prescindere da questa storia che vivi al momento e che, prima o poi, lo sai bene anche tu, è destinata a finire.
Del resto, come si diceva all’inizio,in genere le persone si trovano, più volte, nel corso della vita, ad avere interesse per altre persone fuori della coppia, ma questo non significa che ogni volta si debba sempre ricominciare tutto da capo, ogni volta con una nuova persona…
La fedeltà è un patto, non una legge naturale.

Cari saluti e auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

NON CI STO PIU’ DENTRO

Gentile dottoressa, Le scrivo dopo un percorso di circa tre anni dove mi sono accorto di non “starci piu’ dentro” in tante situazioni. Mi sono sposato di corsa perchè la mia ex moglie era rimasta incinta, sto facendo un lavoro (assicuratore) che mi da’ continui disturbi d’ansia, che poi collego a tutta la mi storia passata. Vivo periodi di tranquillità, ma basta
poco perchè partano attacchi di ipocondria assurdi o continue ricerche di controllo su tutto cio’ che faccio. In pratica sono un nevrotico ansioso…..la cosa che piu’ mi disturba è il non niuscire a vivere con tranquillità nemmeno il rapporto con mia figlia…. Mi sembra di essere nel classico cul de sac….sperò si scriva cosi’. Sto lottando ora creandomi una specie di mantra per scacciare i pensieri negativi e catastrofici che spesso si presentano. Vorrei confessare che questa pratica di creare un oggetto neutro dove scaricare le mie tensioni sembra funzionare…. ( cinque giorni che ci provo ). Ma che fatica e quante paranoie che sembra riuscire a scacciare e che poi compaiono trascinando il mio cervello non per verdi prati, ma in mezzo ad una discarica immensa a cielo aperto.
Non chiedo consigli, il mio è uno sfogo, sapendo che devo lottare per tornare la persona serena di prima. Certo iperattiva, ma le mie energie erano canalizzate nel fare. Ora tutto è finalizzato a pensare
Grazie.
Il mio nome è Alberto.

Caro Alberto,

Il suo nome è Alberto, ciò che sta facendo è ‘cercarsi’: è sulla buona strada, non perda la fiducia e l’impegno che ha profuso in questa ricerca e, qualora dovesse accorgersi di non riuscire a farcela da solo, non pensi di essere onnipotente e chieda aiuto.
Tanti auguri per tutto.

Dott.ssa Giuliana Proietti – Ancona

GAIO MA NON TROPPO

Salve. Mi chiamo francesco ho 21 anni sono uno studente universitario, studio canto,
ballo, mi piace leggere, scrivere, “pensare”…ho due genitori splendidi che mi amano (anche dopo aver detto loro che il loro figlio, cioè io, è gay), ho due amiche fantastiche…ma manca qualcosa, mi sento solo, perennemente insddisfatto…ho affrontato la mia omosessualita’ a 13 anni ero forse troppo piccolo per vivere un infanzia ed adolescenza fatta di segreti, di bugie, di ricerche…, ho conosciuto il sesso troppo giovane ed ho male interpretato quest’ultimo…soprattutto ho fatto sesso con le persone sbagliate.
ho affrontato le derisioni, gli appellativi, gli schiaffi, le etichette a testa alta anche quando tutta un intera classe (a scuola) era rivoltata contro di me. ho affrontato l’anoressia e la bulimia. Ma quest’ultima (la bulimia) credo stia per ripresentarsi…mangio in maniera strana, smisurata e vorace….quasi a voler riempire un vuoto che dentro di me si fa ogni giorno sentire (sono indifferente a tutto..ne gioia, ne dolore, ne collera, ne serenita’…tutto sembra scivolarmi addosso)…adesso non so come affrontare questo problema alimentare…come devo fare per far si che il mio “male di vivere” non sia per cosi’ dire saziato con il cibo..visto che dopo mi sento piu’ male di prima…non mi accettto e cose del genere……se mi rivolgo qui in questo sito è perche’ sono stufo di vagare nel vuoto, con la presunzione di riuscire a farcela da solo….
grazie anticipatamente……
Francesco

Caro Francesco,

Anche lei è una testimonianza della qualità assolutamente elevata dei lettori di psicolinea, di cui siamo veramente orgogliosi. Come si legge dalla sua lettera, lei ha dovuto affrontare diversi ostacoli nella sua vita, ma ha sempre lottato, cercando di non perdere la stima di sé stesso e la voglia di farcela, anche quando si è sentito solo contro tutti. Purtroppo ha dovuto pagare il prezzo di passare attraverso dei disturbi, come l’anoressia o la bulimia, che parlano apertamente del suo bisogno di dominare le sue pulsioni, della sua fatica nel resistere, della sua voglia di mollare tutto e lasciarsi andare.
La sua analisi è lucida, la sua conclusione razionale: non può avere la presunzione di farcela sempre da solo… E allora? Concluda lei.
Cari saluti e tanti auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

NULLA DI FISICO

Carissima dottoressa,
le scrivo perchè da un po’ di tempo ho un dubbio gigantesco e ho anke paura!
Praticamente sono un ragazzo 18enne nn ho la ragazza, perchè ho un problema, nulla di fisico, da un po’ di tempo mi eccitano sia le ragazze che i ragazzi, non so potrebbe essere una cosa passeggera ma è preoccupante… no già avuto rapporti sessuali con delle femmine della mia età ed è sempre andato tutto per il verso giusto, ma è da un po’ di tempo, come le spiegavo, che vorrei avere dei rapporti sessuali anche con delle persone del mio stesso sesso… e ogni tanto sogno pure si fare sesso con il mio miglior amico. Mi dica che ne pensa, è grave? è una cosa passeggera o sono un bisessuale? GRAZIE A presto!

Caro diciottenne,

C’è una contraddizione abbastanza evidente in quanto mi dice: qualora lei fosse un bisessuale (ripeto, bi-sessuale), come lei pensa, quale ostacolo vi sarebbe nell’avere una ragazza? Il fatto di avere un dubbio gigantesco, o anke una grande paura, in che cosa possono limitarla nella sua vita sessuale? La mia impressione, sinceramente, è che lei abbia si paura, ma non della sua bisessualità, quando delle donne, da lei chiamate non a caso ‘femmine’: questo tono inadeguato e squalificante la dice lunga sulla sua paura di essere giudicato, criticato e magari messo in ridicolo per le sue prestazioni sessuali. Al punto che, tra le varie opzioni possibili, lei sta considerando, a livello di immaginario erotico, anche la via della bi-sessualità, ovvero di una sessualità più ’facile’, più a portata di mano, da consumarsi con soggetti a lei vicini (ad esempio il suo migliore amico). Per farsi passare questa paura delle donne c’è un solo modo: frequentarle!
Cari saluti e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti – Ancona

PERCHE’ NON LA LASCIA?

