Il desiderio sessuale femminile e cosa fare quando non c’è Ultimo aggiornamento:
Dr. Giuliana Proietti
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In genere quando si parla di desiderio sessuale femminile non ci si riferisce a uno standard condiviso, che potrebbe riguardare il genere femminile, ma si parla sostanzialmente di due categorie di donne: le così dette “ninfomani“, dalla sessualità insaziabile, sempre affamate di sesso e dunque devianti e quelle “frigide“, incapaci di provare interesse per il sesso, o addirittura fobiche, aspiranti alla castità.
Si è inoltre largamente convinti che il desiderio sessuale maschile sia più potente di quello femminile, anche se diversi studi recenti ci confermano che le differenze tra i sessi potrebbero in realtà essere molto più sfumate di quanto si pensava in precedenza, se non addirittura inesistenti. E’ provato infatti che le donne sono sensibili agli stimoli sessuali tanto quanto gli uomini, se non addirittura di più, specialmente durante il periodo dell’ovulazione.
Per non parlare poi del fatto che l’anoressia sessuale, in una coppia ormai stabile e consolidata, può riguardare non solo la donna, ma anche l’uomo. Non sempre infatti gli uomini sono “sempre pronti” per sparare le loro famigerate cartucce, come si pensa: tanti sono i casi in cui è la donna a lamentare la mancanza di sesso nella coppia, causata da lui.
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Quello che emerge dalla ricerca è che il desiderio sessuale femminile non è minore di quello maschile, ma è profondamente diverso, nei modi e nei tempi. Se gli uomini sono maggiormente intrigati dalla vista e, soprattutto, dall’esperienza tattile su un corpo attraente, le donne sono maggiormente stimolate dalle parole, dalle atmosfere, dalle attenzioni volte alla loro bellezza e alla loro desiderabilità.
Inoltre, il desiderio femminile è variabile, a seconda dell’andamento del ciclo mestruale. Non servono grandi cognizioni di biologia per capire che la natura ha previsto, come in tante specie a noi simili, che il periodo dell’ovulazione coincida con il massimo desiderio di sessualità, per favorire la riproduzione.
Gli studi sessuologici classici non hanno aiutato a comprendere a pieno il desiderio sessuale femminile. Infatti, a parte Freud che parlava di invidia del pene, argomento ormai definitivamente archiviato, Masters e Johnson (1966) definirono la risposta sessuale umana come un sistema costituito da quattro fasi fisiologiche (eccitazione, plateau, orgasmo, risoluzione), in cui il desiderio non era previsto. Il “desiderio” (desiderio, eccitazione, orgasmo) fu aggiunto successivamente dalla Kaplan (1979) ed è basandosi su queste teorie che si è arrivati a concepire il “desiderio sessuale ipoattivo”, riscontrato in moltissime donne, e considerato una disfunzione sessuale, senza tenere in conto altri fattori presenti nella relazione, che invece sono fondamentali, come vedremo in seguito.
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Anni dopo la Basson (2005), prendendo le distanze dai modelli lineari precedenti, suggerì l’esistenza di un modello di risposta sessuale circolare, all’interno del quale il desiderio femminile può essere provocato da una stimolazione sessuale adeguata (da lei definito “desiderio responsivo”).
Secondo questa teoria dunque, desiderio ed eccitazione non si presentano in tempi cronologicamente diversi, ma si influenzano reciprocamente: se l’esperienza sessuale, iniziata dall’uomo, viene giudicata positivamente dalla donna (sia dal punto di vista fisiologico dell’eccitazione che da quello affettivo del desiderio) si ha un incremento del desiderio; se giudicata negativamente si prova un calo progressivo di desiderio sessuale.
La donna non rispetta le regole della risposta sessuale definite dalla Kaplan, tanto è vero che per provare desiderio potrebbe avere la necessità di essere già eccitata e che un primo orgasmo potrebbe portarla al desiderio immediato di un secondo orgasmo, anziché alla risoluzione del rapporto, come avviene per gli uomini.
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C’è un’altra cosa da dire: la così detta “solita minestra” stanca molto più le donne che gli uomini (malgrado si tenda a ritenere il contrario), per cui quando il rapporto sessuale ha completamente perso il brivido dell’ignoto, il senso del mistero e del rischio presente nei primi tempi, ciò che resta può essere solo stanchezza, ansia, stress e perfino disgusto.
Gli uomini provano queste sensazioni in misura molto minore delle donne, anche perché la qualità della partner (le sue azioni, le sue reazioni e perfino l’aspetto fisico) è spesso per loro meno importante dello sfogo sessuale soggettivo che desiderano avere. Non a caso gli uomini più delle donne frequentano le prostitute e possono avere rapporti indifferentemente con persone di tutte le età, etnie e condizioni. Una donna che provi piacere nel sesso deve essere invece almeno un po’ infatuata o attratta dal suo partner.
