1907 Jung fa una ‘pessima impressione’ parlando di Freud

pessima impressione

Sopra Freud in una foto da lui inviata a Jung

Nell’estate 1907 Carl Jung partì per Amsterdam, dove doveva tenere una conferenza al primo Congresso Internazionale di Psichiatria, neurologia, psicologia e assistenza ai malati di mente. Jung al Congresso aveva una sola preoccupazione: presentare le difficili e impopolari teorie di Freud in modo tale da renderle accettabili e comprensibili. Freud era ottimista, gli scrisse infatti: “La sua Conferenza di Amsterdam sarà una pietra miliare nella storia, e in fin dei conti è soprattutto per la storia che stiamo lavorando” (S. Freud, C. G. Jung. Lettere fra Freud e Jung 1906-1913; Boringhieri).

Il Convegno di Amsterdam cominciò la mattina del 4 Agosto con il discorso dello psichiatra tedesco Gustav Aschaffenburg, che attaccò la teoria freudiana dell’isteria e la sua enfasi sulla sessualità. Subito dopo prese la parola Jung, che espose i principi della tecnica psicoanalitica e affermò che la sua esperienza clinica confermava le ipotesi di Freud. Jung continuò a parlare oltre il tempo previsto e non accennò a smettere, fino a che il presidente dell’assemblea glielo impose. Jung uscì precipitosamente dalla stanza. Testimone della scena fu il giovane neurologo gallese Ernest Jones, il quale ebbe poi a parlare de: “La pessima impressione che il suo comportamento fece ai presenti, già spazientiti e pieni di pregiudizi…” (Ernest Jones, Vita e opere di Freud, Garzanti).

Nel pomeriggio Jung scrisse al suo maestro definendo i congressisit ‘una banda di tagliagole’ o anche ‘dei codardi, appiccicati alle code del più grasso che gli sta vicino… Gente spaventosa, capace solo di dire un mare di stupidaggini e assurdità.

Freud gli rispose dicendo che bisognava continuare a lavorare, cercando di limitare al massimo i litigi. Riportiamo una sintesi della lettera del 19 settembre 1907, che Freud da Roma scrisse a Jung.

Caro collega,
Arrivando qui ho trovato la tua lettera, relativa agli ulteriori sviluppi del Congresso. Non mi ha depresso e sono contento nel constatare che neanche tu sei depresso. Credo che su di te questa esperienza si rivelerà nel tempo molto positiva. Per quanto mi riguarda, il mio rispetto per la nostra causa è cresciuto. Mi sembrava strano che avremmo ottenuto il riconoscimento per la nostra attività solo dieci anni, ma vedi che le tue tattiche sono state irrealistiche, quella gente non vuole essere illuminata. Ecco perché sono incapaci di comprendere anche le cose più semplici. Se un giorno decidessero di comprendere, vedrai che niente sarà così complicato per loro. Per il momento non c’è niente altro da fare che continuare a lavorare e discutere il meno possibile.

Fonti:
Donn, Freud e Jung, Leonardo
S. Freud, C. G. Jung. Lettere fra Freud e Jung 1906-1913; Boringhieri
Ernest Jones, Vita e opere di Freud, Garzanti
Link: Pep Web

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

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