Ero vestita: posso essere incinta?

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Dr. Walter La Gatta consulenza onlineDr. Walter La Gatta
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salve dottore ,le volevo chiedere mi scusi per al domanda alquanto stupida..ma…allora le racconto..io e il mio ragazzo,eravamo abbracciati strettissimi l’uno all’altro ma sempre vestiti alla fine di tutto questo mi ha detto che gli è uscito lo sperma… ora HO PAURA… le volevo chiedere SONO INCINTA???? mi aiuta ?la prego….grazie infintamente in anticipo…

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Gentilissima,

La sua non è affatto una domanda stupida:  evidentemente le lezioni di educazione sessuale nelle scuole non sono ancora in grado di aiutare i ragazzi a capire gli aspetti essenziali della sessualità, al fine di prevenire le gravidanze indesiderate.

Le rispondo allora che può stare tranquilla: se eravate vestiti non c’è nessun problema. La gravidanza inizia solamente se lo sperma viene depositato all’interno o in prossimità della vagina. In questo modo gli spermatozoi risalgono il canale vaginale, entrano nelle tube e, se trovano un ovulo, lo fecondano.

Rimanere incinta richiede dunque che gli spermatozoi raggiungano l’ovulo attraverso la penetrazione e il rilascio di sperma nella vagina. I vestiti fungono da barriera fisica che impedisce il contatto diretto tra il liquido seminale e i genitali femminili. Anche se lo sperma può sopravvivere per breve tempo fuori dal corpo, non può attraversare tessuti come cotone o altri materiali usati nei vestiti, rendendo la fecondazione impossibile in queste condizioni.

Gli spermatozoi non si trovano solamente nell’eiaculazione diciamo così ‘finale’, ma anche ‘durante’ l’eccitazione del ragazzo può uscire un po’ di liquido dal pene, che contiene ugualmente, anche se in misura molto minore, degli spermatozoi. Se e quando avrete rapporti completi vi consiglio di usare sempre, sin dal primo momento, il preservativo.

Cordiali saluti.

Dr. Walter La Gatta

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Relazione La sessualità femminile fra sapere e potere

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Convegno Diventare Donne
18 Marzo 2023, Castelferretti Ancona
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Ipnosi, Autoipnosi e parto

Ipnosi, Autoipnosi e Parto

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Le donne provano tutte dolore durante il parto?

No. L’esperienza del dolore, nel travaglio e nel parto, è molto differente fra donna e donna. Ad esempio, alcune donne spiegano le sensazioni del travaglio come uno sforzo fisico muscolare eccessivo, altre lo definiscono come un dolore progressivo, in altri casi il dolore appare come una grave dismenorrea primaria o / e la si descrive come una tortura.

D’altra parte, come riportato da Grantly, a volte le donne non sperimentano quasi nessun dolore nel travaglio e nel parto. Elementi fisici come le posizioni assunte dalle donne durante il travaglio e la gravidanza potrebbero influenzare il dolore. È stato inoltre dimostrato che fattori psicosociali, come sentimenti di autoefficacia, paura, sostegno sociale, strategie di coping e ansia, sono associati alle esperienze storiche di dolore da travaglio delle donne.


Ipnosi Clinica

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Quante donne chiedono farmaci per alleviare i dolori del parto?

La percentuale di donne che chiedono il farmaco per alleviare i dolori del parto è in costante aumento [Madden KL, Turnbull D, Cyna AM, Adelson P, Wilkinson C., 2011, Lally JE, Murtagh MJ, Macphail S, Thomson R., 2008]. Tuttavia, le donne che usano l’analgesia epidurale appaiono, nel complesso, meno soddisfatte della loro esperienza del parto [Lowe NK., 2002].

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Cosa offre l’ipnosi alle partorienti?

A causa della sua natura meno invasiva, l’ipnosi offre alle donne partorienti un’alternativa agli interventi farmacologici, di cui potrebbero aver bisogno, o che desiderano evitare. La rivalutazione del processo della nascita in un paradigma di benessere enfatizza le capacità delle donne di utilizzare la connessione mente-corpo per trarne il miglior vantaggio e questo può essere sicuramente utile, se usato come sostituto o in aggiunta ad interventi farmacologici sempre più comuni come l’uso di narcotici trasmessi per via endovenosa, l’uso di ossitocina o l’anestesia epidurale.

