Freud e la Società dei Medici Viennese
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Dopo l’esperienza di Parigi con Charcot (1885-1886) e dopo il matrimonio con Martha (13 Settembre 1886), Freud si trasferì in un nuovo appartamento nel Kaiserliches Stiftungshaus, un grande edificio costruito per iniziativa dell’imperatore Francesco Giuseppe I, nel luogo dove era sorto il Ring Theater, distrutto da un incendio l’8 Dicembre 1881, causando la morte di circa 400 persone.
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In quello stesso anno aveva superato l’esame per diventare Libero Docente, ma prima di cominciare questa attività integrava i guadagni provenienti dai pochi pazienti, con il lavoro in un Ospedale per bambini, dove gli era stato assegnato il reparto di neurologia.
In questo clima vi fu la famosa presentazione di Freud alla società dei medici viennesi, il 15 Ottobre 1886, nella quale la leggenda vuole che sia nata la grande avversione contro Freud. Questi i fatti:
La società dei Medici Viennese era stata fondata nel 1800 e in quel tempo organizzava delle riunioni ogni venerdì sera, nell’edificio dell’Accademia delle Scienze, in maniera piuttosto formale: le discussioni venivano stenografate e riassunte nel bollettino quindicinale della società. Alle riunioni assistevano giornalisti specializzati in medicina, che ne mandavano i resoconti alle rispettive riviste.
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Cerchiamo anche di capire cosa propose Freud a questa assemblea: l’isteria maschile.
In quel periodo, si era molto sviluppato il traffico ferroviario e con esso gli incidenti: le vittime dei disastri ferroviari erano soprattutto uomini, i quali in seguito al trauma presentavano disturbi funzionali post-traumatici. Le patologie conseguenti al trauma furono divise in due campi: railway spine e railway brain: il primo descriveva la sintomatologia dello shock nervoso ed il secondo lo shock traumatico, che quindi venivano considerati come due patologie diverse tra loro. In Germania, due eminenti neurologi, Thomsen e Oppenheim, avevano sostenuto che i soggetti traumatizzati avevano una patologia più grave dei pazienti ‘isterici’: la depressione era più profonda e c’era scarsa reazione alla terapia. Ritenevano insomma che isteria e sinotmi post-traumatici fossero due cose completamente diverse.
In Francia invece, Charcot si era opposto a questa classificazione: secondo lui anche i casi di railway spine dovevano essere compresi nella ‘isteria maschile’, patologia che non si limitava più ai casi isterici classici e che veniva dunque estesa a uomini con disturbi funzionali post-traumatici. Non sorprende dunque che in Francia aumentarono a quel tempo le diagnosi di ‘isteria maschile’, che non riguardavano più il solo fattore etiologico legato alla ereditarietà, ma anche al trauma.
Freud presentò una relazione basata sulla sua esperienza francese con Charcot, del quale spiegò il suo concetto di isteria e la sua distinzione fra ‘grande hysterie’ e ‘petite hysterie’. Charcot, a detta di Freud, aveva dimostrato che i pazienti isterici non erano malati immaginari, che l’isteria non derivava da disturbi degli organi genitali e che l’isteria maschile era più frequente di quanto non si pensasse. A questo seguì l’esposizione di un caso osservato a Parigi, di un giovane che dopo un incidente sul lavoro aveva contratto una paralisi a un braccio e delle stigmate. Sulla base di casi del genere, Charcot era incline a equiparare i casi di railway spine e di railway brain con l’isteria maschile.
Va detto che l’isteria maschile non era un tabù a Vienna: essa veniva largamente accettata, ma non nella identificazione fatta da Charcot, tra paralisi traumatica negli uomini e isteria maschile. Alla relazione di Freud seguì il dibattito, in cui sostanzialmente venne detto che non c’erano, nella relazione, delle grandi novità e che era solo un problema riguardante l’etichetta da dare ad una patologia: a Vienna i neurologi ritenevano che Charcot stesse sbagliando equiparando i postumi del trauma ai disturbi isterici.Tutto qui.
E allora, tutte le critiche, l’inimicizia, fra Freud e la Società dei Medici di Vienna, da cosa derivarono? Era un problema di stile: Freud infatti non si era conformato alla tradizione della società e non aveva esposto nulla di nuovo e di originale (tutti conoscevano sia l’isteria maschile sia i metodi di Charcot).
Nella sua ansia di raccontare al mondo scientifico la sua esperienza con Charcot, Freud si era andato a cacciare in una controversia scientifica che durava da anni e della quale il giovane Freud non comprendeva la complessità e le implicazioni pratiche.
Va detto che Freud in quel periodo aveva subito delle critiche riguardo agli studi e all’utilizzo della cocaina, per cui poter parlare di isteria e dei metodi di Charcot, figura da lui molto idealizzata, gli sembrò un buon punto di partenza per mettersi in luce sotto un’altra veste. Per questo la fredda accoglienza data alla sua relazione fu per lui così penosa.
Non andò meglio nella successiva seduta del 26 Novembre, nella quale Freud si sentì in dovere (o gli fu consigliato) di presentare un nuovo caso clinico, per spiegare meglio la sua tesi. Il caso clinico presentato riguardava un artigiano di ventinove anni, il quale a otto anni a seguito di un incidente aveva riportato la rottura di un timpano ed era afflitto da convulsioni d natura non chiara. Ora, dopo uno shock nervoso avuto tre anni prima, aveva sviluppato sintomi isterici. Il caso era ambiguo e non servì a chiarire i dubbi emersi nella precedente riunione del 15 ottobre.
Contrariamente alla leggenda, Freud non ruppe i legami con la società dopo questa riunione, ma anzi vi fu ammesso il 18 Marzo 1887 e non cessò mai di esserne membro, fino a che non partì da Vienna.
Per la cronaca, la controversia sulla nevrosi traumatica, contrapposta all’isteria maschile fu ancora molto accesa in Europa per qualche anno, fino a che, intorno al 1900, il mondo medico perse interesse per l’isteria, cessò di credere all’esistenza delle stigmate descritte da Charcot e la malattia stessa divenne molto meno frequente.
Dott.ssa Giuliana Proietti
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