Peter Tchaikovsky

Peter Ilyich Tchaikovsky (per ascoltare la pronuncia corretta clicca qui)

Fu un compositore russo che, oltre ad essere una delle figure di maggior rilievo del panorama musicale dell’epoca romantica, è anche il compositore più importante del balletto classico, dato che per esso ha scritto opere quali Il lago dei Cigni, Lo schiaccianoci e La bella addormentata; ma Tschaikovsky è anche una personalità molto interessante per chi si occupa di psicologia, perché fu un uomo molto tormentato, un omosessuale, sofferente di nevrosi ossessive e di sindrome maniaco depressiva. Nacque tra il 25 aprile e il 7 maggio 1840 a Kamsko-Votkinsk, una piccola città industriale, situata ad est di Mosca, ad una distanza di circa mille chilomestri. Il padre era un ingegnere minerario e sua madre, per metà francese, era una pianista.

Dalla madre Peter ereditò tendenze ipocondriache, ma anche la sensibilità e l’amore per il pianoforte. Il futuro compositore era un bambino molto sensibile, che piangeva con una certa facilità; forse per questo musicalmente fu molto precoce. I suoi genitori tuttavia, preoccupati del fatto che tale studio non avesse un effetto salutare su un bambino già così provato da forti tensioni emotive, preferirono non incoraggiarlo nello studio della musica. Peter infatti, sin da piccolo, soffriva di ossessioni e si lamentava con la mamma di essere tormentato da alcune musiche che gli entravano in testa e lo tormentavano per ore. Il padre di Peter aveva un rudimentale apparecchio per ascoltare la musica, l’Orchestrion, nel quale la famiglia poteva ascoltare numerose arie, fra cui l’opera Don Giovanni e tutta l’opera di Mozart. Fu proprio grazie a Mozart, disse in seguito Tchajkovsky, che decise di dedicare la sua vita alla musica.

Trasferitosi con la famiglia a San Pietroburgo, Peter fu avviato agli sudi giuridici. I compagni lo giudicavano un po’ ‘campagnolo’ nei modi, ma comunque riuscì ad inserirsi abbastanza bene in questa nuova città. Era uno studente un po’ svogliato, ma molto dotato, per cui riuscì a passare con facilità gli esami.

Sua madre, che lui amava con tutta la tenerezza di un bambino introverso, morì di colera, quando lui aveva solo 14 anni. Per alleviare il dolore, le dedicò un piccolo brano per pianoforte e pensò per la prima volta di comporre un’opera. Questa scomparsa prematura segnò il primo manifestarsi di un’omosessualità latente.

Cominciò a prendere lezioni da un famoso pianista, Rudolph Kündinger che rimase impressionato dalla capacità di Peter di improvvisare, dal suo orecchio per la musica, il fine tocco, la memoria… Ma ciò nonostante sconsigliò il padre nel farlo continuare, forse per il solito motivo.

Tchaikovsky trovò lavoro come funzionario al Ministero della Giustizia, dove lavorò per quattro anni senza grande entusiasmo, ma con impegno. Nel 1861 entrò nel gruppo corale del Ministero e cominciò a studiare teoria musicale con Nikolai Zaremba, il Capo della Società di Musica Russa e con Anton Rubinstein, un pianista compositore. Questo fu il primo ad accorgersi realmente del talento di Peter, ma non perdeva occasione nel criticarlo per la sua svogliatezza nel fare gli esercizi.
A 22 anni si iscrisse al Conservatorio di musica di San Pietroburgo, dove era il più vecchio degli studenti e lì studiò l’organo e il flauto.

Tchaikovsky fu poi chiamato dal fratello minore del suo maestro Rubinstein ad insegnare armonia presso il conservatorio di Mosca, dove lui era direttore e dove il nostro rimase 5 anni. Qui conobbe il drammaturgo Aleksandr Nikolaeviè Ostrovskij, che scrisse il libretto della sua prima opera, Il Vojvoda (1868). Risalgono a questo periodo anche le opere Ondina (1869) e L’ufficiale della guardia (1872); le prime tre sinfonie Sogni d’inverno (1868); Piccola Russia (1873), Polacca (1875); l’ouverture Romeo e Giulietta (1869; rivista nel 1870 e nel 1880); il Primo concerto per pianoforte (1875). Il concerto per pianoforte era dedicato originariamente a Nicolai Rubinstein, che lo giudicò però ineseguibile. Profondamente offeso, Peter apportò ampie modifiche al lavoro e lo dedicò questa volta al pianista tedesco Hans von Bülow, che lo eseguì nella sua prima tournée negli Stati Uniti. (Rubinstein in seguito riconobbe i meriti della composizione riveduta e la inserì nel suo repertorio- non a caso ancora oggi è uno dei concerti per pianoforte più popolari e più eseguiti).

Di questi tempi è l’unica vicenda sentimentale della sua vita, con la cantante Désirée Artôt, la prima donna di una compagnia teatrale italiana, che si concluse in pochi mesi (1868). Nel 1870 Peter ebbe un altro esaurimento nervoso, che lo portò a lavorare ossessivamente alle sue composizioni. Nell’anno della sua prima rappresentazione, il 1876, il balletto Il Lago dei Cigni conseguì un completo fallimento.

