Lo stereotipo del ‘secchione’

Il termine “secchione” è accrescitivo di secchia (alunno sgobbone). La voce sembra derivare dal lombardo ticinese segión, «alunno che studia molto».

Per spiegare il rapporto che c’è tra secchio e studio, più che pensare all’alunno che va continuamente a riempire il suo secchio al pozzo della scienza, sembra si debba ricorrere a sgamelà («sgobbare, lavorare molto»), che a sua volta fa pensare a gamela, il recipiente per il rancio dei soldati: da questo si passa a un recipiente più grande, il segión.

Secondo questa spiegazione, l’unica che si trova sul web, come avviene spesso nel gergo, a una parola è stato sostituito un suo sinonimo. Infatti a segión viene dato, attraverso gamela («gamella»), il significato di sgamelà, cioè «sgobbare».

La parola negli ultimi anni è entrata nell’italiano come termine gergale prevalentemente studentesco.

Nessuno vuole essere sgobbone, neanche chi lo è davver0, anche se studiare dovrebbe essere normale per uno studente… Il fatto è che la parola viene usata in senso dispregiativo, anche se talvolta si può accompagnare anche a una certa invidia per chi fa una cosa che è difficile fare.

Per trovare qualcosa di simile a ‘secchione’ nella lingua inglese, dobbiamo pensare al termine ‘nerd’: così viene chiamato chi ha una certa predisposizione per la ricerca intellettuale (magari associata ad una intelligenza superiore alla media) e sia al contempo solitario e con una più o meno spiccata predisposizione per l’asocialità.

I ‘nerds’ sono affascinati dal sapere, attratti soprattutto dalle materie scientifiche e per niente interessati alle attività sportive e sociali. Dagli anni novanta ‘nerd’ è divenuto un termine positivo, perché molti ragazzi, esperti di informatica, iniziarono a sostenere che il vocabolo nerd, a loro applicato, fosse un punto di onore e iniziarono ad usarlo come una descrizione positiva di tutte quelle persone che avessero competenze tecniche di un certo livello, tralasciando ogni implicazione riguardo alla loro socialità e socievolezza. Bill Gates, ad esempio, si è spesso autodefinito un ‘nerd’

Fu il filosofo Timothy Charles Paul Fuller il primo ad adottare il termine ‘nerd’ nella metà degli anni sessanta dello scorso secolo, per descrivere lo stereotipo dell’uomo intelligente ma con poche capacità sociali, che quindi diveniva spesso lo zimbello dei suoi conoscenti.

Lo stereotipo dell’immagine del nerd nei mass media e nei cartoni animati consiste in un uomo giovane con grossi occhiali con la montatura nera (preferibilmente rotti e attaccati alla bell’e meglio con del nastro adesivo), un pocket protector nel taschino per evitare che le numerose penne che tiene perdano inchiostro e rovinino le camicie, pantaloni dall’orlo alto ed abiti troppo formali per le circostanze. Viene descritto come persona dall’igiene incerta; di solito è molto magro o molto grasso. Il nerd ha sempre particolari difficoltà ad instaurare rapporti sociali, eccezion fatta per quelle situazioni in cui si debbano intavolare discussioni su argomenti tecnico-scientifici.

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Abitualmente il termine descrive unicamente uomini e ragazzi, anche se i termini nerd e soprattutto geek (utilizzato per definire un soggetto meno esperto di un nerd, anche se a lui simile) sono stati adottati per molte donne con interessi nella tecnologia, nelle scienze e nella matematica e altri campi usualmente occupati dagli uomini.

In Inghilterra, nerd ha una connotazione molto più offensiva di geek, che appare spesso usato affettuosamente dagli inglesi (con una valenza simile ad anorak, altro termine slang usato per definire un innocuo eccentrico, generalmente fissato con un argomento futile).

Dott.ssa Giuliana Proietti

Fonte principale :

Wikipedia

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