Edith Stein: una filosofa che divenne santa
Edith Stein (1891–1942), conosciuta anche come Santa Teresa Benedetta della Croce, è una delle figure più complesse del Novecento europeo. Ebrea, filosofa, femminista ante litteram, convertita al cattolicesimo, monaca carmelitana e infine martire ad Auschwitz, la sua biografia attraversa i principali drammi e le trasformazioni spirituali del secolo scorso. Conosciamola meglio.
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Infanzia e formazione
Edith Stein nacque il 12 ottobre 1891 a Breslavia (all’epoca parte della Germania, oggi Wrocław, in Polonia) in una famiglia ebrea osservante. Rimasta orfana di padre a soli due anni, fu cresciuta dalla madre, donna forte e profondamente religiosa. Fin da giovane dimostrò uno spiccato talento intellettuale e una profonda sete di verità, che la portarono ad allontanarsi progressivamente dalla fede ebraica per abbracciare un iniziale agnosticismo.
La signora Stein era una donna molto religiosa e austera, ma forse per questo un vero punto di riferimento per Edith, almeno fino ai suoi quindici anni, quando decise di abbandonare le pratiche religiose.
Non era una forma di ribellione adolescenziale, ma il bisogno, la ricerca profonda della Verità. Lei stessa, parlando di questo periodo diceva: ‘La mia ricerca della verità era la mia unica preghiera’ ed anche: ‘consciamente o inconsciamente, la ricerca della verità è la ricerca di Dio’.
Edith fu particolarmente brillante negli studi, in particolare in letteratura. In seguito l’interesse per le materie umanistiche divenne interesse per l’essere umano, per la filosofia ed anche per la nascente scienza psicologica.
La fenomenologia
Nel 1911 iniziò gli studi universitari in filosofia, germanistica e storia a Breslavia, proseguendo poi a Gottinga, dove fu allieva di Edmund Husserl, il fondatore della fenomenologia. Fu tra le prime donne a distinguersi in ambito accademico nella Germania dell’epoca.
Per Edith la fenomenologia insegnata da Husserl era veramente un pensiero innovativo: la concezione della filosofia come scienza rigorosa, la rottura con i vari tipi di idealismo, l’invito a riportare l’attenzione sulle cose attraevano molto la giovane Edith. Le piaceva in particolare il pensiero di Husserl sulla coscienza come emergente sul mondo e donatrice di significati, l’ammirazione per una realtà che suscita meraviglia, che stimola la ricerca, che invita a quell’ ‘andare alle cose’ senza presupposti, che afferma la priorità dell’essere sul pensiero.
Fra i giovani fenomenologi si percepiva l’entusiasmo dei pionieri. La descrizione che le aveva fatto Moskiewicz corrispondeva alla realtà: a Gottinga si parlava veramente di filosofia «giorno e notte, a pranzo, per la strada, ovunque».
In questo periodo la Stein frequentò molti intellettuali, perlopiù cristiani.

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La prima guerra mondiale
Nel frattempo era iniziata la prima guerra mondiale e tutti i suoi amici si stavano sparpagliando sui vari fronti di guerra. Il suo spirito patriottico le faceva sembrare un tradimento l’occuparsi dei suoi problemi filosofici mentre la gente moriva per il suo paese: decise così di presentarsi come infermiera volontaria nella Croce Rossa.
L’empatia
La sua intelligenza brillante la portò ad essere assistente dello stesso Husserl e a ottenere il dottorato con una tesi sulla “empatia” (Zum Problem der Einfühlung, 1917), tema che manterrà un ruolo centrale nella sua riflessione filosofica.
Per lei il concetto di empatia, di apertura all’altro, è anzitutto una ricerca spirituale di Dio. Attraverso il pensiero empatico, la Stein cerca di comprendere quale è la vera essenza di Dio. Secondo la filosofa ciò che non siamo, che non abbiamo ancora vissuto o che non vivremo mai ci sposta altrove, nell’ignoto e ci fa vivere l’esperienza più intima, quella di ‘sentire insieme’.