Salve, ho avuto una relazione di un anno con un ragazzo fidanzato (da 10 anni) piu’ piccolo di me. Lui mi ha sempre detto che non avrebbe lasciato la sua fidanzata nonostante i vari problemi. nel momento di maggior unione , fisica e psicologica io gli ho detto basta, che volevo qualcosa che lui non voleva darmi . E lui neanche una piega. e questo mi ha ferita molto. Saro’ un po’ ingenua , ma perche’ non lascia la fidanzata? e non mi dica perche’ e’ innamorato di lei…

Carissima,

Lui non lascia la fidanzata perché glielo ha detto subito, dal primo momento: questo è il patto su cui è nata la vostra relazione. A lei evidentemente andava bene così, o forse ha accettato di frequentarlo pensando che, prima o poi, lei avrebbe potuto usare le sue armi seduttive per farlo ricredere, per vincere sulla sua inconsapevole rivale. Forse è stata ingenua nel pensare di potercela fare, può essere. Ma ora lei ha perso.. Non le resta che lasciare il campo di battaglia.
Imparando da questo errore, il futuro non potrà che portarle consolazione.
Auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

COSA VOGLIONO DA ME?

Due anni fa circa ho scoperto il tradimento di mio marito. Ho iniziato ad assumere dosi sempre più forti di psicofarmaci, fino ad arrivare ad una vera e propria intossicazione con conseguente ricovero ospedaliero. Mio marito ha iniziato a criticare ogni mio atteggiamento la mia persona fisica, mi ha definito una pazza con le mie figlie. Ora sono proprio loro il mio problema più grande. Sono due ragazze molto intelligenti, studiose, di buoni principi, sono entrambe maggiorenni. Da quando circa un anno fa io e mio marito non viviamo più insieme (separati di fatto), entrambe ignorano il problema o meglio non vogliono parlarne. Entrambe vivono con me, il padre è diventato una figura tutoriale, si interessa del lato economico non certo per desiderio quanto per necessità in quanto il mio stipendio non mi permetterebbe di mantenere gli studi universitari delle ragazze. Lui continua a vivere una doppia vita semi clandestina con l’altra donna. Perchè le mie figlie non vogliono vedere e continuano a recitare nella misera commedia dove il padre è il regista di tanta ipocrisia ( con le figlie non ha mai fatto parola della sua relazione senza tuttavia nasconderla con le azioni). Sono distrutta da tanta violenza che cosa vogliono da me?
Grazie di tutto.
Caterina

Gentile Caterina,
Da queste poche righe che mi scrive mi è impossibile comprendere bene la sua situazione e cercare di trovare delle spiegazioni psicologiche su che cosa gli altri possano volere da lei. Quello che invece traspare in modo evidente è la sua sofferenza e l’impossibilità attuale di stabilire un buon rapporto con le sue figlie, (cosa che, al momento, sembrerebbe la più importante). A volte, quando si è travolti dalle emozioni negative, si può anche non accorgersi dei problemi che vivono gli altri: forse le sue ragazze sono stanche di questa vostra crisi matrimoniale, dei vostri litigi, dei vostri problemi. Giustamente, loro vogliono pensare a costruire la loro vita futura: studiano e si impegnano per cercare di riuscire nella vita. Forse lei non dovrebbe aspettarsi da loro quella comprensione e quell’incoraggiamento che potrebbe invece trovare in una figura professionale esterna, come uno psicoterapeuta. Cerchi dunque di attenuare il suo dolore attraverso delle sedute di psicoterapia, in modo da poter essere più serena e ristabilire al più presto un rapporto ed un dialogo più soddisfacente con le sue figlie, che forse non aspettano altro. Coraggio! La vita non finisce qui: lei ha ancora tanto da dare e da ricevere.
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

?!?! CHE FARE?

ciao a tutti..ho 27 anni e fino all’età di 23 anni no ho mai avuto una ragazza e nessun rapporto sessuale ..a 23 anni mi sono fidanzato con una ragazza (che aveva avuto già altre esperienze sessuali) e dopo un qualche mese abbiamo fatto sesso…da circa 3 mesi però ho in mente di lasciarla anche se le voglio molto bene perchè dopo circa 4 anni di fidanzamento sento il bisogno di fare altre esperienze sopratutto a livello sessuale con altre ragazze…aiutatemi non so che fare e non riesco a capire se provare con altre ragazze sia la cosa giusta
?!?!

Caro ventisettenne confuso,

Non saprei cosa dirle: della sua vita lei è il solo e unico arbitro. Parlando in generale, se la curiosità è un valore da rispettare, non credo che stare insieme ad altre 10 ragazze possa essere sufficiente per far cessare la sua curiosità: ad esempio, potrebbe rimanerle la curiosità per la donna rossa, se non ne avrà mai avute, per la donna islamica, per la giovane come per l’anziana… Insomma, se partiamo dal concetto che è giusto sperimentare tutte le possibilità che la vita potrebbe offrirle, lei dovrebbe certamente lasciare la sua ragazza e cominciare una vita di vagabondaggio affettivo, alla ricerca di sempre nuove esperienze. Potrebbe però esservi anche il valore della stabilità affettiva, dell’amore: in questo caso, la rinuncia a qualche piccola soddisfazione personale potrebbe essere giustificata dalla costruzione di un rapporto di lunga durata, fonte di stabilità, e dunque il più adatto per fare progetti di lunga durata. Se invece il problema fosse che questa ragazza è la prima che le è capitata e con la quale ha potuto avere delle esperienze sessuali, non sente per lei alcun sentimento d’amore, ecc.allora certamente non potrei che dirle che potrebbe essere positivo cercare di realizzare i propri sogni e non lasciarsi condizionare dalle scelte occasionali fatte solo per caso o per ragioni di convenienza. Spero di averle dato qualche spunto di riflessione, per passare da ?!?! a !!!? (qualche dubbio, nella vita, ci vuole sempre!).
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti, Ancona

IO SI E LUI NO

Sono stata con un ragazzo e abbiamo avuto un rapporto sessuale occasionale. Eravamo entrambi molto eccitati, ma inspiegabilmente io ho raggiunto l’orgasmo e lui no… Di solito succede il contrario…Ovvero eiaculazione precoce, e magari difficoltà a raggiungere l’orgasmo da parte della donna.
Come spiegare questa cosa secondo lei? grazie, ludovica.

Cara Ludovica,

Se la cosa succede una volta, o è occasionale, non c’è nulla di strano: anche gli uomini hanno le loro defaillances…
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti, Ancona

L’IMMAGINE DELL’EX

ho un problema che cercherò di riassumere in poche righe: dopo una vicenda travagliata a e complicata, sono con un nuovo ragazzo, ma ho un ritorno ossessiva dell’immagine del mio ex che mi ricompare continuamente davanti, mi disturba e mi impedisce di vivere serenamente. non vorrei ritornare con lui, non credo sia questo, anche se gli ho voluto molto bene, perchè non era un rapporto che mi faceva stare bene. vorrei invece rimanere con questo, che è per me la persona ideale, ma questo disturbo sta rovInando la mia esistenza. soffro di insonnia e sono molto stanca, dopo quattro anni, di vicende difficili e un distacco mal vissuto. non mi dica che il mio nuovo ragazzo non è la persona giusta per me, come ha fatto qualcun altro. se così fosse, dovrei essere felice all’idea di lasciarlo, e invece non lo sono. ho tanta tristezza per quello che vorrei vivere e non riesco a vivere. mi aiuti lei per favore.
grazie
marina

Cara Marina,

Credo che sia umano provare sentimenti diversi per persone diverse, nello stesso momento: ad esempio lei potrebbe essere innamoratissima del suo ragazzo attuale, ma provare ancora qualcosa per l’altro. Qualcosa di diverso forse dall’amore, ma non per questo meno significativo ed importante per lei. Ci metta anche il fatto che quattro anni di vita, di esperienze, di ricordi, non possono essere archiviate d’ufficio, come se fossero una pratica chiusa. Cerchi dunque di sdrammatizzare, accetti questi ricordi dell’altro come una cosa normale e non ne faccia un dramma: piano piano, con questo nuovo ragazzo, riuscirà a collezionare bei momenti e ricordi che faranno del tutto sbiadire i precedenti.
Cari saluti e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti, Ancona

PAURE E FISSAZIONI

Gentile dottoressa le scrivo perchè vorrei avere delle risposte sul mio comportamento.ormai da anni vivo periodi in cui prendo delle fissazioni o paure che poi mi generano ansia ma che poi dopo un bel po’ di tempo passano.ora pero’ questa mia fissazione o paranoia è toccata al mio ragazzo….io non sono mai
stata fortunata in amore.sono sempre stata trattata male nel senso che non mi pensavano piu’ di tanto.ero arrivata al punto di credere che un ragazzo fatto per me non esistesse.ed invece dopo tanto tempo l’ho trovato.sempre disponibile,pieno di attenzioni.sempre pronto ad amarmi.vivevo questa storia nel massimo della spensieratezza fino a quando,tornati dalle vacanze ho iniziato a chiedermi se lo amassi davvero.non so cosa sia l’amore!non l’ho mai conosciuto e quindi vorrei sapere se cio’ che provo è amore si o no.quando mi dice che mi ama io scoppio in un pianto gioioso.fare l’amore con lui mi piace da morire tanto è vero che prendo io l’iniziativa,cosa mai fatta con i miei ex ragazzi.ormai è un anno e 4 mesi che stiamo insieme.è normale che il cuore non batta piu’ quando lo vedo?c’è da dire che pero’ piango sempre quando mi dice
che mi ama.quando sto con lui mi incanto a guardarlo e gli ripeto continuamente che è bellissimo.pero’ quando abbiamo parlato di vacanze insieme è sorta in me la paura che ripossano venirmi quei dubbi di una volta.aiutatemi a capire…perchè questa paura non mi fa vivere il mio ragazzo a 360 gradi.perchè ci penso sempre.il punto è che ho anche paura di scoprire che qualcuno per esempio lei mi dica che non sono innamorata e non riuscirei nemmeno a lasciarlo.è tutto per me.preferisco uscire con lui piuttosto che con
un’amica.lui sa tutto di me.gli confido tutto.pure le mie ansie.cosa che non ho mai fatto con nessuno.inoltre lui ha una situazione familiare particolare(genitori separati)quindi mi chiedo non è che sto con lui per
compassione??anche se so che della sua famiglia non me ne frega nulla.poi se non lo vedo sto malissimo.a cosa è dovuta questa improvvisa ansia??

Carissima,

La sentenza è emessa: lei è innamorata! Però, le sembra giusto far dipendere una cosa così importante per lei dal giudizio di una persona estranea, che non può rendersi conto fino in fondo della situazione? Il vero problema, secondo me, non è il suo livello di innamoramento, ma la troppo scarsa fiducia che nutre in sé stessa. Coraggio: lei è perfettamente in grado di capire se lo ama o no. Si dia la risposta (e creda solo a questa!) 🙂
Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti, Ancona

PAURA DI CAMBIARE LAVORO

Gentile Dott.sa, ho 25 anni, lavoro come impiegata in una piccola azienda e mitrovo abbastanza bene. Ho il diploma di ragioneria. Da qualche settimana ho ricevuto la notizia che a dicembre la mia azienda chiuderà e pertanto io sarò costretta a cercarmi un altro lavoro…sono a dir poco terrorizzata…già a leggere gli annunci di lavoro mi viene il panico…non ho competenze specifiche, non parlo lingue, non faccio contabilità (attualmente le mie mansioni sono quelle di segretaria, piuttosto semplici.) La cosa che più mi spaventa sono le difficoltà che certamente incontrerei nell’adattarmi a nuovi colleghi, nuovi capi. Dopo il diploma ho cambiato due lavori, e ci ho messo davvero tanto tempo per adattarmi e per riuscire a svegliarmi la mattina senza ansia. purtroppo di carattere sono ipersensibile, timida e insicura….ho paura di quello a cui andrò in contro, ho paura delle sicuramente tante difficoltà che sarò costretta ad affrontare. E’ normale avere tutte queste paure? come posso fare per prendere la cosa con maggiore serenità? La ringrazio di cuore della risposta che vorrà darmi, tanti cari saluti.
Lella

Carissima Lella,

In psicologia si parla di ‘profezia che si autorealizza’. Traduzione: se una persona si mette in testa un’idea, se ne fa un’ossessione, poi anche senza volerlo si comporta di conseguenza; gli altri dunque reagiscono al suo comportamento, facendo esattamente quello che la persona temeva. Conclusione: la profezia negativa si è realizzata.
Come vede, non è solo la realtà ad influenzare i nostri pensieri, ma spesso sono i nostri pensieri ad influenzare la realtà.
Ripartiamo da questa ultima considerazione: Se i nostri pensieri possono influenzare la realtà, facendo semplicemente pensieri positivi, potremo generare comportamenti positivi, cui gli altri risponderanno in modo positivo. E così avere successo.
… Le sembra che le abbia suggerito una soluzione troppo semplice? Non giudichi dalle apparenze: prima ci provi! E tanti auguri per i suoi futuri successi personali.

