Terapeuti scorretti – Consulenza online

Terapeuti scorretti: a volte si incontrano!

Nel 1985 andai da uno psichiatra per ragioni di anoressia e problemi con il cibo. Avevo 22 anni. Purtroppo io ho vissuto una storia di sesso con questo terapeuta (nel mio caso non posso parlare di amore ma solo di sesso) dal 1985 fino al 1992, storia finita a causa della morte del terapeuta, deceduto nel 1992. Storia complicata anche dal fatto che lo stesso terapeuta seguiva in terapia anche mia sorella. Dopo la morte del terapeuta io ho saputo da mia sorella che il terapeuta oltre ad avere rapporti sessuali con me, aveva anche baciato mia sorella. Inoltre lui mi aveva mandato a lezione suo figlio per parecchi anni, per questa ragione mi sentivo spesso telefonicamente con sua moglie (un vero triangolo amoroso e perverso che forse procurava piacere alla sua mente malata). Ho accettato tutto questo in modo del tutto succube per tanti anni senza mai farmi delle domande e neanche fare domande a lui. Io non gli ho mai chiesto niente. Non abbiamo mai parlato dei nostri rapporti sessuali, li avevamo e basta. Io e lui ci siamo sempre visti solo ed esclusivamente nel suo studio e io gli ho sempre pagato le sedute. Quando dopo la sua morte mia sorella mi ha detto che loro due si erano baciati, sono andata a fare un colloquio da una terapeuta, che sapevo essere sua conoscente nonché sua allieva. Dopo avere raccontato la mia storia a questa terapeuta, la stessa mi ha mandato via urlando e senza farmi pagare. Poi ha telefonato alla moglie del mio ex terapeuta raccontandole tutta la storia, che io comunque le avevo detto all’interno del segreto professionale. La moglie del terapeuta mi ha telefonato per chiedermi se ci eravamo visti anche fuori dal suo studio e io le ho detto di no che era anche la verità, ma non ho avuto la prontezza di spirito di negare. Poi ho tentato di suicidarmi. Fortunatamente dal Pronto Soccorso mi hanno mandato da uno psichiatra dell’Osepdale molto bravo, che pur vedendomi soltanto per poche volte ha avuto la capacità di ridarmi quel minimo di fiducia necessaria per andare avanti. Non so proprio come ha fatto. E’ stato bravissimo. Forse se non lo avessi incontrato non sarei sopravissuta. Poi dal 1994 al 1997 sono andata da una terapeuta, che mi ha aiutato a ricostruirmi una vita. In quegli anni ho usato le mie energie soltanto per sopravvivere e senza accorgermene ho rimosso la storia suddetta alla quale non ho più pensato per tantissimi anni. Non so proprio come ho fatto. Ma sono riuscita a trovare un uomo (mio marito) che amo tantissimo e che anche lui mi ama e che in un certo senso anche lui mi ha salvato la vita (insieme allo psichiatra dell’ospedale), come gli dico tutti i giorni. Mi sono sposata e ho avuto due figli, un maschio e una femmina. Anche nel lavoro sono riuscita a trovare una lavoro che mi piace molto e che mi realizza tantissimo e guadagno anche molto. Ma io sapevo che in fondo in fondo non stavo del tutto bene , anche mio marito lo sapeva. La mia anima era ed è tuttora malata. Poi negli anni più recenti ho avuto dei problemi con il mio lavoro e allora sono andata da un terapeuta,, questo da marzo fino a settembre 2009. Ho portato a lui solo ed esclusivamente i problemi che avevo nel lavoro, che però nel giro di pochi mesi si sono completamente risolti. A settembre però hanno cominciato anche ad emergere attraverso i miei sogni le vicende sessuali avute con il terapeuta deceduto. Allora ho capito che io dal 1994 al 1997, quando mi sono dedicata a sistemare la mia vita in contemporanea ho completamente rimosso la vicenda con il terapeuta. Da settembre 2009 dentro di me si è aperto un grosso dolore che non sono riuscita più a rimarginare. A fine ottobre ho abbandonato questo terapeuta perché durante la mia seduta telefonava ed io non mi sono sentita ascoltata. A novembre sono andata da un altro da cui tuttora sono in cura.. Capisco di essere ancora ferita dalla vecchia vicenda. E le chiedo “come può il mio primo terapeuta essere stato così scorretto e così pazzo ? Com’è possibile che non vi siano dei controlli, che non siano obbligatorie delle supervisioni ? E anche la sua collega che ha telefonato a sua moglie come può essere stata così scorretta ? E mi chiedo come posso ancora fidarmi della psicoterapia ? E degli psichiatri o psicoanalisti o psicologi ?