Cominciò in quel periodo una corrispondenza con Nadezda Filaretovna von Meck, una sua grandissima ammiratrice, entusiasta della sua musica. Era una vedova benestante che lo convinse a lasciare l’insegnamento e a dedicarsi interamente alla musica, garantendogli una rendita annuale, per vivere dignitosamente e dedicare tutta la sua energia alla composizione musicale. Questa corrispondenza durò oltre 14 anni, durante i quali i due si confidavano tutti i loro pensieri, promettendosi reciprocamente di non conoscersi mai personalmente, per restare per sempre figure ideali di riferimento. Di questo fertile periodo sono Evgenij Onegin (1878, da Aleksandr Puškin), La pulzella d’Orléans (1879), Mazeppa (1883) e La maliarda (1887). In questa fortunata stagione compositiva scrisse anche La bella addormentata (1889); le Variazioni rococò per violoncello e orchestra (1876) e il Concerto per violino (1878); i lavori orchestrali Marcia Slava (1876), Francesca da Rimini (1873), la Sinfonia n. 4 (1877), l’Ouverture 1812 (1880), Capriccio Italiano (1880), la Serenata per archi (1880).

Nel 1877 Peter ricevette la lettera di un’altra ammiratrice, Antonina Miljukova, la quale gli confessava di amarlo segretamente da molti anni, dal tempo del Conservatorio: questa lettera arrivò proprio mentre lui stava componendo l’Eugene Onegin ispirandosi ad un racconto di Puskin, nel quale accadeva più o meno la stessa cosa: un’ammiratrice inviava una lettera… Il compositore lo sentì come un segno del destino e decise di sposare la sua ammiratrice, anche per mascherare agli occhi dell’opinione pubblica la sua omosessualità. Il matrimonio, infelice fin dal primo momento, non consumato, durò pochissimo. Antonina tentava in tutti i modi di sedurre il suo riluttante marito, provocando in lui estremo disgusto, al punto che, dopo poche settimane Tchaikovsky tentò il suicidio e fu salvato dal fratello, che lo trovò in uno stato prossimo al delirio.

La terribile esperienza del matrimonio produsse una sorta di frattura nella personalità di Peter e venne ad interrompersi quella felice sintesi fra intelligenza creativa ed emotività, che aveva caratterizzato le migliori opere giovanili. Cominciò un periodo di depressione: il suo senso di solitudine era colmato solamente dalla composizione e dal bere. Durante un’estate trascorsa in Ucraina presso la casa della sorella gli capitò anche di innamorarsi di suo nipote Bob, il che gli provocò enormi sensi di colpa.
Nel 1878 Ciajkovskij rassegnò le dimissioni dal Conservatorio, e negli anni seguenti, grazie alla relativa sicurezza economica della von Meck, trascorse molto tempo all’estero.

Nell’ottobre 1890 però la von Meck gli scrisse improvvisamente che aveva fatto bancarotta e che non avrebbe più potuto versagli l’annuale vitalizio. Il compositore non aveva più bisogno del suo aiuto finanziario, ma rimase profondamente colpito quando seppe che la sua amica non aveva avuto alcun rovescio finanziario e che semplicemente voleva interrompere la relazione con lui e non versargli più denaro. Sulla scena internazionale intanto i successi continuavano a crescere e lentamente il compositore ritrovò quella fiducia in se stesso che aveva perduto negli anni della “crisi”; la sua posizione sociale si consolidò ed acquistò una casa presso Mosca, dove trascorse il resto della sua vita.

Nel 1893 ricevette dall’Università di Cambridge la laurea in musica honoris causa.Tra il 1884 e il 1887 produsse opere di notevole interesse, come la Terza Suite, la sinfonia Manfred (1885), la Quinta sinfonia (1888), l’ouverture-fantasia Amleto (1885) e l’opera La Maliarda oltre a numerose liriche. Dal 1887 al 1891 Èajkovskij tenne numerose tournée nelle maggiori città europee e statunitensi. Compose inoltre una delle sue opere migliori, La dama di picche (1890, da Aleksandr Puškin) e il celebre balletto Lo schiaccianoci (1891). All’inizio del 1893 cominciò a lavorare alla Sesta sinfonia, poi intitolata Patetica. La prima esecuzione, a San Pietroburgo il 28 ottobre 1893, sotto la direzione del compositore, ricevette un’accoglienza fredda. Nove giorni dopo, il 6 novembre, Tchaikovsky moriva. Si cercò di far passare la sua morte come conseguenza del colera, contratto dopo aver bevuto acqua non bollita durante un’epidemia, ma in seguito non vi fu più alcun dubbio: il compositore si era ucciso, forse avvelenandosi, dopo essere stato accusato di avere una relazione omosessuale con un membro della famiglia imperiale. La sua grande fama in patria gli meritò le esequie funebri nella Cattedrale di Kazan a S. Pietroburgo.

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