Il lavoro e la fine del comunismo
Sono stati condotti degli studi sugli ex Paesi Comunisti dell’Unione Sovietica, Russia inclusa, che a partire dagli anni Novanta furono sottoposti a programmi di privatizzazione, a seguito del crollo dei regimi comunisti. Questi studi hanno rivelato che il drammatico cambiamento epocale in quella zona dell’Europa, ha causato un grande aumento nella mortalità maschile, soprattutto in alcuni di questi Paesi.
La scoperta è stata pubblicata su Lancet Online First. Gli autori, della London School of Hygiene & Tropical Medicine e delle Università di Oxford e Cambridge, hanno analizzato i tassi di mortalità negli uomini in età lavorativa (15-69 anni) nei Paesi dell’Est europeo e nell’ex Unione Sovietica fra il 1989 ed il 2002.
Risultato: Si è scoperto che i programmi di privatizzazione di massa sono stati associati con una crescita nella mortalità maschile di breve periodo, con un tasso del 12.8%. La disoccupazione seguita al crollo del comunismo, salita al 56%, è forse il fattore che ha avuto più influenza in questa situazione.
I cinque Paesi che hanno sperimentato il tasso più alto di crescita della mortalità sono stati: Russia, Kazakhistan, Lettonia, Lituania ed Estonia. In questi Paesi la disoccupazione si è triplicata (del 305%) e il tasso di mortalità è cresciuto del 42%.
Per questi cinque Paesi il cambiamento di regime ha dunque causato uno shock incredibile, diversamente da altri Paesi che hanno adottato, in quella circostanza, dei cambiamenti più graduali, come l’Albania, la Croazia, la Repubblica Ceca, la Polonia e la Slovenia, che sono nell’ordine i Paesi che hanno risentito di meno dei cambiamenti e che hanno visto anzi scendere la mortalità maschile del 10%, con una crescita della disoccupazione del 2%.
Oltre alla disoccupazione, altri fattori che sono stati considerati dai ricercatori associati ad una crescita della mortalità sono: lo stress, la diminuzione della qualità delle cure mediche (che in precedenza si potevano ottenere nei luoghi di lavoro), le ineguaglianze sociali, la disorganizzazione sociale e la maggiore corruzione.
Martin McKee della London School of Hygiene & Tropical Medicine, co-autore dello studio, commenta: “Questo studio si riferisce anche a Paesi come la Cina e l’India, che si stanno aprendo al capitalismo in modo graduale e che stanno mettendo a punto delle apposite istituzioni che si preoccupano di aiutare i lavoratori ad adattarsi ai nuovi sistemi sociali: essi non hanno visto questo grande aumento della mortalità. Abbiamo scoperto che quando il 45% della popolazione era in contatto con almeno una di queste organizzazioni sociali, non c’era più un legame così forte fra privatizzazioni e aumento della mortalità’.
David Stuckler, direttore della ricerca, della Oxford University, ha invece commentato: “Questo studio ci aiuta a capire le conseguenze cruciali per la salute, delle scelte economiche fatte dai governi”.
Links:
London School of Hygiene & Tropical Medicine (LSHTM), via AlphaGalileo.
Fonte:
London School of Hygiene & Tropical Medicine (LSHTM) (2009, January 17). Huge Rise In Male Mortality Coincided With Move From Communism To Capitalism. ScienceDaily. Retrieved January 18, 2009, from http://www.sciencedaily.com /releases/2009/01/090115081743.htm
Dott.ssa Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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