Studi sulla frequenza dei rapporti sessuali

Studi sulla frequenza dei rapporti sessuali

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Quanto sono importanti i rapporti sessuali in una relazione?

L’intimità sessuale è fondamentale per la soddisfazione e la felicità vissuta nella relazione (Call, Sprecher e Schwartz, 1995; Sprecher & Cate, 2004). Le coppie che hanno rapporti sessuali “frequenti e soddisfacenti” esprimono una maggiore soddisfazione generale nella loro relazione (Call et al., 1995; Carlson, Han-son, & Fitzroy, 2016; Carlson, Miller, Sassler, & Hanson, 2016b; Sprecher & Cate, 2004), e questo fa aumentare anche la stabilità della coppia (Karney e Bradbury, 1995).

In passato è stata studiata la frequenza dei rapporti sessuali?

Il sesso nel matrimonio non è mai stato sentito come un problema sociale: per questo non sono state fatte molte ricerche sull’argomento prima degli anni novanta del secolo scorso. I primi studi di Kinsey e collaboratori (Sexual Behaviour in the Human Male, 1948 e Sexual Behaviour in the Human Female, 1953) hanno misurato soprattutto la frequenza dell’attività sessuale nella coppia in relazione alla fertilità e alla qualità percepita della relazione matrimoniale, senza tener conto dell’età. Il fattore età è invece importante perché, con il crescere dell’età decresce anche l’attività sessuale dei partners.

Call ed altri (The incidence and frequency of marital sex in a national sample, Journal of Marriage and the family, 57, 1995) hanno invece messo in evidenza come la frequenza dei rapporti sessuali diminuisca in maniera indirettamente proporzionale alla durata del matrimonio: più si sta insieme, meno si fa sesso. Il motivo è l’assuefazione allo stesso partner e il calo del desiderio

Vivere insieme infatti è un fattore che determina un calo della frequenza dei rapporti sessuali in una coppia (LaumannE.O., Michael R.T., Michaels S., The social organization of Sexuality: Sexual practices in the United States, University of Chicago Press, 1994).

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I rapporti sessuali in una coppia stabile sono cambiati negli ultimi anni?

Il ruolo e l’importanza del sesso all’interno di un rapporto di coppia stabile sono cambiati sostanzialmente nella storia, in coincidenza con i cambiamenti nell’atteggiamento di genere e nei comportamenti. Fino a non moltissimi decenni fa il sesso nella coppia era volto alla riproduzione e doveva soddisfare unicamente il partner maschile. Con la diffusione delle idee sui diritti all’uguaglianza e all’auto-realizzazione delle donne, il ruolo dell’amore nella relazione, la libertà nella scelta del partner, è diventato importante che l’intimità sessuale fosse soddisfacente per entrambi i partners (Coontz, 2006; D’Emilio & Freedman, 1988).

A partire dagli anni ’60 del secolo scorso le relazioni di coppia non hanno più il loro focus sulla riproduzione, ma anche su progetti di solidarietà, confidenza, fiducia e autorealizzazione (come dice Giddens, 1992, è stata introdotta “l’uguaglianza nel dare e ricevere emozioni” ).

La parità fra partners può migliorare la sessualità nella coppia?

L’equità percepita nella coppia favorisce l’intimità sessuale, in quanto migliora la qualità e la soddisfazione nella relazione (Frisco e Williams, 2003). Si è visto che la parità fra i due partners aumenta anche la frequenza dei rapporti (Call et al., 1995; Sprecher & Cate, 2004), soprattutto perché migliora i livelli di comunicazione  (Carlson, Miller, & Sassler, 2017; Pollock, Die, & Marriot, 1990; Rubin, Hill, Peplau, e Dunkel-Schetter, 1980).

Ricerche più recenti tuttavia mostrano che le famiglie in cui gli uomini svolgono lavori tradizionalmente maschili e le donne lavori tradizionalmente femminili vi è una frequenza sessuale più alta. L’essere simili favorisce la relazione, ma non l’eros, hanno concluso i ricercatori.

