La mancanza di empatia andrebbe inserita nel DSM-5?

L’empatia è una capacità molto importante che la maggior parte dei mammiferi possiede, anche se in misura maggiore o minore.

Un nuovo libro di Simon Baron-Cohen (Zero degrees of Empathy. Zero in empatia: una nuova teoria sulla crudeltà umana) spiega come personalità narcisiste, borderline e psicopatiche, siano incapaci di “empatia affettiva” – cioè non riescano a comprendere i sentimenti provati dagli altri.

Baron-Cohen ritiene questa una condizione molto negativa, in quanto questi soggetti mancano della capacità di auto-regolare il loro modo di relazionarsi nella società. Essi vengono per tutto ciò definiti “zero-negativi”.

L’autore definisce invece le persone con sindrome di Asperger o malate di autismo classico, come “zero-positive”. Come le zero-negative queste persone non hanno empatia affettiva, ma in più mancano anche di “empatia cognitiva” – nel senso che non condividono i pensieri degli altri.

Alcuni individui zero-positivi hanno, grazie alla loro capacità insolita di sistematizzare, fatto fare progressi alla cultura umana, con le loro scoperte (Einstein, ad esempio, da bambino ebbe un ritardo nel parlare – un segno di autismo classico – ma era un sistematizzatore molto acuto, tanto che scoprì la famosa formula E = mc2).

Baron-Cohen divide il meccanismo di immedesimazione in sei gradi. Qualcuno, al livello 6, è il tipo opposto agli zero-positivi/negativi, essendo altamente intuitivo, portato a comprendere i sentimenti degli altri, a leggere la mente altrui e a fare previsioni in ambito sociale. Poiché questo tipo di persona è più probabile che sia donna che uomo, Baron-Cohen la definisce come “un cervello estremamente femminile”.

Infine, una considerazione interessante: Baron-Cohen propone che la perdita della capacità empatica di un individuo sia riconosciuta dalla psicologia e della psichiatria e venga inserita nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), che sarà pubblicato nel 2013.  Al momento, tuttavia, non sembrerebbero esservi delle ricerche in atto per rilevare il deterioramento empatico come condizione psicopatologica.

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona

Fonte: Zero Degrees of Empathy by Simon Baron-Cohen – review, The Guardian

Immagine: Copertina del Libro

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