Le donne addestrate con ipnosi prenatale chiedono comunque l’analgesia farmacologica?

La ricerca ha mostrato che esse hanno meno probabilità di chiedere l’analgesia farmacologica (compresa l’epidurale) durante il travaglio, rispetto ai gruppi di controllo [Mehl-Madrona LE., 2004].

L’ipnosi può essere applicata come terapia del dolore?

Si. L’ipnosi può essere applicata come terapia per la riduzione del dolore (e per la diminuzione della necessità di anestesia farmacologica), oltre che per la diminuzione della paura, del dolore e dell’ansia associati al travaglio e al parto.

Quali sono gli altri vantaggi dell’ipnosi nel parto?

L’ipnosi è anche un metodo vantaggioso per controllare le diverse complicanze della gravidanza e diminuire la probabilità di parto prematuro in pazienti a rischio più elevato. L’applicazione dell’ipnosi nel preparare le pazienti al parto si basa sul presupposto che tale procedura possa diminuire l’ansia, rendere migliore la tolleranza al dolore, diminuire le complicanze del parto e migliorare il processo di guarigione.

Quale è la caratteristica indispensabile per l’applicazione di questa procedura terapeutica?

E’ la collaborazione della paziente durante la gravidanza e anche prima dell’inizio del parto.

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Quale è la percentuale di donne che può essere trattata con ipnosi?
L’ipnosi viene applicata con successo laddove l’analgesia epidurale regionale non è consigliata come ciclo di trattamento ed ha comunque effetto in circa il 30% delle donne partorienti. 

Dove agisce l’ipnosi?

L’applicazione della tomografia a emissione di positroni (PET) ha dimostrato che la parte frontale della corteccia cingolata è l’area cerebrale principale che potrebbe essere influenzata dalla modulazione ipnotica del dolore. La soppressione dell’attività neurale, tra le strutture primarie all’interno del sistema limbico e della corteccia sensoriale, può prevenire la chiarificazione emotiva della sensazione del dolore.

Cosa accade durante la procedura di ipnosi?

Durante la procedura di ipnosi viene limitata l’attenzione focalizzata , diminuisce la consapevolezza degli stimoli esterni e aumentano le comunicazioni verbali o non verbali “riparatrici”, condotte sull’inconscio della paziente, per cui le risposte comportamentali non dipendono da alcun ragionamento o sforzo cosciente.

Nel contesto del parto, i suggerimenti si concentrano sull’aumento delle sensazioni di sicurezza, comfort e rilassamento, oltre che su sensazioni di analgesia e intorpidimento.
L’ipnosi è in grado di allenare la mente a far sì che una parte del corpo diventi insensibile, per poi trasferire o estendere la sensazione provata in quella parte del corpo (di solito una mano o un braccio)  ad altre aree. E’ possibile inoltre attenuare la nocicezione (sensazione di dolore) attraverso una combinazione di riformulazioni cognitive.

Un esempio di riformulazione cognitiva è quella relativa alla convinzione che le contrazioni uterine siano necessariamente dolorose: alla paziente si suggerisce un pensiero alternativo, che immagina la contrazione muscolare come non necessariamente dolorosa (come nel caso dei bicipiti), oppure l’immagine positiva delle fibre muscolari uterine, che agiscono di concerto per aiutare a raggiungere l’obiettivo desiderato della nascita del bambino.

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Quali sono i procedimenti migliori?

I procedimenti sono due: ipnosi auto-indotta oppure mediata da un ipnoterapeuta. Poiché l’ipnosi è uno stato mentale volontario,  soggetto dunque alla consapevolezza e alla partecipazione volontaria dell’individuo. Questo sembrerebbe convincente per affermare che l’ipnosi possa essere del tutto autogenerata (Mongan, 2005). Tuttavia, alcuni autori sostengono che per una trance più profonda sia importante la guida di un esperto, che dia al soggetto un leggero senso di involontarietà (Burkhard, 2009; Wegner & Erskine, 2003).

Gli studi suggeriscono che, sebbene tutti i metodi possano essere utili, l’ipnosi clinica è più efficace se condotta “in diretta” con un ipnoterapeuta, rispetto ai metodi autoindotti, anche con audio registrato (Montgomery, David, Winkel, Silverstein e Bovbjerg, 2002). La ricerca sull’autoipnosi durante il parto è carente; pertanto, la capacità di valutare la sua efficacia complessiva è limitata.

