Federico Garcia Lorca: una biografia

Federico Garcia Lorca


Federico Garcia Lorca è un poeta universale, ma è anche un simbolo della Spagna ed in particolare dell’Andalusia, entrambe descritte meravigliosamente nelle sue poesie e nel suo teatro, in una forte compenetrazione fra sogno e realtà, canti gitani, surrealismo. Lorca è tuttavia un mito anche perché morì a soli 38 anni, ucciso, senza processo, durante la guerra civile spagnola.

Ne raccontiamo la vicenda umana e artistica.

1897-1909

Nel 1897 Federico García Rodríguez (Fuente Vaqueros, Granada, 1859) sposò Vicenta Lorca Romero (Granada, 1870). Don Federico era un ricco contadino, proprietario di numerose terre, e Doña Vicenta, insegnante di scuola elementare.

Il 5 giugno 1898 Federico García Lorca nacque a Fuente Vaqueros, nella fertile pianura di Granada, dove venivano coltivati ​​barbabietole e tabacco.

Il piccolo Federico aveva qualche lieve difetto fisico (una gamba leggermente più corta dell’altra ed i piedi piatti), ma questo non condizionò negativamente la sua infanzia, che fu allegra, condivisa con un clan familiare numerosissimo. Vincenta, inoltre era una madre colta e intelligente: fu lei che insegnò a Federico a cantare e suonare il piano. 

A13

La famiglia si allargò velocemente: nel 1900 nacque un altro figlio, Luis, che morì di polmonite nel 1902, anno in cui nacque anche Francisco; nel 1903 nacque María de la Concepción (Concha).

Nel 1906 la famiglia si trasferì ad Asquerosa (oggi Valderrubio), sempre nella pianura di Granada.

Sin da bambino Federico si dilettava ad allestire delle rappresentazioni in giardino: prima i riti della Chiesa, che tanto lo affascinavano, e poi teatri di marionette, come aveva visto fare nella sua città.

Così ricordava l’ambiente rurale della fertile pianura dove aveva trascorso l’infanzia:

« Amo la terra. Mi sento legato a lei in tutte le mie emozioni. I miei più lontani ricordi da bambino hanno il sapore della terra. I vermi della terra, gli animali, la gente di campagna, provocano suggestioni che arrivano a pochi. Io le capto ora con lo stesso spirito dei miei anni infantili. »

A proposito di Fuente Vaqueros:

“quella cittadina molto tranquilla e profumata nella fertile pianura di Granada. La città è circondata da pioppi che ridono, cantano e sono palazzi di uccelli e i loro salici e rovi che in estate portano frutti dolci e pericolosi da raccogliere. Mentre ti avvicini c’è un grande odore di finocchio e sedano selvatico che vive nei fossati che baciano l’acqua. In estate l’odore è paglia che di notte, con la luna, le stelle e i cespugli di rose in fiore, forma un’essenza divina che fa pensare allo spirito che lo ha creato”. (1916-17)

Nel 1909, quando Federico aveva undici anni, l’intera famiglia Garcia Lorca si stabilì nella città di Granada, sebbene continuasse a trascorrere le estati in campagna, ad Asquerosa.

1909-1910

Federico fu iscritto  in una scuola di religiosi (Colegio del Sagrado Corazón de Jesús di Granada).  Non andava bene, anzi era addirittura il peggiore della classe: non per intelligenza, quanto per assoluta mancanza di interesse, tranne che per le lezioni di pianoforte, con lo stimatissimo maestro Antonio Segura Mesa, un fervente ammiratore di Verdi. Il suo primo stupore artistico nacque, dunque, non dalle sue letture ma dal repertorio pianistico di Beethoven, Chopin, Debussy e altri. 

Nel 1910 nacque un’altra sorella, Isabel.

1915-1919

Nel 1915 iniziò i suoi studi all’Università di Granada, iscrivendosi a Giurisprudenza, Filosofia e Lettere.

Anche all’Università fu uno studente assai mediocre. Invece che sui libri di scuola, Federico preferiva trascorrere il suo tempo presso il Centro avanguardista “El Rinconcillo” (“L’ Angoletto”), che si riuniva presso il Café de la Alameda. All’epoca era conosciuto ed apprezzato dai colleghi dell’Università non tanto come poeta, ma come musicista. Tra gli altri amici del circolo, c’era anche Melchor Fernández Almagro, futuro critico teatrale e saggista, che rimase per sempre suo amico del cuore.