p.s. Se lei si impegnasse un po’ (con lezioni private, corsi gratuiti, lezioni su internet, corsi su dischi, vacanze in Inghilterra, ecc. ) da qui a dicembre potrebbe parlare l’inglese come lo parlano a Oxford: tutto è possibile se c’è entusiasmo e buona volontà. 🙂

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

TIMIDEZZA IN AMBITO SESSUALE

Salve, sono Franco – 24 anni. Il mio problema riguarda la timidezza in ambito sessuale. Ho avuto rapporti con una sola ragazza per 3 anni e mezzo (la prima volta a circa 19 anni). Dall’infanzia ad ora, ho sempre avuto la convinzione di non aver il diritto di amore e sopratutto sesso, (i miei mi hanno sempre trattato da adulto, tenendomi però lontano dal sesso, facendomi vergognare).
Sono arrivato al punto in cui mi fa veramente male, voglio sesso ma la timidezza mi paralizza. Non riesco nemmeno a parlare di questo problema, con nessuno. Conosco il linguaggio del corpo e so usarlo (nel corteggiamento uso praticamente solo quello, perchè a parole mi blocco) ma poi quando devo concretizzare scappo o mi chiudo. So che è una domanda stupida e ho già la risposta, ma non riesco a metterla in pratica, vorrei un vostro aiuto per raggirarla o avere un’altra risposta. Domanda: come faccio per superare la timidezza paralizzante? Risposta: parla del tuo problema con le ragazze e buttati desiderando il piacere, consapevole che tu ne hai diritto. … non riesco a mettere in pratica questa autorisposta, come posso fare? datemi un aiuto, una risposta alternativa o un modo di superare questo blocco. Sto male e non riesco a parlarne, mi sento morto, in agonia perenne. Mi da fastidio esser considerato uno sfigato o un bambino (ma è ciò che sono ora, non è ciò che vorrei né che sento di essere realmente). Un Grazie immenso in anticipo.
Franco

Gentilissimo Franco,

lei si fa le domande, poi si dà le risposte: crede di essere giunto a capire quale sia il suo problema, quale sia la soluzione del problema, ma poi vede che i suoi ragionamenti ed i suoi comportamenti non la portano da nessuna parte… Allora si deprime, entra in ansia e la sua timidezza diventa sempre più ‘paralizzante’. Come vede, lei si trova al centro di un circolo vizioso, che non promette vie d’uscita. Per cambiare questa situazione occorre trovare un fatto nuovo, che disinneschi il meccanismo. Ad esempio, trovare l’errore. Dove è l’errore? E’ forse nelle premesse? Forse non c’è solo una responsabilità educativa da affibbiare ai suoi genitori (es. convinzione di non avere diritto al sesso: perché?), ma c’è anche la mancanza di coraggio nel voler uscire dal guscio e confrontarsi con il mondo, la paura di assumersi delle responsabilità, di correre dei rischi… L’errore potrebbe essere anche inoltre in alcune sue convinzioni (chi ha detto che per superare il problema della timidezza ne debba parlare con le ragazze? Chi le ha detto che il piacere sia un suo ‘diritto’? Chi le ha detto che per avere successo con le donne occorre ‘buttarsi desiderando il piacere’?).Insomma, potrebbe esserci qualcosa di sbagliato nei suoi ragionamenti: lei potrebbe agire in base a errati convincimenti, che le vengono dalla mancanza di confronto con gli altri e dall’inesperienza. E’ per questo che le suggerisco l’unica alternativa praticabile: parlarne con un professionista, che la aiuti a mettere in ordine i suoi pensieri e che, partendo da giuste premesse, la possa aiutare ad identificare i suoi problemi, aiutandola poi a trovare strategie utili e motivazione per superarli.
Inoltre, non dimentichi il nostro sito, www.clinicadellatimidezza, nel quale potrà trovare tanti utili suggerimenti.

Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti – Ancona

DUBBI, PAURE E ANSIE

Ho tanti dubbi, paure e “ansie”, strano innanzitutto a volte mi piacerebbe andare da uno psicologo ma in fondo non so neanche se mi serva o meno. normale? poi vabbè dovrei anche trovare il coraggio di andarci (forse in fondo è quello il vero problema) visto che ai miei difficilmente riuscirei a dirlo, ma in realtà non riesco a parlarne con nessuno di questa mia volontà.
Uno dei problemi è che, detto in parole povere, odio me stesso, si io quasi sempre do la colpa al mio stato di essere per come vanno le cose,e al mio carattere,infatti ho sempre sognato e tutto ora a volte mi incanto ad immaginarmi diverso o meglio è quello che spero ancora. Invece eccomi a 21 anni ancora ad avere paura, vergogna, indecisione x chiedere solo un informazione, esporre un mio parere, tutto ciò mi pesa moltissimo. Quindi immaginerete il mio carattere: timido, taciturno, introverso, continuamente indeciso e confuso,asociale (e non per scelta visto che mi piacerebbe conoscere nuova gente nuovi ragazzi), apatico, senza personalità (e non so se capite cosa intendo), mi odio a tal punto che piu’ volte nel corso della mia vita ho pensato anche al suicidio.
Continuo:Avendo tale carattere con in piu’ parecchi difetti fisici ( tipo dislessia, grasso ecc..) sono sempre stato preso in giro ed io che non sapevo reagire… Ma in fondo vi stupirete se vi dico che per gli altri sono un ragazzo normalissimo ovvio timido, quieto, definendomi di solito una persona serena che non parla mai. E mi fa ancor piu’ rabbia sentendolo dire perché non per niente
cosi! Infatti pur avendo quasi sempre amici e una comitiva (con alti e bassi, ci son stati anche periodi in cui uscivo pochissimo) spesso mi sono sentito solo perchè non sono mai riuscito a parlare di queste mie paure a qualcuno e sinceramente ripensandoci: che stupido! in fondo alcuni amici che avevo non erano male anche se ( e scusate il mio essere continuamente contraddittorio) anche loro, scherzando, mi han ferito molto.
Spesso penso (e soprattutto in passato) che in fondo son inutile, che comunque (per esempio) i miei amici non ha alcun bisogno di me visto che certamente non sono la persona che sa tirar su lo stato d’animo di qualcuno quando sta un po’ giu’ ( ma questo è solo uno dei tanti esempi) o addirittura a volte ho pensato di avere degli handicap.
Ma in questi ultimi anni ho cercato di mettermi in gioco, purtroppo oltre il rispetto degli altri (semplicemente perchè ormai ho una certa età) non ho risolto granchè. In fondo(perchè nessuno lo sa) so per esempio di essermi iscritto all’università ( ed ho scelto proprio una facoltà umanistica)per vedere cosa riuscivo a combinare (infatti spesso penso di lasciare perché so che comunque in questo rame io non ho speranza).
Trascorso il primo ho avuto anche una sorpresa ossia che con gli esami è andata piu’ ke bene ma i rapporti con i nuovi presunti amici non tanto o meglio non come volevo, i soliti diciamo..amici ma con distacco.
Ovviamente so che voi mi suggerirete di andare da uno specialista (cosa che credo difficilmente farò) quindi volevo chiedervi (oramai sto cercando di fare lo psicologo di me stesso) lo scopo è quello di accettarmi per quello che sono o di mettermi in gioco, cercare di risolvere difetti (tipo la dislessia) che per me son stati fattori incisivi della mia vita?
Un’ultima cosa affinchè possa aiutarvi nel vostro giudizio: con i miei genitori (o meglio con mio padre) non ho un bel rapporto, però niente litigi, contrasti o roba del genere semplicemente non abbiamo parlato mai molto, non è il padre che da consigli,(o forse io il figlio che non sa chiedere) che chiede come va, a me dispiace anche tanto dire queste cose (infatti non ne ho mai parlato a nessuno) perchè comunque non mi ha fatto mancare mai niente,mi ha permesso di studiare, non mi ha mai ostacolato nelle mie scelte (spesso penso che sono io quello che si lamenta troppo e che ci sarebbero centinaia di ragazzi a volere un padre come il mio) ma purtroppo è quello che sento, è un vuoto che ho, che ancora non ho capito se mi ha lasciato lui o se mi son costruito io con il mio carattere o la mia fantasia.
C’è ancora una cosa, strana: spesso quando mi trovo da solo mi rattristo (senza alcun motivo apparente) e quasi piango, altre volte invece insieme a questo stato immagino anche la morte di qualche mio familiare o amico (insomma qualcuno vicino) ed io che vengo consolato dagli amici e i parenti piu’ vicini. Sintomo di solitudine? mancanza e voglia d’affetto? Mi scuso per la lunga lettera, sperando che vi abbia dato elementi dispensabili almeno per un possibile consiglio che accetterò molto volentieri. Vi ringrazio in anticipo e vi faccio miei vivi complimenti per il sito.

dean

Caro Dean,
Probabilmente, se lei semplicemente si sforzasse di spostare l’attenzione da sé stesso agli altri, se provasse di più a mettersi nei panni altrui, anziché rimanere caparbiamente nei suoi, a giudicare malevolmente e criticamente chiunque le stia accanto, riuscirebbe a vedere il mondo con altri occhi. Lei non fa mai nulla per migliorare i rapporti che ha con le persone: non dà affetto, attenzione, consigli…E neanche ne chiede. Oltre tutto, si aspetta tutto da tutti. e per questo spesso rimane deluso. Il consiglio è sicuramente quello di dare di più, e per primo: avrà maggiore stima di sé stesso e vedrà che anche gli altri saranno meno male di come li giudica oggi.

Dott.ssa Giuliana Proietti – Ancona

PAURA DEI SENTIMENTI

Ho un bimbo di 5 anni e una bambina di 1. Da quando è nata la piccola è come se i miei sentimenti nei confronti del figlio maggiore fossero cambiati. Nel senso che mi sembra di non volergli più bene come prima. So che questo è praticamente impossibile, ma la sensazione che provo è terribile. Non mi viene più spontaneo fargli le coccole, mi dà fastidio se mi si avvicina per baciarmi e sono spesso irritabile con lui. Lui è un bambino molto vivace e poco ubbidiente, direi impegnativo (lo è sempre stato), e naturalmente dalla nascita della sorella il tutto è accentuato dalla grande gelosia che lo pervade e che lo ha fatto regredire rendendolo, se possibile, ancora meno gestibile. D’altro canto io mi sento molto coinvolta dalla piccola per la quale provo un enorme amore e voglia di contatto. Ho paura dei miei sentimenti… Mi può dare dei consigli?
Grazie

Gentilissima,

Quando i figli sono piccoli, si vive con loro uno stato fusionale, quasi indifferenziato, per cui madre e figlio si sentono quasi la stessa persona. Quando il bambino comincia a camminare, a muoversi autonomamente nello spazio, a fare nuove esperienze, si comincia a strutturare la sua personalità individuale, che viene favorita da un lungo processo di separazione-individuazione.
E’ dunque nella normalità delle cose che, al momento, verso sua figlia lei provi un attaccamento più forte che nei confronti del fratello maggiore. Man mano che la piccola crescerà però, le cose dovrebbero ristabilirsi. Detto ciò, non si può negare che, in alcuni casi, esistano delle spiccate preferenze, stabili nel tempo, di una madre nei confronti di uno dei suoi figli (per un fatto di affinità, di somiglianze, di esperienze pregresse ecc.). In questo caso però, in una buona madre, la sua intelligenza e la razionalità del pensiero dovrebbero sostituirsi alla carenza affettiva, facendo in modo che i propri sentimenti e le proprie preferenze siano solo un fatto interiore, non riconoscibile da nessuna delle persone che la circondano. In concreto dunque, la inviterei a non sentirsi in colpa per i suoi sentimenti (la perfezione assoluta non esiste!), ma di impegnarsi compunque nel dedicare a suo figlio del tempo ‘di qualità’, in cui lui possa sentirsi amato, ascoltato, considerato. Lei infatti ha due figli: lui ha un’unica mamma!