Quali sono i vantaggi dell’autoipnosi?

I principali vantaggi dell’insegnamento dell’autoipnosi alle donne prima del parto consistono in un maggiore senso di autocontrollo per gestire il disagio e l’ansia e l’approccio di partecipazione attiva delle donne.

Diverse ricerche hanno dimostrato risultati soddisfacenti, come Cyna et al. (al momento del parto le donne hanno chiesto meno antidolorifici epidurali rispetto al gruppo di controllo), Vandevusse et al., hanno scoperto che l’ipnosi produce una riduzione impressionante della somministrazione epidurale. Jenkins e Pritchard  hanno mostrato che le donne che erano incinte per la prima volta nella condizione di autoipnosi hanno scoperto che il metodo dell’ autoipnosi riduce l’applicazione di antidolorifici e anche la durata del travaglio, specialmente nelle donne che erano incinte per la prima volta.

In che cosa consiste l’ipnosi svolta da un professionista?

La tecnica prevede la presenza attiva di un altro soggetto, preparato e fidato,  che partecipi al travaglio e al parto per fornire incoraggiamento e sostegno. Questa persona deve rimanere sempre presente con la donna ipnotizzata e contribuire così ad infondere alla partoriente un senso di sicurezza. Durante l’induzione ipnotica viene assicurato alla donna che può rimanere sotto ipnosi mentre la sua principale persona di sostegno le è accanto e le pratica strategie per approfondire e sostenere lo stato ipnotico, come il massaggio dal tocco leggero, le tecniche di rilassamento e il modello della respirazione.

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Vi sono altre soluzioni per alleviare il dolore  da parto?

Si, sono stati considerati metodi alternativi a quelli farmacologici, tra cui l’agopuntura, l’immersione in acqua e l’ipnosi.
I vantaggi dell’ ipnosi per alleviare il dolore durante il travaglio sono stati supportati in una review condotta da Cochrane (2010) sulle terapie complementari e alternative. In questa review è stato osservato che sia l’agopuntura, sia l’ipnosi possono essere utili per la gestione del dolore durante il travaglio [Smith CA, Collins CT, Cyna AM, Crowther CA, 2006].

Cosa riferiscono le donne che hanno sperimentato l’ipnosi durante il parto?

Le donne riferiscono di sentirsi più sicure, meno timorose, meno ansiose e più soddisfatte dell’esperienza del parto, dopo un corso di addestramento all’ ipnosi prenatale [Finlayson, K., Downe, S., Hinder, S., Carr, H., Spiby, H., & Whorwell, P, 2015 ].

Quali sono i limiti rappresentati dall’ipnosi durante il parto?

Il livello di accettazione dell’ipnosi da parte dei medici e degli infermieri è ancora molto basso. Le barriere istituzionali all’uso dell’ipnosi per il parto possono ad esempio riguardare i protocolli che richiedono che anche le partorienti a basso rischio siano distratte continuamente dall’ipnosi per eseguire i vari monitoraggi e per le richieste di spostare il corpo in determinate posizioni.
Gli operatori sanitari potrebbero non comprendere o accettare l’utilizzo dell’ipnoterapia nel contesto della nascita e disapprovare o impedire il suo utilizzo.

In questi casi, l’obiettivo condiviso tra i fornitori di assistenza sanitaria e le donne partorienti, che è quello di un parto sicuro e soddisfacente, può essere vanificato da questo incrocio di priorità, aspettative e richieste concorrenti. Le future mamme istruite e preparate per l’ipnosi sono condizionate e orientate verso la normalità del parto e potrebbero non accettare o richiedere fastidiose (per i sanitari) spiegazioni e giustificazioni per gli interventi raccomandati dallo staff ospedaliero. Non è una sorpresa, quindi,  il fatto che un’alta percentuale di donne che desidera partorire utilizzando l’ipnosi cerchi luoghi alternativi all’ospedale, evitando così questo genere di conflitti (Dolce, 2010) .

Il travaglio e il parto, inoltre, sono eventi non sempre prevedibili in ogni aspetto. Può accadere infatti che qualsiasi forma di intervento prenatale volta a ridurre i livelli di paura e di ansia possa aumentare le aspettative, con conseguente delusione per alcune donne, che si trovano, durante il travaglio e il parto, ad affrontare situazioni inattese.

