Lo Psicodramma: cosa è e come funziona

Lo Psicodramma: cosa è e come funziona


Cosa è lo psicodramma?

Lo psicodramma è un metodo d’approccio psicologico che consente alla persona di esprimere, attraverso la messa in atto sulla scena, le diverse dimensioni della sua vita, stabilendo dei collegamenti costruttivi fra esse.

Lo psicodramma facilita, grazie alla rappresentazione scenica, lo stabilirsi di un intreccio più armonico tra le esigenze intrapsichiche e le richieste della realtà, e porta alla riscoperta ed alla valorizzazione della propria spontaneità e creatività.

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Dal punto di vista pratico, in che consiste la terapia?

Lo psicodramma, essendo una forma di terapia esperienziale, consente alle persone di esplorare i problemi attraverso dei metodi di azione ispirati alla recitazione. Questo approccio incorpora giochi di ruolo e dinamiche di gruppo per ottenere una prospettiva più ampia su preoccupazioni emotive, conflitti o altre aree problematiche, in un ambiente sicuro e affidabile.

Come è nato lo psicodramma?

L’inventore dello psicodramma è Jacob Moreno, psichiatra, il quale sviluppò questo metodo nei primi anni del ‘900, tenendo la prima sessione nel 1921. A lui si deve il riconoscimento dell’importanza dell’approccio terapeutico di gruppo, nato dai suoi interessi per la filosofia, il teatro e il misticismo. Il teatro terapeutico nacque infatti quasi per caso, attraverso l’esame delle ripercussioni personali della recitazione teatrale su un’attrice: Barbara.

Dal 1921 al 1924, con il Teatro improvvisato, Moreno chiedeva ad un soggetto, nell’ambito di una rappresentazione scenica improvvisata, di assumere un ruolo per lui significativo, che gli permettesse di esteriorizzare sul palcoscenico i suoi vissuti.

Il ruolo doveva essere relazionato in modo significativo al tipo di disturbo comportamentale da trattare, ma anche alle esigenze motivazionali del soggetto, o alle sue fantasie. Il pubblico era importante: era davanti al pubblico infatti che si fabbricavano e si dipingevano le maschere,  nell’interazione dell’attore con gli altri spettatori. Moreno era fortemente convinto dell’importanza del pubblico nei fenomeni di gruppo.

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Chi era Jacob Moreno?

Moreno era uno psichiatra e sociologo di nazionalità rumena, poi naturalizzatosi viennese. Il suo nome era semplicemente Jacob Levy; solo in seguito aggiunse il cognome Moreno, con il quale divenne famoso un tutto il mondo. Moreno completò i suoi studi presso l’Università di Vienna e fu anche allievo, piuttosto critico per la verità, di Sigmund Freud.

Del fondatore della psicoanalisi Moreno non apprezzava quella che, a suo modo di vedere, era una ripartizione arbitrara della struttura della personalità, che per lui non aveva alcun fondamento. Moreno fu invece molto influenzato da Rousseau, Pestalozzi e Froebel, dalla filosofia di Bergson e dalla psicologia di Jung.

Alla fine degli anni ’30 fondò il Beacon Hospital, che comprendeva un teatro terapeutico in cui lo psicodramma poteva essere praticato come parte della terapia. Nel 1942 fondò la Società Americana di Psicoterapia e Psicodramma di gruppo. Dopo la sua morte, nel 1974, sua moglie, Zerka, continuò a viaggiare, insegnando e addestrando altri allievi allo psicodramma.

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Quali altri terapeuti importanti hanno lavorato in questo settore?

Altre figure degne di nota sono Martin Haskell, Eya Fechnin Branham, Anne Ancelin Schutzenberger, Gretel Leutz e Marcia Karp.

Quale è la teoria e lo scopo dello psicodramma?

Moreno ha descritto lo psicodramma come “l’esplorazione scientifica della verità, attraverso il metodo teatrale”. L’approccio, fondato su principi di creatività e spontaneità, combina sociometria, dinamiche di gruppo e teoria dei ruoli per evocare risposte cognitive, emotive, comportamentali in coloro che sono in trattamento, allo scopo di raggiungere una nuova prospettiva, attraverso una migliore comprensione del proprio ruolo nella vita, dei modi in cui si interagisce con gli altri, dei propri punti di forza e di debolezza. In particolare, lo psicodramma può aiutare le persone a vedere se stesse e le loro situazioni da una prospettiva esterna.

Con lo psicodramma entrarono nella psicoterapia contemporanea i metodi ‘attivi’, cioè quelli che ricorrono all’utilizzo del linguaggio del corpo e ad una regia terapeutica basata sul fare, oltre che sul dire. 

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Quali sono le tecniche dello psicodramma Moreniano?