Cari saluti.
Dott.ssa Giuliana Proietti – Ancona

AMARLO O NON AMARLO…

Gentile Dottoressa, mi chiamo Marina e ho 19 anni,negli ultimi 2 sono stata fidanzata con stefano di 22.In questi 2 anni ne abbiamo passate molte ma siamo sempre riusciti a risollevarci .Pochi mesi fa lui è andato a vivere da solo e io ho iniziato l’università e da allora il mio sentimento verso di lui si è spento.Il nostro rapporto è stato da subito molto impegnato e “chiuso”,eravamo solo e sempre noi 2 e lui non voleva frequentare i miei amici. Inizialmente questo non mi pesava,ero innamorata ma poi mi sono accorta di non amarlo più e l’ho lasciato. Ora lui ha iniziato a frequentare il mio gruppo, si comporta da amico nei miei confronti e nonostante la mia convinzione di non amarlo sono gelosa e m’infastidisce il pensiero di saperlo con un’altra. Riesce ancora a farmi ingelosire, mi disorienta con i suoi modi di fare e continuo a volerlo e non volerlo. Credevo che lasciandolo sarei stata meglio ma non è così. A volte mi fa piacere passare del tempo con lui altre non vorrei nemmeno vederlo. Cosa mi succede?
Grazie Marina

Cara Marina,

Il suo ragazzo è sicuramente un tpo intelligente. Infatti, qualsiasi rapporto a due, anche il più magico, ad un certo punto si imbatte nella noia, nella prevedibilità, nella routine. Si pensa così che la fiamma dell’amore si sia definitivamente spenta. E invece, può accadere che uno dei due partners cambi abitudini, atteggiamenti, relazioni sociali, interessi ecc. e questo contribuisca a far rinascere nell’altro interesse, curiosità, desiderio. Questo è quello che le sta accadendo: non si può dire se e per quanto tempo durerà. In ogni caso, impari da questa esperienza per le crisi future che dovesse incontrare, con lui o con un altro.
Cari saluti.

Dott.ssa Giuliana Proietti – Ancona

MIA MOGLIE NON MI AMA PIU’

Mia moglie con la quale siamo sposati da poco piu’ di un anno mi ha confidato che non mi ama piu’ da qualche mese. Il mio problema e’ che penso che cio’ sia dovuto ad una serie di cisrcostanze lavorative stressanti ed impegnative e da problemi arretrati non risolti con la sua famiglia .Circa 5 anni fa per una serie di circostanze si e’ allontanta dalla propria famiglia per una indipendenza economica e personale e per un senso di malessere che le ha fatto cambiare vita in seguito ad un evento traumatico che ha sconvolto l’intera famiglia dovuto alla morte di un fratello. I rapporti con la propria famiglia in conseguenza al suo allontanamento sono andati via via migliorando. Circa 5 anni fa ci siamo innamorati perche’ lavoravamo entrambi nella stessa azienda e l’anno scorso grazie proprio al restaurato buon rapporto familiare ci siamo sposati con il loro aiuto. La vita per noi non e’ mai stata facile in quanto le difficolta’ economiche iniziali come per molta gente hanno fatto si che fossero l’impegno principale del quotidiano e in piu’ c’era l’amore ed una forte attrazione reciproca. Ora a dir suo, che le cose sono nettamente migliorate e purtoppo ancora migliorabili, le e’ venuto a mancare l’amore e si sta interrogando se cio’ non voglia dire che dobbiamo separaci in quanto il sentimento principe della coppia e’ venuto a mancare. Da parte mia non e’ cosi’ in quanto sento di amarla piu’ che mai , ed in passato io essendo 10 anni piu’ grande di Lei, ho gia’ affrontato questa situazione e devo dire ne sono uscito malconcio. Ora pero’ mi rendo conto che devo fare qualche cosa e credo che qualcuno che ci possa aiutare c’e’ sicuramente senza fare tutto da soli ma il problema di lei e’ che l’amore non c’e’ piu’ e quindi non ne vale la pena, mentre io credo che l’amore ci sia ancora e’ solo celato ai suoi occhi perche’ si manifesta in maniera diversa e soprattutto e’ distolta da pensieri negativi che non le possono dare la tranquillita’ per poter vedere l’amore. Questo e’ soprattutto perche’ abbiamo due caratteri all’opposto.
Fulvio

Caro Fulvio,

Come testimonia lei personalmente con la sua esperienza precedente, le crisi di coppia sono frequenti, specialmente in un rapporto di lunga durata, come spero sia il vostro.
Lei è più maturo, certe esperienze le ha già vissute, mentre sue moglie probabilmente si trova per la prima volta di fronte alla consapevolezza che qualcosa tra voi è cambiato, che l’amore non è più uguale a quello che c’era, che l’attrazione è diminuita ecc. Non è un problema grave, perché sono sensazioni che tutti provano nei rapporti. Di fronte a questa situazione, c’è chi vede il bicchiere mezzo vuoto e dice che tutto è finito, bisogna lasciarsi. Chi vede il bicchiere mezzo pieno invece, capisce che si tratta di una crisi momentanea, guarda avanti e cerca di impegnarsi per salvare il proprio rapporto. Questa è, fondamentalmente, la differenza fra una coppia che si lascia ed una che rimane insieme. Solo se riuscirete a riscrivere le regole del vostro rapporto su basi nuove, ridestando ogni volta i sentimenti positivi che vi hanno portato a scegliervi, l’ attrazione fisica reciproca, il desiderio di intimità, riuscirete a restare insieme. Se incontraste delle difficoltà nel riuscirci da soli, affidatevi ad una terapia di coppia.
Vi faccio tanti cari auguri.
Dott.ssa Giuliana Proietti – Ancona

UNA BELLISSIMA STORIA IN CRISI

Dopo 12 anni di vita insieme molto felice, in seguito a gravi problemi giudiziari, mio marito cade in depressione profonda: io lo aiuto e sostengo.Lui mi dice di sentirsi in colpa per non avermi saputo proteggere. Poi scoproche da poco ha instaurato una relazione, mi dice tr le lacrime che lei nonconta nulla, che però era divertente, che con lei non pensava ai problemi; lalascia comunque subito. Cado anche io in depressione, perdo letteralmente lavoglia di vivere, divento apatica e mangio pochissimo, vomitando anche quelpoco. Mi scuoto quando mi rendo conto che rischio la mia vita.Cambio lavoro, miallontano da casa anche per lunghi periodi; lui nel frattempo è in crisi con sèstesso, per avermi tradito, perchè dice di volere recuperare sè stesso ma nonsa come.Ora lui sta meglio: si dice pronto a ricominciare, che rivuole lanostra vita, di non avermi tradito perchè infelice con me. Io sto sempre male:nella mia testa emergono all’improvviso ricordi dell’accaduto.Odori, suoni,nomi, luoghi, ricorrenze mi gettano nello sconforto più profondo facendomicredere che tutto sia perduto. Non posso vedere il suo migliore amico, chesapeva;evito il suo ufficio, dove mi sento male(nausea). A tratti sentonosstalgia della nostra forte intesa e complicità, del nostro amore. A trattisento che nessuno, nemmeno i genitori, sono importanti: se ci sono bene,altrimenti è lo stesso. Non sono mai stata così anafettiva. Desidero veramentericostruire il mio matrimonio perchè credo profondamente in noi due comecoppia.Può essere che soffra di depressione post trauma o il troppo dolorepatito rendono impossibile ricostruire la nostra bellissima storia? Come posso uscire da questo tunnel?
Grazie

