Maria Montessori: una biografia

Maria Montessori: una biografia


Maria Montessori era di Chiaravalle, un paese della provincia Ancona, dove nacque il 31 Agosto 1870 da Alessandro Montessori, ufficiale, e Renilde Stoppani. I suoi genitori erano di buona cultura, ma non particolarmente benestanti. Maria studió presso l’Università di Roma, dove ottenne la laurea in medicina (prima donna italiana a farlo).

Nel 1986 le fu affidato il reparto psichiatrico dei bambini subnormali, che normalmente venivano tenuti chiusi in delle stanze, senza attenzione o stimolazioni. Con la Montessori le regole cambiarono: si doveva parlare a questi bambini con rispetto, organizzare per loro delle attività didattiche, fra cui quella di prendersi cura di sé stessi ed altre nozioni di cultura generale.

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Attraverso l’osservazione di questi bambini subnormali la Montessori fu in grado di valutare cosa funzionasse meglio con loro e quando; vide che i livelli di sviluppo erano diversi per ogni bambino e che l’apprendimento migliore avveniva quando il bambino era pronto per apprendere. Per questo anche l’insegnante, con il suo metodo, doveva essere pronto a sua volta, sempre attento ai segnali che riceveva, per presentare nuovi materiali didattici.

Nel 1898 nacque il figlio Mario, dal rapporto con Giuseppe Montesano. Nel 1907 fondò a Roma la ” Casa dei Bambini ” ed iniziò l’attività educativa, destinata non più ai bambini ritardati, ma ai figli delle famiglie operaie del quartiere di san Lorenzo a Roma. Nel 1909, all’età di 39 anni, pubblicò il suo primo libro: Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei Bambini; da quel momento cominciò a tenere corsi che ebbero un grande successo internazionale, cui seguirono altri libri: L’autoeducazione nelle scuole elementari, del 1916, I bambini viventi nella Chiesa, del 1922, La vita in Cristo, del 1931 e La santa Messa spiegata ai bambini, del 1932.

Nel 1933, in pieno fascismo, Maria Montessori si dimise dall’Opera nazionale e se ne andò prima in Spagna, poi in Inghilterra e infine in Olanda, dove già vi erano oltre duecento scuole montessoriane, sia cattoliche che “laiche”; qui si stabilì definitivamente l’Associazione Montessori Internazionale (Ami), con la direzione effettiva del figlio e l’appoggio di personalità come Freud, Piaget, Marconi, Tagore, ecc.

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Invitata dal teosofo George Sidney Arundale in India alla vigilia della seconda guerra mondiale, vi passò alcuni anni durante i quali collaborò con le Missionarie della Scuola e con la loro fondatrice, madre Luigia Tincani.

Nel 1946 tornò in Europa, dove ebbe riconoscimenti prestigiosi; fu ricevuta a Montecitorio, dall’Assemblea Costituente nel 1947. Nel 1950, a 80 anni, ricevette il Premio Nobel della Pace e due anni dopo morì in Olanda, dove riposano ancora le sue spoglie, nel cimitero di Noordwijk.

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Pedagogia montessoriana

L’idea centrale della pedagogia della Montessori è quella di riconoscere al bambino energie creative e disposizioni morali che l’adulto ha ormai compresso dentro di sé, rendendole inattive; di qui la tendenza dell’adulto a reprimere il bambino e a costringerlo fin dalla tenera età a ritmi di vita innaturali. Caratteristica della scuola montessoriana è un ambiente fatto su misura del bambino, anche nei particolari dell’arredamento, e l’impiego di adeguati materiali di sviluppo. E’ più importante educare prima i sensi e poi l’intelletto del bambino. Maria Montessori sviluppò del materiale con cui i bambini potevano imparare a scrivere e a leggere solo con l’aiuto dei sensi. Il bambino deve avere la libertà di scegliere che cosa vuole fare. Condizione necessaria è un ambiente preparato per lui, giochi sufficienti ed adulti che lo aiutino.

Critiche ricevute: alla Montessori sono state mosse delle accuse sul piano ideologico per la contrapposizione troppo rigida del “fanciullo buono” all’adulto sclerotizzato e corrotto; sul piano didattico è stato messo in discussione il carattere artificioso dei materiali e l’uso troppo rigido del loro impiego. Ciò nonostante il metodo montessoriano è tuttora largamente molto diffuso, in particolare all’estero.

Adolescenza

Editore: Xenia, Collana: I tascabili
Anno edizione: 2004 Pagine: 128 p., Brossura
Autori: Giuliana Proietti - Walter La Gatta

Libertà per l’allievo

Il principio fondamentale deve essere la libertà dell’allievo, poiché solo la libertà consente uno sviluppo di manifestazioni spontanee, già presenti nella natura del bambino. Il bambino deve capire la differenza fra bene e male e compito dell’insegnante è che il bambino non confonda essere buono con l’immobilità e il male con l’attività. L’intento deve essere quello di creare una disciplina per l’attività, il lavoro, il bene, non per l’immobilità, la passività, l’obbedienza. La disciplina deve emergere a partire dalla libertà; noi non consideriamo disciplinato un individuo reso silenzioso come un muto ed immobile come un paralitico: se è così egli è un individuo annichilito, non disciplinato. Noi crediamo che un individuo disciplinato è padrone di se stesso e capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita. Non possiamo conoscere le conseguenze che avrà l’aver soffocato l’azione al momento in cui il bambino sta appena cominciando ad essere attivo: forse gli soffochiamo la vita stessa. L’umanità si mostra in tutto il suo splendore durante l’età infantile come il sole si mostra all’alba ed il fiore nel momento in cui dispiega i suoi petali: e noi dobbiamo rispettare religiosamente, con riverenza, queste prime indicazioni di personalità.

Dr. Giuliana Proietti

Costo della Terapia online, Individuale e di Coppia, 70 euro
Terapie Online Dr. Giuliana Proietti

Da: Il metodo Montessori – 1912

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Metodo Montessori

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