David Brooks: l’animale sociale

Nel suo nuovo libro,The Social Animal: The Hidden Sources of Love, Character, and Achievement (L’animale sociale: le fonti nascoste dell’amore, del carattere e del successo), l’autore David Brooks (giornalista conservatore del New York Times) parla della vastità enorme dell’inconscio umano e di come sia possibile usarlo secondo la propria volontà.

L’inconscio però, nella definizione di Brooks, “non è ciò che Freud e Jung credevano”, un labirinto in cui sono sepolti gli impulsi sessuali; piuttosto, è la nostra mente interiore, fatta di emozioni, intuizioni, tratti del carattere, predisposizioni genetiche e pregiudizi. Mentre il conscio è spesso logico e lineare, l’inconscio è più sensibile, giudicante e percettivo. Ora, dice Brooks, a causa di un boom nel settore della ricerca, stiamo iniziando ad apprezzare come funziona. “E’ come se vivessimo in una casa dove abbiamo sempre saputo che c’era un livello seminterrato” spiega Brooks, “ma ora stiamo scoprendo che ci sono 8.000 piani di seminterrato sotto di noi”.

Secondo gli studi sulla felicità, ricorda Brooks, certamente un’area di cui si è occupata la ricerca scientifica, gli esseri umani attribuiscono troppa importanza al lavoro, al denaro e alla casa e sottovalutano enormemente il valore delle relazioni personali. L’evidenza suggerisce che chi è impegnato in una relazione sentimentale di lunga durata è molto più felice rispetto alle persone sole; non a caso una ricerca suggerisce che un matrimonio felice può dare un beneficio psichico simile a quello di uno stipendio annuo di 65.000 sterline (74.000 euro circa).

“Dico agli studenti universitari che dovrebbero fare dei corsi per scegliere bene la persona che devono sposare”, dice Brooks, dalla sua casa, alla periferia di Washington DC. “Essi dovrebbero leggere romanzi sul matrimonio. Dovrebbero studiare le neuroscienze e la psicologia del matrimonio. Le università dovrebbero offrire un corso dopo l’altro sul matrimonio. Ma le nostre istituzioni sono strutturate sulla base di questa falsa visione della natura umana, che enfatizza le capacità professionali, (che pure sono importanti), ma sottovaluta tutte le cose più delicate, quelle che appaiono poco virili”.

“Il rapporto tra denaro e felicità è molto tenue, mentre il rapporto tra relazioni personali e felicità è incredibilmente forte” continua. “Così, se si riesce ad entrare in un gruppo di persone che si riunisce una volta al mese, questo produce lo stesso guadagno in felicità di un raddoppio del proprio reddito”. Tutto dipende dalla quantità e dalla qualità dei rapporti che si riesce ad instaurare.

David Brooks ha una formazione molto diversa dalla maggior parte degli scrittori che si occupano di divulgazione scientifica. Negli Stati Uniti, è un commentatore politico riverito e vituperato, le cui colonne, due volte a settimana per il New York Times, sono molto influenti sull’opinione pubblica e di cui tengono conto anche i Presidenti degli Stati Uniti, specialmente in tempo di elezioni. La sua posizione è moderatamente repubblicana, ma è considerato il “miglior conservatore” fra i liberals ed ha un apporccio bipartisan con la politica. Ha sostenuto ad esempio Barack Obama nel 2005 e definito Sarah Palin “un cancro fatale per il partito repubblicano”, anche se poi ha ridimensionato la gravità di questa affermazione.

Brooks ha sempre avuto un interesse per la ricerca sulla mente e sul cervello, ma la spinta a scrivere questo libro, com elui ricorda, gliela dette il vecchio premier inglese Gordon Brown, in visita negli Stati Uniti. Durante un caffè, sorseggiato al Consolato insieme a Mr. Brown, Brooks stava parlando di come funziona il cervello, quando il più pragmatico Brown gli chiese “e che effetti ha tutto questo sulla politica”? In un primo momento la risposta non venne spontanea, ma questo libro ora colma la lacuna.

