Psicoanalisi e avvento del nazismo

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Il 24 Marzo del 1933 Hitler chiese e ottenne pieni poteri. Il partito comunista fu messo subito fuori legge e fu lanciato lo slogan “Juden aus” (fuori gli ebrei), seguito dalla proclamazione di un boicottaggio su scala nazionale delle attività commerciali ebraiche.

Poiché qualsiasi attività ebraica veniva messa sistematicamente fuori legge, anche la psicoanalisi di Freud (allo stesso modo della psicologia individuale di Adler)  fu bandita dalla Germania, così come le istituzioni, le organizzazioni e le riviste scientifiche collegate ai vari psicoanalisti, molti dei quali tentarono in un primo tempo di salvare il salvabile. (Fra questi vi fu Jung, il quale riteneva che “si potesse parlare con i nazisti”).

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Nel 1934 Hitler non solo consolidò il suo potere in Germania, ma cercò anche di stringere un’alleanza con l’Italia fascista (vi fu infatti un incontro a Venezia fra Mussolini e Hitler, il 14 e 15 giugno, per parlare di questo progetto).

La situazione politica era allarmante non solo in Germania o in Italia, ma anche in altri Stati europei. In Francia lo scandalo Stavisky aveva suscitato rivolte e proteste contro la corruzione del governo, in Austria le rivolte socialiste avvenute nel febbraio del 1934 furono seguite da una spietata repressione e il Partito Socialista austriaco fu sciolto. Sempre in Austria, il 25 luglio il cancelliere Dolfuss, che solo poco tempo prima era sfuggito ad un tentativo di assassinio, venne ucciso da un gruppo di nazisti. Nella lotta politica si stava affermando ovunque l’arma dell’omicidio. Il 9 Ottobre furono assassinati il re Alessandro di Iugoslavia e il ministro francese Barthou.

Freud, che era ormai un uomo molto anziano e malato, veniva insistentemente pregato dai suoi amici ad abbandonare l’Austria, ma come tanti suoi contemporanei, lo psicoanalista sembrava non capire fino in fondo il pericolo nazista.

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Nel 1935 individui e nazioni cominciarono a sentirsi impotenti di fronte all’imminente disastro che a quel punto chiaramente intravedevano, ma dal quale, come fossero ipnotizzati, non riuscivano a pensare di potersi difendere. Questo non solo fra le persone comuni, ma anche fra gli scienziati e gli intellettuali, sebbene esortati da Einstein a costituire una comunità spirituale che potesse assumere la guida di tutti gli sforzi diretti a combattere la guerra.

Hitler godeva di una immensa popolarità in larga parte della popolazione. Il 15 Settembre del 1935 furono proclamate le leggi di Norimberga, “per la tutela del sangue e dell’onore tedesco”. Gli ebrei tedeschi cominciarono a rendersi conto della necessità di espatriare, ma il problema veniva dal fatto che la possibilità di espatrio richiedeva di abbandonare in Patria tutti i propri averi (non era possibile esportare il capitale) ed inoltre occorreva avere dei visti.

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Il 5 Maggio del 1936 le truppe italiane entrarono in Adis Abeba e tale vittoria consentì a Mussolini di proclamare la fondazione dell’Impero italiano, mentre il re d’Italia acquisiva anche il titolo di imperatore d’Etiopia. Il 17 luglio del 1936 in Spagna il generale Franco istigò una rivolta militare nel Marocco spagnolo, dando così origine alla guerra civile spagnola.

Fu in questo contesto che uscì, nel 1936, il libro di Anna Freud sui meccanismi di difesa, L’Io e i meccanismi di difesa, che riassumeva i tipi già noti di difesa dell’Io (rimozione, formazione reattiva, isolamento, annullamento retroattivo, introiezione e proiezione), descriveva numerose forme di negazione e aggiungeva due nuovi meccanismi di difesa, l’identificazione con l’aggressore e la rinuncia altruistica.

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Nel 1937 Francia e Inghilterra strinsero alleanza, così come fecero Italia e Germania, mentre in Spagna infuriava la guerra civile e la Russia restava imperscrutabilmente a guardare. In questo momento tragico, Freud pubblicò i primi capitoli del suo saggio su Mosè.

Nel 1938, quando vi fu l’invasione  e l’annessione dell’Austria alla Germania per mano di Hitler, ormai anche i ciechi si rendevano conto che la guerra era inevitabile. Gli ebrei tedeschi e austriaci cominciarono a scappare dai loro Paesi, ma la situazione non era facile, vista la corruzione dei funzionari che dovevano rilasciare i visti e gli approfittatori che organizzavano finti espatri (ad esempio le “navi erranti”, che vagavano da un porto all’altro e che in Palestina furono perfino accolte a cannonate).

Le interviste

 

Il 7 Novembre un giovane ebreo polacco, Herszel Grynszpan, uccise un ufficiale dell’ambasciata tedesca a Parigi: l’episodio fu utilizzato come pretesto per scatenare in Germania pogrom (sommosse popolari entisemite, con massacri e saccheggi e con il consenso, se non l’appoggio, delle autorità) che investirono tutto il Paese . Agli ebrei fu imposta una imposta collettiva di un miliardo di marchi.

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Dopo l’occupazione di Vienna, i nazisti soppressero le società di psicoanalisi e di psicologia individuale e distrussero tutti i libri di Freud e di Adler, come già avevano fatto in Germania.

Molti psicoanalisti austriaci espatriarono e Freud in questa circostanza fu favorito dalla protezione offertagli da Marie Bonaparte, dall’ambasciata americana e da varie associazioni inglesi e americane. Freud poté partire per Londra con buona parte della sua famiglia (lasciando però inspiegabilmente a casa le sorelle, che morirono in un campo di concentramento). In Inghilterra gli venne fatta una accoglienza trionfale, cui fu fatta grande pubblicità.

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A Londra i Freud si stabilirono al 20 di Maresfield Gardens: per Freud questo avrebbe dovuto essere il suo “ultimo indirizzo su questo pianeta”. E così fu.

Dr. Giuliana Proietti

Fonte:

Ellenberger, La scoperta dell’inconscio, Boringhieri

Immagine:
Museo Freud

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