Ansia: non si apre l’ombrello se non piove!

Ansia: non si apre l’ombrello se non piove!

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La paura del pericolo è diecimila volte più agghiacciante del pericolo stesso: il peso dell’ansia ci pare più greve del male temuto.
Daniel Defoe

A29/8

Da dove deriva il termine italiano “ansia”?

Il termine italiano “ansia” deriva dal latino “anxia”, a sua volta derivante dal verbo “angere”, che significa “stringere strettamente o strangolare”. Il termine individua già di per sé una parte importante del disagio psicologico e fisico che l’ansioso può avvertire quando prova questa emozione.

Il termine “angoscia” ha origini simili?

Si, dallo stesso verbo latino deriva anche la voce “angustia”: in passato questo termine aveva un significato generico di turbamento, ma poi è passato ad indicare, nel linguaggio cristiano, la più profonda infelicità dell’uomo privo di Dio, dell’anima persa, valore che ritroviamo poi nel suo derivato italiano angoscia.

Ansia e angoscia significano la stessa cosa in psicologia?

Per molti aspetti sono sinonimi, anche se il termine “angoscia”, che è quello con cui è stata tradotta la parola tedesca “angst” usata da Freud nei suoi libri, ha un significato più grave della semplice ansia.

L’ansia è innata o appresa?

Alcune risposte dell’organismo sono innate nei confronti di determinati stimoli minacciosi (si pensi alla paura per gli estranei del bambino di circa 8 mesi), ma vi sono anche moltissime paure apprese.

Per esempio, persone che per un lungo periodo sono vissute sotto la minaccia di attentati, o attacchi aerei possono spaventarsi al suono della sirena di un’ambulanza. In un soggetto particolarmente ansioso delle esperienze traumatiche precedenti possono innalzare la soglia di suscettibilità, estendendo lo stato emotivo a situazioni analoghe o differenti.

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Quale è la differenza fra ansia e paura?

L’ansia è un’emozione più complessa della paura: infatti, la capacità di prevedere il pericolo, a distanza di tempo e di spazio (cioè l’ansia), è presente solo negli organismi più evoluti, mentre la paura si basa sul qui ed ora e può riguardare anche organismi meno evoluti.

Quali sono le risposte dell’organismo all’ansia?

L’ansia produce dei cambiamenti psico-somatici, producendo risposte:

a) Fisiologiche. Producono infatti respirazione frequente, tachicardia, tensione muscolare, secrezioni fisiologiche;
b) Motorie e comportamentali: classiche reazioni di lotta o di fuga;
c) Cognitive: consentono al soggetto di valutare il livello di pericolo e di paura percepita;
d) Affettive: in quanto imprimono una tonalità emotiva all’esperienza vissuta.


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Quali sono le cause dell’ansia cronica?

La tendenza a provare questa emozione è determinata: dalle precedenti esperienze vissute, dagli aspetti culturali dell’ambiente in cui si vive, dai tratti psicologici individuali e dalle componenti genetiche.

Come si distingue l’ansia?

In genere l’ansia si distingue in  “ansia di stato” quando rappresenta la risposta emozionale a situazioni accidentali o episodiche della vita, mentre è detta  “ansia di tratto” se rappresenta una tendenza generale a rispondere in modo ansioso a tutte le circostanze della vita, anche quelle che non sono particolarmente minacciose. In questo caso l’ansia diventa appunto un tratto della personalità.

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Quale è la funzione dell’ansia?

L’ansia porta sempre con sé delle sensazioni di malessere, ma dal punto di vista funzionale, essa serve per attivare l’organismo, sia negli aspetti somatici che psichici, in modo di metterlo nelle condizioni di massima espressione di forza, per fronteggiare e vincere le sfide della vita, superando difficoltà nuove e impreviste, o situazioni temute, verso le quali si nutre un’attesa speciale.

Senza l’ansia non ci sentiremmo spronati a superare le difficoltà, non riusciremmo ad adattarci ad ambienti che non conosciamo, o a condizioni che non ci sono abituali, non riusciremmo a dare il meglio di noi stessi quando ad esempio ci prepariamo per un evento sportivo, per un’esame, per una prestazione di qualsiasi genere.

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Quali sono i sintomi ansiosi?

Ogni vissuto d’attesa è sempre accompagnato da sintomi fisici, spesso spiacevoli, quali: tachicardia, tremori, sudorazione, sintomi di tensione e ipervigilanza.

L’ipervigilanza può condurre all’ansia cronica quando l’attesa dell’evento sentito come minaccioso è costante, in quanto l’evento non è prevedibile. Se, oltre tutto, all’imprevedibilità si aggiunge anche la sensazione di non essere in grado di controllare in qualche modo l’evento temuto, l’impotenza di fronte alla realtà aggiunge agli stati ansiosi citati anche dei vissuti depressivi.

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L’ansia porta con sé anche qualche vantaggio?

Si. Se l’ansia è moderata, essa rappresenta un indubbio vantaggio per l’essere umano: è sempre più accreditata la convinzione che l’ansia moderata aiuti le persone a far meglio, nell’affrontare le sfide della vita e non solo dal punto di vista psicologico.

Ad esempio, uno studio condotto su pazienti sottoposti a chirurgia minore ha dimostrato che chi soffre di ansia moderata reagisce meglio dopo l’intervento, rispetto a chi mostra livelli di ansia troppo elevati, o troppo scarsi. Ci sono però persone che sono in costante stato di agitazione e per loro gli stati ansiosi provati risultano essere eccessivi ed invalidanti.

Quando l’ansia è un chiaro limite?

Quando l’ansia è eccessiva e si presenta in modo cronico, può diventare  un limite, se non un grave disturbo psicologico.

Quanto sono diffusi i disturbi d’ansia?

La maggior parte delle persone è costantemente in ansia: si stima che una persona su 10 soffra in qualche momento di uno dei cinque grandi disturbi d’ansia indicati nel DSM-5.

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Chi sono le persone poco ansiose?

Le persone con ADHD (deficit di attenzione e iperattività) possono avere livelli più bassi di ansia, così come può accadere agli psicopatici. Bassi livelli di ansia si trovano anche nei risk-takers, cioè in quei soggetti che amano impegnarsi in attività rischiose.

Le persone ansiose sono meno intelligenti delle altre?

Assolutamente no. Per fare un esempio, sappiamo che Charles Darwin fu tormentato per gran parte della sua vita adulta con gravi problemi di ansia, anche se era una persona più intelligente rispetto alla media. Le persone ansiose, ma con alto quoziente intellettivo tendono ad essere visionarie, creative, capaci di fare progetti. Le persone con bassi livelli di ansia, ma molto intelligenti, tendono invece ad assumere ruoli di responsabilità, in situazioni di stress.

L’ansia fa male alla salute?

Si. L’ansia esagerata non è mai un bene per il nostro corpo e può portare seri problemi alla salute. Oltre tutto, sarebbe da evitare se non ha assolutamente alcun valore o scopo. Se è inutile aprire l’ombrello, quando non piove, cosa ce ne facciamo di troppa ansia se non c’è nessun pericolo all’orizzonte?

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