gli effetti del COVID-19 sulla comunità LGBTQ+

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Diversi studi e indagini hanno analizzato gli effetti del COVID-19 sulla comunità LGBTQ+. Ad esempio, uno studio condotto dall’Università di California, Los Angeles (UCLA), ha rilevato che le persone LGBTQ+ hanno sperimentato livelli più alti di ansia e depressione durante la pandemia rispetto alla popolazione generale. Altri studi hanno evidenziato le disparità nell’accesso ai servizi sanitari e il maggiore impatto economico sulla comunità LGBTQ+ a causa di licenziamenti e instabilità finanziaria. Approfondiamo questi aspetti.

La pandemia di COVID-19 ha colpito diversamente le persone, in base alle diverse categorie sociali, etniche, economiche ecc.?

Si. Ad esempio, è stato dimostrato che i risultati di COVID negli uomini sono stati significativamente peggiori rispetto alle donne, il che sembra essere dovuto a vari fattori, tra cui le differenze nella biologia maschile e femminile e nella funzione immunitaria, oltre alla ormai nota riluttanza dei soggetti di sesso maschile a cercare cure mediche.

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Per quello che riguarda l’identità di genere e l’orientamento sessuale ci sono state differenze?

I dati sono scarsi e le cause alla base di qualsiasi disparità nei risultati relativi alle comunità LGBT sono difficili da determinare. Tuttavia, è stato suggerito che i pazienti LGBTQ+ siano maggiormente a rischio di complicanze dell’infezione da SARS-CoV-2.

Sono stati raccolti dati specifici sui soggetti LGBTQ+?

Solo tre stati degli Stati Uniti hanno raccolto dati su identitàà di genere e COVID-19, ora presentati in Public Health Reports.

Nel campione sono stati inclusi i dati del portale del Dipartimento della salute del Rhode Island di adulti di età ≥18 anni con un test SARS-CoV-2. I pazienti hanno risposto a una serie di domande relative alla identità sessuale; queste informazioni sono state utilizzate per creare una categoria di pazienti LGBTQ+ a scopo di confronto.

Sono state prese in considerazione anche ulteriori informazioni demografiche, ad esempio il reddito familiare medio annuo; il codice postale è stato utilizzato come indicatore dello stato socioeconomico della famiglia.

Durante il periodo di studio, sono stati eseguiti 280.240 test SARS-CoV-2 in 168.574 adulti. Sono stati esclusi i test non validi o inconcludenti, lasciando 279.309 test su 168.341 persone nel campione finale, di cui il 7,3% è stato eseguito in persone che si identificavano come LGBTQ+, il 75,7% in persone eterosessuali cisgender e il 16,9% non ha potuto essere classificato.

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Quali sono i risultati?

I test SARS-CoV-2 nelle persone cisgender hanno avuto maggiori probabilità di essere positivi rispetto ai test condotti sulle persone LGBTQ+ (8,7% contro 5,4%). Anche considerando altre caratteristiche demografiche, le persone LGBTQ+ avevano comunque minori probabilità di risultare positive rispetto alle persone cisgender (aOR 0,62; IC 95% 0,58–0,67).

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I risultati del test sono stati valutati anche in base all’etnia e all’identità di genere. In questa analisi, i risultati positivi del test sono risultati più bassi nei bianchi LGBTQ+ (4,9%), seguiti dai bianchi cisgender (7,4%), seguiti dalle persone di colore LGBTQ+  (7,5%) e persone di colore cisgender (14,1% ). Nell’analisi multivariata, i bianchi LGBTQ+ avevano una probabilità significativamente inferiore di risultare positivi rispetto ai bianchi cisgender (aOR 0,67; IC 95% 0,61–0,73). Allo stesso modo, le persone di colore LGBTQ+ avevano meno probabilità di ricevere un risultato positivo al test rispetto alle persone di colore cisgender (aOR 0,53; IC 95% 0,46–0,60).


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Quali sono le ragioni di questa disparità?

Non sono chiare. Probabilmente potrebbero avere avuto un ruolo i fattori comportamentali ; i sondaggi nazionali statunitensi hanno suggerito che le persone LGBTQ+ potrebbero più facilmente prendere precauzioni in merito alla diffusione del COVID-19, come l’uso della mascherina e il distanziamento sociale.

Un altro fattore potrebbe essere l’isolamento sociale, che è più comune nelle persone LGBTQ+ rispetto alle controparti cisgender, il che potrebbe aver ridotto il rischio di contrarre SARS-CoV-2.

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Fonte:
Jackson, T. L. et al. Statewide evaluation of SARS-CoV-2 diagnoses and sexual orientation and gender identity. Public Health Rep. https://doi.org/10.1177/00333549221077073 (2022), via Nature

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Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA ONLINE La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online. In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa. Per appuntamenti: 347 0375949 (anche whatsapp) mail: g.proietti@psicolinea.it Visita anche: www.giulianaproietti.it Pagina Facebook Profilo Facebook Instagram

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