Pensare creativo

Un vecchio proverbio Yiddish racconta di un verme che si trova dentro un cavolo: il cavolo rappresenta tutto il suo mondo. Come può il verme decidere di uscire dal cavolo se non si rende conto di esserci dentro?

Questa del verme e del cavolo è un po’ la situazione di coloro che vivono imprigionati nelle conclusioni apparentemente logiche ed inconfutabili che offre il pensiero razionale, nelle abitudini acquisite, nei ‘così si dice ’ e ‘così si fa’.

Il pensiero logico è una delle più grandi risorse umane ed infatti ha consentito all’uomo di raggiungere enormi traguardi nella tecnologia e nella scienza, anche attraverso la creazione di una ‘macchina pensante’ come il computer, dalle funzioni logiche potentissime, molteplici ed impressionanti, ma assolutamente incapace di creare cose diverse dalle funzioni organizzate nella sua memoria.

L’essere umano, il creatore della macchina, non ha le stesse capacità di memoria e di organizzazione dei dati di ciò che ha inventato, ma in compenso è capace di cambiare in qualsiasi momento i criteri che regolano l’organizzazione delle conoscenze in suo possesso e quindi è in grado di produrre pensieri alternativi, creativi.

Il pensiero creativo non richiede una rinuncia al proprio sano senso della realtà e al pensiero razionale che lo rappresenta; ciò che suggerisce è semplicemente di lasciare aperta la porta anche ad altre possibilità.

A prima vista, molte decisioni potrebbero sembrare fuori della logica e della razionalità, ma se esse ‘funzionano’ per superare i momenti difficili che costellano l’esistenza, perché non farvi ricorso?

Ecco la forza del pensiero creativo, che trova alternative anche dove non sembrano essercene, che sa decidere ‘diversamente’ e trovare soluzioni efficaci, guardando la stessa realtà ma in modo diverso, ad esempio affrontando i problemi ‘lateralmente’, anziché ‘frontalmente’, come di consueto.

Le tecniche del Pensiero Positivo, essendo orientate alla crescita e all’autorealizzazione dell’individuo, utilizzano il pensiero creativo per raggiungere effetti salutari e liberatori. La creatività è nello stesso tempo la produzione di qualcosa di nuovo e la capacità di abbandonare qualcosa di vecchio, che non serve più.

Tutte e due le cose sono difficili. Abituarsi all’idea che si può creare ogni giorno qualcosa di nuovo, stabilire nuove relazioni, generare nuove curiosità, nuovi hobbies, richiede un pensiero ‘divergente’, cioè non diretto verso un’unica risposta possibile, ma tendente a scoprire soluzioni inconsuete a problemi vecchi e nuovi, rompendo gli schemi comuni dell’esperienza.

Si tratta di risorse che ogni persona può trovare in se, purché sia stimolata a farlo, purché sappia che queste capacità le appartengono e non viva come il verme, dentro un cavolo, senza stimoli esterni, senza curiosità.

Dal libro di
Giuliana Proietti

Il pensiero positivo
ed. Xenia

Immagine: copertina del libro

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