Le tecniche originarie dello psicodramma di Moreno prevedevano:

  • la spontaneità creativa come forza propulsiva (essa è normalmente sacrificata dal ruolo sociale, ma può essere recuperata per mezzo dell’azione scenica);
  • la fiducia nei compagni;
  • una comunità basata su questi principi.

Moreno, parlando delle sue tecniche diceva infatti che: ‘il vecchio divano dello psicoanalista è stato sostituito dal teatro della spontaneità’. Recitando più ruoli, il paziente realizzava la possibilità di riportare alla luce anche le sue fantasie più represse. L’Io emergeva da una catarsi psichica e si ricomponeva integrandosi nelle sue componenti e nel sociale al quale apparteneva.

Moreno era convinto che non poteva esservi terapia individuale se, al tempo stesso, non si modificavano le condizioni relazionali collettive. Per il creatore dello psicodramma l’uomo si realizza veramente solo quando può esprimersi liberamente, nonostante le barriere sociali.

La creatività, scriveva Moreno, “ è la forza che spinge l’individuo a cercare una risposta adeguata per una nuova situazione, o una nuova risposta per una vecchia situazione”.

Egli sosteneva che è necessario addestrarsi alla spontaneità, per migliorare il comportamento, la capacità di orientamento, la concretezza, la saggezza. Per Moreno soprattutto i giovani avevano molto bisogno di questo ritorno alla semplicità, recuperando lo stato di spontaneità caratteristico della età infantile.

I protagonisti dello psicodramma moreniano devono imparare ad improvvisare il loro ruolo, partendo da una situazione presente, passata, futura o immaginaria. Chiaramente è sottinteso che l’utilità della rappresentazione sta nel consentire al soggetto di proiettare nel dramma che sta recitando le sue reali preoccupazioni, le sue attrazioni, le sue repulsioni.

Le sessioni di questo tipo di psicodramma vengono eseguite in gruppo, con cadenza settimanale. In genere ogni gruppo è composto da 8-12 membri. Le sessioni generalmente durano da un’ora e mezza a due ore. Ogni psicodramma si concentra sulla situazione di vita di un individuo, con i membri del gruppo che assumono i ruoli secondo necessità.

Una sessione viene tipicamente eseguita in tre fasi: la fase di riscaldamento, la fase di azione e la fase di condivisione. Attraverso il ruolo e il gioco basato sull’azione teatrale, il protagonista e gli altri partecipanti sviluppano informazioni sui problemi passati, attuali e probabilmente futuri di ogni singolo partecipante.

L’obiettivo della fase di riscaldamento è aiutare a stabilire un rapporto di fiducia, oltre che la coesione di gruppo e un senso di sicurezza tra i membri. Senza fiducia infatti, i membri del gruppo potrebbero non sentirsi a proprio agio nell’esplorazione dei problemi o dei conflitti che emergono durante la terapia. Una tecnica spesso utilizzata nel warm-up è la presentazione dei ruoli, in cui i membri del gruppo adottano un certo ruolo per presentarsi.

Nello psicodramma infatti, i membri del gruppo recitano spesso ruoli di persone che appartengono alla vita degli altri membri: questa tecnica può aiutare a fornire informazioni a coloro che appartengono al gruppo. Mentre i membri si conoscono l’un l’altro, un membro può offrirsi come volontario per agire come protagonista dello psicodramma, o come obiettivo principale dello psicodramma.

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Nella fase di azione, il protagonista – con l’aiuto del terapeuta – crea una scena basata su eventi significativi nella sua vita attuale. Il terapeuta dirige la sessione, mentre altri membri del gruppo fungono da io ausiliari, o individui della vita del protagonista. Il resto dei membri del gruppo agisce come un pubblico.

Nella fase di azione possono esservi :

  • Inversioni di ruolo, quando il protagonista esce dal proprio ruolo e mette in scena il ruolo di una persona significativa nella propria vita. Questa azione può aiutare il protagonista a capire il ruolo dell’altro e aiutare il regista (terapeuta) a capire meglio le dinamiche relazionali. Ciò potrebbe anche aiutare ad aumentare l’empatia del protagonista.
  • Mirroring: il protagonista diventa un osservatore mentre un altro membro  funge da io ausiliario, prendendo in scena il ruolo del protagonista, recitando un evento che il protagonista può osservare. Questa tecnica può essere utile quando un membro del gruppo sta vivendo sentimenti estremamente negativi o si sente separato o distaccato dalle emozioni provocate in scena.
  • Raddoppio: un membro del gruppo adotta il comportamento e i movimenti del protagonista, esprimendo ad alta voce qualsiasi emozione o pensiero che il membro crede essere i sentimenti e i pensieri del protagonista. Questa tecnica può essere utilizzata per costruire empatia con il protagonista o per sfidare, in modo costruttivo e non aggressivo, qualche aspetto della scena o le azioni del protagonista.
  • Soliloquio: il protagonista collega pensieri e sentimenti interiori davanti al pubblico. Durante la fase di condivisione, il regista torna al ruolo di terapeuta per facilitare l’elaborazione della scena. Elaborare il significato dei sentimenti e delle emozioni che sono venuti alla luce è ritenuto essenziale per la trasformazione auspicata.

