I giovani, gli anticoncezionali e le fiction TV

La gran parte dei giovani oggi riceve un’informazione abbastanza dettagliata sull’uso del preservativo ed altri metodi di controllo delle nascite, ma non per questo essi ne fanno poi effettivamente uso, tanto è vero che le gravidanze precoci continuano ad aumentare, all’estero quanto in Italia. Come fare dunque a convincere i giovani ad utilizzare gli anticoncezionali? Se ne è occupata una nuova ricerca, pubblicata in questi giorni.

Ad un gruppo di 353 studenti universitari, di età compresa tra 18 e 25 anni, sono stati mostrati due tipi di programmi tv: una fiction televisiva il cui soggetto era la gravidanza precoce di una loro coetanea, oppure un programma di informazione sulle difficoltà causate dalle gravidanze precoci.

Da tempo è infatti conosciuto il potere delle fiction: come ha affermato Emily Moyer-Guse, co-autrice dello studio e assistente professore di comunicazione presso la Ohio State University, le fiction possono influenzare moltissimo le persone, dal momento che un messaggio nascosto all’interno di una storia può superare con maggiore facilità la resistenza delle persone, mostrando di avere un grande impatto sulle loro credenze e le loro intenzioni.

Prima di guardare i programmi, i partecipanti hanno dovuto compilare un questionario che indagava la frequenza con cui essi utilizzavano una qualche forma di controllo delle nascite, se erano sessualmente attivi, la loro intenzione di utilizzare il controllo delle nascite nel corso dell’anno successivo.

Subito dopo aver visualizzato i programmi, i partecipanti hanno compilato un questionario: i ricercatori volevano infatti capire quanto fossero stati emotivamente coinvolti dal programma visto e, per coloro che avevano visto la fiction, quanto si fossero identificati con i personaggi, ecc.

Due settimane più tardi, i ragazzi sono stati nuovamente contattati ed è stato chiesto loro quale fosse la loro posizione relativamente al controllo delle nascite. I ricercatori hanno così scoperto che le risposte erano diverse, in base al genere sessuale.

I maschi che avevano visto il programma di informazione non mostravano infatti alcun cambiamento di atteggiamento nei confronti degli anticoncezionali, mentre chi aveva visto la fiction era addirittura ancora meno interessato di prima a farne uso. (I ricercatori sostengono che questo atteggiamento potrebbe essere spiegato dal fatto che i maschi non avevano gradito la fiction e non si erano identificati nei personaggi).

Anche le ragazze che avevano visto il programma di informazione non mostravano alcun cambiamento di atteggiamento verso l’uso degli anticoncezionali, mentre coloro che avevano visto la fiction mostravano di essere molto più interessate di prima al controllo delle nascite.

Identificarsi con i personaggi principali nella fiction The OC ha fatto infatti sentire le giovani donne più vulnerabili, dal momento che esse hanno sentito che ciò che accadeva alla protagonista della storia, avrebbe potuto capitare anche a loro. Questo sentimento di vulnerabilità è stata la chiave per motivare le ragazze ad un maggiore utilizzo degli anticoncezionali.

“Una delle ragioni per cui alcune persone evitano l’uso degli anticoncezionali è perché si sentono invulnerabili – hanno una concezione ottimista sul fatto che nulla di male potrà mai succedere loro”, ha spiegato la ricercatrice. Se però viene data loro la possibilità di vivere questa esperienza negativa per interposta persona, attraverso una fiction, questo può avere effetti sul comportamento, molto più di quanto si riuscirebbe a fare attraverso un messaggio diretto.”

La maggior parte dei soggetti non si è resa conto che l’episodio OC “predicava” l’uso del controllo delle nascite, ma quelli che lo hanno compreso (soprattutto i maschi) sono stati molto meno propensi a cambiare atteggiamento nei confronti dell’uso degli anticoncezionali.

Leggi anche:  La teoria dello sconto iperbolico

La ricerca ha dunque dimostrato che gli effetti principali della fiction si sono avuti sulle persone che maggiormente si sono sentite coinvolte emotivamente nella storia. La Moyer-Guse ha sottolineato che i risultati non mostrano assolutamente che i maschi non si lascino persuadere da racconti come le fiction TV: forse l’episodio scelto, dice la ricercatrice, non era adatto ad un pubblico maschile e se fosse stato scelto un altro argomento o un altra fiction, questa avrebbe potuto essere convincente anche per gli spettatori di sesso maschile (direi che comunque questo non può essere dato per scontato e andrebbe dimostrato! N.d.B.)

In ogni caso la ricerca mostra che uno stesso messaggio può essere inteso in modo diverso e che non sempre si ottengono i risultati che ci si aspetta, perché la persuasione non avviene in automatico, semplicemente inviando un messaggio: dipende molto anche dal tipo di pubblico che riceve questo messaggio.

La Moyer-Guse ha condotto lo studio insieme a Robin Nabi della University of California, Santa Barbara e la ricerca è stata pubblicata nella rivista Human Communication Research.

Fonte: Science Daily

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

Immagine: Cloudzilla

 

Adolescenza

Editore: Xenia, Collana: I tascabili
Anno edizione: 2004 Pagine: 128 p., Brossura
Autori: Giuliana Proietti – Walter La Gatta
YouTube player
YouTube player
YouTube player
YouTube player
Error: View fd059daadq may not exist
I Social

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *