Scienza e sacrifici animali

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Lo studio su nuovi farmaci e le nuove tecnologie chirurgiche è sicuramente molto importante per la salute umana e va sicuramente incoraggiato. Il fatto spiacevole della questione è che gran parte di questo lavoro viene svolto, a livello di sperimentazione, su specie viventi non-umane, che per questa ragione sono costrette a vivere la loro vita nel dolore, nella malattia e nella prigionia.

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I regolamenti seguiti nelle istituzioni scientifiche o nell’industria farmaceutica, non considerano immorale sacrificare un animale se l’esperimento è condotto per il benessere umano. ( Shanks e Green, 2004 ). L’argomento apre molte domande irrisolte, prima fra tutte: siamo proprio sicuri che gli esseri umani abbiano maggiore valore degli animali? E inoltre: quando si tratta di sperimentare prodotti di lusso o voluttuari, come i cosmetici, è etico torturare gli animali solo per soddisfare la nostra vanità e avidità ?

Più difficile prendere una posizione netta quando si tratta di pura ricerca medica: qui la questione diventa molto più complessa, dal punto di vista etico. Si può sacrificare un animale per testare un nuovo farmaco che potrebbe guarire dall’Alzheimer, oppure per sperimentare una nuova procedura chirurgica, che potrebbe ridare la vista ad un non vedente?

E’ giusto sacrificare 100 cani per salvare milioni di esseri umani? Se ad un bambino è stata diagnosticata una malattia terminale, c’è una possibile cura, ma deve essere testata prima su uno scimpanzé, cosa si deve fare?

Charles Hume fu molto sensibile al problema, tanto che fondò la Federazione Universitaria per il Benessere Animale (UFAW) e fece una proposta, già nel 1954, per la sperimentazione animale, chiedendo sostanzialmente di: migliorarla, ridurla e, se possibile, sostituirla ( Fenwick e Fraser, 2005 ).

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Da allora sono state istituite molte organizzazioni internazionali per lo sviluppo di tecniche alternative alla sperimentazione animale, ad esempio il Centro nazionale per la sostituzione, il miglioramento e la riduzione degli animali nella ricerca (NC3R), il Centro europeo per la convalida di metodi alternativi (ECVAM) ( Marafante et al., 1994 ), l’Interagency Coordinating Committee on the Validation of Alternative Methods (ICCVAM) ( Stokes et al., 2002 ), la Universities Federation for Animal Welfare (UFAW) , il Center for Alternatives to Animal Testing (CAAT) ecc.

Da sempre, gli animali vengono utilizzati negli esperimenti scientifici per scopi didattici e di ricerca e ciò ha indubbiamente giovato alla ricerca in diverse aree (Danielski et al., 2011 ). Il lato B della medaglia è che si stima che ogni anno circa 115 milioni di animali vengano utilizzati in varie industrie biomediche in tutto il mondo ( Taylor et al., 2008 ): ratti, topi e altri roditori costituiscono il 95% di tutti gli animali utilizzati e i primati costituiscono un terzo dell’uno per cento di tutti gli animali utilizzati.

Oltre alla costituzione genetica, ci sono molte somiglianze anatomiche tra animali ed esseri umani in quanto essi hanno lo stesso insieme di organi, come cuore, fegato, reni, polmoni e altri tessuti. I loro meccanismi di funzionamento del corpo e la loro fisiologia sono molto simili a quello che avviene nel corpo umano: si pensi alla circolazione sanguigna, alla respirazione, al sistema nervoso, endocrino ecc.

Secondo Aysha Akhtar (Aktar, 2015 ), gli esperimenti condotti sugli animali non sempre sono predittivi dei risultati umani e per questo è sbagliato fare affidamento su di essi per prevedere il decorso di varie malattie nell’essere umano. È già stato infatti dimostrato da varie meta-analisi che gli animali non sono buoni modelli per la fisiologia umana. Oggigiorno possono essere utilizzati vari metodi indiretti non invasivi e meno pericolosi per la sperimentazione sull’uomo, c’è una ricchezza di informazioni disponibili dai dati clinici che devono essere estratti con una migliore informatica e questi database devono essere ulteriormente arricchiti.

