I ricercatori Ciara Raudsepp-Hearne e colleghi confermano che la sensazione, che quasi tutti abbiamo, di vivere oggi un maggiore benessere in confronto ai nostri simili delle epoche passate, si basa su dati di realtà, nonostante vi siano prove convincenti riguardo al declino degli ecosistemi.
Tre sono probabilmente le ragioni di questo paradosso: 1) Il grande aumento della produzione alimentare che si è avuto nel passato: la possibilità di nutrirsi è infatti prioritaria rispetto ad altri aspetti dell’ecosistema, 2) Le innovazioni tecnologiche, che permettono alle persone di non dipendere direttamente dagli ecosistemi, 3) Intervalli di tempo piuttosto lunghi, prima che il benessere delle persone venga direttamente interessato da questo declino.
Pochi motivi di compiacimento, dunque.
I ricercatori accettano le conclusioni del Millennium Ecosystem Assessment, sul fatto che gli ecosistemi hanno ormai poca capacità di offerta per gli esseri umani. Eppure, il composito indice di sviluppo umano, parametro largamente utilizzato (che comprende: livello di alfabetizzazione, aspettativa di vita e reddito), è migliorato nettamente dalla metà degli anni Settanta. Anche se alcune misure relative al senso di sicurezza personale si oppongono a questa tendenza al rialzo, il miglioramento generale del benessere delle persone sembra provato.
Raudsepp-Hearne non è tuttavia ottimista, perché ritiene che gli effetti osservabili del benessere siano minacciati, nei prossimi decenni, da possibili deficit futuri nella produzione alimentare, soggetta come è ad eventi quali inondazioni e siccità, chiaramente dannosi per le persone che vivono in particolari aree del pianeta. Quanto alla tecnologia, è vero che fin qui ha offerto la possibilità di affrancarsi dalle offerte locali dell’ecosistema, ma è difficile capire oggi “se l’uomo sarà più o meno in grado di adattarsi al degrado dell’ecosistema”. Al di là dell’autocompiacimento sul benessere raggiunto dunque, non si può non ammettere che vi sia oggi una “fragilità dell’ecosistema.”
L’invito è dunque quello di prestare maggiore attenzione a come l’ecosistema influenzi i molteplici aspetti del benessere, cercando sinergie e compromessi, oltre che tecnologie, volti a prevedere i bisogni futuri delle persone.
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona
Fonte: American Institute of Biological Sciences (2010, September 1). Human well-being is improving even as ecosystem services decline: Why?, via Science Daily
Immagine:Torre Mountain
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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