Quest’anno ricorrono i venti anni dalla morte di Marguerite Antoinette Jeanne Marie Ghislaine Cleenewerck de Crayencour, meglio nota come Marguerite Yourcenar, una delle più famose scrittrici francesi. Nacque a Bruxelles, da una famiglia nobile: il padre, Michel de Cleenewerck de Crayencour era un ricco proprietario terriero francese, la madre, Fernande de Cartier de Marchienne, anche lei nobile, era belga. Il padre era un tipo anticonformista, grande viaggiatore e di ottima cultura.
Marguerite aveva solo dieci giorni di vita, quando la madre Fernande morì per le complicanze dovute al parto (setticemia e peritonite). La bambina fu dunque cresciuta ed educata solamente dal padre e dalla nonna paterna (della quale, in Archivi del Nord la scrittrice tracciò un ritratto molto aspro), in Francia: precisamente nella Francia del Nord, a Lille nei mesi invernali e, nei mesi estivi, nei pressi del Mont Noir, nel comune di Saint-Jans-Cappel, dove si trovava un antico castello di famiglia, costruito nel 1824 da un trisavolo. Marguerite amava la lettura e a 12 anni aveva già imparato il greco e il latino. A 17 anni, a Nizza, Marguerite de Crayencour pubblicò, a sue spese, un libro di poesie, firmato “Marg Yourcenar” : Le jardin des Chimères. Yourcenar è l’anagramma, inesatto, del suo cognome, scelto insieme al padre. A Nizza Marguerite si era diplomata, pur senza aver frequentato mai un solo giorno di scuola.
Con il padre, Marguerite compì numerosi viaggi di istruzione in Europa, accrescendo così il suo interesse ed il suo amore per la storia antica. Fu a Londra durante la prima guerra mondiale, poi visse nel sud della Francia, in Svizzera e in Italia.
Nel 1924 visitò per la prima volta Villa Adriana, nei pressi di Tivoli, dimora dell’imperatore romano Adriano, vissuto nel secondo secolo d.C. Questa visita le ispirò la stesura di alcuni Carnet des Notes che poi furono riutilizzati più tardi per scrivere il suo più famoso romanzo, quello che le dette la fama mondiale: Memorie di Adriano. Nel 1931 scrisse il suo primo romanzo: “Alexis o il trattato della lotta vana”.
E’ la lunga lettera di un uomo, musicista rinomato, che confessa a sua moglie la sua omosessualità e la sua decisione di lasciarla. La protagonista del romanzo è ispirata a Jeanne, il grande amore di suo padre.
Nel 1929 morì suo padre, lasciandole una cospicua fortuna economica e una grande libertà. Marguerite visse in quel periodo a Parigi, Losanna, Atene, le isole greche, Istanbul, Bruxelles. Era bisessuale: amava le donne, ma questo non le evitò di innamorarsi profondamente di un uomo, seppure omosessuale, André Fraigneau, scrittore. Eco dei suoi viaggi furono Le Novelle Orientali e Feux, composizione di ‘prose liriche’ di ispirazione mitologica o religiosa in cui l’autrice si concentra sui temi della disperazione amorosa e delle sofferenze sentimentali, ispirandosi all’amore non corrisposto per André Fraigneau.
Nel 1937 Marguerite conobbe Grace Frick, un’intellettuale americana, e con lei iniziò una relazione sentimentale, condividendo vita privata e lavoro, durata fino alla morte di Grace, nel 1979. La Frick, inoltre, le faceva da segretaria e traduttrice in inglese delle sue opere, scritte in lingua francese. Nel 1939, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la coppia si trasferì negli Stati Uniti. Subito dopo la fine del conflitto, nel 1947, la Yourcenar, pur continuando sempre a scrivere in francese, decise di diventare cittadina americana. Nel 1950 le due amiche andarono a vivere nella Mount Desert Island, sul Maine e chiamarono la loro casa Petite-Plaisance. Per vivere, la Yourcenar, che nel frattempo era rimasta a corto di denaro, insegnava francese e storia dell’arte.
Nel 1951 uscì Memorie di Adriano, libro nel quale, oltre che la crisi personale di un imperatore illuminato, giunto alla fine della sua vita, l’autrice descrive il crepuscolo dell’Impero romano, avviato verso ormai verso la sua fine. La Yourcenar provava empatia per la figura di Adriano, con la quale sentiva di avere delle affinità. Attraverso una felice combinazione di ricerca storica e vivida immaginazione, il carattere di Adriano che esce dalla sua ‘autobiografia’ è molto profondo: un uomo di azione, ma anche di sentimenti, un amministratore illuminato, colto, grande conoscitore degli insegnamenti filosofici.
Nel 1968 Yourcenar pubblicò quello che forse è il suo vero capolavoro, l’Ooeuvre au Noir (L’opera al nero), un romanzo ambientato nell’Europa rinascimentale, basato sulla figura di Zenone, scienziato-alchimista. Storia e personaggi sono di fantasia, ma ricostruiti con grande rigore storico e filologico, da risultare ampiamente credibile.
Quest’opera le valse la nomina a membro della prestigiosa Académie royale de langue et de littérature françaises de Belgique nel 1970. Nel 1980 la Yourcenar venne nominata Accademico di Francia: è la prima volta che una donna entra a far parte dell’Académie Française, un’istituzione letteraria che impone un numero massimo di 40 soci.
Dopo la morte dell’amica la scrittrice conobbe Jerry Wilson, che diventò presto una delle più intense passioni della sua vita. Con lui viaggiò in tutto il mondo, ma anche questo compagno di vita non le sopravvisse. Lo stesso anno in cui si ammalò Wilson, Marguerite Yourcenar dovette subire un’operazione a cuore aperto con impianto di cinque by-pass coronarici. Quando, l’8 febbraio 1986 morì Jerry Wilson a Parigi, la Yourcenar non poté andare, a causa del cattivo stato della sua salute. Marguerite Yourcenar morì per un’emorragia cerebrale presso l’ospedale Bar Harbor di Mount Desert nel 1987, a 84 anni. e fu sepolta presso il cimitero Brookside di Somesville (Maine).
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