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Da cosa dipende la frequenza dei rapporti sessuali nella coppia?

La decisione di impegnarsi nei rapporti sessuali dipende non solo dal desiderio sessuale, ma anche dall’intesa che si viene a creare fra partners (Christopher & Cate, 1985; Cohen & Shotland, 1996; Hill, 2002). Ad esempio, molte donne possono avere rapporti sessuali non tanto per desiderio, quanto per mantenere la relazione sacrificando i propri bisogni, in favore dei bisogni del partner (Impett & Peplau, 2003).

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Avere rapporti sessuali più frequenti determina una maggiore stabilità nella coppia?

Non necessariamente, perché i rapporti sessuali devono essere non solo frequenti, ma anche soddisfacenti, per entrambi i partners, affinché questo possa essere considerato un elemento che favorisce la stabilità della coppia.

In uno studio volto a esaminare la connessione causale tra frequenza sessuale e felicità (la ricerca si è basata su 128 persone in buona salute di età compresa tra i 35 e i 65 anni, in rapporto di coppia stabile), i ricercatori della Carnegie Mellon University hanno chiesto ad un primo gruppo di coppie di raddoppiare la frequenza dei rapporti sessuali, mentre alle coppie dell’altro gruppo non è stata data alcuna indicazione.

I ricercatori hanno poi monitorato il grado di soddisfazione di entrambi i gruppi per un periodo di tre mesi. In un articolo pubblicato sul Journal of Economic Behavior & Organization (GeorgeLoewenstein, TamarKrishnamurti, JessicaKopsic, DanielMcDonald, 2015) , gli studiosi riferiscono che l’aver fatto più sesso non ha reso le coppie più felici, in parte perché l’aumento della frequenza aveva portato a un calo del desiderio e del godimento sessuale.

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Cosa si può fare per incrementare il desiderio sessuale?

Invece di concentrarsi sull’aumento della frequenza dei rapporti sessuali, le coppie dovrebbero impegnarsi nella creazione di un ambiente capace di stimolare il loro desiderio e rendere il sesso più piacevole e soddisfacente.

Quale è la frequenza dei rapporti sessuali ?

Abbiamo dati americani: secondo il General Social Survey, che raccoglie dati del National Opinion Research Council presso l’Università di Chicago dal 1972, la percentuale di persone che fanno sesso almeno una volta alla settimana è scesa dal 45% nel 2000 al 36% nel 2016. Vi sono anche altri indicatori:  nel 2016, sono stati venduti il 4% in meno di preservativi rispetto all’anno precedente e nel 2017 le vendite hanno subito una ulteriore riduzione del 3%.

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I giovani sono più attivi oggi rispetto al passato?

No. Uno studio dei dati GSS ha dimostrato che oltre il doppio dei millennials sono sessualmente inattivi nei loro primi anni ’20 rispetto alla generazione precedente. Il calo più marcato è stato evidenziato negli anni 2014- 2016. la tendenza al ribasso è iniziata dal 1985.

Leggi anche:  Storia delle disfunzioni sessuali femminili e relative terapie

Fare sesso è oggi obiettivamente più difficile?

E’ vero il contrario: non vi è più stigma sociale contro i rapporti sessuali fuori dal matrimonio, vi sono numerose forme di contraccezione, molti modi per trovare i partners, come ad esempio Tinder, vi sono farmaci per superare i limiti più frequenti negli uomini (Viagra e Co.), le donne non tengono più alla loro verginita. Il sesso oggi ha scarsissime limitazioni, rispetto al passato.

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Da cosa dipende allora il calo dei rapporti sessuali?

Dipende dal fatto che le persone sono meno spesso legate in un vincolo matrimoniale o all’interno di uno stabile rapporto di coppia. E’ diminuito dunque quel “sesso di convenienza“, facilmente reperibile all’interno di un rapporto stabile. Il sesso occasionale è meno frequente del sesso in un rapporto stabile. Il dato più impressionante è quello dei giapponesi: più del 40% dei giapponesi dai 18 ai 34 anni dichiara di essere vergine.

Ci sono anche altri fattori, come quell’oggetto cui si ha accesso immediato e che offre compagnia e svago in ogni momento, ovunque: lo smartphone. Oggi ci sono molte altre cose da fare, oltre al sesso: la tecnologia può essere un forte deterrente, specialmente quando c’è scarso desiderio.

Due economisti hanno pubblicato uno studio che esaminava il legame tra possesso di una televisione e frequenza sessuale nei paesi a basso reddito. Dopo aver analizzato i dati di 4 milioni di individui in 80 paesi, hanno scoperto che avere un televisore in casa era associato a un calo del 5% nella frequenza sessuale.

Nei paesi più ricchi dunque, dove vi sono moltissime altre alternative di intrattenimento è ancora più probabile che queste vengano introdotte perfino in camera da letto. (Uno studio online di 1000 americani commissionato dal produttore di letti Saatva ha scoperto che quasi il 40% di loro porta con sé un qualche dispositivo connesso a Internet. Circa il 60% di loro naviga in Internet dal letto e il 24% di loro si addormenta mentre sta facendo questo. Le persone più istruite sembrano essere più interessate degli altri a questo problema).

Un altro fattore non ancora molto studiato, ma emergente, è la grande diffusione dell’obesità, che uccide il desiderio, sia per l’aspetto fisico, sia perché genera impotenza nell’uomo. Anche la depressione, in costante aumento, è un fattore da prendere in considerazione: i farmaci utilizzati per la cura della depressione (SSRI) diminuiscono il desiderio sessuale. Che dire poi del lavoro su turni a causa dell’apertura del posto di lavoro  24 ore su 24, 7 giorni su 7? Ciò rende molto difficile alle coppie trascorrere del tempo insieme.


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Fra le coppie sposate si assiste a un calo dei rapporti sessuali?

Si. Il calo nella frequenza sessuale si è verificato tra le persone sposate con livelli più alti di istruzione. Ciò potrebbe riflettere una vita familiare maggiormente incentrata sul benessere dei figli, che limita il tempo dedicato alla coppia. Solo i sessantenni sono in controtendenza, in parte con un piccolo aiuto farmaceutico. La frequenza dei rapporti sessuali in questa fascia d’età supera quanto accadeva due decenni prima.

Quanta responsabilità ha la pornografia in tutto questo?

Il numero di ore di pornografia che viene consumato online è impressionante e il porno VR sta ormai decollando.  L’uso costante di pornografia è diventato uno dei problemi più frequenti delle coppie.  Pornhub, uno dei siti popolari, dice che i suoi picchi di utilizzo tra le 22:00 e l’1:00 di notte: più o meno quando una volta ci si dedicava al sesso. Alcuni neuroscienziati sostengono il consumo di pornografia pesante possa ricondizionare i circuiti di eccitazione del cervello per rispondere più allo schermo che a un essere umano. Altri esperti pensano che questa convinzione sia una sorta di “panico morale”.

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Ci sono anche cambiamenti nelle donne, che non si sentono più obbligate a fare i “doveri coniugali”?

Certamente anche questo aspetto è da considerare. Il movimento #MeToo ha fatto molto riflettere sul concetto di “consenso” e l’idea che le mogli possano sentirsi meno obbligate, rispetto al passato, ad avere rapporti sessuali, non è così lontana dalla realtà.

Fra l’altro va detto che il sesso coniugale per moltissime donne è poco soddisfacente (non raggiungono l’orgasmo) o perfino doloroso. In uno studio pubblicato nel 2017, Rosen ha scoperto che un terzo delle donne non l’ha mai menzionato al proprio partner perché si vergognavano, si sentivano inadeguate o temevano di “essere scaricate”.

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