Federico e i suoi compagni d’Università fecero in quel periodo una serie di viaggi di studio a Baeza, Úbeda, Cordova e Ronda (giugno 1916); in Castiglia, León e Galizia (autunno dello stesso anno); di nuovo a Baeza (primavera 1917); e un ultimo viaggio a Burgos (estate e autunno del 1917). Questi viaggi portarono Federico in contatto con altre regioni della Spagna e contribuirono a risvegliare la sua vocazione di scrittore.

Psicolinea

Il risultato di questi viaggi fu la pubblicazione (a sue spese) del suo primo libro in prosa, Impressioni e paesaggi, pubblicato nel 1918. Non è un semplice diario delle sue escursioni, ma una piccola antologia delle sue migliori pagine in prosa. Il giovane poeta parla di questioni politiche:  la decadenza e il futuro della Spagna, le sue preoccupazioni religiose, la vita monastica e i suoi interessi estetici, come il canto gregoriano, la scultura rinascimentale e barocca, i giardini o la canzone popolare.

Con la pubblicazione di questo libro e la morte, l’anno seguente, del suo maestro di musica, Lorca si avvicinò definitivamente al mondo della poesia.

1919-1922

Nel 1919 Federico convinse suo padre a permettergli di trasferirsi a Madrid, dove arriva in primavera.

Presso la prestigiosa Residencia de Estudiantes, punta di diamante dell’insegnamento liberale e di ampi orizzonti della Spagna dell’epoca, Federico ritrovò i vecchi amici del ‘rinconcillo”, fra cui Melchor e conobbe altri ragazzi, che poi sarebbero diventati famosi esponenti del surrealismo, come Salvador Dalì, Luis Buñuel, Rafael Alberti (la famosa ‘generazione del 27’).

A giugno tornò a Granada, nel cui centro artistico tenne un recital poetico come parte di un omaggio a Fernando de los Ríos. Finite le vacanze estive, tornò a Madrid.

A Madrid cominciò intanto a leggere pubblicamente le sue poesie, facendosi accompagnare da due chitarristi: Manuel Jofré e Andrés Segovia.

Gli studi, tuttavia, anche a Madrid, andavano decisamente male e la famiglia del poeta cominciò ad arrabbiarsi seriamente. Lui rispondeva:

“Non ho colpa di molte mie cose. La colpa è della vita, delle lotte, delle crisi e dei conflitti morali che vivo”.

Oltre a Shakespeare, di cui era appassionato, in questo periodo lesse autori quali Tagore, Wilde, Maeterling, Ibsen, Strindberg, e altri testi di filosofia indiana.

Nella capitale spagnola Lorca conobbe Juan Ramón Jiménez, generoso mentore di tutti i giovani poeti di quel tempo, il quale ebbe un’influenza decisiva sulla sua visione del lavoro poetico. Durante i due anni seguenti, aiutò Federico a pubblicare alcuni dei suoi versi su prestigiose riviste e lo convinse a pubblicare il suo primo Libro di poesie.

LibriAutori:
Dr. Giuliana Proietti - Dr. Walter La Gatta

Tornato a Granada, Lorca conobbe Manuel de Falla. Falla si era trasferito a Granada a metà settembre 1920 e nell’estate del 1921 si era stabilito nella Carmen de Santa Engracia, vicino all’Alhambra, dove Federico lo andava a visitare spesso.

Nel 1921 la rivista La Pluma, diretta da Manuel Azaña, pubblicò alcune sue poesie.

Il poeta si sentì presto intimamente legato al de Falla, condividendo con lui il suo amore per la musica, i burattini, il cante jondo …Su iniziativa di Manuel de Falla, Miguel Cerón e dello stesso García Lorca, in quel periodo iniziarono i preparativi per quello che sarà il concorso Cante Jondo, tenutosi nel 1922.

Quel concorso aveva diversi obiettivi: rimarcare la differenza tra cante jondo, di origini antiche, e il flamenco, una creazione più recente. Gli intellettuali di Granada volevano risvegliare il rispetto per il cante jondo inteso come arte, preservandolo dall’adulterazione musicale.

Tra il 13 e il 14 giugno 1922, la Plaza de los Aljibes de la Alhambra, decorata da Ignacio Zuloaga, divenne la scena del concorso Cante Jondo. Garcia Lorca lesse il suo secondo libro di versi, Poema del Cante Jondo, scritto nel 1921, alla cerimonia di presentazione del Concorso, nel teatro dell’hotel Alhambra Palace.

