La paura dei clown o coulrofobia

La paura dei clown o coulrofobia

Dr. Giuliana Proietti

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Su tutti i giornali leggiamo che negli Stati Uniti e in Inghilterra si sta diffondendo la moda di vestirsi da pagliacci per andare a spaventare la gente e che il fenomeno sta diventando seriamente preoccupante, tanto che da più parti si sta cercando di correre ai ripari. Ad esempio, in alcune scuole americane è stato raccomandato ai genitori di non vestire i figli da clown per la ricorrenza di Halloween, in modo da evitare il diffondersi di questa fobia.

Da tempo si conosce il fatto che il personaggio del clown viene percepito come divertente, ma anche spaventoso, tanto che su questo tema è stato condotto uno studio, presso l’Università di Sheffield, in Inghilterra, nel 2008 (nel quale bambini e ragazzi fra i 4 e i 16 anni hanno dichiarato di non gradire i clown dipinti sulle pareti di un ospedale, preferendo loro una parete neutra).

La paura sociale verso i clown tuttavia è esplosa a macchia d’olio sui media dallo scorso mese di agosto quando, nel South Carolina, un bambino terrorizzato ha riferito a sua madre che due clown avevano tentato di portarlo nel bosco.

Da quel momento i clown malvagi sono divenuti una sorta di leggenda metropolitana e gli avvistamenti hanno superato rapidamente quelli degli Ufo. In tutto il mondo anglofono non si fa ormai che parlare di pagliacci, tanto che il problema è stato perfino citato in una conferenza stampa presso la Casa Bianca. Naturalmente però, più se ne parla, più si alimenta questa moda (e questa fobia).

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A proposito di fobie, ne esiste anche una specifica sulla paura dei clown. Si chiama “coulrofobia”, e consiste nel provare disagio di fronte a una persona mascherata da pagliaccio.

Il prefisso “coulro”, dal greco antico, significa “persona che va sui trampoli” e i sintomi di questa fobia possono riguardare: sudorazione, nausea, sentimenti di paura, battito cardiaco accelerato, pianto o urla, reazioni di rabbia.

Va specificato comunque che la fobia dei clown non è riconosciuta, a livello internazionale, come una vera patologia, non essendo indicata (ancora?) né nell’Icd-10 dell’Oms, né nel Dsm-5 dell’Apa.

E pensare che i clown dovrebbero far ridere o sorridere… Perché invece sembrano così minacciosi?

Va anzitutto osservato che le creature che sono simili agli umani, ma non lo sono del tutto, come ad esempio gli zombie, o qualcuno con il viso grottescamente deforme, possono facilmente evocare una reazione di paura. Il viso di un clown, in cui i tratti del viso sono familiari, ma allo stesso tempo sono distorti ed esagerati attraverso il trucco, esemplifica questa teoria.

Come diceva Freud, “il perturbante è quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare”. (1919)

Per Freud “Das Unheimliche” esprime la paura che si sviluppa quando una cosa (o una persona, un’impressione, un fatto o una situazione) viene avvertita come familiare ed estranea allo stesso tempo, causando angoscia, unita ad una spiacevole sensazione di confusione ed estraneità.

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Secondo altre interpretazioni, i clown potrebbero spaventare in quanto in grado di rievocare le paure infantili nei confronti di creature non umane, magiche e imprevedibili; altri autori ritengono che questa paura possa venire dal fatto che un personaggio truccato e irriconoscibile possa facilmente rompere le norme sociali, proteggendosi dietro un sostanziale anonimato.

Un’altra interpretazione riguarda il linguaggio del corpo: un sorriso, quando è sentito e spontaneo, dura solo qualche istante. Il sorriso permanente dei clown invece, quale segnale di finta allegria, potrebbe essere percepito come un segnale di scherno, di furbizia, o di qualcosa per cui è meglio evitare di sentirsi troppo tranquilli.

Alcuni ricercatori ritengono tuttavia che i casi di “coulrofobia” siano aumentati dopo gli anni ’90, quando cioè vi fu la trasposizione televisiva del personaggio IT di Stephen King, o dopo il film Batman, in cui il cattivo era un pagliaccio, Joker.

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Il personaggio del clown, del resto, è stato più volte usato nell’horror, proprio per suscitare l’emozione della paura, generata dalla contraddizione fra la sua figura allegra e variopinta, creata per il divertimento dei bambini, e il suo essere una creatura diversa, a causa del mascheramento e del trucco, ma anche delle sue bizzarrie, che lo rendono inaffidabile, inconoscibile e minaccioso.

Anche le neuroscienze, con la fMRI, hanno dimostrato che la nostra reazione nei confronti degli oggetti che ci spaventano avviene nelle funzioni cerebrali inferiori, prima di raggiungere le funzioni cerebrali superiori, il che significa che si tratta di risposte “di pancia” e non “di testa”.

Concludendo, la fobia dei clown dunque non può essere spiegata come un fatto razionale ma, come sosteneva Freud, va letta come reazione inconscia verso qualcosa che è familiare, ma al tempo stesso è malvagio.

Non a caso anche studiando gli episodi di cronaca nera è stato più volte dimostrato che le persone più pericolose non sono, molto spesso, degli sconosciuti, ma degli orchi che si nascondono dietro le sembianze amabili e rassicuranti di un familiare o di un coniuge.

Dr. Giuliana Proietti

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Immagine:

Pixabay

Huffington Post


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