Essere felici cambia la personalità
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La differenza fra essere felici e non esserlo.
Le persone estroverse, simpatiche, amichevoli aperte a nuove esperienze tendono ad essere più felici rispetto a chi è più timido, apatico, nevrotico e scostante. È facile immaginare perché le cose stiano così. Sebbene l’argomento sia stato poco studiato prima d’ora, si è visto che essere felici potrebbe avere effetti sulla personalità.
A29/A8
Christopher Soto ha condotto il primo studio approfondito su questo argomento. Egli ha analizzato la personalità e i dati relativi al benessere di 16.367 australiani intervistati diverse volte tra il 2005 e il 2009. Era curioso di capire se i dati di personalità raccolti all’inizio dello studio si modificavano in seguito a particolari stati di benessere, e viceversa, se il benessere provato all’inizio si associava con successivi cambiamenti di personalità.
Soto ha replicato i risultati già ottenuti in passato per quanto riguarda l’influenza della personalità sul benessere. Ma più emozionante è il fatto che lo studioso ha trovato che un benessere superiore registrato all’inizio dello studio si associa con vari cambiamenti di personalità.
Le persone felici tendono a diventare più gradevoli, simpatiche, emotivamente stabili e introverse, nel tempo. Questa ultima constatazione, cioè il maggiore benessere che porta verso introversione, è l’opposto di ciò che ci si aspettava, dato che la maggiore estroversione conduce solitamente alla felicità. Soto non sa perché le persone più felici sembrano diventare più introverse, ma ha ipotizzato che ciò potrebbe accadere perché esse non sentono più il bisogno di cercare nuove relazioni.
Guardando le dimensioni dei rapporti tra benessere e personalità, e viceversa, nel corso del tempo, Soto ha detto che entrambi sono pervasivi e importanti, ma l’influenza della personalità sul benessere è “un po’ più marcata”. In entrambi i casi, le associazioni erano modeste, ma Soto ha dichiarato che non bisogna credere che siano poco rilevanti.
Qualsiasi legame osservato ha la possibilità di essere sottostimato e la tendenza a crescere nel tempo. “Anche piccoli cambiamenti dei tratti della personalità di un individuo o il benessere soggettivo possono avere importanti conseguenze nel corso della vita,” ha detto Soto.
Lo studio ha alcuni limiti: esso si basa su self-reports dei partecipanti riguardo alla propria personalità e benessere (che include valutazioni sulla soddisfazione di vita, sentimenti positivi e negativi).
Nonostante la progettazione longitudinale, è possibile che fattori sconosciuti possano aver svolto un ruolo causale, e che il legame tra personalità e benessere sia correlato, piuttosto che causale. Supponendo che il benessere possa davvero causare cambiamenti nella personalità, la ricerca futura dovrà necessariamente esplorare quali possano essere i meccanismi che vi sono alla base.
“Questi risultati sfidano il presupposto comune secondo il quale i tratti di personalità influenzino, totalmente o quasi, il benessere soggettivo” ha detto Soto. “Essi sostengono invece l’ipotesi alternativa secondo la quale i tratti di personalità e gli aspetti del benessere si influenzino reciprocamente nel tempo”.
Christian Jarrett
Articolo originale:
How being happy changes your personality, BPS
Traduzione autorizzata, a cura di psicolinea.it
Fonte: ResearchBlogging.orgSoto CJ (2014) Is Happiness Good for Your Personality? Concurrent and Prospective Relations of the Big Five with Subjective Well-Being. Journal of personality PMID: 24299053 Fonte:
Immagine:
PDP
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Il Dr. Christian Jarrett è psicologo ed autore di The Rough Guide To Psychology (2011) ed attualmente sta scrivendo Great Myths of the Brain (Wiley-Blackwell), che dovrebbe essere completato nel 2013. Ha scritto per The Times, The Guardian, New Scientist, BBC Focus, Psychologies, Wired UK, Outdoor Fitness, etc. Christian scrive anche per la British Psychological Society nel magazine The Psychologist, e Research Digest blog.