Non moglie, ma socia Consulenza online

Buonasera dottoressa, vorrei parlarLe di un argomento molto delicato che non riesco a condividere con nessuno perchè molto particolare. Ho 34 anni e lavoro nell’azienda della mia famiglia da quando mi sono laureata. Faccio parte di una famiglia perbene e molto unita, Siamo tutti impegnati in azienda (papà, mamma e sorella) facendo anche grossi sacrifici. Mio padre non ci ha fatto mai mancare niente ma ci ha insegnato fin da piccole il valore del lavoro. Siamo cresciute in un ambiente sano, con una grande passione per il lavoro di nostro padre, che oggi portiamo avanti con impegno. Io e mia sorella siamo due ragazze senza fronzoli per la testa, che amiamo quello che facciamo e stiamo avendo grandi soddisfazioni. Insomma, non siamo due parassite, anzi. Io mi sono sposata poco più di un anno fa’ con un “ragazzo” più grande di me di 15 anni. E’ un imprenditore, anche lui appartiene ad una delle famiglie più in vista della città. Lui è molto forte, molto affermato nel suo lavoro, con grandi capacità professionali. In lui per alcuni versi ho rivisto mio padre (un classico?!), anche se hanno un carattere molto diverso. Avevo pensato che, pur mantenendo ovviamente la mia identità e il mio impegno lavorativo, mio marito si sarebbe preso cura di me come lo faceva mio padre. Mi spiego meglio anche se è imbarazzante. Mio marito si occupa delle spese di casa (acqua, luce, gas, persona di servizio) e mi da una somma per la spesa quotidiana. Mentre di tutte le mie spese personali me ne occupo solo io. Si, mi fa dei regali, anche bellissimi e importanti ma a me piacerebbe che lui si “occupasse” di me. La cosa paradossale è che lui lavora nel mondo della moda e ha delle bellissime boutique di cui io sono cliente. Mi fa un trattamento molto particolare, ma resto pur sempre una “cliente”. La cosa che mi ferisce è che per lui questo non è assolutamente un pensiero che lo riguarda. Lui dice che siccome io guadagno posso essere autonoma. Quindi, dopo aver parlato con lui di questo argomento la prima volta e aver visto che la cosa mi rimbalzava contro, ho capito che non sarebbe cambiato mai e così non ne ho più parlato. Però questo è un pensiero che mi torna sempre in mente perchè per me è mortificante. Dentro di me faccio sempre confronti con le mie amiche che usano le carte di credito dei mariti. Lui dice che siccome loro non lavorano e fanno le mamme è normale. Io invece credo che dipenda dalla sensibilità e da cosa si intende per matrimonio e condivisione della vita. Lui vorrebbe anche un figlio, lo desidera tanto. In certi momenti anche io sento forte questo desiderio. Ma mi frena l’idea di un marito che non si occupa di me. A volte non mi sento moglie ma socia al 50%. Mi sembra che ognuno ha il suo e lo gestisce come meglio crede ma senza un progetto comune. Grazie per lo sfogo. A volte serve mettere le cose nero su bianco! Tiffany

Gentilissima,

Alle sue considerazioni si potrebbe aggiungere che, quando si ha poco, si tende ad unire, a condividere, a rischiare insieme (anche perché, fondamentalmente, non si ha molto da perdere…).
Del resto, quello che le capita segue la tendenza: sempre più spesso infatti si sceglie per la separazione dei beni. I dati Istat ci dicono che nel 2008 l’incidenza di questa tendenza è stata pari al 62,7% dei matrimoni, raggiungendo addirittura il 65,5% nel Nord-Ovest. Chi non è giovanissimo ricorderà che un tempo si sceglieva in massa la condivisione dei beni. Probabilmente il suo è, nel bene e nel male, un matrimonio più “moderno” di quello delle sue amiche.
Cari saluti e auguri.

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona

Immagine: Romana Forcella

 

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