La pseudoscienza del Blue Monday
Il “Blue Monday” è un giorno che cade il terzo lunedì di gennaio: il termine “Blue Monday” è stato coniato dallo psicologo Cliff Arnall nel non lontanissimo 2004, per una compagnia di viaggi, la Sky Travel, che gli aveva chiesto una “formula scientifica” per esprimere la malinconia che si prova a gennaio. L’obiettivo del committente era “curare” questa malinconia attraverso la promozione di un viaggio organizzato che avrebbe favorito il benessere degli acquirenti. Niente altro, dunque, che un’azzeccata campagna pubblicitaria.
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Cosa c’è di vero? E’ intuitivo che verso la metà di gennaio ci siano molti fattori che giocano contro l’allegria: il freddo, il maltempo, la mancanza di luce, il fallimento dei buoni propositi per il nuovo anno, il ricordo ormai lontano dei giorni di Natale, in cui tutto era improvvisamente diventato luccicante, si facevano e ricevevano regali senza motivo, tutti sembravano buoni e belli…
A metà gennaio ci sono dunque buone ragioni per essere depressi: quale giorno della settimana, si è chiesto lo psicologo, poteva essere il più deprimente di tutti? Certamente il lunedì, giorno di ritorno al lavoro e alle preoccupazioni, dopo la pausa del week end. Nasce così la bufala del Blue Monday, ormai molto popolare nei paesi anglofoni (tranne che in Australia, dove gennaio significa piena estate!) ed ora è sempre più pubblicizzata anche sui nostri media.
Lo stesso Cliff Arnell, a cui è attribuito il comunicato stampa originale, fa ora apertamente campagna contro la sua creazione, affermando che essa aveva solo lo scopo di ispirare le persone a migliorare la propria vita, non di incutere terrore. Arnall ha inoltre ammesso, a distanza di qualche anno, di aver semplicemente apposto la propria firma su uno studio con le conclusioni già scritte. (Chi conosce Edward Bernays e la sua Propaganda non se ne stupisce…)
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Quello che possiamo dire, per concludere con ottimismo, è che la felicità, il buonumore o semplicemente il benessere non dipendono dal giorno o dal mese, ma dall’equilibrio fra vita privata e vita sociale e lavorativa: non a caso Finlandia, Danimarca, Islanda, Norvegia e Svezia sono da anni saldamente nelle prime dieci posizioni delle classifiche dei paesi più felici al mondo.
Dr. Giuliana Proietti
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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