Empatia: una bussola per la comprensione reciproca?
Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta
Comprendere come si sviluppano le relazioni tra individui profondamente diversi tra loro è una sfida urgente e centrale per le scienze sociali. L’empatia, intesa come capacità di mettersi nei panni dell’altro, è spesso considerata il fondamento della comprensione reciproca e della convivenza armoniosa. Tuttavia, recenti teorie come quella del problema della doppia empatia hanno sollevato interrogativi significativi su quanto questa capacità sia effettivamente accessibile in presenza di forti differenze identitarie, comunicative o cognitive. Cerchiamo di saperne di più.
Che cos’è l’empatia?
L’empatia è la capacità di percepire, comprendere e, in alcuni casi, condividere le emozioni di un’altra persona. Non si tratta solo di “mettersi nei panni dell’altro”, ma anche di saper riconoscere il suo punto di vista, pur mantenendo la propria identità.
Le persone provano più empatia per chi è simile a loro?
In molti casi sì: si tende a provare più empatia per chi condivide il proprio linguaggio, gli stessi valori o le stesse esperienze. Tuttavia, l’empatia non è esclusiva dei contesti familiari. È possibile provare una profonda empatia anche per chi è molto diverso, come avviene per esempio nei confronti delle vittime di guerre o disastri lontani da noi.
Cos’è il “problema della doppia empatia”?
Si tratta di una teoria recente secondo cui le difficoltà empatiche non sono unilaterali, ma reciproche. Ad esempio, tra persone autistiche e non autistiche, la mancanza di comprensione potrebbe essere dovuta a stili comunicativi diversi, non a un “difetto” di empatia da una sola parte. Il concetto suggerisce che l’empatia si costruisce nella relazione, non in un’unica direzione.
Perché la teoria della doppia empatia sta attirando attenzione?
Negli ultimi dieci anni si è osservato un aumento significativo di pubblicazioni che affrontano questo tema. Il concetto sembra offrire una spiegazione interessante alle difficoltà sociali che emergono tra gruppi diversi, contribuendo a chiarire problematiche legate alla salute mentale, alle tensioni intergruppo e persino al razzismo sistemico.
Questa teoria è stata confermata dalla ricerca?
Al momento no: i dati sono contraddittori. Molti studi confondono l’empatia con concetti affini, come la mentalizzazione (la capacità di intuire i pensieri altrui), e usano metodi poco rigorosi. C’è bisogno di più chiarezza teorica e prove neuroscientifiche per valutare la validità di questa ipotesi.
La somiglianza tra le persone favorisce sempre l’empatia?
No. L’analisi critica delle ricerche suggerisce che condividere un’identità simile non garantisce una maggiore empatia. È possibile provare empatia anche per persone molto diverse, o al contrario, faticare a comprendere chi ci è simile per contesto o background.
La diversità sociale riduce sempre l’empatia?
Non necessariamente. Al contrario, vivere in ambienti socialmente diversificati può favorire l’apertura mentale e la tolleranza. Confrontarsi con persone diverse da sé può aiutare a superare stereotipi e trovare collegamenti inaspettati.

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L’intelligenza artificiale può aiutare a comprendere meglio l’empatia?
Sì, ci sono prospettive interessanti. Tecnologie come l’iperscansione (scansione simultanea di più cervelli) potrebbero contribuire a studiare come le persone interagiscono e rispondono neurologicamente alle differenze sociali. Inoltre, l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per analizzare e persino simulare dinamiche empatiche, anche se il suo impiego solleva importanti questioni etiche.
E’ sbagliato considerare l’empatia come un istinto automatico?
Si. L’empatia è una competenza relazionale complessa, non un istinto automatico. Va coltivata, compresa e studiata in profondità, soprattutto in un mondo che richiede ogni giorno maggiore capacità di ascolto e dialogo tra le differenze.
Come si può favorire l’empatia nelle relazioni?
Trascorrendo tempo insieme, ascoltando senza giudicare, e riconoscendo il valore dell’esperienza altrui: tutte queste sono strategie efficaci. L’empatia, infatti, si sviluppa anche attraverso l’esperienza e l’esposizione alla diversità.
Dr. Walter La Gatta
IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta
ANCONA FABRIANO TERNI CIVITANOVA MARCHE E ONLINE
Fonte principale:
Livingston, LA, Hargitai, LD, e Shah, P. (2025). Il problema della doppia empatia: un’analisi della catena di derivazione e una nota cautelativa. Psychological Review, 132 (3), 744–757. https://doi.org/10.1037/rev0000468
Relazione sulle Coppie Non Monogamiche
Immagine:
Foto di Anna Shvets

Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
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