Freud in vita e in morte
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Freud in vita e in morte di Max Schur è più di una biografia: è un ritratto intimo e rigoroso del “maestro” nel momento più vulnerabile (quello della malattia e dell’elaborazione della morte), scritto da chi lo accompagnò con competenza, rispetto e lealtà. Il testo parla non solo del dolore, ma della capacità di dignità, riflessione e autoanalisi che resero Freud – come uomo e clinico – uno dei protagonisti indiscussi della cultura moderna.
Chi era Max Schur?
Era un medico internista e psicoanalista viennese il quale, dopo un’analisi personale, entrò nella Società Psicoanalitica di Vienna nel 1932 e divenne il medico personale di Freud nel 1928.
Schur si occupò di Freud negli anni della lenta malattia, fino al trasferimento a Londra nel 1938 e, dopo la morte di Freud, emigrò negli Stati Uniti, proseguendo la sua carriera come medico e psicoanalista.
Il medico racconta che Freud aveva molta paura della morte. Il suo tormentato rapporto con questo evento ineluttabile si manifestava attraverso molte fobie, ossessioni e somatizzazioni.
Ricordiamo infatti i suoi complicati esercizi di numerologia per prevedere la data in cui la sua vita sarebbe finita, oppure gli svenimenti improvvisi quando si affrontava l’argomento della morte.
Schur evidenzia la presenza costante della morte nella vita di Freud, ricollegandola anche all’ansia cardiaca giovanile e alle riflessioni sulla “pulsione di morte”, teorizzate nel 1920
I medici che lo ebbero in cura non riuscirono a dirgli la verità sul suo male, un cancro alla mascella, e a provvedere per tempo ed in modo completo alla sua asportazione.
Egli stesso si era accorto di avere questo problema, nel mese di febbraio («ho scoperto sul mio palato una proliferazione leucoplastica» scriverà a Ernst Jones, amico e biografo), ma si decise a farsi esaminare solo alla fine di aprile. Ed i diversi amici medici, dermatologi, chirurghi, spesso contemporaneamente analisti, cui Freud si rivolse, si accorsero che si trattava di cancro, ma non glielo dissero.
Freud finì col farsi operare da un chirurgo del quale, giustamente, non si fidava; l’intervento non andò bene, e quando vennero finalmente chiamate la moglie e la figlia Anna, «lo trovarono seduto su una sedia di cucina, coperto di sangue, senza l’assistenza né di un’infermiera, né di un medico».
Poco dopo le due donne vennero mandate a casa; quando tornano scoprirono che Freud aveva avuto una grave emorragia, e, non potendo parlare per l’operazione, aveva suonato il campanello, rotto.
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Solo l’intervento di un nano, un minorato mentale, ricoverato con lui, corso a chiedere aiuto, l’aveva salvato. Da questo momento cominciò un percorso di sofferenze, interventi, protesi, dolori, che si intensificherà fino alla morte, sedici anni dopo, nel 1939. Un percorso che Freud affrontò stoicamente, lavorando e continuando a scrivere.
Rifiutò infatti i sedativi per non intaccare il lavoro analitico, continuò le sedute fino a un mese prima della morte e chiese trasparenza totale sul suo stato di salute.
Freud morì grazie alla somministrazione finale di morfina da parte di Schur, su richiesta di Freud e in coerenza con la promessa fattagli nel 1928.
Tutta la vicenda è perfettamente ricostruita nel libro del suo medico, Max Schur, Freud in vita e in morte, pubblicato in Italia da Bollati Boringhieri
Dal 2002 parole che curano, orientano e fanno pensare.
Dott.ssa Giuliana Proietti
Intervento del 14-09-2024 su Sessualità e Terza Età
Dr. Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA
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La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online.
In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.
- Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
- Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa.
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