In questo periodo seguì il consiglio dei suoi familiari e passò alla Facoltà di Giurisprudenza. Quanto alla vita privata, Federico aveva un modo di fare molto ammanierato, non aveva fidanzate e non frequentava case di appuntamento, per cui cominciarono a circolare voci sulla sua omosessualità. Lorca non amava parlare dell’argomento, nemmeno con gli amici più intimi:  ‘io e te abbiamo chiuso’ rispose, ad esempio,  all’amico Buñuel, quando questi gli chiese spiegazioni.

I lavori di questo periodo sono Mariana Pineda  e quello che sarà il Romancero gitano

1925-1926

Nell’aprile 1925, Federico annunciò ai suoi genitori di aver ricevuto un invito a trascorrere la Pasqua a Cadaqués, presso Gerona, con il suo amico Salvador Dalí. Fu il primo viaggio di Federico in Catalogna, e quella visita lasciò un segno profondo nella vita e nel lavoro di entrambi gli artisti. Il risultato di questa amicizia, che divenne anche una passione amorosa, fu l ‘”Inno a Salvador Dalí”, che Federico pubblicò nell’aprile 1926 nella Revista de Occidente.

Di ritorno a Madrid, incontrò lo scultore Emilio Aladrén, con il quale iniziò una relazione d’amore che durò fino al 1929.
1927-1928

Nel 1927 Lorca preparò, con un gruppo di amici di Granada, la pubblicazione di una rivista che, con il titolo Gallo, venne pubblicata l’anno successivo.

Nel mese di Aprile: pubblicò Verso y Prosa, in una rivista gestita da Juan Guerrero Ruiz a Murcia. Le canzoni (1921-1924) compaiono nelle edizioni della rivista Litoral de Málaga.

Durante l’estate Lorca fu in Catalogna per affrontare la prima di Mariana Pineda, al teatro Goya di Barcellona. Mariana Pineda è un romanzo in versi nel quale viene descritta la storia di una martire di Granata, uccisa nel 1831 per aver bordato una bandiera ai liberali che lottavano contro il tiranno Ferdinando VII: l’opera riscosse un grande successo di pubblico e, in buona parte, anche della critica, ma soprattutto gli permise il primo guadagno (2.804 pesetas). Federico veniva ormai acclamato dalla stampa come “il più grande poeta spagnolo contemporaneo”.

Nel 1928 uscì Romancero Gitano, raccolta di 18 poesie composte tra il ’24 e il ’27, che lo rese famoso in Spagna ed in America Latina (più tardi anche in Francia e negli Stati Uniti).

Diceva Lorca:

“È il poema dell’Andalusia. Lo chiamo gitano, perché il gitano […] conserva la brace, il sangue e l’alfabeto della verità andalusa e universale”.

In questo libro, infatti, Lorca descriveva gli zingari che aveva conosciuto da ragazzo nella sua città. La più famosa poesia di questo periodo è la Ballata del sonnambulo’ che racconta la storia di uno zingaro ucciso dalla polizia prima che potesse raggiungere la sua amante e la Ballata della guardia civile spagnola’ nella quale racconta, fra tante brillanti metafore, un’operazione di polizia fra gli zingari, con la distruzione delle abitazioni e l’uccisione degli abitanti della comunità nomade.

I Test di Psicolinea

A cura di:
Dr. Giuliana Proietti - Dr. Walter La Gatta

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Il successo di Canciones (1927) e  di Primer romancero gitano (1928) lasciarono però insoddisfatto Federico García Lorca, che, nell’estate del 1928 confessò agli amici che stava attraversando una grande crisi sentimentale , una delle crisi più profonde della sua vita .

Leggi anche:  Il sessismo benevolo: perché le galanterie non sono gratis

Lorca era anche infastidito dall’essere chiamato “il poeta degli zingari”: gli zingari per lui erano un tema culturale, niente di più.

1929

Nella primavera del 1929, Fernando de los Ríos, ex insegnante di Federico e amico di famiglia, propose che il giovane poeta lo accompagnasse a New York, dove avrebbe avuto l’opportunità di imparare l’inglese, di vivere per la prima volta all’estero e, forse, di trovare nuove ispirazioni.

