Robert Mapplethorpe: una biografia
Robert Mapplethorpe è stato un artista americano, famoso per aver forzato i confini della fotografia, sia nella scelta dei soggetti (spesso immagini controverse e sessualmente esplicite) che nella particolare tecnica.
Mapplethorpe divenne famoso negli anni Settanta e Ottanta, per le sue fotografie di uomini omosessuali nudi, ma nella sua vita artistica ha anche fotografato soggetti più tradizionali come ad esempio i fiori (in quanto organi sessuali delle piante. In particolare ha ritratto orchidee e gigli Calla). Suoi sono inoltre i ritratti dei più influenti artisti del periodo in cui visse, scrittori e musicisti che frequentavano l’ambiente artistico newyorkese, tra cui Andy Warhol, Truman Capote, Amanda Lear e Patti Smith.
In una intervista del 1988 l’artista dichiarò: Non mi piace quella particolare parola ‘scioccante‘. Sto cercando l’imprevisto. Sono alla ricerca di cose che non ho mai visto prima … Ero in grado di riprendere quelle immagini. Ho sentito l’obbligo di farlo”.
Robert Mapplethorpe nacque il 4 Novembre 1946, nel Queens. La famiglia era di origine irlandese e di religione cattolica e Robert era il terzo di sei fratelli. Nel 1963 e si iscrisse al Pratt Institute, a Brooklyn, dove cominciò a studiare pittura e scultura. Il giovane Robert, in realtà poco interessato allo studio, strinse amicizia con gli studenti del corso di arte e abbandonò gli studi, dopo aver iniziato a consumare droghe: marihuana, LSD, speed, consumo che durerà per tutta la sua vita.
Il periodo storico in cui visse questo artista fu un periodo di forti contestazioni sociali e di cambiamenti: dalle manifestazioni contro la guerra nel Vietnam, alla rivolta studentesca, ai movimenti di liberazione della donna e delle prime associazioni omosessuali; era inoltre il tempo della rivoluzione pop, del new dada, di Andy Warhol, della liberazione sessuale e della body art.
Nel 1967 l’artista incontrò sulla sua strada l’artista, poetessa e musicista Patti Smith (allora solo una giovane ragazza spiantata, da poco arrivata a New York) della quale si innamorò. I due andarono a convivere dapprima a Brooklyn e poi al Chelsea Hotel di Manhattan, un luogo di ritrovo per artisti, scrittori e musicisti nei primi anni Settanta. Dopo qualche anno vissuto come amanti, Patti e Robert rimasero semplicemente amici e continuarono a condividere la stessa stanza. Patti Smith fra il 1970 e il 1973 fu ristratta più volte da Mapplethorpe (la foto più celebre è quella della copertina dell’album di Patti Smith, Horses).
Mapplethorpe all’inizio non pensava di diventare un fotografo, e dal 1970 al 1974, le sue opere consistevano principalmente in dei collages relativi ad immagini di uomini, tratte da riviste pornografiche. Essi venivano accostati, in questi collages, a dipinti e oggetti della vita quotidiana. Fu solo per cercare immagini adatte a questi collages che Mapplethorpe si rivolse alla fotografia, inizialmente utilizzando una Polaroid SX-70. Nel 1973, la Light Gallery di New York City organizzò la sua prima exhibition, chiamata appunto “Polaroids.” Due anni dopo il fotografo passò ad una Hasselblad medium-format e cominciò a ritrarre le persone che lo circondavano: artisti, musicisti, celebrità, ma anche attori del cinema porno. Lavorò anche in progetti più commerciali, come le copertine per gli album di Patti Smith, e per la rivista Interview di Andy Warhol.
Suoi soggetti preferiti erano certamente i nudi maschili, ritratti spesso in momenti di autoerotismo, con l’unica eccezione della serie di nudo femminile della culturista Lisa Lyon, campionessa di body building nel 1980. Nelle sue immagini il fotografo intendeva spezzare deliberatamente il confine tra foto d’arte e foto pornografica, adottando soggetti e temi tipici della “pornografia” nel contesto delle immagini d’arte. Come soggetti della sua arte scelse ad esempio coppie autentiche gay ritraendole in pratiche erotiche “estreme” (fist-fucking, bondage ecc.). Ciò di cui si evitava di parlare esplicitamente, veniva ora rappresentato in immagini ed esposto a tutti, nelle gallerie d’arte.
Dal punto di vista della tecnica, il fotografo ebbe uno stile personale classico e moderno nello stesso tempo, attraverso immagini atemporali (le sue fotografie sono curate nel minimo dettaglio: i corpi, come i fiori, sono armonici, impeccabili, ritratti in ambientazioni quasi asettiche, tanto da ricordare la pittura e la scultura rinascimentale, in particolare Michelangelo).