E’ così che la vita spirituale può essere compresa solo attraverso la capacità di esperire dentro di sé il bello, il vero, il divino, così come l’altro essere che incontriamo.
L’empatia dunque è un’esperienza specifica del vissuto altrui, capace di modificare radicalmente la struttura della coscienza.
E’ anche il fondamento della comprensione del passato, della fruizione di un’opera d’arte, dell’esperienza della fede e dell’orientamento verso i valori morali e spirituali.
La conversione al cristianesimo
Un punto di svolta decisivo nella sua vita avvenne nel 1921, durante una vacanza estiva a casa di amici, quando lesse l’autobiografia di Santa Teresa d’Avila. Dopo aver chiuso il libro, pare abbia detto semplicemente: “Questa è la verità”. L’anno successivo ricevette il battesimo cattolico. La sua conversione fu il frutto di un lungo cammino intellettuale e spirituale, nel quale la ricerca filosofica si intrecciava con un profondo desiderio di senso. Disse: “non mi resta che ringraziare continuamente Dio per l’immensa grazia, non meritata, della vocazione”.
La decisione di battezzarsi fu sgradita ai suoi parenti ed amici ed in particolare a sua madre. Edith scrisse: “Mia madre si oppone ancora con tutte le sue forze alla decisione che sto per prendere. È duro dover assistere al dolore e al conflitto di coscienza di una madre, senza poterla aiutare con mezzi umani”
Pur desiderando entrare subito in convento, fu inizialmente dissuasa dai suoi direttori spirituali, e per diversi anni insegnò e tenne conferenze, specialmente sul ruolo delle donne, l’educazione e la questione dell’anima. Fu anche traduttrice e curatrice di testi di Tommaso d’Aquino, con l’intento di integrare la tradizione fenomenologica con il pensiero tomista.
La vita monastica e il martirio
Nel 1933, con l’ascesa al potere del nazismo e l’adozione delle leggi razziali, le fu impedito di continuare a insegnare. In quell’anno, entrò nel Carmelo di Colonia, prendendo il nome di Teresa Benedetta della Croce. La sua scelta monastica fu un proseguimento coerente della sua ricerca di assoluto, vissuta ora nella contemplazione e nella preghiera.
La persecuzione nazista, però, la raggiunse anche nel monastero. Nel 1938 fu trasferita nel Carmelo di Echt, nei Paesi Bassi, per cercare maggiore sicurezza. Ma nel 1942, in seguito a una rappresaglia contro i cattolici olandesi che avevano denunciato le deportazioni degli ebrei, fu arrestata dalla Gestapo insieme alla sorella Rosa, anch’essa convertita. Deportata ad Auschwitz, fu uccisa nelle camere a gas il 9 agosto 1942.
Sue parole:
“Sotto la croce ho intuito il destino del popolo di Dio, che fin da allora cominciava a preannunziarsi. Ho pensato che chi capisce che tutto questo è la croce di Cristo dovrebbe prenderla su di sé in nome di tutti gli altri”
Edith si caricava della croce del suo popolo eletto, e ne condivideva la sorte fino alla morte.
Le testimonianze raccolte la descrivono come raggiante ed estremamente calma, che confortava i suoi compagni di sventura e si occupava dei bambini lasciati soli.
Opere
Edith Stein lasciò una vasta produzione filosofica e spirituale, che comprende opere come L’essere finito e l’essere eterno (un tentativo di fondere fenomenologia e metafisica tomista), La donna. Il suo compito secondo la natura e la grazia, e molte meditazioni di tipo mistico. La sua riflessione sull’identità femminile, sull’empatia, sull’educazione e sul rapporto tra fede e ragione rimane ancora oggi oggetto di studio.
Santificazione
Nel 1987 è stata beatificata da papa Giovanni Paolo II, che l’ha poi canonizzata nel 1998. Nel 1999 lo stesso pontefice l’ha proclamata patrona d’Europa, insieme a Santa Brigida di Svezia e Santa Caterina da Siena.
Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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