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Nel 1798, fu pubblicata in Francia una guida clandestina delle posizioni sessuali, con l’illustrazione di venti posizioni in cui gli stessi dei ne provavano l’efficacia. Ecco come lo facevano Venere e Marte:  prendete esempio. Così faceva Bacco quando consolava Arianna…

Nel 1798, lo scrittore Simon-Célestin Croze-Magnan e l’illustratore Jacques-Joseph Coiny decisero di pubblicare un’opera clandestina (intitolata Recueil de postures érotiques,  Raccolta delle posizioni erotiche ) che venne falsamente attribuita per i testi a L’Aretino (1) e per le immagini al Carracci.

Croze-Magnan (lo pseudonimo) spiega nell’introduzione che il libro è stato trovato nel bagaglio di un ufficiale francese dell’esercito italiano, durante una missione a Venezia, il quale era stato ” molto felice di rendere alcuni servizi alla moglie di un senatore. “

Questa signora, in segno di gratitudine, gli avrebbe dato molte prove della sua riconoscenza… E, “tra gli altri doni, gli diede questa collezione di posizioni erotiche in incisioni illustrate”. Questo libro è come il Manoscritto trovato a Saragozza : la sua origine, nascosta dietro una storia galante, rivela un delizioso mistero.

Per attrarre ulteriormente la curiosità del pubblico, Croze-Magnan sostiene che le venti posizioni sessuali sono il risultato di un approccio sorprendente: Carracci, dice, ha cercato di ritrarre “gli atteggiamenti che più degli altri mettono in risalto la potenza fisica dell’uomo.” Infatti, alcune posture di statue, per quanto fossero spettacolari, non lo soddisfacevano. Fino a che non scoprì, osservando i giochi d’amore, delle scene di stupefacente bellezza  e il più alto grado di perfezione anatomica negli abbracci degli amanti. In altre parole: Carracci si sarebbe improvvisamente reso conto che quando gli esseri umani si accoppiano i loro corpi diventano sublimi.

“E’ nell’atto della generazione che [le facoltà fisiche] si manifestano con effetto nobile. Tutte le membra cooperano a questa meravigliosa azione. I nervi si contraggono, i muscoli agiscono di concerto, il volto si anima, gli occhi brillano, la bocca si apre e lascia uscire dei sospiri calorosi… Annunciando l’estasi che presto coglierà le due persone unite nel rapporto  che mettono in comunicazione le loro anime e sembrano confondersi nel trasporto più voluttuoso. Se la natura è impressionante nei suoi grandi movimenti, l’uomo è sublime nella esplosione di passioni che lo dominano. E’ allora che l’uomo esprime  quella parte del respiro immortale della divinità che lo anima. “

Tutto vibrante di voli poetici, nell’opera si trovano epigrammi, poesie e citazioni latine… Per gli autori di questo fantastico libro, le stampe non sono abbastanza. Impossibile masturbarsi sulla sola visione di Marte e Venere che si abbracciano: alla delizia dell’immagine devono essere aggiunte delle parole degne «di quel potere ineffabile che, attraverso i piaceri e la voluttà, rigenera e perpetua l’immensa catena di esseri disseminati nell’universo».”

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Le gesta degli antichi eroi sono illustrate come fatti gloriosi. I corpi arcuati (sederi sporgenti, cosce muscolose,  muscoli in tensione), sono simili a quelli dei campioni dello sport. Ma questi atleti che si accoppiano non sono che dei corpi. Il desiderio che li guida è di natura cosmica, ricorda Croze-Magnan, ispirandosi alle teorie di Condillac, Elvezio e Lamettrie, per i quali la sostanza stessa della vita avrebbe la capacità di sentire. Impossibile separare la carne dallo spirito, dice, perché la potenza sessuale degli esseri -non riducibile ad un semplice fenomeno organico – deriva da un insieme complesso di emozioni e sentimenti, senza i quali il corpo rimarrebbe inerte o frigido. Egli cita come esempio la famosa “depressione post coitale “: la vive chi ha goduto meccanicamente, dice. Si è puniti nel modo stesso in cui si è peccato: separando la testa dal proprio sesso. Il proprio cuore dai propri genitali ”

