Freud e la fuga dall’Austria nazista
Freud e la fuga dall’Austria nazista
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Due giorni dopo l’Anschluss del 1938, un gruppo di camicie nere naziste fece irruzione nell’appartamento di Freud a Vienna, con l’intento di intimidire lui e la sua famiglia.
Ad accogliere i nazisti furono sua moglie Martha, che li ricevette con freddezza e ironia, e la figlia Anna, che posò del denaro sul tavolo, intuendo che poteva servire come tangente.
Quando i nazisti se ne andarono, dopo aver preso il denaro, Freud commentò sarcasticamente: “Non ho mai preso così tanto per una sola visita.”
Per anni Freud sottovalutò il pericolo. Nonostante fosse ebreo e fondatore di un movimento ritenuto “pseudoscienza ebraica” dai nazisti, Freud credeva che i viennesi non si sarebbero rivoltati contro i loro concittadini ebrei. Aveva, in verità, ricevuto consigli di andarsene da amici e colleghi da tutto il mondo, tuttavia, Freud esitava, convinto che l’Austria non sarebbe mai arrivata ai livelli della Germania nazista.
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La sua salute, del resto, era molto fragile: soffriva di un cancro alla mandibola causato dal fumo e temeva di non sopravvivere a un trasferimento. Disse di non riuscire a immaginare una “nuova vita” altrove.
Vi fu però un episodio che lo convinse a lasciare Vienna: l’arresto della figlia Anna da parte della Gestapo, il 22 marzo 1938.
Dopo un lungo interrogatorio, Anna tornò a casa e Freud, profondamente scosso, capì che doveva partire per salvarle se stesso e la sua famiglia.
Diversi amici influenti si mobilitarono: in particolare, la principessa Maria Bonaparte, che fornì fondi e spedì gli oggetti di valore via posta diplomatica.
Dorothy Burlingham, la compagna di Anna Freud, era in contatto con il consolato americano. William Bullitt, ambasciatore USA in Francia, sollecitato dalla Bonaparte, coinvolse il presidente Roosevelt per ottenere un passaggio sicuro.
Tutto questo non bastò: Freud fu obbligato al pagamento di una tassa esorbitante – equivalente a circa 237.500 dollari odierni – per rendere possibile la fuga. La principessa Bonaparte contribuì con la maggior parte della somma.
Il 4 giugno 1938 Freud, insieme alla moglie Martha e alla figlia Anna, salì sull’Orient Express diretto a Parigi. Si trasferì poi a Londra, dove visse per 16 mesi fino alla morte, continuando a ricevere pazienti sul celebre divano che era riuscito a portare con sé da Vienna.
Freud fu colpito dalla gentilezza degli inglesi, che descrisse come “gente ospitale e benintenzionata”. Tuttavia, non riuscì mai a superare il dolore per aver lasciato Vienna. Ebbe infatti a dire: “Nonostante tutto, amavo ancora molto la prigione da cui sono stato liberato.”
Dr. Giuliana Proietti
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Fonte principale: New York Post

Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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