Questo tuttavia è un problema più generale, indipendente dall’ipnosi, o da come una donna si prepara ad affrontare in modo rilassato la nascita; se le donne sottovalutano o minimizzano l’intensità del dolore che si aspettano di provare durante il travaglio, questo può influenzare la loro esperienza in maniera negativa [Garthus-Niegel S, Knoph C, von Soest T, Nielsen CS, Eberhard-Gran M., 2014].

Dr. Walter La Gatta



Fonti:
Finlayson, K., Downe, S., Hinder, S., Carr, H., Spiby, H., & Whorwell, P. (2015). Unexpected consequences: women’s experiences of a self-hypnosis intervention to help with pain relief during labour. BMC Pregnancy and Childbirth, 15, 229.

Beebe, Kathleen R., Hypnotherapy for Labor and Birth, Nursing for Women’s Health , Volume 18 , Issue 1, 48 – 59

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6767938/

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Leggi anche, sull’ipnosi:

Ipnosi e terapia del dolore
L’induzione in ipnosi
Ipnosi, auto-ipnosi e parto
Freud: dall’ipnosi alla libera associazione
Storia dell’ipnosi 1: Mesmer e il magnetismo animale
Storia dell’ipnosi 2: La scuola psicologica francese

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Salve dottore e grazie anticipatamente per il tempo che vorrà dedicarmi, le spiego velocemente la mia situazione:
Ho 35 anni e la mia compagna 33, stiamo insieme da 4 mesi. Non ho mai avuto problemi per quanto riguarda la durata dell’atto sessuale anzi, sono sempre stato abbastanza resistente.
Anche con la mia attuale compagna le prime volte sono state abbastanza lunghe e soddisfacenti ma adesso, nelle ultime tre volte, sono durato veramente poco (qualcosa come un paio di minuti appena) a tal punto da pensare all’eiaculazione precoce.
Premetto che la desidero tantissimo e mi bagno molto appena solo la sfioro e che, per motivi di salute di lei (tra l’altro è incinta), i nostri rapporti sono sull’ordine di uno ogni 7/10 gg.
In questi ultimi tre rapporti in cui sono stato “veloce” non ho perso l’erezione e sono riuscito a soddisfare lo stesso la mia donna ma questo mio durare così poco mi preoccupa un po’.
Le sarei grato se potesse darmi un suo parere.
Cordialmente L.I.

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Gentilissimo,

Tutto lascerebbe pensare che la riduzione del numero dei rapporti sessuali di questo ultimo periodo abbia abbassato la sua soglia di sensibilità, per cui basta una lieve stimolazione per arrivare all’eiaculazione. Il problema non è irreversibile, perché si risolve semplicemente aumentando la frequenza dei rapporti o attraverso l’autoerotismo.

Qualora vi fossero dei problemi durante la gravidanza, il consiglio è quello di optare per rapporti sessuali non penetrativi, piuttosto che per la riduzione della frequenza.
Cordiali saluti.

Dr. Walter La Gatta

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Ho subito un intervento di isterectomia e ovariectomia, pertanto, pur avendo 33 anni, non posso avere figli. Ora sto affrontando cicli di chemioterapia con folfiri per eliminare/ridurre metastasi al fegato e al peritoneo. Il problema mio è che il fatto di non poter avere figli mi fa sentire inutile. Ho un fidanzato che mi ama molto e avrei voluto con tutto il cuore diventare mamma.Mi sento il rimorso di non aver fatto un figlio negli anni passati. Tutti mi dicono che potrò adottarli e a me andrebbe bene lo stesso, almeno rendere infelice uno o più bambini abbandonati. Ma ho paura che dato la ma malattia non me ne diano in adozione. Sono veramente triste, piango spesso a questo pensiero perché ho sempre immaginato la mia vita con una famiglia mia con dei bambini.So che dovrei pensare al fatto che l’operazione è andata bene e cerco in tuttii modi possibili di affrontare bene la chemioterapia, però il dolore che provo dentro lo porterò per tutta la vita. Inoltre ho paura che anche i rapporti sessuali non siano più gli stessi; ho paura che al mio fidanzato non piaccia più fare l’amore con me e quindi quando lo facciamo io provo tanto dolore. Grazie per la risposta

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Gentilissima,

Come lei stessa dice, la sua operazione è andata bene ed ora sta affrontando nel migliore dei modi la chemioterapia. Non è questo il tempo di pensare a ciò che sarà o non sarà la sua vita futura: tutti i suoi pensieri negativi sono al momento dei falsi problemi, dovuti probabilmente allo stato depressivo in cui versa dopo l’operazione e lo stress accumulato prima e dopo l’intervento.