“Considerando l’amore dal lato fisico, è certo che la necessità, una volta soddisfatta, rende i mezzi che sono stati utilizzati per alleviare il desiderio indifferenti, a volte anche disgustosi. Ma per quel poco che il cuore  ispira il desiderio non è una tristezza che si prova dopo un godimento, ma una dolce stanchezza“, dice Croze-Magnan, che poi cita una poesia che parla di quei “momenti incantevoli e veloci a scomparire / dove lo spirito riscaldato, i sensi e tutto il nostro essere / sembrano concentrati per accelerare il godimento “… prima che il tumulto degli organi lasci spazio a questo tipo felicità “dove l’anima riposa in silenzio. “

Finora riservato agli appassionati di curiosità e ai visitatori della Fondazione Bodmer, in Svizzera, questo raro libro viene ora pubblicato in facsimile da Presses Universitaires in Francia.

Les amours des dieux : l’Arétin d’Augustin Carrache ou Recueil de postures érotiques (1798), di Simon-Célestin Croze-Magnan e Jacques-Joseph Coiny. Introduzione di Jan Bianco. Edizioni PUF e Fondazione Martin Bodmer (Svizzera). Fonti Collection. Pubblicato nel mese di ottobre 2014.

(1) autore di sonetti scandalosi nell’Italia del XVI secolo.

Dr. Agnès Giard

Articolo originale:
Faire l’amour comme des dieux, Les 400 culs

Traduzione autorizzata, a cura di psicolinea.it.

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Wikimedia

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Totem e Tabù

Totem e tabù (1913)

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“Totem e tabù” è un’opera fondamentale dello psicoanalista Sigmund Freud. In questo libro, Freud esplora le origini della società umana, analizzando concetti come il totemismo, il tabù e la psicoanalisi primitiva.  Freud cerca di spiegare l’evoluzione della cultura umana, i suoi rituali, le sue credenze e le sue norme sociali attraverso una prospettiva psicoanalitica.

Quando fu pubblicato Totem e Tabù?

Fu pubblicato nel 1913, dopo la rottura fra Freud e Jung, in risposta polemica all’interesse per la mitologia del suo ex allievo. Il libro si intitola precisamente  Totem e tabù: somiglianze tra vita mentale dei selvaggi e dei nevrotici (Totem und Tabu: Einige Übereinstimmungen im Seelenleben der Wilden und der Neurotiker).

Perché Freud e Jung avevano interrotto il loro rapporto?

Freud e Jung si erano allontanati soprattutto per opinioni divergenti riguardo alla  teoria pulsionale.

Jung, pur riconoscendo a Freud l’importanza della scoperta dell’inconscio, era deciso a disinvestire la libido dei significati sessuali attribuitigli da Freud. In dissonanza con le teorie del suo Maestro, inoltre, aveva cominciato a parlare degli archetipi presenti nell’inconscio, che influiscono sulla psicologia individuale.

Freud, invece, rimaneva convinto della sua teoria pulsionale e non ammetteva critiche.

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Cosa voleva dimostrare Freud con questo libro?

Totem e Tabù nacque con l’intento di confermare gli assunti psicoanalitici e di dimostrare che il complesso edipico rappresentava anche la chiave filogenetica del passaggio dallo stato di natura allo stato di cultura.

Si può dire che, con questo libro, Freud si avvicina a Jung?

Assolutamente no. In un certo senso prende la materia che interessa il suo ex allievo, ma cerca di plasmarla secondo i principi della psicoanalisi.

Freud scrisse, a proposito di questo suo ultimo lavoro:

“esso tratta di concezioni che non dovrebbero essere giudicate con il legittimo rigore con il quale si valutano le ipotesi scientifiche. Io stesso in passato ho definito queste ipotesi come un “mito scientifico”. Sarebbe inutile tentare di evidenziare tutte le inesattezze che esso contiene”.***


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Cosa significa Totem?