Attraverso la tecnologia si è cercato di correre ai ripari: il termine ‘in silico’ è un termine moderno, utilizzato per la sperimentazione eseguita al computer ed è correlato ai termini biologici più comunemente conosciuti in vivo e in vitro ( Ekins et al., 2007 ).

Le simulazioni possono ridurre il numero di esperimenti richiesti, sebbene esse non possano ancora sostituire completamente gli esperimenti perché non tutti i principi che governano un sistema sono noti e le simulazioni utilizzano approssimazioni solo fino a un certo livello di dettaglio.

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Oggi la simulazione e l’informatica stanno diventando sempre più essenziali in tutti i campi della ricerca scientifica per fare un uso efficiente delle conoscenze esistenti nella progettazione degli esperimenti. Sono stati costruiti modelli al computer per modellare il metabolismo umano, per studiare l’accumulo di placca, il rischio cardiovascolare e per valutare la tossicità dei farmaci, compiti per i quali vengono tuttavia  utilizzati anche gli animali ( Washio et al., 2013 ).  Inoltre, a varie scale di dettaglio, le proteine, i recettori, le cellule a doppio strato lipidico, il cervello ecc. sono spesso simulati per predire il loro comportamento o la loro risposta a condizioni fisiche, stimoli o sostanze chimiche.

La simulazione computazionale e i metodi informatici hanno ridotto al minimo il numero di animali sacrificati nella scoperta dei farmaci restringendo le potenziali molecole candidate al farmaco ( Ekins et al., 2007 , Adler et al., 2011 ). Allo stesso modo si è anche ridotto il numero di esperimenti sugli animali richiesti nelle scienze biologiche di base, mediante un uso efficiente delle conoscenze esistenti (Kwong et al., 2017 ). Sono stati, inoltre, sviluppati modelli di anatomia 3D ad alta definizione che possono sostituire la dissezione animale per l’insegnamento dell’anatomia ( Azer e Azer, 2016 ).

Anche alcuni modelli di tessuto sono stati costruiti utilizzando colture cellulari 3D così come alcuni chip contenenti modelli di organi (Huh et al., 2011 ). Questi modelli sono generalmente costruiti con l’aiuto di cellule umane, il che li rende più utilizzabili per applicazioni nell’essere umano ( Huh et al., 2012 ). Questi modelli forniscono anche un migliore controllo sulle condizioni e una sperimentazione più rapida e conveniente. È stato osservato che oltre alle alternative alla sperimentazione animale, questa tecnologia in combinazione con l’emergente cellula staminale pluripotente indotta (IPSC) si sta muovendo verso la realizzazione di organi e tessuti impiantabili ( de-Stolpe e den Toonder, 2013).

Modelli di sistemi multi-organo di cuore, muscoli, pelle, cervello, testicolo, midollo, intestino, reni, polmoni, fegato e singoli organi sono stati realizzati in canali microfluidici oltre a ricreare microambienti fisici e chimici rilevanti ( Huh et al., 2012 ). Queste tecniche chiamate anche sistemi microelettromeccanici biomedici o biologici (Bio-MEMS) o lab-on-a-chip (LOC) e sistemi di analisi micro totale (μTAS) sostituiranno in futuro i test sugli animali nei laboratori commerciali nel campo della sicurezza farmaceutica, biotecnologica, chimica e ambientale.

Per tornare alla sofferenza animale, occorre sapere che la coltura cellulare umana viene eseguita in un mezzo che spesso contiene siero fetale di vitello (FCS). Il processo di produzione del siero fetale di vitello comporta sofferenze estreme per l’animale (mucca) poiché una mucca viva incinta viene operata per estrarre il feto e quindi raccogliere il siero dal sangue di questo feto. Questo siero fetale di vitello non è esposto ad antigeni o agenti patogeni, quindi viene utilizzato per la coltura cellulare per evitare contaminazioni e reazioni immunologiche e per ottenere tutto il mix di nutrienti necessari per la crescita cellulare. Poiché il siero fetale di vitello è un mezzo naturale ricco di tutti i nutrienti conosciuti e sconosciuti necessari, rende più probabile il successo della crescita cellulare.  Oggi tuttavia ci sono organizzazioni no profit che forniscono informazioni sulle alternative agli esperimenti sugli animali e sui metodi di coltura cellulare senza FCS.