La fase di condivisione, infine, fornisce il tempo per una discussione di gruppo sugli eventi che si sono verificati nella fase di azione.

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Quali sono i limiti dello psicodramma moreniano?

Poiché lo psicodramma moreniano pone una forte enfasi sulla fiducia e la sicurezza nel gruppo, i terapeuti generalmente preparano il gruppo attraverso un prescreening, perché garantisce che i membri del gruppo siano aperti a lavorare su questioni delicate.

La componente esperienziale dello psicodramma può richiedere inoltre un lungo periodo in cui i membri del gruppo devono sviluppare sufficiente fiducia reciproca, per sentirsi a proprio agio nell’agire spontaneamente alcuni aspetti della loro vita.

La riservatezza su ciò che si apprende sugli altri deve essere un punto fermo all’interno del gruppo. Per questa ragione, all’inizio dell’esperienza, ciascun membro del gruppo deve in genere firmare un contratto in cui si impegna alla riservatezza.

Se un membro del gruppo divulga informazioni sul gruppo, normalmente il terapeuta tiene una riunione con tutti i partecipanti per decidere democraticamente se mantenere quella persona nel gruppo. Qualsiasi minaccia alla riservatezza può inoltre influire sulla fiducia e sulla sicurezza all’interno del gruppo, il che potrebbe ulteriormente ostacolare l’efficacia dello psicodramma per le persone coinvolte.

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Ci sono altri modi di usare la tecnica dello psicodramma?

Si: dagli anni quaranta in avanti lo psicodramma è stato utilizzato anche secondo una impostazione prevalentemente psicoanalitica, allontanandosi quindi dall’impronta dichiaratamente antipsicoanalitica di Moreno e perdendo così il carattere di psicoterapia catartica (ritenuta poco efficace, da sola, nel compito di trasformare la struttura psichica del profondo).

Lo psicodramma psicoanalitico vieta il contatto fisico fra partecipanti, assegna agli analisti presenti il compito di costituire l’oggetto del transfert e ai partecipanti quello delle identificazioni, mentre lo scopo della rappresentazione, che avviene in assenza di pubblico, non ha in vista la catarsi, ma l’interpretazione, non della realtà rappresentata, ma dell’immaginario del paziente-protagonista sul piano simbolico.

Le sedute si svolgono in orari che sono regolarmente stabiliti, in spazi che non ospitano accessori teatrali e sono condotte da due analisti, di solito di sesso diverso, a cui spetta il compito dell’interpretazione dei conflitti che lo psicodramma evidenzia.

Con lo psicodramma psicoanalitico la persona è messa in condizione di (ri)sperimentare delle situazioni piuttosto che raccontarle. La persona può parlare con le diverse parti di sé, o con le diverse persone della propria vita (ora interiorizzate), piuttosto che parlare di esse.

Ciascuna seduta, per questo tipo di psicodramma, dura da 15 minuti a 2 ore. I partecipanti devono calarsi nei panni della persona che rappresentano: avere quella determinata età, quel modo di comportarsi, di essere. L’ azione può riguardare una situazione presente o passata, relativamente a conflitti familiari, scolastici, lavorativi, di coppia, ecc.

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Chi potrebbe beneficiare di questa terapia?

L’approccio dello psicodramma si è dimostrato efficace nel facilitare l’espressione di forti emozioni e sentimenti, oppure per le persone che devono imparare a contenere meglio le loro emozioni.

Poiché la tecnica enfatizza il corpo e l’azione, così come l’emozione e il pensiero, è considerata una tecnica olistica e si ritiene che sia efficace per una vasta gamma di problemi. Gli individui che hanno difficoltà nelle relazioni, problemi nella funzione sociale ed emotiva, che hanno subito traumi, soffrono di disturbi alimentari, hanno scarsa autostima ecc., potrebbero trovare un approccio utile nello psicodramma.

L’obiettivo dichiarato è un ‘riaddestramento ai ruoli’, cioè prepararsi a svolgere ruoli diversi, con la libertà di uscire dal circolo vizioso della ripetizione di altri ruoli in cui il soggetto pensa di aver fallito.

Dr. Giuliana Proietti

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