“Totem” in etnologia riguarda un individuo o una categoria di individui (più spesso di specie animale, ma anche piante o fenomeni naturali) che un gruppo umano considera, in quanto antenato mitico, il proprio spirito protettivo.

Cosa significa Tabù?

“Tabù” deriva dalla parola polinesiana tapu, un termine che significa «proibito» . Per i polinesiani è tapu la persona del re e tutto ciò che lo circonda.

Quali sono i contenuti del libro?

Il libro si basa su quattro saggi pubblicati originariamente sulla rivista Imago (1912-13). In questo libro la psicoanalisi viene accostata ai campi dell’archeologia, dell’antropologia, dello studio della religione.

I quattro saggi si chiamano:

  • L’orrore dell’incesto,
  • Il tabù e l’ambivalenza emotiva,
  • Animismo, magia e onnipotenza dei pensieri
  • Il ritorno del totemismo nei bambini.

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Nel primo saggio, Freud tenta di trovare dei collegamenti fra il complesso edipico e la storia della civiltà umana.

Lo psicoanalista prese spunto dagli aborigeni australiani, descritti dall’antropologo James Frazer. In questa società, sebbene non sembravano esserci restrizioni sessuali, c’era un’elaborata organizzazione sociale, il cui unico scopo sembrava essere quello di impedire i rapporti sessuali incestuosi.

Nel saggio Il tabù e l’ambivalenza emotiva, Freud considera il rapporto dei tabù col totemismo, utilizzando i concetti di proiezione ed ambivalenza teorizzati in base all’osservazione dei pazienti nevrotici.

Come i nevrotici, i primitivi hanno, secondo Freud, dei sentimenti di ambivalenza sia nei confronti delle prescrizioni del tabù, sia nei confronti dei membri del proprio clan (e dei clan nemici), ma non lo ammettono consapevolmente a se stessi. Essi, infatti, osservano i tabù nei confronti di azioni, cose o persone quando, in realtà, desidererebbero compiere gli atti che si proibiscono o possedere ciò che si vietano. Queste popolazioni hanno quindi un
atteggiamento ambivalente verso i loro tabù: a livello inconscio niente sarebbe più gradito loro che trasgredirli, ma hanno anche il timore di farlo.

Freud estende questa idea di ambivalenza a comprendere il rapporto dei cittadini con i loro governanti. Il capo viene onorato e questo è ciò che è “visibile”, ma viene anche torturato, in una parte della vita non visibile, in cui il governante deve sottostare a una serie di prescrizioni e limitazioni che annientano la sua libertà e rendono spesso la vita del re-sacerdote, un peso e una pena.

Il saggio confronta poi l’ambivalenza emotiva dei nevrotici e quella dei selvaggi, soffermandosi in particolar modo sulla proiezione.

Il terzo saggio prende in esame l’animismo e la fase narcisistica associata ad una primitiva comprensione dell’universo, e l’inizio dello sviluppo libidico.

La credenza nella stregoneria e nella magia deriva da una sopravvalutazione degli atti psichici, che sopravvive sia negli uomini primitivi sia nei nevrotici. Il modo di pensare animistico è caratterizzato dalla “onnipotenza del pensiero”, una proiezione della vita mentale interiore verso il mondo esterno. Questa costruzione immaginaria della realtà è riconoscibile anche nei pensieri ossessivi, nei disturbi deliranti e nelle fobie.

Nel saggio finale, Freud sostiene che in un’orda primitiva, dominata da un padre potente e geloso delle proprie donne, una banda di fratelli si organizzò e decise di uccidere il padre che essi tanto temevano e rispettavano. Il corpo del padre fu in seguito sbranato e divorato da tutti i fratelli, affinché la forza immensa del padre dell’orda passasse, attraverso il suo corpo, a coloro che se ne fossero nutriti.

Tramite una serie di analogie,  Freud situò l’inizio del complesso edipico alle origini della società umana, e postulò che ogni religione fosse in effetti una forma estesa e collettiva di senso di colpa ed ambivalenza per l’uccisione della figura del padre.

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Questo fu l’inizio del totemismo: la creazione di un simbolo sacro per le tribù, generalmente un animale, che veniva onorato, come onorato era stato il padre, anche se poi ucciso e divorato.

