Ipersonnia: quando si ha sempre sonno
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L’ipersonnia, o eccessiva sonnolenza, è un disturbo del sonno che impedisce a chi ne soffre di rimanere vigile per l’intera giornata e andare facilmente incontro a colpi di sonno improvviso. Le persone che soffrono di questa patologia possono addormentarsi in qualsiasi momento: per esempio, al lavoro, durante una conversazione, o mentre stanno guidando. Il disturbo causa anche altri problemi, sempre legati al sonno, compresa la mancanza di energia e di concentrazione.
Quali sono i principali sintomi di ipersonnia?
I sintomi principali sono i seguenti: sonnolenza durante le ore diurne, ridotte performance cognitive e motorie, eccessiva tendenza a dormire, attacchi di sonno incontrollabili, bisogno di sonnellini diurni e difficoltà a raggiungere uno stato di completo risveglio al mattino.
Quanto è diffuso il disturbo?
L’eccessiva sonnolenza diurna rappresenta un sintomo molto frequente nella pratica clinica (circa il 40% delle persone hanno provato nell’arco della loro vita questo problema). Molto spesso tuttavia la causa dipende da una quantità di sonno insufficiente, dovuto alla conduzione di un non corretto stile di vita. Le patologie vere e proprie legate a questo disturbo sono rare e riguardano solo il 5% della popolazione.
Quali sono le cause dell’ipersonnia?
Esistono diverse potenziali cause di ipersonnia, tra cui:
- Fattori genetici (avere un parente che soffre di ipersonnia);
- Presenza di alcuni disturbi del sonno, come narcolessia (sonnolenza diurna) e apnea del sonno (interruzioni della respirazione durante il sonno);
- Presenza di una malattia neurologica, come la sclerosi multipla;
- Trauma cranico;
- Non dormire abbastanza di notte (privazione del sonno);
- Essere sovrappeso;
- Abuso di droghe o alcol;
- Uso di tranquillanti.
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Come è classificata l’ipersonnia?
L’international Classification of Sleep Disorders ha suddiviso il’ipersonnia primaria in tre forme:
- Ipersonnia ricorrente. Conosciuta anche come sindrome di Kleine-Levin, è un raro disturbo del sonno, che colpisce soprattutto soggetti di sesso maschile. L’età di insorgenza è tra i 10 ed i 20 anni e può comparire in maniera brusca o graduale. Il soggetto accusa una forte sonnolenza che lo spinge a mettersi a letto, a dormire e a passare in questo stato buona parte delle ore del giorno. Il sonno può essere variabile: calmo o agitato con la presenza o meno di un’attività onirica intensa. Durante la veglia, invece, la persona è apatica con un eloquio incoerente e comportamenti che mostrano irrequietezza. È inoltre presente iperfagia compulsiva e ipersessualità sfrenata ed indifferenziata, per cui il soggetto può effettuare proposte esplicite a persone di entrambi i sessi. Gli episodi possono durare da un giorno ad alcune settimane. Al termine dell’attacco, può presentarsi un breve periodo di depressione o di eccitazione maniacale. I sintomi sono ciclici, nel senso che un paziente può sperimentare una serie di episodi che possono durare fino a dieci giorni per volta, in un periodo di tre o quattro mesi.
- Ipersonnia post-traumatica, come dopo cadute, incidenti stradali o atti violenti. Il trauma cranico può produrre alterazioni nel flusso sanguigno cerebrale e della pressione intracranica e dare sintomi di ipersonnia.
- Ipersonnia idiopatica. Caratterizzata da un sonno notturno di buona qualità (8-10 ore e più), ma ciò nonostante vi è la presenza di una eccessiva sonnolenza diurna, che si manifesta nel bisogno di fare continui sonnellini diurni, che non sono in ogni caso soddisfacenti.
Ipersonnia secondaria
Può essere causata dagli effetti collaterali di alcuni farmaci, da problemi nella respirazione durante il sonno (Sindrome delle apnee notturne), da tumori cerebrali, meningite, disturbi sistemici, stile di vita scorretto e abuso di sostanze.
Quale è la causa principale di ipersonnia fra gli anziani?
La più frequente causa di ipersonnia è dovuta, nella popolazione anziana, alla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS). Questo disturbo comporta episodi ripetuti di ostruzione delle vie aeree superiori. Soffrono di questo disturbo tra il 2 e il 10% dei soggetti adulti, in particolare uomini e anziani, anche se con la menopausa l’incidenza del disturbo nella donna si avvicina a quella dell’uomo. Il russamento, le apnee, i risvegli con sensazione di soffocamento, l’insonnia notturna provocano di giorno sonnolenza, stanchezza e difficoltà di concentrazione.
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Come si cura l’ipersonnia?
Se viene diagnosticata un’ipersonnia, il medico può prescrivere vari farmaci per il trattamento, fra cui stimolanti e antidepressivi. Importante anche seguire un sano stile di vita per prevenire il disturbo.
Cosa si può fare da soli, prima di rivolgersi a un medico?
La prima cosa da fare è cercare di migliorare il proprio stile di vita. Se i cambiamenti comportamentali suggeriti non producono sensibili miglioramenti nell’arco di una decina di giorni, è opportuno rivolgersi a un medico per gli opportuni approfondimenti.
La parola chiave per sconfiggere i disturbi del sonno è questa: abitudine. E’ importante che ogni giorno ci si comporti secondo determinate abitudini, in particolare cercando di non alterare continuamente il ciclo sonno-veglia. Esempio: andare a dormire e alzarsi sempre alla stessa ora. Inoltre:
- Fare esercizio fisico per almeno 20 o 30 minuti al giorno, preferibilmente non immediatamente prima di andare a letto (almeno 4-5 ore prima);
- Raggiungere e mantenere il peso forma;
- Evitare l’assunzione di cibo poco prima di andare a dormire;
- Evitare, nell’intera giornata, prodotti a base di caffeina, alcol, cioccolata o altri stimolanti;
- Evitare di andare a dormire durante il giorno;
- Prima di andare a letto rilassarsi con letture, musica classica, tisane e bagni caldi;
- Assicurarsi che nella stanza da letto vi sia una temperatura confortevole.
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