Gentilissima,

Parto dalla sua domanda finale: direi di si, che lei può sicuramente fidarsi ancora della psicoterapia perché, come lei stessa ha ricordato, è grazie ad essa che oggi ne possiamo ancora parlare…. Il caso che ha raccontato è davvero molto squallido e triste, anche se lei non può certo considerarsi un’eccezione…

Vi sono, anche tra gli psicoterapeuti, delle persone disoneste, che approfittano della loro posizione privilegiata, all’interno del rapporto psicoterapeutico, per ottenere vantaggi di tutti i tipi, fra cui anche quelli sessuali.

Sinceramente non mi stupisco molto di ciò perché, come vediamo in questo periodo, mele marce ve ne sono un po’ ovunque: nella politica e nella religione, fra i militari, come fra gli insegnanti, fra gli uomini, quanto fra le donne… Sarebbe bello pensare che fra le persone che sono state appositamente formate per aiutare gli altri questi “incidenti” non debbano mai capitare, ma purtroppo la realtà ci dimostra che le cose non stanno così.

L’utente-paziente in questi casi viene messo in una condizione di estrema sudditanza, di dipendenza psicologica, per cui non solo non riesce a reagire a questi soprusi, ma non si rende neanche pienamente conto di quello che gli sta accadendo, confondendo e sovrapponendo l’azione terapeutica vera e propria con le richieste ed i vizietti privati del terapeuta.

Di questo smarrimento, di questa incertezza e confusione, per molti versi simile a quella del bambino abusato dal pedofilo, ne è prova il fatto che lei pagasse addirittura le sedute, nonostante in esse fosse in qualche modo “obbligata” a fornire prestazioni sessuali.

I controlli e le supervisioni ci sono, ma ovviamente nessuno può sapere nella realtà che cosa accade in un rapporto tipicamente a due, come è quello psicoterapeutico. Sicuramente la maggior parte degli psicologi-psichiatri-psicoterapeuti sono in grado di gestire professionalmente il rapporto con un/una paziente dell’altro sesso, tuttavia in alcuni casi, anche solo per evitare il sospetto, la fantasia o il timore che possa esservi un interesse sessuale da parte del terapeuta, potrebbe essere opportuno scegliere un professionista del proprio sesso (anche se questo non esclude, ovviamente, che possano esservi interessi di tipo omosessuale…).

Il consiglio che mi sentirei di dare in questi casi è quello di parlarne subito con un altro terapeuta, allo scopo di avere un parere tecnico su quello che sta accadendo e comprendere meglio fino a che punto questa situazione, sulla quale si nutrono dei dubbi, possa considerarsi “normale”. Quanto alla scorrettezza della collega-allieva del suo ex terapeuta verrebbe da pensare ad una relazione davvero poco professionale, quasi di gelosia… Chissà che il Don Giovanni in questione non abbia avuto una relazione anche con lei? Mah… 🙁

L’unica cosa buona in tutto ciò è che oggi lei è riuscita a realizzarsi pienenamente, nel lavoro, come nella vita: cerchi, nel suo interesse, di guardare avanti piuttosto che indietro.

Cordialmente.

Dr. Giuliana Proietti, psicoterapeuta, Ancona

Immagine: Loelle

GP

 

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