Nelle coppie stabili in cui lei improvvisamente non ha più voglia di fare sesso, il partner non dovrebbe, come prima risposta, banalmente pensare che la sua compagna sia priva di desiderio sessuale (che può essere invece altissimo, nonostante il rifiuto): molte donne, pur di non tradire o offendere il partner manifestando il proprio malessere, si rassegnano a una masturbazione solitaria e alla finzione dell’orgasmo. Chi si trova in questa condizione, è ovvio che non manifesterà al partner frequenti segnali di interesse sessuale.
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Ci sono poi dei traumi, relativi alla vita sessuale femminile, che vanno tenuti in considerazione: ad esempio un parto traumatico può cambiare la percezione del proprio corpo e delle proprie aree sessuali, così come la asportazione dell’utero e la menopausa precoce, o una violenza sessuale.
La libido tende completamente a sparire in seguito ad un trauma particolarmente stressante per la persona, sia dal punto di vista fisico che emotivo, per cui in questi casi la disfunzione sessuale non deve essere considerata diversamente da sintomi quali l’insonnia, l’apatia, la mancanza di concentrazione, le fobie, gli stati confusivi, che originano tutti dal trauma.
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Nella coppia è importante coltivare il desiderio, introducendo novità nella relazione, nel rapporto sessuale o nella vita in generale: questo potrebbe significare viaggiare, intraprendere nuove attività, coltivare degli hobby, conoscere nuove persone, o apprendere nuove abilità.
La mancanza di desiderio femminile in una coppia di lunga durata, che dunque si conosce bene ed ha sperimentato già diversi modi di avere rapporti sessuali, può essere inoltre dovuta alla ripetuta anorgasmia provata durante penetrazioni brevi, con scarsi preliminari: sapendo che il rapporto sessuale non provocherà loro alcun piacere, molte donne accettano i rapporti sessuali senza alcun desiderio, solo per compiacere il partner, o per soddisfare un bisogno di intimità affettiva che nella coppia non si riesce ad esternare in altri modi.
Durante i loro doveri coniugali queste donne possono sperimentare pensieri distratti e distraenti, ben lontani da quelli che prova il proprio partner: questo stato di cose può portare a sviluppare un rifiuto verso la sessualità, o la perdita di autostima, dovuta al fatto che la donna può arrivare a considerarsi per queste ragioni una sorta di prostituta: usa anche lei il proprio corpo, anche se non per guadagnare denaro, ma per assicurare l’armonia familiare, anche per il bene dei figli.
I tentativi di inventare un “viagra femminile” hanno prodotto risultati deludenti, perché la mancanza di desiderio nella donna non si manifesta con un problema organico, che può essere facilmente risolto con i farmaci, come quello della disfunzione erettile, che è sostanzialmente un problema idraulico, ma si tratta di un problema “di testa”, che può essere migliorato o perfino risolto,solo con la psicoterapia e con le terapie sessuali.
Mentre spiegavo tutte queste cose a un mio paziente, tempo fa, al quale suggerivo di organizzare ogni tanto dei week end romantici, per ristabilire le condizioni e le atmosfere giuste per ricreare il desiderio sessuale in sua moglie, mi sono sentita rispondere: “cioè, lei mi sta dicendo che per fare l’amore con mia moglie devo pagarle un week end”?
Ecco: se gli uomini non capiscono queste cose, o non vogliono capirle, perché sono fermi al concetto del dovere coniugale (o, in versioni più aggiornate, ai modelli di donne insaziabili, conosciuti nella frequentazione della pornografia), c’è poco da sperare per il futuro della coppia.
Il desiderio sessuale femminile è determinato da molte componenti non-ormonali. Nella donna di oggi le componenti psicologiche sono diventate ormai importanti quanto quelle biologiche, per cui il desiderio potrebbe essere riscoperto solo andando a migliorare il tipo di relazione col partner, lo stile di vita, l’autostima, la situazione socio-economica ecc. Nelle donne infatti l’eccitazione non riguarda solo il corpo, ma anche la mente, il cuore, lo spirito.
Il segreto sta anche nella riscoperta dell’erotismo (mistero, fantasie erotiche, bellezza, sorpresa, odori, sapori, gusti, in attesa dell’atto sessuale), che è cosa diversa dal sesso genitale fatto solo a scopi riproduttivi, oltre che nella mediazione fra le diverse esigenze dei due partners, in modo che entrambi possano sentirsi appagati dal rapporto, ciascuno a suo modo.
Concludendo, le parole-chiave da tenere a mente per una buona sessualità nella coppia potrebbero essere dunque queste: solidarietà, tolleranza, mediazione, ricerca di soluzioni nuove a problemi vecchi, e soprattutto, eros. Guarda caso, sono le stesse parole che servono per tenere unite le coppie.
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