Non riesce a leggere in pubblico – Consulenza online

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Buon giorno, mi chiamo Filippo è spero possa aiutarmi. E’ da anni che soffro di questo problema e nonostante vari tentativi non sono mai riuscito a trovare una vera soluzione. Il mio problema, o la mia fobia, è quella di leggere in pubblico. Ed ho capito il perché di questa strana cosa; dico “strana” perché normalmente è un problema PARLARE in pubblico, non LEGGERE in pubblico. Le spiego. Fin da giovane mi son trovato a parlare davanti ad altri, e nonostante la dovuta apprensione, sono sempre riuscito bene in questo. Anzi, nel tempo ho avuto modo di tenere conferenze anche di 30 minuti di fronte a 100, 150 persone, in piedi su un palco e con microfono. Tuttora mi trovo abbastanza di frequente in queste situazioni, con buoni risultati. Il problema nasce proprio da questo. Come faccio a gestire il normale nervosismo che genera queste situazioni? Ci riesco grazie a delle tecniche ben note nell’arte oratoria, come fare le giuste pause, la corretta respirazione. Anzi, sfrutto questi “trucchi” molto bene. Io inizio il mio discorso consapevole che se verrò attaccato da un eccessiva ansia, non sarà un problema, passerà.. nel frattempo delle pause prolungate mi faranno gestire il momento, e quelle pause daranno anche valore all’esposizione visto che spesso l’errore che viene fatto è quello di correre come treni quando si parla in pubblico.
Diciamo che il fatto di sapere di poter parlare con andatura lenta e facendo delle pause, rappresenta per me la via d’uscita. Proprio come chi soffre degli spazi chiusi deve stare vicino all’uscita, così mi sento io. E quando parlo sono sereno, ho la mia porta. Che in realtà uso di rado, quasi mai. Pero c’è! Un giorno stavo leggendo una “lettura ben definita”. Per lettura ben definita intendo che dovevo leggere una pagina da cima a fondo perché mi era stato detto di leggere pagina 20, dall’inizio alla fine. Lo avevo fatto tante volte, senza problemi. Ma mentre leggevo quella pagina la mia mente iniziò a fare un ragionamento distruttivo…. Iniziò a dirmi: “Quando parli puoi amministrare la situazione tenendo sottocontrollo l’ansia grazie alle pause o all’andatura più calma.. ma adesso che stai leggendo.. non è così” In effetti, le lettura di un testo seguito da tutto l’uditorio, richiede una lettura più scorrevole e fluida. Le pause sono ridotte al minimo. Quel pensiero mi ha mandato in tilt portandomi ad un attacco di panico che mi ha portato a interrompere quella lettura. Da quell’episodio ho tentato tante volte di affrontare la lettura pubblica, ma la cosa mi ha creato sempre grande ansia e altri “fallimenti”. Prima parlavo di letture ben definite perché se devo leggere un testo avendo la possibilità di interromperlo per chiedere per esempio a chi mi ascolta “cosa ne pensate?” “avete notato l’aspetto?”… questa consapevolezza mi mette tranquillo. Mi sento vicino alla simbolica uscita di sicurezza. Quando invece devo leggere un testo che ha una fine “definita” la mia mente mi mette KO. Ho provato nel tempo a tenere la mente concentrata su altro mentre leggo (in teoria questo sistemerebbe le cose) ma evidentemente non ho usato il metodo giusto, ci sono riuscito solo alcune volte. Cosa mi consiglia? Cosa posso fare? La ringrazio anticipatamente

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Gentile Filippo,

Anzitutto complimenti per le sue competenze in public speaking: pubblico volentieri la sua lettera perché i tanti suggerimenti che contiene indirettamente potranno essere utili anche ad altri lettori. Quanto al suo caso specifico, il problema nasce da questi pensieri disturbanti, da lei stesso provocati, che le causano le difficoltà nella lettura. Quella che descrive è una sfida con se stesso: poiché lei sa bene che in altri casi riuscirebbe a cavarsela con la famosa porta di sicurezza, è come se, con questo genere di compito, volesse provare a se stesso che sa andare sui fili anche senza la rete.

… Ma a cosa le serve? Chi glielo fa fare? Se non si tratta di un compito strettamente indispensabile, si prenda una pausa, cerchi di non pensarci più, si rilassi e si attivi piuttosto in altri compiti, che invece le procurano soddisfazioni e rinforzi per l’autostima. Dopo un periodo di tranquillità e di relax, avrà maturato il necessario distacco per tornare ancora a quel compito, ma con meno ansia e con meno dubbi.

Se possibile, riparta dalla lettura di poche righe, anziché dell’intera pagina.
Cordialmente,

Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti

Costo della Terapia online, Individuale e di Coppia, 70 euro



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Un commento

  1. Mio marito ha lo stesso identico problema ma non riesce a risolverlo spezzando la lettura in modo da avere delle pause. Come può risolvere questo problema? Ci sono tecniche di lettura o altri metodi efficaci?

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