Brooks ha voluto scrivere un libro divulgativo, facile per tutti. Prendendo in prestito da Rousseau lo stile dell’Emilio, ha deciso di scrivere la sua ricerca come un romanzo, con una coppia immaginaria formata da Harold ed Erica, che sono guidati attraverso le loro vite da parte di un narratore onnisciente e un po’ compiaciuto di sé. Tutta la loro vita, dalla culla alla tomba, si svolge “perpetuamente nel momento attuale, agli inizi del 21° secolo”, il che lo rende non tanto un libro di ambientazione storica, ma piuttosto un manuale per la vita moderna.

Attraverso Harold e Erica l’autore spiega tre decenni di ricerche scientifiche sulla mente umana, a cominciare dalla sua preferita, quella dello psicologo Walter Mischel sui marshmallow (dolcetto americano), condotta presso la Stanford University nel 1972. L’esperimento consisteva nel fornire ad un gruppo di bambini di quattro anni un marshmallow a testa: essi potevano mangiarlo subito, ma se riuscivano ad attendere 20 minuti senza mangiarlo, ne avrebbero ricevuto un secondo in premio.

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Risultato: la maggior parte dei bambini non resistette. Qualche anno dopo, si controllò il rendimento scolastico di questi bambini e si vide che coloro che si erano mostrati più pazienti durante il test, tanto da meritare un secondo marshmallow, erano anche i più bravi a scuola, avendo ricevuto un punteggio assai superiore a coloro che avevano ceduto alla tentazione. (210 punti in più). Tra i bambini che resistettero solo uno o due minuti vi è stato il più alto tasso di tossicodipendenti e di persone che hanno avuto problemi con la giustizia. Sono persone che non riescono a mantenere le loro amicizie e che non sanno gestire lo stress. Anche questo, secondo l’autore, dimostra come alcune abilità inconscie che abbiamo, siano poi determinanti nel successo personale.

Secondo Brooks, a livello generale, vi è una visione troppo semplicistica della natura umana. Un settore, però, dove a suo parere la ricerca sta facendo un buon lavoro è l’educazione, in particolare con la creazione di scuole che insegnano la disciplina in modo quasi militare, utili (sempre secondo l’autore del libro) per i bambini che crescono in famiglie disorganizzate. L’obiettivo dovrebbe essere quello di inegnare ai ragazzi a controllare i propri impulsi, come nell’esperimento marshmallow.

Una scuola che è orientata in tal senso è la KIPP (Knowledge is Power Program), così come il nuovo movimento della scuola libera, che vuole dare un’opportunità ai ragazzi provenienti dalle famiglie più povere, immergendo gli allievi in una “atmosfera competitiva” per “instillare in loro l’ambizione, senza tener conto del loro background sociale”.

L’animale sociale vuole incoraggiare i politici americani ad allontanarsi una volta per tutte dalla cultura individualistica che ha dominato gli anni ’80 e ’90. “La cosa che mi piace della ‘big society’ di Cameron – dice l’autore – anche se non sono sicuro che sia stata concretizzata- è che vi è un riconoscimento dell’importanza dei legami sociali”. “Questa ricerca – dice ancora del suo libro – indica il fatto che non siamo tanto degli individui, ma delle reti, profondamente interconnesse.”

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona

Come sempre insomma, la ricetta della felicità viene detenuta altrove: in questo caso dalla sofisticata “big society” di Cameron. Non stupisce dunque che a breve David Brooks sia stato invitato a parlare a Downing Street, dove sarà accolto sia dal Primo Ministro, David Cameron, sia dal leader dell’opposizione del Labour party, Ed Miliband.

Fonte:

David Brooks: The man who can measure true happiness, The Guardian

Immagine: copertina del libro

Leggi un estratto del libro (in inglese)
Guarda il video della presentazione del libro (in inglese)

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