Freud, Meynert e gli anni della neurologia
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Sopra: Theodor Meynert
Freud , lasciato il laboratorio di von Brücke su stesso consiglio del suo maestro, per cercare di farsi una posizione, lasciò l’Università ed entrò nella clinica medica dell’Ospedale Generale di Vienna. Questo significava, in termini pratici, che Freud si trovava, rispetto ai colleghi che avevano scelto di specializzarsi in medicina clinica sin dall’inizio, quattro anni indietro. Lo stipendio era scarso, ma in compenso le prospettive di carriera erano luminose, anche se lontane nel tempo.
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L’Ospedale Generale di Vienna ospitava all’epoca circa 4.500 pazienti ed ogni Direttore di reparto era una celebrità: tra colleghi vi era molta competizione. Il primo lavoro di Freud fu, per due mesi, nel reparto di chirurgia, poi nel reparto dello specialista di medicina interna Nothangel, dall’ottobre 1882 all’aprile 1883. Il primo maggio 1883 fu assunto come “sekundararzt” (assistente ospedaliero) nella clinica psichiatrica di Theodor Meynert.
Meynert era una figura di rilievo a Vienna. Era un tipo abbastanza singolare nell’aspetto, con una testa enorme su un corpo piccolo, con tanti riccioli arruffati che gli cadevano continuamente sulla fronte. Ma Meynert era anche, insieme a Flechsig, il più grande anatomista del cervello in Europa. Meynert aveva una personalità difficile, violente inimicizie, pochi contatti con i suoi studenti.
Era un conferenziere noioso, ma poeta e conoscitore di musica ed arte. Qualcuno lo accusava di essersi inventato di sana pianta alcune parti del cervello, che non avevano corrispondenza oggettiva nell’osservazione. In questa clinica però Freud poté avvicinare per la prima volta dei pazienti psicotici e studiare le loro allucinazioni.
Dopo i primi cinque mesi nel reparto di Meynert, Freud si trasferì nella quarta divisione medica, dedicata in particolare alle malattie nervose e diretta dal Dr. Scholtz.
Qui acquisì esperienza con pazienti neurologici, sia attraverso l’osservazione clinica, sia attraverso gli studi di anatomia cerebrale. Ma l’anatomia cerebrale non gli interessava: “dal punto di vista pratico l’anatomia cerebrale non rappresentava certo un progresso rispetto alla fisiologia” scrisse poi Freud, il quale aveva ormai ventisette anni, non si era ancora fatto una posizione e viveva ancora nella casa paterna: fu in questo periodo che decise di trasferirsi in alcuni locali messi a disposizione dallo stesso Ospedale Generale.
Fonte: Ellenberger, La scoperta dell’inconscio
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