Saper parlare in pubblico: come migliorarsi
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Saper parlare in pubblico: come migliorarsi

Saper parlare in pubblico: come migliorarsi

Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta

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Per secoli, le persone hanno messo in dubbio la propria capacità di parlare di fronte agli altri. Si dice che l’ oratore romano Cicerone (106-43 a.C.) impallidisse e tremasse prima di qualsiasi discorso. Ma è stato nel XX secolo che l’ansia comunicativa è stata studiata in modo approfondito ed è stata descritta con diversi termini, tra cui paura del palcoscenico , riluttanza a comunicare e apprensione comunicativa. Cerchiamo di saperne di più.

Perché è importante saper parlare in pubblico?

Perché si tratta di una abilità che può offrire molte opportunità alla propria vita e al proprio lavoro.

Quante persone temono il parlare in pubblico?

Le ricerche suggeriscono che circa un parlante su cinque soffre di un’elevata apprensione comunicativa. Questo può rendere difficili tutte le occasioni in cui si presenta un’occasione per parlare, anche con un capo o con un insegnante, così come contribuire a una discussione di gruppo o tenere una presentazione.

Perché è difficile parlare di questa ansia da palcoscenico in termini generali?

Perché è un fenomeno complesso (le cause, gli indicatori e le opzioni di trattamento variano), individuale (colpisce gli oratori in modo diverso) e instabile (livelli di ansia variabili durante e tra una presentazione e l’altra). Concentrarsi sulle differenze individuali significa riconoscere che pensieri e sentimenti interiori potrebbero non corrispondere al comportamento esterno. Ad esempio, un interlocutore che appare disinteressato potrebbe in realtà provare una sensazione di mancanza di controllo.

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Quale è il problema principale di chi teme di parlare in pubblico?

Il solo pensiero di dover salire su un palco porta spesso a farsi domande del tipo: e se al pubblico non piacesse il mio discorso? E se mi dimenticassi cosa devo dire? E se apparissi troppo in confusione? La maggior parte dei timori sul parlare in pubblico derivano dalla paura di essere giudicati.

Da cosa deriva la paura di parlare in pubblico?

I ricercatori ipotizzano che l’intensa paura di parlare in pubblico provenga dall’evoluzione. In passato, quando gli esseri umani erano minacciati da grandi predatori, vivere in gruppo rappresentava una importante possibilità di sopravvivenza e una separazione, di qualsiasi tipo, avrebbe certamente significato la morte. Stare da soli davanti a una stanza piena di gente, uscire dal branco, potrebbe far sentire una sensazione di debolezza o di minaccia.

Un’altra teoria afferma che quando si entra in uno stato di ansia sociale, che è comune nel parlare in pubblico, la capacità di cogliere facce ostili aumenta. In uno studio del 2009 , lo psicologo Matthias Wieser ha misurato le risposte cerebrali dei partecipanti, opportunamente resi ansiosi con la comunicazione di dover fare un discorso in pubblico, e vedere le loro reazioni  a facce apparentemente arrabbiate, felici e neutre. Risultato: quando si è tesi e nervosi si tende a concentrarsi sull’unica persona che appare arrabbiata o annoiata, il che aumenta l’ansia.

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IMPARARE A PARLARE IN PUBBLICO

Quale è il punto di partenza di un buon relatore?

Il punto di partenza è che non si deve pensare di parlare “in pubblico”, rimanendo completamente concentrati su se stessi, ma parlare “al pubblico”, coinvolgendo l’uditorio nei propri discorsi e cercando di emozionarlo, oltre che dargli informazioni che possano interessarlo.

Quali sono le tecniche verbali più conosciute?

Il professore di economia John Antonakis (Harvard), ha esaminato le strategie verbali più carismatiche. Nella sua ricerca, ha scoperto che le tecniche verbali carismatiche in una presentazione sono le seguenti:

  • Usare metafore, similitudini e analogie. Le metafore sono come delle mini-storielle che servono da esempio. Questo è il modo più potente per far passare le idee.
  • Suddividere il messaggio in tre idee principali, per facilitare la comprensione e il ricordo di quanto si vuole dire.
  • Domande retoriche.  Una domanda retorica è una domanda che si fa al pubblico per ottenere attenzione, anche se non ci si aspetta nessuna risposta. Qualcosa del tipo “Sai come può funzionare questo suggerimento per te?” o “Quanti di voi si sono sentiti come l’uomo della storia che ho appena raccontato?” Queste domande retoriche coinvolgono le persone, perché mentalmente sono portate a dare una risposta (a volte ciò avviene anche nella realtà…).
  • Parlare con energia. Non è importante solo quello che si dice, ma come lo si dice.

ISPIRARSI AI GRANDI RELATORI

Cosa hanno di speciale i migliori relatori?

I ricercatori di Quantified Communications hanno utilizzato un software per confrontare i modelli dei migliori relatori. Hanno scoperto che i relatori più fiduciosi di sé dimostrano il 22,6 percento in più di passione rispetto ai relatori ansiosi e insicuri, il che significa che la loro prestazione mostra un tipo di energia che indica che sono davvero coinvolti nel loro argomento.

Un altro risultato di Quantified Communication riguarda il pubblico. Si è visto che i relatori più fiduciosi usano il 46,9% in più un linguaggio inclusivo rispetto ai relatori più agitati, il che significa che cercano di coinvolgere il pubblico nel messaggio.

Le emozioni aggiungono sapore, gusto e personalità ai discorsi, alle storie e alle idee. E’ importante, dunque, emozionare il pubblico per avere buoni risultati nella propria presentazione.