Ora lei deve pensare solamente a se stessa: si faccia del bene, si coccoli, si gratifichi come può, si dia amore. Per quanto riguarda i rapporti sessuali, oggi ci sono dei prodotti appositi per facilitarli, anche dopo la rimozione di utero e ovaie, ma forse i medici non glieli hanno prescritti perché al momento sta facendo altre terapie.

Vedrà dunque che, una volta superata anche la chemioterapia, lentamente tornerà alla normalità e potrà risolvere anche il problema dei rapporti sessuali. Poiché il sesso deve essere un momento di piacere e non di stress, nell’ottica cui prima facevo cenno, le suggerirei intanto di rinunciare, almeno per un po’, alla penetrazione: potrete trovare sicuramente in altre pratiche sessuali il modo per dimostrarvi amore e piacere di stare insieme. 

Ed infine veniamo al problema dei bambini… Ci sono persone non malate, che pure non riescono ad averli: purtroppo non è nella nostra natura soddisfare ogni nostro desiderio. Lei è però molto giovane e la scienza progredisce rapidamente: chissà che quando lei sarà definitivamente guarita, non vi sia un modo per riuscire a soddisfare questo suo desiderio?

In ogni caso, questo è il futuro mentre ora lei deve concentrarsi con motivazione e impegno, solo sul suo presente.
Un abbraccio.

Dott.ssa Giuliana Proietti 

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Salve Dottoressa, sono una ragazza di 24 anni, sono alla 15° settimana di gravidanza, dovrei essere felice perchè è ciò che ho sempre desiderato ma non riesco ad esserlo.Passo le giornate a piangere.Io non sono ancora sposata, potrei dire che convivo ma non è esattamente così… Forse il problema parte proprio da qui. Con il mio ragazzo le cose non vanno molto bene, avevo deciso di lasciarlo prima di scoprire di essere incinta. Ho fatto molti sacrifici per poter stare con lui ma non mi vedo ricambiata in nulla, la sera lui mi lascia qui a casa da sola per andare da sua mamma perchè lei non gli permette di farsi il bagno qui, lui deve andare a casa a mangiare alla mattina deve passare da casa prima di andare al lavoro… Per me sta diventando un vero incubo, io lo amo ma non riesco più a sopportare tutto questo, gli ho proposto di fare terapia di coppia prima che nasca il bambino ma lui non ci sente… Cosa devo fare? La ringrazio moltissimo.

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Gentilissima,

Anzitutto deve pensare a sé stessa e al suo bambino. Non è questo, ovviamente, il momento di porsi grandi domande su quello che sarà il vostro futuro, né di prendere decisioni drastiche di alcun tipo. Ora deve solo portare a termine la gravidanza, permettendo a suo figlio/a di nascere in un ambiente sereno, senza subire traumi.
Poi verrà il momento delle scelte. Può darsi che sua suocera, diventata nonna, sposterà le sue attenzioni dal figlio al nipote, magari sollevandola da qualche incombenza domestica. Può darsi che i rapporti miglioreranno, chissà? Sarebbe stato meglio fare la terapia di coppia con il suo compagno prima della nascita del bambino, ma se il suo compagno ‘non ci sente’ è inutile imporgliela: non funzionerebbe. Quindi, forza e coraggio: visto che ha scelto di portare a termine la gravidanza, ora lo faccia nel migliore dei modi. Del resto, il comportamento infantile di suo marito può essere irritante quanto vuole, ma è comunque sopportabile: non si tratta mica di un violento, di un drogato, di un criminale… Tutto quello che cerca e che vuole è ‘solo’ la sua mamma!
Pazienza dunque… Se non sono rose, non fioriranno!

Cari saluti auguri! 🙂

Dott.ssa Giuliana Proietti

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