Gentilissima,

Una ‘bellissima storia’ non può finire a causa di un tradimento fatto così, ‘per ridere, per non pensare ai problemi’…
Evidentemente, il lungo periodo di problemi giudiziari ha influito, cambiato, logorato, il vostro rapporto e le vostre persone: suo marito, tradendola, può aver cercato, a suo modo, di superare la depressione, ritrovando interesse per la vita ed umore positivo. Ha sicuramente sbagliato, ma non si tratta di un errore irrimediabile. La sua persona, la sua dignità di moglie non ne esce delegittimata, offesa, ferita: il tradimento, specialmente nei rapporti di lunga durata, è un fatto con il quale – purtroppo – occorre imparare a fare i conti, anche nelle più belle storie d’amore.
Per ricostruire il vostro rapporto il primo passo che lei deve compiere è il perdono. Perdonare non significa dimenticare, ma fare in modo che il dolore non faccia più male. E’ come quando ci si cura una grossa ferita: lo si fa perché smetta di sanguinare, non certo perché essa possa scomparire, senza lasciare traccia… La sua cicatrice continuerà a far parte di lei e le ricorderà sempre il motivo di un’antica sofferenza, anche se, nel tempo, non le farà più male.
Se lei riuscirà a liberarsi dai sentimenti di vergogna e di risentimento, potrà utilizzare le sue energie non più per piangersi addosso, ma per ricostruire la sua vita, magari ripartendo proprio dalla vostra ‘bellissima coppia’ (che tale rimane, nonostante tutto).
Cerchi anche di chiedersi se possono esservi state delle sue possibili responsabilità nella scelta compiuta da suo marito: pur nell’asimmetria delle reciproche colpe, può darsi che qualcosa di poco funzionale nel vostro rapporto sia attribuibile anche a lei… Del resto, nessuno è perfetto e i comportamenti sbagliati non riguardano mai una sola persona nella coppia.
Guardi dunque a questa storia che riguarda il vostro passato con sufficiente distacco, con prgamatismo. Non si lasci travolgere dalle emozioni negative: sia costruttiva, creativa: del resto suo marito mostra rammarico per quanto è successo, le chiede di scusarlo, le dice che crede nella vostra unione… A quale altra prova del fuoco lo vuole sottoporre ? Continuare a mostrarsi anaffettiva, inappetente, depressa potrebbe essere solo un modo per cercare una vendetta, alimentando i rimorsi del fedifrago… Ma a chi giova?
Coraggio!
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

SONO UN RAGAZZO OMOSESSUALE

Ho 23 anni ,sono un ragazzo omosessuale che ha inziato ad accettarsi da quando si è innamorato per la prima (e unica) volta (un anno fa) di un bellissimo uomo di 43 anni.per 5 mesi siamo stati insieme fin quando a causa di una gelosia irrazionale e infantile ,(l’ho ossessionato) mi ha sbattuto fuori casa sua. per mesi ho continuato ad assillarlo e lui si è allontanato sempre di più, dicendomi che lo avevo spaventato e che voleva tempo per sbollire tutto. Dopo un anno ci stiamo rifrequentando come amici (anche se l’ultima volta abbiamo ceduto all’attrazione) IL mio timore è che lui non mi voglia bene neanche come amico. Infatti è venuto a trovar il suo amico (ex fidanzato) e non voleva che ci incontrassimo perchè dice che si vergognerebbe a dirgli che ci stiamo vedendo dopo quello che gli ha raccontato di me (nel periodo in cui lo assillavo). il sabato sera ci siamo incrociati e mi ha appena salutato con un occhiolino(da dire però che stavo con i miei amici che non sann della mia omosessualita) vorrei sapere come si può interpretare questa situazione. una persona che mi ha allontanato per un anno è mai stato innamorato di me (io ero pronto a mettere la mano sul fuoco ) e ora come faccio a capire che mi vuole bene come amico e non è solo un modo per accontentare la mia richiesta (sono stato io a chiedergli di essere amici) .

Gentilissimo,

Credo che lei sia ancora innamorato, affascinato, infatuato, attratto (scelga lei quale aggettivo si presta più al suo caso) da questa persona. Non si può essere amici se vi sono queste condizioni.
Come non può esistere vera amicizia fra uomini e donne , allo stesso modo, non può esserci tale tipo di rapporto fra due persone dello stesso sesso, che vivono una condizione di omosessualità.
Se lei prova a leggere dentro sé stesso, forse si accorgerà che questa richiesta di amicizia nasconde il desiderio (o il tentativo) di riallacciare il rapporto con il suo ex, di riparare all’errore ‘infantile’ della gelosia (il che è piuttosto un errore umano, quando si è innamorati).
Se lei tiene veramente all’amicizia di questa persona, deve dimostrare di saper vivere senza di lei: la vera amicizia è anzitutto un rapporto disinteressato.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

LUI HA UNA FIGLIA DI 10 ANNI

Ho bisogno di un consiglio per la mia situazione. Il mio fidanzato e convivente (da due anni e mezzo) ha una figlia di 10 anni e in questi anni ha rarissimamente dimostrato la nostra felicità (iniziale,perlomeno) in presenza di lei, tantomeno ha delle dimostrazioni di affetto nei miei confronti. Purtroppo questa situazione e la lontananza (da più di un anno ci possiamo vedere solo nel fine settimana, quindi di fatto non conviviamo più per motivi di lavoro) hanno portato ad una situazione di insofferenza da parte mia. Infatti potendolo vedere solo nel week end gradirei le sue attenzioni, ma un fine settimana si e uno no c’è la figlia e quindi io non devo esistere perlui. Ultimamente la cosa si è aggravata perchè lui non mi vuole nemmeno più aiutare con le faccende di casa quando c’è la figlia, così sono costretta a fare tutto da sola pur lavorando fuori città dal lunedì al venerdì. Infine, e cosa secondo me gravissima, lui pretenderebbe che in ogni nostra vacanza (che sia un fine settimana o le vacanze estive) ci fosse sempre la figlia, cioè secondo lui noi non dovremmo fare vacanze da ‘fidanzati’. Mi aiuti per favore, mi dia un consiglio. Gli ho proposto di andare anche da un terapeuta di coppia (anche se non saprei chi, magari lei potrebbe consigliarmi qualcuno) ma non ci vuol sentire. Lui crede di essere nel giusto e che và bene così. La prego ho bisogno di un consiglio al più presto perchè a causa di questo ci stiamo lasciando, e io non accetto di lasciarci per questi motivi.
Gioia