Due sue amici furono particolarmente influenti nella sua vita e nella sua carriera: John McKendry, Curatore delle Stampe e Fotografia presso il Metropolitan Museum of Art di New York, che nel 1971 lo convinse ad occuparsi di fotografia a tempo pieno e il collezionista Sam Wagstaff, incontrato nel 1972, di cui Robert divenne amico e amante, fino alla morte di Wagstaff nel 1986, di AIDS. È grazie a Wagstaff che Robert ottenne finalmente l’accesso agli ambienti della buona società americana ed anche una certa stabilità economica. Nell’ottobre del 1972 l’artista lasciò infatti l’appartamento condiviso con Patti Smith per andare a vivere in un loft di Bond Street.
Wagstaff chiamava Robert “il mio pornografo timido” e fu in un certo senso lui ad introdurre il suo giovane amico in quel mondo gay di New York che viveva di droga e sesso estremo, che poi Mapplethorpe raccontò nelle sue fotografie.
Patti Smith li ricorda come una coppia di persone che vissero e morirono nella ricerca ossessiva della perfezione estetica e della sensazione erotica. Una coppia che non può che far tornare alla mente i dandies di fine secolo, ed in particolare Oscar Wilde e Alfred Douglas, fra i quali vi era peraltro la stessa differenza di età (25 anni).
Mapplethorpe fece le sue prime mostre importanti nel 1977, a New York: una mostra di fotografie di fiori presso la Holly Solomon Gallery e una su nudi maschili e immagini sadomaso in cucina. Le superfici delle sue stampe offrono una gradazione infinita di bianchi e neri, luci e ombre. Indipendentemente dal soggetto, le sue immagini sono sempre allo stesso tempo eleganti e provocatorie.
Nel 1986 a Robert fu diagnosticata l’AIDS. Malgrado la malattia, l’artista continuò a lavorare, con il consueto entusiasmo. Nel 1988 furono organizzate quattro mostre principali del suo lavoro: Museo Stedelijk di Amsterdam, il Whitney Museum of American Art di New York, l’Institute of Contemporary Art, la University of Pennsylvania, Philadelphia, e la National Portrait Gallery, di Londra. Nel giugno 1989 la Corcoran Gallery of Art di Washington, D.C., cancellò invece un’esibizione di arte fotografica di Robert Mapplethorpe dopo aver ricevuto più di 100 proteste da parte di politici conservatori sul fatto che l’artista avesse ricevuto delle sovvenzioni dal National Endowment for the Arts. I conservatori vedevano le immagini di Mapplethorpe come “prive di valore artistico” oltre che “pornografiche e scioccanti, da qualsiasi punto di vista” (Quigley 2005).
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Morì, per le complicazioni causate dall’AIDS, il 9 marzo 1989, a Boston. Patti Smith ricorda questo momento, nel libro Just Kids (2010), con queste parole: “Ci salutammo e lasciai la stanza. Qualcosa mi spinse a tornare indietro. Era scivolato in un sonno leggero. Restai a guardarlo. Così sereno, come un bambino vecchissimo. Aprì gli occhi e mi sorrise. “Sei già tornata?” Poi si riaddormentò. L’ultima immagine di lui fu come la prima. Un giovane che dormiva ammantato di luce, che riapriva gli occhi col sorriso di chi aveva riconosciuto colei che mai gli era stata sconosciuta”.
Dal punto di vista artistico e storico si può dire che fu per merito suo se nella fotografia è caduta la barriera artificiale fra “arte” e “pornografia”. Al punto che oggi l’imitazione mimetica dei codici e delle convenzioni della fotografia pornografica nella foto d’arte sono utilizzate anche nelle campagne pubblicitarie.
Verso la fine della sua vita l’aperta natura erotica ed omosessuale di molti dei suoi lavori fece scattare una controversia più generale sulla liceità dei finanziamenti pubblici per opere così provocatorie (o, secondo altri, pornografiche). Molte organizzazioni conservatrici e religiose si opposero ai finanziamenti pubblici per i suoi lavori e le sue esposizioni, e questo aprì un dibattito sul funzionamento del National Endowment for the Arts (Sovvenzione nazionale per le arti).
L’allestimento della mostra The Perfect Moment nel 1990 a Cincinnati (che comprendeva sette ritratti sadomaso) portò al processo contro il Cincinnati Contemporary Arts Center e contro il suo direttore Dennis Barrie con l’imputazione di induzione all’oscenità. Barrie e il museo furono in seguito prosciolti, ma questo non riuscì a spegnere l’infuocato dibattito sull’opera di Mapplethorpe.
Oggi le fotografie di Mapplethorpe si trovano nei maggiori musei del mondo. La vita e l’opera di Mapplethorpe sono oggi testimoniate dalla Fondazione Mapplethorpe, creata dall’artista un anno prima di morire, per promuovere la fotografia, finanziare musei che fanno mostre di arte fotografica e la ricerca medica sull’AIDS e L’HIV.
Dr. Walter La Gatta
Immagine:
Autoritratto, Fondazione Mapplethorpe
Guarda il tributo a Mapplethorpe (video)
Una intervista sull'ipnosi
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Dr. Walter La Gatta
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise.
Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia
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