Jung e i tipi psicologici

Jung e i tipi psicologici


 

Carl Gustav Jung fece delle riflessioni sistematiche sul temperamento delle persone, che sono ancora ampiamente diffuse. In particolare, Jung fu uno dei pionieri nella ricerca sui tipi di personalità.

Il modello elaborato da Jung, e la sua classificazione delle varie personalità, prende in considerazione sia gli aspetti consci, sia quelli inconsci della mente. Il modello è stato elaborato principalmente attraverso l’osservazione degli altri, ma anche in base all’esplorazione introspettiva che Jung condusse in prima persona.

Notoriamente, Jung fu il primo a parlare di Introversione ed Estroversione. Questi termini, derivati ​​dal latino, significano rispettivamente “rivolgersi verso l’interno” e “rivolgersi verso l’esterno”. Jung considerava l’introversione e l’estroversione non come veri e propri tratti del carattere, ma come meccanismi che potevano essere attivati ​​o disattivati ​​a piacimento e che  permettevano di determinare i caratteri corrispondenti secondo la loro naturale predominanza.

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Il Tipo Estroverso, secondo Jung, ha bisogno di frequentare altre persone, di mettersi al centro dell’attenzione. Riesce a sopportare senza fatica rumori e agitazione, ha numerosi amici e conoscenti, “non troppo accuratamente selezionati”, è ottimista e positivo.

Il Tipo introverso ha bisogno, invece, di ritirarsi spesso in solitudine, non ama i luoghi troppo affollati, ha un carattere che può apparire sempre sulla difensiva, brusco, pessimista o triste. Tiene le sue buone qualità nascoste tanto che gli amici potrebbero dire “ci vuole tempo per conoscerlo”.

A questi due tipi, Jung ha aggiunto quattro tipologie funzionali, o ‘funzioni della coscienza’: due “razionali” e due “irrazionali”. Le due funzioni “razionali” di base hanno a che fare con il giudicare (vale a dire il valutare) e sono il pensare e il sentire. Le due funzioni ‘irrazionali’ hanno a che fare con la percezione e sono il percepire e l’intuire. Il modello di Jung, va detto, è soprattutto qualitativo: guarda solamente verso quale direzione si tende, non si preoccupa della “dimensione” di quella tendenza.

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Nel modello di Jung tutte le persone sono una miscela di tutte queste componenti: tutti hanno dentro di sé un po’ di introversione e un po’ di estroversione e tutte e quattro le funzioni. Chi ha un atteggiamento tipico significa che ha uno dei meccanismi indicati che prevale sull’altro.

Esplorando le permutazioni possibili dai due atteggiamenti di introversione ed estroversione e le quattro funzioni di pensare o sentire oppure percepire o intuire, possiamo elencare otto tipi di personalità:  il tipo pensiero-estroverso, il tipo sentimentale-estroverso, il tipo intuitivo-estroverso, il tipo sensoriale-estroverso, il tipo pensiero-introverso, il tipo sentimentale-introverso, il tipo intuitivo-introverso, il tipo sensoriale-introverso.

Queste categorie sono state poi utilizzate nel test di personalità Myers-Briggs Type Indicator, il quale mostra una certa attendibilità, soprattutto nella sua applicazione in ambito lavorativo, anche se va preso soprattutto come griglia di partenza per l’approfondimento dello studio della personalità individuale e non come valore assoluto.

I test di personalità che si basano su questa classificazione delle personalità, da quelli più seri e standardizzati (come il Big Five) a quelli che leggiamo sui giornali possono aiutare le persone a migliorare la conoscenza di se stessi e degli altri, e questa è la ragione per cui le persone sono, in genere, molto attratte dai test.

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Altri sviluppi del pensiero junghiano sono nel campo della spiritualità, anche se sono meno conosciuti e meno applicati. In questo campo Jung ha individuato quattro temperamenti spirituali: ignaziano, agostiniano, francescano e tomista.

La spiritualità francescana è molto popolare tra gli uomini e le donne di azione che vogliono e hanno bisogno di fare le cose per gli altri. La spiritualità francescana è molto ottimista e vede la bellezza, la bontà e l’amore di Dio ovunque. Questi tipi di solito non amano la preghiera formale e preferiscono un rapporto libero e informale con Dio.

Il metodo ignaziano della preghiera è quello di immaginarsi negli stessi luoghi descritti dalla scena biblica, diventare parte di essa grazie alla propria immaginazione. Durante la contemplazione, si cerca di trarre qualche frutto concreto di riflessione per la propria vita, chiedendosi quali cambiamenti e sfide si possano prendere in considerazione.

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La spiritualità agostiniana si avvale ugualmente della immaginazione, recependo le parole delle Scritture ed applicandole alla propria situazione di oggi. Ciò fornisce una riflessione personale sulla presenza di Dio nella sua Parola. Il Vangelo di Luca è di particolare interesse per questo tipo di personalità molto intuitivo, che come Gesù solidarizza con i peccatori e gli emarginati. Questo tipo ha bisogno di dedicare tempo alla preghiera e alla meditazione silenziosa, più di tutti gli altri.

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Il tomista è colui che legge, medita, prega e contempla, cerca di guardare alle cose da diversi punti di vista e poi, dopo la meditazione, è capace di trovare soluzioni concrete per modificare la propria vita.

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Va specificato che Jung, in questa sua ricerca, non si riferiva a tipi di persone, ma a tipi di coscienza. La stessa persona potrebbe avere un diverso tipo di coscienza a seconda delle situazioni, come Jekyll e Mr. Hyde, ma tutte le persone posseggono le funzioni della coscienza dentro di sé, anche se alcune di esse sono esercitate nella pratica, mentre altre restano sepolte, come l’ombra.

Questo può essere preoccupante, anche se consente lo sviluppo della personalità, permettendole di divenire più realizzata, o “individuata”, come Jung l’ha definita. Per esempio, l’estroverso che va in un ritiro spirituale e riesce a terminare l’esperienza è probabile che la trovi rivelatrice, come una nuova fonte di energia, che riesce ad attivare le funzioni psichiche sepolte. Viceversa, un estroverso che trascuri a lungo la sua vita interiore è probabile che, prima o poi, venga a soffrire di una mancanza di interesse e significato per la vita.

Jung sperava che la sua presentazione dei temperamenti potesse essere utile non solo per la psicologia analitica, ma anche per le relazioni umane, in generale. Molti malintesi e molti conflitti, secondo lo psicologo svizzero, avrebbero potuto essere ridotti se gli esseri umani si fossero resi conto che le persone con cui entrano in conflitto potrebbero essere completamente diverse da sé, come se vivessero in mondi diversi.

… A questo proposito, lui stesso avrebbe potuto forse meglio capire la personalità di Freud, evitando il conflitto.

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