Psicodermatologia: curare la pelle con la psicologia

Psicodermatologia: curare la pelle con la psicologia

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La pelle è l’organo più esteso e più esterno del nostro corpo e per questo la sua salute incide moltissimo sul benessere psicologico della persona.

Si stima che un terzo di tutti i pazienti dermatologici soffra di disturbi emotivi.

A38/A18

I disturbi psicodermatologici possono essere classificati in quattro diverse categorie:

  • I disturbi psicofisiologici sono vere malattie dermatologiche esacerbate da fattori di stress emotivo. Condizioni come dermatite atopica, acne, dermatite periorale, psoriasi e iperidrosi sono tutti esempi di malattie che peggiorano in caso di stress.
  • I disturbi psicopatologici primari, invece, non riguardano una vera malattia della pelle, ma ne sono la conseguenza I classici esempi di queste condizioni sono i deliri di parassitosi, la dermatite artefatta e la tricotillomania.
  • I disturbi psicopatologici secondari descrivono disturbi psicologici che i pazienti sviluppano in risposta alla loro malattia dermatologica. Vitiligine, acne, alopecia areata, idrosadenite suppurativa e psoriasi sono tutte condizioni dermatologiche che possono avere un impatto significativo sulla salute emotiva e sul benessere di un paziente. A causa della gravità o della gravità presunta della loro malattia, molti pazienti sviluppano un forte disagio psicologico.
  • I disturbi sensoriali cutanei sono simili alla sindrome del dolore cronico. Questi disturbi riguardano le spiacevoli sensazioni di morso, bruciore,  prurito senza una chiara eziologia. Essi si presentano a volte in presenza di depressione o ansia.

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La psicodermatologia è una disciplina relativamente nuova nella medicina psicosomatica e riguarda l’interazione tra la pelle, il sistema immunitario e il sistema neuroendocrino.

La pelle risponde a stimoli sia endogeni che esogeni; rileva e integra i segnali ambientali e trasmette le condizioni interiori al mondo esterno.

Psicolinea

Il ruolo della psiconeuroimmunologia

Con l’espansione delle conoscenze in psiconeuroimmunologia, il ruolo dei neuropeptidi, degli ormoni e dei neurotrasmettitori nei disturbi psicodermatologici sta diventando sempre più evidente.

Per comprendere meglio la patogenesi, il decorso e la pianificazione del trattamento dei disturbi psicocutanei, è necessaria la conoscenza della psiconeuroimmunologia.

Lo stress rappresenta una forza interna o esterna che minaccia di interrompere l’equilibrio omeostatico dell’organismo, il quale ha la capacità di adattarsi alle sfide omeostatiche acute; tuttavia, la cronicità porta ad esaurimento, angoscia e malattia, o riacutizzazione di dermatosi preesistenti.

Lo stress attiva due principali vie neuronali: l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e il sistema nervoso simpatico. L’identificazione dello stress esterno da parte del cervello determina l’attivazione del nucleo paraventricolare dell’ipotalamo e del locus ceruleus. Il fattore di rilascio della corticotropina è secreto dall’ipotalamo e trasportato attraverso la circolazione portale all’ipofisi, dove induce il rilascio dell’ormone adrenocorticotropo dall’ipofisi anteriore alla circolazione generale. Ciò si traduce nella secrezione di glucocorticoidi e catecolamine dalla ghiandola surrenale.

Il cortisolo agisce come feedback negativo sull’ipotalamo e inibisce l’ulteriore rilascio del fattore di rilascio della corticotropina. Le cellule del locus ceruleus attivano il sistema simpatico, che provoca la secrezione di adrenalina e norepinefrina.

Sia le catecolamine che il cortisolo hanno potenti effetti sul sistema immunitario. Modulano le cellule presentanti l’antigene e i macrofagi e inibiscono la loro attività e la produzione di interleuchina (IL) -12 e IL-18. Inoltre mediano la differenziazione delle cellule T-helper (TH) ingenue verso TH2, a scapito dello sviluppo di TH1. Ciò inclina l’equilibrio verso l’immunità umorale e attiva le cellule B, i mastociti e gli eosinofili, con un conseguente aumento della risposta infiammatoria allergica.

I terminali nervosi nei nervi sensoriali cutanei rilasciano neuropeptidi, come il peptide correlato al gene della calcitonina e la sostanza P, hanno una varietà di effetti sulla risposta infiammatoria locale; questi influenzano diversi disturbi psicocutanei.

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Diagnosi

La diagnosi di una componente psicopatologica sottostante in un paziente che ha una malattia della pelle coinvolge diverse dimensioni. La valutazione di queste dimensioni gioca un ruolo importante nella creazione di un piano di trattamento efficace e include questi passaggi:

• Stabilire un buon rapporto medico-paziente

• Valutare il livello di funzionamento del paziente e diversi fattori di stress fisici e psicosociali che possono influenzare il livello di funzionamento

• Valutare componenti emotive concorrenti che influenzano il livello di funzionamento

• Considerare la presenza di un beneficio secondario

• Considerare la qualità autentica della consultazione

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Test psicologici

Diversi test psicologici sono stati utilizzati per valutare un paziente con malattia psicocutanea:

  • Symptom Checklist-90-Revised,
  • Beck Depression Inventory,
  • Hospital Anxiety and Depression Scale,
  • Dysmorphic Concern Questionnaire,
  • Dermatology Life Quality Index,
  • Skindex Questionnaire
  • Marburg Skin Questionnaire.


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Malattie psicocutanee comuni

Psoriasi. Lo stress è stato segnalato nel 44% dei pazienti prima della riacutizzazione iniziale della psoriasi e le riacutizzazioni ricorrenti sono state attribuite allo stress fino all’80% dei pazienti. I sintomi più comuni attribuiti alla psoriasi sono disturbi dell’immagine corporea e compromissione del funzionamento sociale o lavorativo, che si traducono in gravi problemi di relazione interpersonale e assenteismo sul lavoro.

Dermatite atopica . Eventi di vita stressanti che precedono l’insorgenza della malattia si verificano in oltre il 70% dei pazienti con dermatite atopica. Sono stati segnalati spesso casi di bassa autostima, stress interpersonale e familiare e problemi di adattamento psicosociale. È noto che anche le dinamiche familiari disfunzionali secondarie alle riacutizzazioni di lesioni cutanee influenzano la risposta al trattamento.

Dermatite artefatta . Questa condizione comporta lesioni cutanee autoinflitte che il paziente nega tipicamente. Le lesioni sono generalmente bilaterali e facilmente raggiungibili dalla mano dominante. Le lesioni possono avere forme bizzarre con contorni geometrici o angolari netti. Possono apparire come ustioni, lesioni purpuriche, vesciche, ulcere, eritema ed edema. I pazienti possono indurre lesioni sfregando, graffiando, tagliando, succhiando e mordendo, o applicando coloranti, calore o sostanze caustiche.

Tricotillomania . La tricotillomania è caratterizzata da ricorrenti strappi dei propri capelli che comporta alopecia. Alla tricotillomania possono essere associati ansia, depressione, disturbi dell’adattamento, abuso o trauma infantile e disturbi ossessivo-compulsivi.

Disturbi alimentari . I pazienti con anoressia o bulimia possono mostrare vari segni e sintomi della pelle che forniscono indizi ai medici per fare una diagnosi in questi casi complessi. Essi sono conseguenti alla fame, alla malnutrizione, al vomito autoindotto e all’uso di lassativi, emetici o diuretici.

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Dr. Walter La Gatta

Trattamento farmacologico

Per i disturbi cutanei si utilizzano sia il trattamento farmacologico che quello non farmacologico.

I farmaci includono antidepressivi, ansiolitici, antipsicotici e preparati topici per la pelle. La scelta di un agente psicofarmacologico dipende dalla natura della psicopatologia sottostante (ansia, depressione, psicosi, compulsione). Gli SSRI e i TCA esercitano i loro effetti attraverso proprietà antistaminiche, anticolinergiche e bloccanti la serotonina.

Gli antipsicotici possono essere usati in particolare nei pazienti con deliri di parassitosi e, più recentemente, nella tricotillomania. Altri farmaci psichiatrici utilizzati in ambito psicodermatologico includono gabapentin (nevralgia posterpetica), pimozide (deliri di parassitosi), topiramato e lamotrigene (prelievo della pelle) e naltrexone (prurito). Recentemente l’ N- acetilcisteina e l’aripiprazolo sono stati utilizzati con successo nel trattamento della tricotillomania.  Questi farmaci sono stati utilizzati come farmaci basati sull’evidenza e in studi di ricerca, sebbene non tutti siano approvati dalla FDA come trattamenti psicodermatologici.

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Trattamenti non farmacologici

Da tempo è stato riconosciuto che gli interventi psicologici possono contribuire ad affrontare l’impatto emotivo che i pazienti provano nei confronti delle loro malattie dermatologiche ed anche a migliorare i sintomi fisici.

L’obiettivo del trattamento è migliorare il funzionamento, ridurre il disagio fisico, migliorare i disturbi del sonno e gestire i sintomi psicopatologici, come ansia, depressione, isolamento sociale e bassa autostima.

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Tra i trattamenti non farmacologici ci sono la terapia cognitivo-comportamentale,  l’ipnosi, le tecniche di rilassamento, il biofeedback, la visualizzazione guidata.

La terapia cognitivo-comportamentale (TCC-CBT) si propone, a livello terapeutico, di cambiare gli schemi di pensiero negativi: essa ha avuto un effetto considerevole sui sintomi delle malattie dermatologiche. Le tecniche di rilassamento e le sessioni di meditazione hanno invece dimostrato di essere un po’ meno efficaci, su tutta la gamma dei disturbi.

L’intervento psicologico tuttavia, secondo alcune ricerche, sembra che non sia valido per tutti ed anzi sia progressivamente meno efficace sui pazienti meno giovani.

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Conclusioni

I pochi interventi psicologici che si fanno sui pazienti dermatologici dimostrano probabilmente che non si è capita ancora bene la forte interrelazione fra la pelle e il benessere psicologico.

Dr. Walter La Gatta

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Fonti:
Skin disease hope through psychotherapy, Telegraph
https://www.psychiatrictimes.com/view/psychodermatology-when-mind-and-skin-interact

Immagine:
Pxhere

Una intervista sulla Timidezza

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