Le nuove regole dell’umanità, dice Freud, furono dunque fondate su due tabù:

  • il parricidio (per il senso di colpa provato dai figli) e
  • l’incesto (per effetto di una sorta di obbedienza posteriore, per cui i figli non osavano prendere le donne del padre).

Freud si ispirò anche a ciò che accadeva nell’attualità?

Si. Sembra che Freud, nello scrivere questo libro, si sia ispirato, oltre che all’interesse di Jung per la mitologia, anche alla rivolta, che avvenne in quel periodo, dei figli del Sultano turco Abd ul-Hamid II, il quale si era circondato di un vasto harem. Dopo la rivoluzione capeggiata dai figli del sultano, fu possibile modernizzare l’organizzazione sociale della Turchia.

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Quale aneddoto si ricorda, in occasione dell’uscita di questo libro?

Si ricorda che gli psicoanalisti viennesi celebrarono la pubblicazione del libro con una “festa totemica” al Prater di Vienna.

Fonte: Freud Museum
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*** [traduzione non ufficiale, tratta dalla lettera del 30.7.1927 a Robert von Pilz]

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L’interpretazione dei sogni: fasi di elaborazione del libro

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L’interpretazione dei sogni di Freud è stato uno dei testi più influenti del ventesimo secolo. Questo libro, più di ogni altro nell’enorme opera di Freud, ha plasmato una vasta quantità di lavori di linguistica e semiotica, studi letterari, teoria cinematografica, psicologia, ermeneutica filosofica e storia delle idee.

Ma quanto tempo ci mise Freud a elaborare questo libro, fino a darlo alle stampe? E come andarono le prime edizioni, sul piano commerciale? Di questo parleremo in questo articolo.

L’interpretazione dei sogni: genesi di  un libro

31 Dicembre 1883

Il 31 Dicembre 1883 Freud scrisse alla fidanzata Marta che aveva fatto uno strano sogno: era in Spagna, vicino al fiume Manzanarre e si meravigliava che il fiume portasse tanta acqua. Aggiunse: “A proposito di questi sogni, sono un po’ superstizioso…”

1889

Nel 1889, esaminando il caso di Emmy von N., poi pubblicato negli Studi sull’isteria, Freud cominciò a convincersi dell’importanza che assume nel disturbo funzionale il bisogno di associare fra loro tutte le rappresentazioni sincronicamente presenti, in un tempo dato, nella mente.

15 Maggio 1889

Annota in data 15 Maggio 1889 : “Non molto tempo fa ho potuto convincermi della forza di questa tendenza ad associare, in seguito ad osservazioni fatte in campo diverso. Mi sono trovato costretto a cambiare per varie settimane il mio letto con un altro più duro, nel quale ho fatto sogni più numerosi e più nitidi, e nel quale forse non riuscivo a raggiungere un sonno di normale profondità. Nel primo quarto d’ora dopo il risveglio ricordavo tutti i sogni fatti durante la notte, perciò decisi di annotarli e di risolverli. Sono così riuscito a ricondurre tutti questi sogni a due fattori:

1. alla necessità di elaborare tutte le idee sulle quali mi ero soffermato solo di sfuggita durante la giornata, cioè che erano state solo sfiorate e non esaurite e
2. alla tendenza a collegare tutte le idee che potevano essere state presenti nel medesimo stato di coscienza. Il carattere assurdo e contraddittorio dei sogni potrebbe essere ricondotto al prevalere incontrollato di quest’ultimo fattore”.

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4 Marzo 1895

Il 4 Marzo 1895 Freud scrive l’interpretazione di un sogno del Dr. Emil Kaufmann, nipote di Breuer. Freud vi vide un evidente appagamento di un desiderio, analogo in qualche modo a quello di una psicosi onirica. Il 24 luglio 1895, l’interpretazione del sogno noto come L’iniezione di Irma aprì la strada in modo definitivo alla nuova teoria freudiana. Nel Progetto di una psicologia, che Freud inviò in bozza a Fliess, ma che poi decise di non pubblicare, Freud dedicava tre capitoli al sogno e alla sua interpretazione.

