Metacognizione: che cosa è e a cosa serve
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Metacognizione: che cosa è e a cosa serve

Metacognizione: che cosa è e a cosa serve

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Il termine “metacognizione” significa letteralmente “cognizione sulla cognizione”, oppure “pensare i pensieri” o “sapere il proprio sapere”. Indica la capacità di riflettere sui propri processi mentali, comprendendo come si apprende, si ricorda o si ragiona. Comprende anche la “metamemoria”, cioè la consapevolezza della propria memoria e dei concetti già appresi (Dunlosky & Bjork).

Cerchiamo di capire meglio cosa è e, soprattutto, a cosa serve.

Chi ha introdotto il concetto di metacognizione?

Il termine fu coniato negli anni Settanta dallo psicologo dello sviluppo John H. Flavell, che studiò come i bambini prendono coscienza dei propri processi cognitivi. Flavell osservò che i bambini piccoli non sono ancora in grado di regolare efficacemente il proprio pensiero e il proprio apprendimento, ma che tale capacità si sviluppa con l’età e l’esperienza.

Come si può spiegare la metacognizione con un esempio pratico?

Si parla di metacognizione quando una persona riconosce, ad esempio, di avere più difficoltà a comprendere un argomento rispetto a un altro, oppure quando decide di ripassare un concetto prima di accettarlo come appreso. In questi casi, l’individuo sta “monitorando” il proprio processo di apprendimento e regolando le proprie strategie cognitive (Flavell, 1979).

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La metacognizione è un concetto moderno?

Non del tutto. Riflessioni metacognitive si trovano già nei testi di Aristotele, in particolare nel “De Anima” e nella “Parva Naturalia”. Secondo alcuni psicologi evoluzionisti, la metacognizione ha avuto anche una funzione adattiva: la capacità di riflettere sul proprio pensiero avrebbe favorito la sopravvivenza, rendendola una competenza universale presente in tutte le culture (Wright, APERA Conference, 2008).

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Perché la metacognizione è così importante per l’apprendimento?

Attraverso la metacognizione è possibile osservare e valutare il proprio modo di pensare, le proprie capacità di memoria e il proprio metodo di studio. Chi sa regolare questi processi apprende in modo più efficiente, poiché riesce a scegliere strategie adeguate, correggere gli errori e migliorare le prestazioni. Per questo motivo, un buon insegnante non dovrebbe trasmettere solo contenuti, ma anche strumenti per sviluppare consapevolezza e autoregolazione cognitiva.

Quali sono le tre componenti principali della metacognizione?

 Secondo Flavell (1979), la metacognizione si compone di tre elementi:

1. Conoscenza metacognitiva (o consapevolezza metacognitiva) – ciò che si sa di se stessi e degli altri come soggetti cognitivi.

2. Regolamento metacognitivo – la capacità di pianificare, monitorare e valutare il proprio apprendimento.

3. Esperienza metacognitiva – le sensazioni e gli sforzi cognitivi che si provano mentre si pensa o si impara.

Cosa comprende la conoscenza metacognitiva?

La conoscenza metacognitiva include tre tipi di sapere:

  • Conoscenza della persona (dichiarativa): consapevolezza delle proprie capacità e dei fattori che influenzano la prestazione.
  • Conoscenza del compito (procedurale): comprensione della difficoltà di un compito e delle strategie adatte per affrontarlo.
  • Conoscenza strategica (condizionale): sapere quando, perché e come utilizzare una strategia per imparare in modo efficace.

E il regolamento metacognitivo, da cosa è composto?

Il regolamento della cognizione comprende tre competenze fondamentali:

  • Pianificazione: scelta delle strategie e gestione delle risorse cognitive prima di affrontare un compito.
  • Monitoraggio: controllo e consapevolezza del proprio apprendimento in corso.
  • Valutazione: analisi del risultato finale e dell’efficacia delle strategie adottate.

Quando si sviluppa la capacità metacognitiva?