Carissima Gioia,

Effettivamente la vostra relazione sta prendendo una strada pericolosa, per cui è giusta l’idea di affrontare subito i problemi, cercando di risolverli. La terapia di coppia può essere un ottima soluzione, ma se non c’è la motivazione di entrambi non funziona.
Quanto al comportamento del suo fidanzato, sono giustificabili le attenzioni che desidera dare alla figlia: del resto, lei non ha scelto un’single’ per compagno, ma un uomo saggio e responsabile che si preoccupa della felicità e del benessere della sua bambina anche se non vive più con lei (come penso lei stessa avrebbe gradito avesse fatto suo padre, se si fosse trovata in una condizione simile).
Detto questo, non vedo cosa possano entrarci le faccende domestiche: perché mai non dovrebbe farle davanti alla figlia? E’ evidente che non ci sono spiegazioni plausibili, se non nel senso che questo comportamento potrebbe apparire svalutativo della figura paterna, magari perché questa è la lettura che ne dà la madre della bambina. E qui entriamo in un campo minato…

Quello che, in conclusione, mi sentirei di dire a lei è che, se aspira ad avere con il suo uomo un rapporto più coinvolgente, “da fidanzati”, non dovrebbe scegliere come partner il padre di una bambina di dieci anni, ma un vero e proprio ‘single’.
A meno che non la attraggano quei soggetti che si sposano, mettono al mondo dei figli, si separano e poi spariscono, senza lasciare traccia di sé, perché in fuga d’amore con la fidanzata di turno.

Cari saluti e auguri.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

MIA MOGLIE MI HA TRADITO

Ho scoperto dopo 18 anni di matrimonio che mia moglie mi ha tradito col suo nuovo datore di lavoro, in un primo momento ha tentato di negare, ma poi mi ha confessato dicendomi che è stata una breve infatuazione che non sa spiegarsi come è successo ma che era finita e mi ha chiesto se potevo perdonarla e di non andare via, io fra molte fatiche avevo deciso di provare anche se non ho più fiducia in lei e l’ immagine sua con l’altro mi tormenta, ma sopratutto il fatto che lei lavori sempre a contatto a questa persona mi agitava quindi ho mandato stupidamente forse degli sms a lui dicendogli che sapevo tutto e di starle lontana, lui per contro l’ha licenziata mandandola in depressione e lei si è allontanata da me dopo pochi giorni è stata richiamata al lavoro ma ora dice di non volermi più mi giura di non essere interessata a l’altro ma di non saper se vuole continuare con me, anche perché se mi ha tradito dice lei , vuol dire che non ti amo più, non so cosa fare sono molto innamorato di lei e non riesco a concepire il separami da
lei e da mia figlia, anche perchè dovrei andare lontano, lei si tormenta domandandosi del perchè io le ho spiegato che poteva succedere anche a me e che ho le mie colpe visto che dopo molti anni forse mi sono adagiato e non ho continuato a trattarla come meritava, ma lei è in confusione dice di volermi
molto bene , ma non di amarmi , non so che pensare cosa mi consiglia , grazie

Gentilissimo,

Occorre chiarirsi sul termine ‘tradimento’. Se tradire significa non tener conto del patto di fiducia e di stima che è alla base del proprio rapporto di coppia, anche lei ha tradito sua moglie e lo ha fatto quando non l’ha trattata come meritava, come lei stesso ammette, e quando ha mandato all’altro i suoi SMS.
(… Pensava, così facendo, di riconquistare l’interesse di sua moglie?).
Ora quello che c’è da fare è andare da uno psicoterapeuta della coppia e cercare di ricostruire il vostro rapporto. Se non fosse possibile, potreste provarci da soli, pensando che un matrimonio che dura da 18 anni e una figlia non possono essere buttati all’aria per una ‘breve infatuazione’ di sua moglie.
Cordialmente,

Dr.ssa Giuliana Proietti, Ancona

LUI NON E’ PRONTO

Gentile Dottoressa, sono una ragazza di 35 anni che da 3 e mezzo convive felicemente con il proprio compagno di 37. Da circa 2 anni però ho un forte desiderio di maternità, ma il mio lui, nonostante 13 anni d’amore, mi dice che non è pronto. So che sarebbe un buon padre, lo vedo da come si comporta con i
figli dei nostri amici. Il suo rifiuto è dato da numerose motivazioni e tra queste la paura di perdere la libertà di vita sociale, la tranquillità familiare, l’equilibrio che c’è tra di noi, di avere dei bimbi che un giorno diventino arroganti, irrispettosi, o poco di buono. Questa situazione per me è molto logorante perchè mi sento sempre più ossessionata da questo desiderio che sembra ancora molto lontano. Durante i nostri rapporti intimi spero che capiti qualcosa di non calcolato ma, alla fine, le mestruazioni puntualmente arrivano. Per sentire di meno la tristezza e l’ansia cerco di evitare conoscenti e amiche con il pancione o con neonati, poi però mi ritrovo a curiosare nei siti dedicati ai bimbi e sogno. Ho provato in tutti i modi a far capire al mio compagno la “necessità” di diventare madre, anche “stressandolo” con la mia continua richiesta, ma lui dice che non può avere un bimbo solo quando lo voglio io. Comprendo il suo bisogno di aspettare, ma dentro di me si è formata una voragine che mi fa andare sempre più in depressione e non so come evitarla. La prego mi dia un consiglio su come posso affrontare, con più serenità, questo difficile periodo della mia vita. Grazie per avermi ascoltata. ANNA

Cara Anna,

Credo che abbiate ragione e torto tutti e due: se una persona non si sente pronta per essere padre non dovrebbe essere forzata a farlo; allo steso modo, se una donna ha una relazione stabile, 35 anni e desiderio di essere madre sembra assurdo non esaudire questa richiesta. Allora? Come ci si comporta quando in un conflitto fra due persone non sembra esserci una via d’uscita? C’è un solo modo: la mediazione, il compromesso. Che potrebbe essere ad esempio: fammi diventare madre ed io rinuncerò al mio lavoro per lasciarti più libero, oppure aspettiamo ancora, ma fissiamo una scadenza ultima, e così via. Del resto siete in due: fra voi non deve esserci chi vince e chi perde, perché dovete vincere insieme.
Cordialmente,

Dr.ssa Giuliana Proietti, Ancona

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