Avrebbe scritto più tardi: che “L’interpretazione dei sogni era già finito nella sua linea essenziale all’inizio del 1896, ma non fu scritto che nell’estate del 1899“.


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2 Maggio 1896

Il 2 Maggio 1896 Freud parlò dei sogni ad un uditorio di giovani riuniti presso l’Accademia Ebraica.

Due mesi prima di iniziare l’autoanalisi (1897) Freud accennò per la prima volta al progetto di scrivere un libro sull’argomento dei sogni. Nel settembre del 1897 affermò che “la teoria dei sogni è più solida che mai” e due mesi più tardi che si sarebbe forzato a “scrivere il libro come mezzo per uscire dal suo penoso stato d’animo“, quello in cui l’aveva gettato l’autoanalisi.

Febbraio 1898

Nel Febbraio del 1898 erano già pronti alcuni capitoli del libro (Lettera a Fliess del 23 Febbraio). Il 3 Aprile annunciò di aver completato la seconda parte ed il 24 Maggio la terza. Dopo una pausa nell’estate, riprese il lavoro a Ottobre. Nel dicembre cominciò ad esaminare, con grande fatica, la letteratura sull’argomento e sospese per un periodo l’elaborazione vera e propria del volume.

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Il 19 Febbraio 1898 mandò ancora a Fliess considerazioni di ordine teorico, ma il 28 Maggio 1898, con uno dei suoi caratteristici scatti d’umore, decise di bruciare i tempi, di dare subito il libro alle stampe, e scrisse:

Ho pensato che non ci sono né artifici, né omissioni che tengano, perché non sono ricco abbastanza da tenere per me la migliore scoperta che ho fatto, forse l’unica che mi sopravviverà”.

9 giugno 1898

E ancora, il 9 giugno:

“L’intera faccenda si risolve in una banalità. I sogni hanno tutti la funzione di appagare un desiderio che si è andato trasformando in molti altri: il desiderio di dormire. Si sogna per non doversi svegliare, perché si vuole dormire. Tant de bruit”.

Metà settembre 1899

A metà settembre l’editore ricevette la fine del materiale: il volume, pronto tra il 25 Ottobre e il 4 Novembre 1899, portava in realtà sul frontespizio la data del 1900, che risultò dunque essere la data ufficiale della pubblicazione.

Dell’opera furono stampate in prima tiratura 600 copie e ci vollero otto anni per venderle tutte. L’accoglienza della stampa, così come quella dell’ambiente medico, furono fredde, se non ostili.

Fonte: E. Jones, Vita e Opere di Freud, Il Saggiatore, citato in Freud, L’interpretazione dei sogni, Newton Compton

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Targa commemorativa in commemorazione del luogo in cui Freud iniziò L’interpretazione dei sogni , vicino a Grinzing , in Austria Wikipedia

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David Brooks L'animale sociale

David Brooks: l’animale sociale

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Una lezione divulgativa su Freud e il suo libro "Totem e Tabù"

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Articolo datato

Nel suo nuovo libro,The Social Animal: The Hidden Sources of Love, Character, and Achievement (L’animale sociale: le fonti nascoste dell’amore, del carattere e del successo), l’autore David Brooks (giornalista conservatore del New York Times) parla della vastità enorme dell’inconscio umano e di come sia possibile usarlo secondo la propria volontà.

L’inconscio però, nella definizione di Brooks, “non è ciò che Freud e Jung credevano”, un labirinto in cui sono sepolti gli impulsi sessuali; piuttosto, è la nostra mente interiore, fatta di emozioni, intuizioni, tratti del carattere, predisposizioni genetiche e pregiudizi. Mentre il conscio è spesso logico e lineare, l’inconscio è più sensibile, giudicante e percettivo. Ora, dice Brooks, a causa di un boom nel settore della ricerca, stiamo iniziando ad apprezzare come funziona. “E’ come se vivessimo in una casa dove abbiamo sempre saputo che c’era un livello seminterrato” spiega Brooks, “ma ora stiamo scoprendo che ci sono 8.000 piani di seminterrato sotto di noi”.