La permanenza a New York fu, nelle stesse parole del poeta, una delle esperienze più utili della sua vita, tanto che cambiarono la sua visione di se stesso e della sua arte.

Questa fu la sua prima visita all’estero per Lorca; il suo primo incontro con la diversità religiosa e razziale; il suo primo contatto con le grandi masse urbane e con un mondo meccanizzato. Si potrebbe quasi dire che il suo viaggio a New York rappresentò la sua scoperta della modernità. Lì esplorò il teatro in lingua inglese, attraversò il quartiere di Harlem, ascoltò jazz e blues, conobbe i film sonori, lesse Walt Whitman e TS Eliot e scrisse uno dei suoi libri più importanti, che fu pubblicato, quattro anni dopo la sua morte, con il titolo di Poeta a New York .

In questo periodo Lorca conobbe il giovane poeta Vicente Aleixandre (premio Nobel 1977) e tra i due nacque una amicizia assai profonda e destinata a durare per sempre.

Nel frattempo il poeta cominciò a non riconoscersi più nella corrente surrealista, cui seguì un distacco anche dagli amici di un tempo, che si vendicarono con feroci critiche ed anche con un film. Buñuel e Dalì, infatti, a Parigi girarono Un chien andalou (1929) forse ispirato proprio a Lorca.

1930

Nel marzo del 1930, Lorca lasciò New York in treno per Miami, dove si imbarcò per Cuba. Prima del suo arrivo, la sua visione dell’isola era, come ammetteva lui stesso, puramente pittoresca; pensava al paesaggio cubano e al tono poetico dell’isola, ricordando le deliziose litografie delle scatole di sigari che aveva visto da bambino.

All’Avana, Lorca provò una sensazione di libertà e sollievo. Dopo il periodo di New York, ebbe il suo primo contatto con un paese straniero di lingua spagnola, all’Avana.

Tra il 7 marzo e il 12 giugno 1930 (date della sua permanenza a Cuba) visse giorni intensi e felici. Tenne una serie di conferenze, con enorme successo, presso l’Istituto ispanico-cubano di cultura, esplorò la cultura e la musica afro-cubana, parlò di musica e folklore con la coppia Antonio Quevedo e María Muñoz, amici di Manuel de Falla, editori della rivista Musicalia e fondatori del Conservatorio de Música Bach.

1931

Lorca arrivò al porto di Cadice il 30 giugno del 1931, di ritorno dal lungo viaggio in America.

Sotto gli auspici dei comitati di cooperazione intellettuale, fondati da Arturo de Soria Espinosa, Federico García Lorca tenne una serie di conferenze in diverse parti del paese. A Siviglia, Salamanca o Santiago de Compostela parlava di cante jondo e leggeva le poesie che aveva scritto a New York. Per Lorca, la conferenza o la lettura delle sue poesie era un modo per forgiare ciò che chiamava una “meravigliosa catena di solidarietà spirituale” .

Le interviste

 

1932

Il contributo più importante di Federico García Lorca alla politica culturale della seconda repubblica spagnola, proclamata nel 1931 fu, senza dubbio, l’organizzazione del teatro universitario La Baracca. 

“La Baraja” era sovvenzionata dallo stato,  metteva in scena gratuitamente dei classici del teatro spagnolo (Lope de Vega, Calderon de la Barca, Cervantes) nelle piazze dei paesi dell’Andalusia. Il successo fu strepitoso.

1933

Nel 1933 iniziò la trilogia che attaccava i valori tradizionali spagnoli. Nozze di sangue (1933), basata sul racconto giornalistico di una sposa che era scappata con il suo amante nella sua prima notte di nozze.

1934

Bodas de sangre fu rappresentato al teatro Beatriz di Madrid con la compagnia di Josefina Díaz de Artigas. Al Teatro spagnolo di Madrid venne anche rappresentato Amor de don Perlimplín e una nuova versione de La zapatera prodigiosa.

Nel mese di maggio Lorca firmò un manifesto contro Hitler. Poco dopo accompagnò al pianoforte Rafael Alberti al Teatro spagnolo, con canzoni e balli de La Argentinita.

Nel mese di Luglio grande successo di Bodas de sangre a Buenos Aires, da parte della compagnia Lola Membrives. Juan Reforzo, marito e manager di Lola Membrives, lo invita ad andarli a trovare a Buenos Aires.

