Il gene Homer Simpson

Gli scienziati hanno scoperto il “gene Homer Simpson“, un gene che tende ad impedire la crescita dell’intelligenza.

La ricerca: cancellando un particolare gene nel cervello dei topi, si è visto che questo li rende più intelligenti. I ricercatori della Emory University School of Medicine hanno infatti potuto osservare che disabilitando il gene RGS14 i topi ricordano meglio gli oggetti che hanno esplorato e imparano  a muoversi con maggiore disinvoltura nei labirinti pieni d’acqua, trovando con più facilità la via d’uscita.

Per questo si è pensato che la presenza del gene RGS14 limiti l’apprendimento e la memoria (e a questo gene è stato dato scherzosamente il nomignolo di Homer Simpson).

L’RGS14 è presente in una particolare area dell’ippocampo, chiamata CA2, una regione che da decenni si ritiene coinvolta nel consolidare l’apprendimento e la formazione dei nuovi ricordi (anche se vi sono ancora molte incertezze al riguardo).

L’area cerebrale CA2 è considerata molto resistente ed i neuroni che sono al suo interno sono capaci di sopravvivere a lesioni da attacchi epilettici o ictus più di altri neuroni presenti nell’ippocampo.
Per questo i ricercatori si sono stupiti che la disattivazione del gene RGS14 rendesse la regione CA2 più permeabile ad un potenziamento di lungo termine (quando in risposta ad una stimolazione elettrica i neuroni dell’area sviluppano connessioni più potenti).

La domanda sorge spontanea: perché la natura ci avrebbe provvisto di un gene capace di renderci meno intelligenti? I ricercatori sono convinti che il quadro complessivo non sia ancora completamente chiaro. L’RGS14 potrebbe essere un gene importante di controllo nell’area cerebrale e, quando viene disabilitato,  potrebbe inviare segnali ad altri centri per l’apprendimento e la memoria.

La mancanza di RGS14 non sembra nuocere al topo, ma è possibile che il suo funzionamento cerebrale venga modificato, in un modo che i ricercatori ancora non hanno bene identificato.

L’RGS14 è presente anche negli esseri umani. I risultati sono online su Proceedings of the National Academy of Sciences.

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona

Fonte: Slate.fr

Immagine: Bastique

Leggi anche:  Come risolvere un conflitto

Psicolinea ti consiglia anche...

I Social

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *