Secondo Samuel T. Gladding, docente di counseling presso la Wake Forest University e autore del libro “Family Therapy,” non essere preparati a gestire l’ansia da separazione il primo giorno di scuola può rendere le cose più difficili, sia per i bambini, sia per i genitori.
Ecco i suoi suggerimenti per evitare le classiche scene di pianto davanti alla scuola:
– Fare delle simulate, prima che arrivi il grande giorno, in cui si lascia il bambino con qualcuno e poi si ritorna.
– Prima che la scuola inizi, cercare di fare in modo che vostro figlio possa giocare insieme a bambini più socievoli di lui e si senta rinforzato nel prendere parte alle loro attività sociali.
– Fare degli esercizi di fantasia. Chiedere al proprio bambino di far finta di essere Superman da bambino, che va a scuola: cosa farebbe il piccolo Super Eroe nel primo giorno di scuola?
– Presentate il vostro bambino agli insegnanti e agli altri allievi, perché lui si senta più sicuro di sé in questo nuovo ambiente.
– Anche i genitori possono fare degli esercizi di fantasia per sentirsi più forti. Mai comunicare le loro ansie ai figli.
– Creare un modello di come dovrebbe comportarsi un bambino nel suo primo giorno di scuola e fare in modo che il bambino imiti questo comportamento.
Fonte:
Separation anxiety affects child, parents, UPI
Ehmmm… Personalmente, non sarei d’accordo quasi su nulla riguardo a questi suggerimenti del collega americano… Forse il primo giorno di scuola negli Stati Uniti è ben diverso dal nostro: in ogni caso questi suoi suggerimenti non mi sembra possano funzionare molto nelle nostre latitudini.
Infatti, a mio avviso il momento dell’inizio della scuola andrebbe atteso con grande serenità, come una cosa bella e del tutto naturale… Piuttosto che stressare il piccolo lasciandolo di qua e di là per fargli fare un corso accelerato di self-control, credo sarebbe molto più efficace fargli guardare delle immagini su Internet in cui vi sono bambini di tutte le razze che vanno a scuola, in tutti gli ambienti, in vari tipi di scuole e portarlo semmai a visitare la propria scuola, in modo allegro e divertente, magari in compagnia di altri suoi amici.
E’ importante mostrare al piccolo delle immagini serene, spiegargli che i bambini, andando a scuola, diventano subito molto più intelligenti, perché imparano tante cose, e questo li farà diventare più interessanti, sia per gli amici, sia per le persone più grandi. Non è necessario insomma comportarsi sin dal primo giorno come dei super-eroi: super-eroi ci si potrà semmai diventare, grazie alle tante cose che si impareranno a scuola.
Ciò che va insegnato è che a scuola è importante rispettare le regole (che possono essere diverse da quelle che ci sono a casa, ma che non per questo sono sbagliate) ed avere fiducia nelle insegnanti, che sono persone preparate, esperte, che hanno già insegnato tante cose a tanti bambini, che ora sono diventati grandi e intelligenti, come la mamma e il papà.
Il bambino non va presentato a nessuno, perché i genitori è bene che rimangano, sin dal primo giorno, fuori dalla classe. Semmai va scambiata qualche parola con l’insegnante, in modo che il bambino sappia che viene affidato ad una persona di cui i genitori si fidano e che per questo può rivolgersi a lei per ogni sua necessità, anche se il suo modo di fare e di parlare può essere diverso da quello della mamma o del papà.
Giusto invece il fatto che i genitori non dovrebbero comunicare le loro ansie ai figli (con pianti e lamentele varie), anche se mostrarsi addirittura contenti per la separazione potrebbe apparire al piccolo una preoccupante forzatura. E’ importante dunque sapersi controllare, non farsi vedere piangere, non fare degli abbracci strappalacrime al momento della separazione (vostro figlio va a scuola, non al macello!), ma neanche mostrarsi eccessivamente sicuri di sé e felici del distacco: qualche piccola ansia potrà al contrario rassicurare il bambino dell’amore e dell’interesse che i genitori continuano ad avere per lui, nonostante la breve lontananza.
I genitori non dovrebbero imporre ai propri figli un comportamento da tenere a scuola, ma lasciare che i figli creino un loro stile personale di comportamento che, se sbagliato o inadeguato, va senz’altro corretto e supportato (oltre che “sopportato”: a scuola essi potrebbero rivelare una personalità e un’attitudine ben diversa da quella che avevano avuto i genitori).
L’estate (per fortuna) non è finita e la scuola è ancora lontana, ma sicuramente è il momento di cominciare a prepararsi (genitori e figli) per il primo giorno di scuola.
Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona
Immagine:
Steve e Jemma Copley, Flickr
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Dr. Giuliana Proietti
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