BBC News riporta un articolo su come la realtà virtuale venga oggi usata per curare i soldati che si sono ammalati di disturbo post-traumatico da stress (PTSD) dopo un’azione di guerra. Da uno studio del 2004 sappiamo che uno su otto dei soldati inviati in missione in Iraq ed in Afganistan sono tornati a casa con il disturbo post-traumatico da stress.
I sintomi del PTSD riguardano ricordi intrusivi, l’evitamento patologico di situazioni collegabili al trauma, incubi, agitazione continua e flashback. La Terapia più utilizzata è la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), che si è rivelata uno dei trattamenti più efficaci, oltre alla somministrazione di farmaci antidepressivi.
Tra i metodi che utilizza la terapia cognitivo-comportamentale, c’è quello di far sperimentare gradualmente al paziente le situazioni collegabili al trauma, imparando nel contempo a tenere sotto controllo i pensieri negativi generati dalla situazione. Tutto ciò è abbastanza facile da mettere in atto con situazioni che possono essere facilmente riprodotte, come ad esempio la simulazione di un incidente d’auto. Ma se la persona ha subito un trauma in guerra guerra? Come esporre il paziente a questo genere di stimoli?
La realtà virtuale viene in aiuto degli psicologi. Si tratta di una sorta di videogame che riproduce una scena di guerra in strada e una in un deserto. Sembra che la realtà virtuale sia un sistema piuttosto efficace per esporre il soldato ad un basso livello di stimolazione, senza esporlo ad ulteriori pericoli. Il trattamento dura cinque settimane, due ore di sessione alla settimana.
Questa ricerca è parte di un progetto condotto dal Dr Albert Rezzo. La ricerca è stata presentata al meeting annuale dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS) di San Francisco.
Fonte: BBC
Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona
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Dr. Giuliana Proietti
Psicoterapeuta Sessuologa
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