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Metodi non invasivi vanno ricercati nella risonanza magnetica (MRI) e nella tomografia a emissione di positroni (PET), che possono guardare all’interno del corpo umano e del cervello senza causare danni significativi. Il microdosaggio è una tecnica per studiare il comportamento dei farmaci nell’uomo attraverso la somministrazione di dosi così basse da non produrre effetti sull’intero organismo, ma è sufficiente per consentire lo studio della risposta cellulare con tecniche ad alta sensibilità ( Wilding e Bell , 2005 ). I tessuti e gli organi umani ottenuti dopo l’autopsia sono stati la principale risorsa per le scoperte sulla rigenerazione cerebrale e gli effetti della sclerosi multipla e il morbo di Parkinson. I tessuti donati e ottenuti in chirurgia (es. biopsie, chirurgia estetica e trapianti) sono utilizzati anche per ricerche di diretta rilevanza umana. Ad esempio, sono stati sviluppati modelli di pelle e occhi realizzati con pelle umana ricostituita e altri tessuti, utilizzati per sostituire i test crudeli di irritazione del coniglio. Aziende come Cell Systems, Mattek, GmbH ed Episkin ora producono questi test in kit facili da usare per testare cosmetici e altre sostanze. Il Dr. Bjӧrn Ekwall (Laboratorio di citotossicologia in Svezia), ad esempio, ha sviluppato un sostituto per il test LD50 utilizzando tessuto umano donato che ha misurato la tossicità con un’accuratezza del 77-84% mentre nei topi ha ottenuto un’accuratezza del 52-60% ( Rangantha e Kuppast, 2015 ) .

Che gli studi fatti su animali non siano sempre utilizzabili per l’essere umano lo dimostra l’utilizzo di un farmaco (talidomide) che veniva prescritto, verso la fine degli anni Cinquanta, alle donne in gravidanza: alcune di queste donne hanno partorito bambini senza arti, una condizione nota come focomelia . Lo stesso farmaco è stato testato su quasi tutti i modelli animali sperimentali come topi, ratti, conigli, criceti, gatti, cani, armadilli, porcellini d’India, suini, furetti ecc., ed è stato osservato che gli effetti teratogeni erano stati indotti solo occasionalmente ( Schardein , 1976).

Nel 2006, un composto TGN 1412 utilizzato per il sistema immunitario, è stato iniettato a sei volontari umani, i quali hanno avuto una grave reazione avversa derivante da una tempesta di citochine, pericolosa per la vita che ha portato a un’insufficienza sistemica catastrofica d’organo, ma il composto era stato testato con successo nei topi, conigli, ratti e primati non umani ( Akhtar, 2015 ).

Bailey (2008) ha osservato che ci sono circa 90 vaccini contro l’HIV che hanno avuto successo negli animali e hanno fallito negli esseri umani . Nella malattia di Parkinson, diverse terapie che sembravano promettenti negli animali sono risultati inappropriati negli esseri umani ( Lane e Dunnett, 2008). 

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Il comportamento disumano nei confronti degli animali da laboratorio ha attirato l’attenzione del pubblico in tutto il mondo, comprese molte organizzazioni non governative e amanti degli animali. Alcuni Paesi hanno stabilito linee guida rigorose per l’uso degli animali a scopo sperimentale. 

Tutto quello che possiamo fare come cittadini sensibili e informati è assicurarsi che i prodotti utilizzati per la cura personale non siano testati sugli animali.

I cosmetici di una particolare azienda non andrebbero acquistati, almeno fino a quando l’azienda non dimostri pubblicamente di non fare uso di animali per testare i prodotti. Le aziende che evitano la sperimentazione su animali, di solito lo pubblicizzano sul prodotto o sulla confezione: favoriamole!

Fonte principale:

Reduction of Animal Sacrifice in Biomedical Science & Research through Alternative Design of Animal Experiments, lJagdish Rai, Kuldeep Kaushik, Saudi Pharmaceutical Journal Volume 26, Issue 6, September 2018, Pages 896-902

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta

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Immagine: Apple 94


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Un commento

  1. Il fatto che la sperimentazione animale rappresenti una piccolissima fetta di tutta la sperimentazione medica, sommato al fatto che prestigiose Università stanno abbandonando definitivamente la vivisezione, parla per sè.

    E’ una cosa inutile e crudele della quale ci libereremo presto 🙂

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