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Secondo gli studi sulla felicità, ricorda Brooks, certamente un’area di cui si è occupata la ricerca scientifica, gli esseri umani attribuiscono troppa importanza al lavoro, al denaro e alla casa e sottovalutano enormemente il valore delle relazioni personali. L’evidenza suggerisce che chi è impegnato in una relazione sentimentale di lunga durata è molto più felice rispetto alle persone sole; non a caso una ricerca suggerisce che un matrimonio felice può dare un beneficio psichico simile a quello di uno stipendio annuo di 65.000 sterline (74.000 euro circa).

“Dico agli studenti universitari che dovrebbero fare dei corsi per scegliere bene la persona che devono sposare”, dice Brooks, dalla sua casa, alla periferia di Washington DC. “Essi dovrebbero leggere romanzi sul matrimonio. Dovrebbero studiare le neuroscienze e la psicologia del matrimonio. Le università dovrebbero offrire un corso dopo l’altro sul matrimonio. Ma le nostre istituzioni sono strutturate sulla base di questa falsa visione della natura umana, che enfatizza le capacità professionali, (che pure sono importanti), ma sottovaluta tutte le cose più delicate, quelle che appaiono poco virili”.

“Il rapporto tra denaro e felicità è molto tenue, mentre il rapporto tra relazioni personali e felicità è incredibilmente forte” continua. “Così, se si riesce ad entrare in un gruppo di persone che si riunisce una volta al mese, questo produce lo stesso guadagno in felicità di un raddoppio del proprio reddito”. Tutto dipende dalla quantità e dalla qualità dei rapporti che si riesce ad instaurare.

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David Brooks ha una formazione molto diversa dalla maggior parte degli scrittori che si occupano di divulgazione scientifica. Negli Stati Uniti, è un commentatore politico riverito e vituperato, le cui colonne, due volte a settimana per il New York Times, sono molto influenti sull’opinione pubblica e di cui tengono conto anche i Presidenti degli Stati Uniti, specialmente in tempo di elezioni. La sua posizione è moderatamente repubblicana, ma è considerato il “miglior conservatore” fra i liberals ed ha un apporccio bipartisan con la politica. Ha sostenuto ad esempio Barack Obama nel 2005 e definito Sarah Palin “un cancro fatale per il partito repubblicano”, anche se poi ha ridimensionato la gravità di questa affermazione.

David BrooksBrooks ha sempre avuto un interesse per la ricerca sulla mente e sul cervello, ma la spinta a scrivere questo libro, com elui ricorda, gliela dette il vecchio premier inglese Gordon Brown, in visita negli Stati Uniti. Durante un caffè, sorseggiato al Consolato insieme a Mr. Brown, Brooks stava parlando di come funziona il cervello, quando il più pragmatico Brown gli chiese “e che effetti ha tutto questo sulla politica”? In un primo momento la risposta non venne spontanea, ma questo libro ora colma la lacuna.

Brooks ha voluto scrivere un libro divulgativo, facile per tutti. Prendendo in prestito da Rousseau lo stile dell’Emilio, ha deciso di scrivere la sua ricerca come un romanzo, con una coppia immaginaria formata da Harold ed Erica, che sono guidati attraverso le loro vite da parte di un narratore onnisciente e un po’ compiaciuto di sé. Tutta la loro vita, dalla culla alla tomba, si svolge “perpetuamente nel momento attuale, agli inizi del 21° secolo”, il che lo rende non tanto un libro di ambientazione storica, ma piuttosto un manuale per la vita moderna.

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Attraverso Harold e Erica l’autore spiega tre decenni di ricerche scientifiche sulla mente umana, a cominciare dalla sua preferita, quella dello psicologo Walter Mischel sui marshmallow (dolcetto americano), condotta presso la Stanford University nel 1972. L’esperimento consisteva nel fornire ad un gruppo di bambini di quattro anni un marshmallow a testa: essi potevano mangiarlo subito, ma se riuscivano ad attendere 20 minuti senza mangiarlo, ne avrebbero ricevuto un secondo in premio.