Il 29 settembre, a bordo del Conte Grande, si imbarca a Barcellona per Buenos Aires. È accompagnato dallo scenografo Manuel Fontanals. Dopo essersi fermati a Las Palmas de Gran Canaria, Rio de Janeiro e Montevideo, arrivarono a Buenos Aires il 13 ottobre.

Lorca partecipò attivamente alla vita sociale di Buenos Aires e fece amicizia con numerosi scrittori e artisti: Oliverio Girondo, Pablo Neruda, Ricardo Molinari, Victoria Ocampo, Jorge Larco, Norah Lange, Amado Villar, Salvador Novo … Tenne anche delle conferenze, fra cui una con Pablo Neruda su Rubén Darío.

Nelle lettere alla famiglia espresse il suo stupore per il successo delle sue opere e la loro crescente popolarità tra il pubblico di Buenos Aires. Le sue fotografie erano pubblicate sui grandi giornali e le persone cominciavano a riconoscerlo in strada.

L’11 Aprile del 1934 tornò in Spagna e riprese i lavori con La Barraca. Due aspetti dell’esperienza di Federico García Lorca con La Barraca sono stati decisivi per la sua carriera di drammaturgo: gli permise di apprendere la professione di regista teatrale e lo mise a contatto con un nuovo pubblico, estraneo alla frivola e materiale borghesia di Madrid. Durante i suoi viaggi attraverso la campagna, desiderava rappresentare il teatro classico di fronte alle persone del popolo.

1935

Nel 1935, premiere, con grande successo, di Yerma a Barcellona. Yerma  è la storia di una donna che, non riuscendo ad avere figli a causa della sterilità del marito, lo uccide, perché incapace di lasciarlo, a causa delle pressioni sociali. (Durante la rappresentazione teatrale di questa opera irruppe una volta in teatro un gruppo di estrema destra, che considerava la pièce “immorale e blasfema”, ma l’opera fu un grande successo per Lorca).


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1936

Completa ‘La casa di Bernarda Alba’, che racconta la storia di cinque figlie, rese cattive dalla loro tirannica madre e dal suo rigido codice morale. Frustrate sessualmente e desiderose di trovare l’amore, ognuna di esse cerca una via per scappare dalla casa della madre. Sebbene mai rappresentato durante la vita di Lorca, quest’ ultima tragedia è considerata il suo capolavoro.

Garcia Lorca firmò, nel 1936, assieme a Rafael Alberti e ad altri 300 intellettuali spagnoli, un manifesto d’appoggio al Fronte Popular, che apparve sul giornale comunista Mundo Obrero.

1937

Nel mese di luglio firmò un manifesto contro il dittatore portoghese Salazar.  Il 18 luglio vi fu un colpo di stato militare contro il governo della Repubblica. L’Andalusia fu la prima regione a cadere: vi furono delle esecuzioni di massa contro gli esponenti della sinistra.

Anche se Lorca non era proprio un politico, era comunque associabile al movimento libertario e progressista perché era un intellettuale, un omosessuale, un poeta, dunque ‘pericoloso’.

Federico Garcia Lorca fu dunque uno dei 30.000 abitanti di Granada che pagarono con la loro vita il supporto dato alla giovane democrazia spagnola.

Il 20 luglio venne arrestato suo cognato, Manuel Fernández Montesinos, sindaco socialista di Granada. Tra il 6 e il 9 agosto, i gruppi falangisti effettuarono diverse ricerche nella casa di famiglia.

Il 16 agosto venne arrestato e consegnato al governo. Lo stesso giorno, Manuel Fernández Montesinos venne assassinato. Nonostante gli sforzi compiuti da Manuel de Falla e Luis Rosales a suo favore, Federico García Lorca venne portato a Víznar, vicino a Granada, dove il 19 agosto fu assassinato e gettato in una fosse comune. Aveva trentotto anni.

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Gli scritti di Lorca furono bruciati nella Plaza del Carmen di Granada ed il suo nome cancellato dalla storia della cultura spagnola. Fu infatti pressoché dimenticato per decenni, mentre oggi è considerato il più grande poeta spagnolo del ventesimo secolo.

Sulla sua morte Pablo Neruda scrisse:

“L’assassinio di Federico fu per me l’avvenimento più doloroso di un lungo combattimento. La Spagna è sempre stata un campo di gladiatori; una terra con molto sangue. L’arena, con il suo sacrificio e la sua crudele eleganza, ripete l’antica lotta mortale fra l’ombra e la luce”.

Dr. Giuliana Proietti

 

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