Un altro fantastico suggerimento di public speaking di Nancy Duarte è inquadrare il discorso sulla risoluzione di un problema. Il relatore promette una soluzione al problema che ha presentato, in modo da alleviare le preoccupazioni e fornire sollievo al pubblico. I migliori discorsi vanno dal problema alla soluzione del problema, facendo fare al pubblico un viaggio emotivo.

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La CEO ed esperta di presentazioni professionali Nancy Duarte ha trascorso anni a studiare le strategie retoriche per scoprire ciò che rende potenti alcuni discorsi, mentre altri non riescono ad affascinare il pubblico. Quello che ha scoperto è che tutti i grandi oratori, da Martin Luther King Jr. a Steve Jobs, seguono tutti la stessa struttura, che è la seguente:

  1. Iniziare spiegando ” cos’è” ciò di cui si sta parlando. Si può usare una storia personale, una citazione, una statistica sorprendente:  qualcosa che possa catturare il pubblico e interessarlo all’argomento.
  2. Spiegare che cosa potrebbe essere, cosa potrebbe essere cambiato e quali possono essere gli obiettivi.  Occorre coinvolgere l’uditorio, interessandolo a quello che si sta dicendo: cosa cambierà per loro? Come sarà la loro vita? Come sarà la loro giornata? 

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COMPORTAMENTO NON VERBALE

Cosa è importante sapere quando ci si prepara a una presentazione?

Quando si fa una presentazione, occorre dare una sensazione di sicurezza sulle informazioni che si stanno condividendo. Per questo motivo è una buona idea  esercitarsi a ripetere il messaggio davanti a persone amiche, chiedendo loro di fare tutte le critiche del caso, in modo da essere aiutati a scoprire i propri difetti di comunicazione.

I migliori oratori sanno anche che non piaceranno a tutti, quindi se anche le persone sembrano non gradire ciò che si sta dicendo loro, ma si è sicuri di ciò che si vuole trasmettere, non bisogna preoccuparsi: non tutti i discorsi piacciono!

Quanto è importante il comportamento non verbale?

Una delle cose più importanti da sapere del parlare in pubblico è che il comportamento non verbale comunica più delle parole che si dicono. Ad esempio, i gesti delle mani, il sorriso e la varietà del tono della voce sono essenziali per affascinare il pubblico.

Nel linguaggio non verbale è importante non incrociare le braccia, non mettersi le mani in tasca, non rendersi più piccoli di quello che si è, ma anzi aprire il proprio corpo e le braccia.

Come sembrare sicuri di sé nella stanza dell’evento?

Portare con sé solamente un oggetto.  Una serie di ricerche ha scoperto che le persone che portano con sé più di una cosa, come una borsa e una valigetta, o una valigetta e un cappotto, sono percepite come meno organizzate e più smemorate.

Prima di andare a una riunione o a un evento, assicurarsi di lasciare cappotti e oggetti in macchina, in modo da non doverle portare con sé.

Dr. Walter La Gatta

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Cosa è bene evitare assolutamente?

Evitare di toccare il proprio corpo. In particolare, evitare di torcersi le mani, di schioccare le nocche, di toccarsi il ​​viso o i capelli, di fare rotazioni del collo o di mordersi le labbra.

IPNOSI CLINICA: una intervista al Dr. Walter La Gatta

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Fare riunioni online può essere di aiuto?

In genere no. Questo porta alla situazione piuttosto imbarazzante di parlare a file di piccole caselle su uno schermo: una configurazione che non solo limita i segnali non verbali più ampi, ma limita anche le battute generali tra i partecipanti. Il lato positivo è che questo può rendere le sessioni più efficienti in termini di tempo, ma tende comunque a rendere le conversazioni più artificiose.

FARE LE PROVE: COME?

Un grosso errore commesso dai relatori è quello di non provare abbastanza, e nel modo giusto. Se si vuole fare una presentazione che sia abbastanza avvincente da ispirare il pubblico, occorre concedersi tutto il tempo per prepararsi, in modo che, quando si sale sul palco, si conosce perfettamente la presentazione.

  • Leggere i contenuti ad alta voce o in presenza di una persona amica. Apportare le modifiche fino a quando la struttura dei contenuti scorre, suona naturale e trasmette il messaggio.
  • Entrare in contatto con i movimenti del corpo e gli oggetti presenti sulla scena.
    Questo è il passaggio che la maggior parte delle persone dimentica di fare; anche se si hanno contenuti brillanti, si può comunque apparire goffi sul palco perché si è troppo rigidi, non si sa cosa fare con le mani, o non ci si è esercitati con gli oggetti di scena per le presentazioni.
  • Fare almeno una prova generale completa. Invitare un paio di persone amiche mentre si fa la presentazione. Indossare anche l’abito scelto per l’evento e fare pratica, come se la presentazione fosse reale.

I migliori relatori sanno anche usare il senso dell’umorismo, anche se parlano di cose molto serie. Portare il pubblico a sorridere, crea un clima di alleanza e di partecipazione.

Infine, è importante che il relatore capisca che sta parlando al pubblico e non in pubblico e che il pubblico percepisca il relatore come autentico e onesto.

Dr. Walter La Gatta



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Foto di ICSA 

Dr. Walter La Gatta Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise. Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche) Il Dr. Walter La Gatta si occupa di: Psicoterapie individuali e di coppia Terapie Sessuali Tecniche di Rilassamento e Ipnosi Disturbi d’ansia, Timidezza e Fobie sociali. Per appuntamenti telefonare direttamente al: 348 – 331 4908 (anche whatsapp) email: w.lagatta@psicolinea.it Visita la pagina Facebook e il profilo Twitter Visita anche www.walterlagatta.it

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