Risultato: la maggior parte dei bambini non resistette. Qualche anno dopo, si controllò il rendimento scolastico di questi bambini e si vide che coloro che si erano mostrati più pazienti durante il test, tanto da meritare un secondo marshmallow, erano anche i più bravi a scuola, avendo ricevuto un punteggio assai superiore a coloro che avevano ceduto alla tentazione. (210 punti in più). Tra i bambini che resistettero solo uno o due minuti vi è stato il più alto tasso di tossicodipendenti e di persone che hanno avuto problemi con la giustizia. Sono persone che non riescono a mantenere le loro amicizie e che non sanno gestire lo stress. Anche questo, secondo l’autore, dimostra come alcune abilità inconscie che abbiamo, siano poi determinanti nel successo personale.

Secondo Brooks, a livello generale, vi è una visione troppo semplicistica della natura umana. Un settore, però, dove a suo parere la ricerca sta facendo un buon lavoro è l’educazione, in particolare con la creazione di scuole che insegnano la disciplina in modo quasi militare, utili (sempre secondo l’autore del libro) per i bambini che crescono in famiglie disorganizzate. L’obiettivo dovrebbe essere quello di inegnare ai ragazzi a controllare i propri impulsi, come nell’esperimento marshmallow.

Una scuola che è orientata in tal senso è la KIPP (Knowledge is Power Program), così come il nuovo movimento della scuola libera, che vuole dare un’opportunità ai ragazzi provenienti dalle famiglie più povere, immergendo gli allievi in una “atmosfera competitiva” per “instillare in loro l’ambizione, senza tener conto del loro background sociale”.

L’animale sociale vuole incoraggiare i politici americani ad allontanarsi una volta per tutte dalla cultura individualistica che ha dominato gli anni ’80 e ’90. “La cosa che mi piace della ‘big society’ di Cameron – dice l’autore – anche se non sono sicuro che sia stata concretizzata- è che vi è un riconoscimento dell’importanza dei legami sociali”. “Questa ricerca – dice ancora del suo libro – indica il fatto che non siamo tanto degli individui, ma delle reti, profondamente interconnesse.”

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Come sempre insomma, la ricetta della felicità viene detenuta altrove: in questo caso dalla sofisticata “big society” di Cameron. Non stupisce dunque che a breve David Brooks sia stato invitato a parlare a Downing Street, dove sarà accolto sia dal Primo Ministro, David Cameron, sia dal leader dell’opposizione del Labour party, Ed Miliband.

Fonte:

David Brooks: The man who can measure true happiness, The Guardian

Immagine: copertina del libro
Photo by Pixabay: https://www.pexels.com/photo/pile-of-books-159866/

Leggi un estratto del libro (in inglese)
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La dedica di Freud a Mussolini

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In quale circostanza Freud pensò di scrivere una dedica a Mussolini?

Il fatto avvenne il 25 aprile del 1933, quando Sigmund Freud ricevette a Vienna dei personaggi italiani: si trattava di Concetta, una ragazza per la quale era stato chiesto un consulto, accompagnata da suo padre, Giovacchino Forzano,  il quale aveva scritto il dramma “Campo di Maggio”, sui cento giorni di Napoleone, insieme a Benito Mussolini. Insieme a loro c’era anche lo psicoanalista ebreo triestino Edoardo Weiss. Al termine dell’incontro, i visitatori donarono allo psicoanalista austriaco un libro contenente la traduzione tedesca del dramma scritto da Forzano e Mussolini, al quale aggiunsero una dedica: «a Sigmund Freud, che renderà migliore il mondo, con ammirazione e riconoscenza, Vienna, 26 aprile 1933». Freud contraccambiò regalando una copia, diretta al Duce, del suo Warum Krieg? (Perché la guerra?), da lui scritto insieme con Albert Einstein.

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Cosa c’è scritto nella dedica di Freud a Mussolini?

