Gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto – Consulenza online

Vorrei raccontare la mia esperienza in fatto di gruppi di mutuo aiuto, un’idea che viene da oltreoceano e che sta prendendo molto campo qui in Italia. So che ce ne sono di diverso tipo, ma tutti più o meno seguono il famoso programma dei dodici passi, una sorta di ricostruzione della propria autostima e indipendenza fatta appunto di dodici tappe, che possono essere applicate a chi ha problemi di droga, alcoolismo, dipendenza da gioco o affettiva. Ho aderito ad uno di questi programmi. Per un buon periodo la mia scelta è risultata davvero felice: il confronto con persone che avevano le mie stesse problematiche mi ha aiutata a non sentirmi una diversa, a dare un nome a certi miei sintomi che credevo un difetto mio di fabbricazione, a trovare il sostegno di persone che avevano già trovato soluzioni a certe fasi critiche che stavo passando. In un dato momento l’unione del supporto psicologico di cui mi avvalgo e della frequenza del gruppo si è rivelata una miscela energetica più che vincente ed ho fatto progressi velocissimi.
Ma via via che mi sono fatta conoscere nel gruppo, mi sono accorta che qualcosa non andava. Alcuni membri hanno iniziato a cercare di legare con me. Ho fatto due bellissime amicizie, ma per il resto ho avuto qualche problema. Ho avuto occasione di notare infatti che i membri del gruppo per lo più sono persone tutt’altro che in via di guarigione, che hanno spostato nel programma stesso la loro compulsività, trovando occasioni d’oro per agganciare il loro lato relazionale malato con altre persone altrettanto malate. Purtroppo queste ultime erano persone fragili, seriamente intenzionate a ricostruirsi ed hanno invece trovato nuove occasioni di dipendenza, se non peggiori, della stessa portata di quelle da cui tentavano di guarire. Ho visto gente passare dalla padella nella brace, trovare nuovi motivi di disperazione e depressione. Io stessa ho subito un tentativo pesante di aggancio da una persona che cercava nel gruppo l’emozione di sentirsi il personaggio carismatico di turno: preparazione sorprendente sulle dinamiche della dipendenza, capacità superlativa di dire al nuovo arrivato ciò che gli ci vuole per potersi aprire, strategie geniali per rendersi indispensabile ai singoli membri del gruppo e poterli poi trattare come oggetti personali… Per fortuna il mio livello di dipendenza non è più così alto, grazie allo splendido lavoro su me stessa che ho potuto fare in terapia ed ho saputo allontanarmi in tempo, ma ho molta amarezza e qualcosa di importante che vorrei poter dire a più persone possibile.
Sono convinta che i gruppi di mutuo aiuto siano un’eccellente idea, ma che necessitino di professionisti preparati ed esperti che li gestiscano e controllino che si creino agganci della parte sana e non della parte malata dei suoi membri. I nostri cugini americani invece continuano a pubblicare libri che hanno forte presa sul pubblico, in cui invitano caldamente chi sta male a crearsi simili gruppi fai da te in casa propria, se non ce ne sono in zona di già esistenti. La fanno facile: basta seguire i dodici passi e poche altre banali regole. Basta poi moderare a turno per evitare la dittatorialità: non avviene mai, sono sempre gli stessi a moderare, perché i più non se la sentono o non possono. E tra i moderatori ho trovato brave persone, ma anche soggetti molto pericolosi. Ho sentito perfino di un moderatore che ha diverse amanti disseminate in varie fratellanze, ho detto tutto. Spero tanto che sia una leggenda, ma lo reputo possibile.
Altra cosa che si trova scritta sui libri, è che se si frequenta il gruppo, non è indispensabile il sostegno psicoterapico e anche lì mi si gela il sangue. Ho percepito bene infatti che nel gruppo c’era chi mostrava segni di gelosia del mio rapporto con la mia psicologa, per cui ho visto bene che si tratta di una cosa bella, che però può diventare una trappola terribile.
Spero di far sentire forte la mia voce, che gli addetti ai lavori vogliano adoperarsi per formare gruppi seri e che le persone bisognose facciano attenzione a chi si affidano.
Grazie Cecilia

Cara Cecilia,

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Grazie per la sua interessante testimonianza. Credo che tutti i gruppi, quando si formano, siano “seri”, però certamente può capitare quello che lei ci ha raccontato. Alcuni gruppi in effetti tendono via via a trasformarsi in piccole “sette”, completamente sganciate dalla realtà, così come è frequente che i soggetti più estroversi e popolari, all’interno del gruppo, possano diventare dei manipolatori (non sempre sani) di persone in difficoltà. Quando si capisce che le cose stanno andando verso questa direzione, il gruppo va senz’altro sciolto ed i membri farebbero bene ad allontanarsene.
A mio avviso lei ha fatto la scelta migliore.
Cordialmente,

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona

Immagine:

Didoundp, Wikimedia

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