Siamo tutti Robin Hood?

Questa mattina, nel programma condotto da Antonio, di Radio Kiss Kiss , mi hanno chiesto un parere su una ricerca appena pubblicata da Nature, che riporto qui nella versione italiana di Galileo:

Siamo per natura più inclini a punire un ricco che un povero, almeno in base a quanto suggerisce uno studio apparso oggi su Nature, secondo cui il comportamento economico dell’essere umano sarebbe mosso a livello emotivo da un senso di equità sociale.
La ricerca, guidata da James Fowler dell’Università della California di San Diego, ha riscontrato in una simulazione la tendenza del singolo all’interno di una società a compensare gli squilibri economici, favorendo i più poveri e ostacolando i più ricchi. Studi precedenti avevano evidenziato come le persone appartenenti a uno stesso gruppo tendessero ad accettare di pagare di persona delle multe pur di contribuire al successo del proprio clan di appartenenza. Tuttavia, ciò non permetteva di concludere se obiettivo della scelta fosse di natura etica oppure di calcolata convenienza nel medio periodo.
Per cercare di rispondere al quesito, i ricercatori statunitensi hanno ideato un gioco di società, coinvolgendo 120 volontari distribuiti in gruppi di quattro persone. A ognuno dei partecipanti è stato consegnata in modo casuale una somma di denaro, quindi è stato chiesto a ciascuno di scegliere se tenere il proprio capitale per sé o cederlo agli altri per ridurre le differenze monetarie tra i partecipanti. In circa tre quarti dei casi, i giocatori hanno scelto di autoridursi il capitale a vantaggi dei meno abbienti. Ripetendo l’esperimento in più manche, il risultato complessivo è stato quello di un livellamento finale dei capitali fra i partecipanti. Lo studio mostrerebbe pertanto che le persone sono disponibili a rinunciare al loro denaro senza scopi di lucro. Sembrerebbe così che le azioni umane siano ispirate da motivazioni emotive, legate a un istintivo bisogno di equità. Una conclusione ottimista che, secondo i ricercatori, potrebbe spiegare l’esigenza costante nella storia dell’umanità di forme di cooperazione.

Queste sono state le mie osservazioni:

1 Sicuramente esiste un bisogno di equità sociale che attiva forme di cooperazione rivolte al bene comune, ma in questo c’è anche una forma di egoismo, in quanto è difficile essere pienamente felici se, intorno a noi, vediamo scene di tristezza e di dolore;

2. Robin Hood era un ‘bandito sociale’, uno che rubava ai ricchi per dare ai poveri, ma anche in questa leggenda, non tutti erano dalla parte del ‘bandito buono’: il popolo lo amava, ma i ricchi lo detestavano… Facile spiegarsi i perché.

3. Quando si fanno questo genere di ricerche, ci si basa su giochi di ruolo, difficili da trasporre alla realtà: quando giochiamo a Monopoli siamo tutti capaci di regalare case e alberghi a chi non ne ha, ma poi magari ci pensiamo su due volte se un amico ci chiede un libro in prestito…

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4. Del resto, tutti sono convinti di essere delle persone ‘buone’ e ‘generose’: quante persone conoscete che si autodefiniscono ‘cattive’ e ‘avare’? Tutti siamo buoni, fino a che non ci imbattiamo in un conflitto di interessi: allora si trovano sempre le migliori ragioni per giustificare i più esemplari atti di perfetto egoismo.

Dott.ssa Giuliana Proietti Ancona

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