Secondo Schraw e Moshman (1995), la conoscenza metacognitiva inizia a formarsi nella prima infanzia e si sviluppa fino all’adolescenza. È quindi fondamentale che venga stimolata nel percorso scolastico, perché rappresenta una competenza trasversale indispensabile per l’apprendimento permanente.

Che rapporto c’è tra metacognizione e rendimento scolastico?

Numerosi studi dimostrano che chi possiede competenze metacognitive ottiene risultati migliori agli esami, studia in modo più approfondito e sa adattare le strategie di studio alle proprie necessità interne. In altre parole, apprende con maggiore autonomia e consapevolezza. Ricerche recenti (Bjork, Dunlosky & Kornell, 2020) mostrano che la metacognizione influenza direttamente la capacità di autoregolazione, la pianificazione dello studio e la gestione dell’ansia da prestazione.

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Le abilità metacognitive valgono solo in certi ambiti?

No, le abilità metacognitive hanno un carattere generale. Possono essere applicate tanto a un saggio di letteratura quanto a un problema di matematica, poiché riguardano il modo in cui si affronta qualsiasi processo di pensiero (Gourgey, 1998).

Quali strategie aiutano a sviluppare la metacognizione?

Tra le strategie più efficaci ci sono:

  • l’auto-interrogazione (es. “Che cosa so già di questo argomento?”);
  • il pensiero ad alta voce durante lo studio o la risoluzione di un problema;
  • l’uso di rappresentazioni grafiche come mappe concettuali e diagrammi di flusso. Queste tecniche aiutano a rendere visibili i propri processi mentali, favorendo il controllo consapevole sull’apprendimento.

Cosa dicono oggi le neuroscienze sulla metacognizione?

Le ricerche più recenti mostrano che la metacognizione ha basi neurali precise. Studi di neuroimaging hanno identificato un ruolo cruciale della corteccia prefrontale anteriore (Fleming & Dolan, Neuron, 2012) e della corteccia cingolata anteriore, aree coinvolte nel controllo esecutivo e nella consapevolezza degli errori. Nel 2023, uno studio pubblicato su Nature Neuroscience ha evidenziato come la metacognizione non riguardi solo la memoria o l’apprendimento, ma anche il giudizio morale e la decisione sociale, mostrando che “sapere di non sapere” è un vantaggio evolutivo per la cooperazione e la flessibilità mentale.

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Come si sviluppa la metacognizione negli studenti di oggi?

La psicologia dell’educazione contemporanea sottolinea che la metacognizione è una competenza trasversale, fondamentale per l’apprendimento permanente (lifelong learning).  Le ricerche di Dinsmore & Parkinson (2020) mostrano che l’allenamento metacognitivo migliora la motivazione, la fiducia in sé e la resilienza cognitiva, anche in ambienti di apprendimento digitali.

Qual è il valore della metacognizione nella formazione universitaria e professionale?

Nei percorsi di alta formazione, come quelli in medicina o psicologia, la metacognizione è considerata una competenza chiave. Permette a studenti e professionisti di riflettere sui propri limiti, adattarsi a situazioni complesse e aggiornare costantemente le proprie conoscenze. È ciò che rende possibile il passaggio da sapere cosa fare a sapere come pensare mentre lo si fa.

Quali competenze pratiche possono essere insegnate per migliorare la metacognizione?

Tra le competenze utili vi sono l’analisi linguistica, la lettura attiva, l’ascolto efficace, l’organizzazione del materiale di studio e la creazione di dispositivi mnemonici (Thompson & Thompson, 1998).

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Quali strategie moderne aiutano a potenziare la metacognizione?

Le strategie tradizionali come l’auto-interrogazione e il pensiero ad alta voce restano efficaci, ma oggi vengono integrate con strumenti digitali che favoriscono la riflessione, come: diari metacognitivi online, per annotare progressi e difficoltà; app di auto-monitoraggio (ad esempio piattaforme che misurano il tempo di studio e la concentrazione); mappe concettuali digitali e sistemi di feedback adattivo usati nella didattica universitaria; insegnamento ibrido (blended learning), che stimola l’autonomia cognitiva attraverso la riflessione personale sui contenuti.

In sintesi, perché la metacognizione è così rilevante ancora oggi?

Perché rappresenta la forma più evoluta di consapevolezza cognitiva: quella che consente di apprendere, disimparare e riapprendere nel corso della vita. In un mondo in rapido cambiamento, la metacognizione è la competenza che permette di non restare fermi, ma di adattarsi, comprendere e migliorarsi continuamente. Come sostengono recenti ricerche (Frontiers in Psychology, 2024), coltivare la metacognizione significa coltivare la mente che osserva se stessa: una condizione necessaria non solo per l’apprendimento, ma per l’equilibrio psicologico e l’intelligenza emotiva.

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Metti alla prova la tua metacognizione

Prova a rispondere alle seguenti domande (per stimolare la consapevolezza sui tuoi processi di apprendimento e decisione).

–  Quando studio o affronto un problema, mi chiedo mai che cosa so già sull’argomento?
– Riesco a riconoscere quando non ho capito qualcosa?
– Riesco a spiegare a qualcun altro come ho risolto un problema?
– Dopo aver terminato un compito, mi chiedo se avrei potuto farlo in modo diverso?
– Mi capita di riflettere su quali strategie funzionano meglio per me?

Se hai risposto “sì” a molte di queste domande, stai già utilizzando buone abilità metacognitive. Se invece hai risposto “no” o “non so”, questo può essere un punto di partenza per potenziare la consapevolezza dei tuoi processi mentali.

Esercizi per allenare la metacognizione:

  • Auto-interrogazione (5 minuti): prima di iniziare, rispondere a tre domande scritte: Che cosa già so? Qual è l’obiettivo? Quale strategia userò?
  • Pensiero ad alta voce (registrazione): spiegare a voce il processo che si sta seguendo mentre si risolve un problema; riascoltare e annotare punti di difficoltà.
  • Controllo a 10 minuti: durante lo studio, fermarsi e auto-valutare quanto si è compreso su una scala 1–5; adattare la strategia se il punteggio è basso.
  • Mappe concettuali rapide: riassumere un capitolo in 6 nodi e connetterli; poi confrontare con quanto ricordato dopo 24 ore.
  • Check finale: dopo aver completato un compito, compilare rapidamente tre righe: cosa è andato bene, cosa migliorare, quale strategia adottare la prossima volta. 

Dr. Giuliana Proietti

Fonte principale:

Hong WH, Vadivelu J, Daniel EGS, Sim JH. Thinking about thinking: changes in first-year medical students’ metacognition and its relation to performance. Medical Education Online. 2015;20:10.3402/meo.v20.27561. doi:10.3402/meo.v20.27561.

Wikipedia

Immagine:
Flickr


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Dr. Giuliana Proietti Psicoterapeuta Sessuologa TERAPIE INDIVIDUALI E DI COPPIA ONLINE La Dottoressa Giuliana Proietti, Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona, ha una vasta esperienza pluriennale nel trattamento di singoli e coppie. Lavora prevalentemente online. In presenza riceve a Ancona Fabriano Civitanova Marche e Terni.

  • Delegata del Centro Italiano di Sessuologia per la Regione Umbria
  • Membro del Comitato Scientifico della Federazione Italiana di Sessuologia.
Oltre al lavoro clinico, ha dedicato la sua carriera professionale alla divulgazione del sapere psicologico e sessuologico nei diversi siti che cura online, nei libri pubblicati, e nelle iniziative pubbliche che organizza e a cui partecipa. Per appuntamenti: 347 0375949 (anche whatsapp) mail: g.proietti@psicolinea.it Visita anche: www.giulianaproietti.it Pagina Facebook Profilo Facebook Instagram

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