Nella dedica di Freud a Mussolini c’è scritto: «A Benito Mussolini coi rispettosi saluti di un vecchio che nel detentore del potere riconosce l’eroe della civiltà». In tedesco: “Benito Mussolini, mit dem ergebenen Gruss eines alten Mannes
der im Machthaber den Kulturheros erkennt”.

Dove si trova ora questo libro?

Il libro si trova presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma.

Chi dette notizia del fatto?

La notizia è riportata anzitutto dal biografo di Freud Ernest Jones in “Vita e opere di Freud”, ma anche dallo stesso psicoanalista E. Weiss in “Sigmund Freud come consulente”. Scrive Weiss:

“Come era mia consuetudine di quando in quando, portai a Vienna per un consulto una paziente gravemente ammalata e accompagnata dal padre, che era amico intimo di Mussolini. Dopo il consulto, il padre di questa paziente chiese a Freud di regalare uno dei suoi libri a Mussolini esortandolo a scrivervi una dedica. Io ero imbarazzatissimo perché sapevo che Freud non poteva rifiutarsi. Per amor mio e per amore della Società Italiana di Psicoanalisi, Freud fu costretto ad acconsentire. Il libro scelto, forse significativamente, fu “Perché la guerra”, uno scambio di lettere con Einstein”.


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Mussolini apprezzò il dono?

Non si sa, ma solo due mesi dopo questo incontro e scambio di doni, sul Popolo d’Italia uscì un articolo firmato da Mussolini nel quale, parlando della psicoanalisi, la definiva “un’impostura”.

Come si può interpretare questa dedica, da parte di Freud?

La dedica è stata variamente interpretata: c’è chi ha visto in essa una sorta di deferenza e ammirazione nei confronti del Duce, mentre altri vi hanno visto un riferimento alla storia e all’archeologia, materie verso le quali Freud nutriva un vivo interesse.

Cosa significava, per Freud, essere un Kulturheros?

Secondo alcuni psicoanalisti (v. Giacomo Contri), la parola Kulturheros faceva parte del lessico freudiano. All’epoca, Freud l’aveva appena introdotta nell’articolo da lui dedicato al Kulturheros, intitolato “L’acquisizione del fuoco”, pubblicato per la prima volta l’anno prima (Imago 1932),  ripubblicato lo stesso anno della dedica (Almanach, 1933), e ancora ripubblicato l’anno dopo (Gesammelte Schriften, 1934).

Il Kulturheros per Freud non ha tuttavia un’accezione positiva: è la descrizione di un criminale, e precisamente di un ladro,  che deruba l’umanità dalla possibilità di raggiungere la soddisfazione pulsionale. In quell’articolo, l’Eroe
della Civiltà è anzitutto Prometeo, poi Ercole, l’Eroe che “porta a buon termine” la malefatta del primo.

Dr. Giuliana Proietti - Videopresentazione

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Tariffe Psicoterapia

E’ possibile che Freud vedesse in Mussolini la persona che avrebbe potuto fermare Hitler?

Si, c’è anche chi sostiene questa tesi (lo storico Roberto Zapperi), ossia la speranza, da parte di Freud, che Mussolini potesse impedire l’Anschluss, (annessione dell’Austria al Reich tedesco).

Freud era di destra o di sinistra?

Freud non amava manifestare le sue idee politiche, anche se dai suoi scritti si può dedurre che fosse un conservatore.

Il regime fascista apprezzava l’uomo Freud?

No, tanto che nel 1930 la questura di Roma emise un provvedimento di fermo, nel caso in cui Freud avesse messo nuovamente piede in Italia, dove mancava dal 1923, in quanto «elemento sospetto da rintracciare e da fermare».

Il regime fascista apprezzava la psicoanalisi?

No, ma il disprezzo nei confronti di ques’opera, espressione dell’ebraismo, fu molto più sfumato: non si arrivò mai, come in Germania, a bruciare i libri di psicoanalisi, perseguitare gli psicoanalisti o smantellare le loro istituzioni. Il movimento antifreudiano fascista era capitanato dal gesuita Pietro Tacchi Venturi.

Dr. Giuliana Proietti

Relazione La sessualità femminile fra sapere e potere

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