Truman Capote, l’Oscar Wilde del secolo scorso

Truman Capote, l’Oscar Wilde del secolo scorso


Truman Capote è uno scrittore americano, che per la sua vena artistica, per l’omosessualità dichiarata, per alcuni comportamenti eccentrici, viene considerato l’ Oscar Wilde del secolo scorso.

Nato a New Orleans, in Louisiana, il 30 Settembre del 1924 (si chiamava realmente Truman Streckfus Persons) dalla giovanissima Lillie Mae Faulk (che in seguito cambiò il suo nome in Nina), al tempo reginetta di bellezza  e da Arch Persons, un impiegato presso una compagnia navale. Arch era un inconcludente e non riusciva a mantenersi a lungo un posto di lavoro, in quanto sempre alla ricerca di nuovi affari e nuove opportunità per fare soldi.

Lillie era rimasta presto orfana dei genitori e fu adottata da alcuni zii. Ebbe un’infanzia e un’adolescenza poco felici, tanto che decise giovanissima di tentare la scalata sociale attraverso il matrimonio. Si sposò, ancora adolescente, con il padre di Truman, con i risultati che possiamo immaginare, visto il personaggio,

Quando rimase incinta di Truman, Lillie aveva 16 anni e il suo primo pensiero fu quello di abortire. Le fece cambiare idea sua cugina Jennie Faulk, la quale non riuscì tuttavia a far cambiare Lillie, fino a farle assumere delle responsabilità come madre. Accadde così che quando il matrimonio fra Lillie e Arch entrò in crisi, il piccolo Truman, di quattro anni fu affidato all’anziana cugina Sook, che viveva a Monroeville, in Alabama. (Sook sarebbe divenuta poi protagonista di molti racconti di Truman, fra cui “Un ricordo di Natale”).



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Truman ebbe la fortuna di incontrare una vera amica d’infanzia, Harper Lee (Autrice de Il buio oltre la siepe) la quale peraltro nel suo best seller si ispirò proprio al vecchio amico d’infanzia Truman, per descrivere il bambino Dill. Sembra che lo stesso Truman abbia aiutato l’amica nella stesura di questo famoso romanzo, piacere ricambiato poi da Harper Lee, la quale partecipò alle ricerche per la stesura del più famoso romanzo di Capote, A sangue freddo.

La madre di Truman, durante il periodo trascorso dal figlio in Alabama, si faceva sentire qualche volta al telefono, per lamentarsi di non avere soldi, né un marito (da lei considerato fonte di sostegno economico). In realtà ebbe numerosi amanti, fino a che riuscì realmente a migliorare la sua condizione sociale sposando Giuseppe Capote, un agiato commerciante, con il quale si trasferì a New York.

Nel 1933, il sogno di Truman era quello di raggiungere la madre a New York, cosa che finalmente fu possibile. Joe Capote adottò il figlio della moglie e nel 1935 Truman cambiò il cognome in Capote Garcia. Il ragazzo frequentò la Trinity School e la St. John’s Academy di New York, oltre alle scuole pubbliche di Greenwich, Connecticut.

I rapporti con la madre e con il patrigno non erano facili, soprattutto a causa della mancanza di mascolinità che l’adolescente Truman cominciava chiaramente a manifestare.

Per quanto fosse un ragazzo molto intelligente, Truman non era molto interessato alla scuola. Gli piaceva però scrivere: lo faceva con lo stesso entusiasmo con il quale gli altri ragazzi si dedicavano al calcio o alla musica. Non andò all’Università e a 17 anni si impiegò come fattorino presso la prestigiosa rivista New Yorker.

La sua speranza era quella di imparare il mestiere dai giornalisti più famosi della rivista, per poi essere egli stesso assunto. In realtà le cose non andarono così perché al New Yorker Capote non aveva alcuna intenzione di tenere in ordine gli uffici e raccogliere i disegni da pubblicare, come prevedeva la sua mansione, ma cercava di mettersi sempre al centro dell’attenzione, anche attraverso i suoi abiti eccentrici ed i comportamenti insolenti. Non sopportava infatti di essere considerato l’ultima ruota del carro.

Le interviste

 

Nel 1944 fu licenziato, in quanto ebbe un diverbio con il poeta Robert Frost ad un convegno, dove Capote si era presentato come inviato della rivista New Yorker, mentre invece della rivista era solo il fattorino. Fu immediatamente licenziato.

Lasciare il New Yorker fu la sua fortuna. Ben presto iniziò la presentazione delle sue novelle (Miriam, Tree of Night, ed altre) a riviste più adatte al suo stile narrativo, come ad esempio le riviste Mademoiselle e Harper’s Bizarre. L’accettazione immediata della sua opera e la fama che ne seguì lanciò Truman nel mondo sociale e letterario che aveva tanto desiderato conoscere e frequentare.

Il suo primo romanzo, “Altre voci, altre stanze” nel 1948 aumentò la sua fama. La storia era quella di un ragazzo che si innamora di un travestito. La trama sembrò essere autobiografica, anche a causa della fotografia che illustrava il libro, la quale ritraeva Truman in una postura piuttosto provocatoria.

L’anno successivo Capote venne in Europa, per trovare nuove ispirazioni per i suoi racconti. In questo periodo lo scrittore lavorò molto per il teatro e per il cinema, facendo anche una bella intervista a Marlon Brando.

Truman non nascondeva la sua omosessualità. Come si usava nella élite sociale che frequentava (personaggi di primo piano, fra cui Jackie Kennedy, Humphrey Bogart, Ronald Reagan, Andy Warhol, Tennessee Williams e molti altri) Truman aveva molte relazioni. In particolare fu a lungo legato con Jack Dunphy che conobbe nel 1948. Sebbene non fosse una relazione esclusiva, i due rimasero insieme in un modo o nell’altro per tutta la vita e condivisero case separate nello stesso edificio.

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Un altro best seller fu il libro Colazione da Tiffany, divenuto ancor più famoso nel 1966 dopo l’uscita dell’omonimo film, diretto da Blake Edwards e interpretato da Audrey Hepburn. Il personaggio principale è una giovanissima ragazza di grande fascino e spontaneità, che per vivere fa la prostituta d’alto bordo. Il film fu molto modificato rispetto al libro, con l’invenzione di nuovi personaggi, l’attenuazione dei temi sessuali proposti da Capote e la creazione di un lieto fine, non presente nel libro. Tutto questo fece arrabbiare molto Capote, che oltre tutto non vedeva bene la Hepburn in quel ruolo, che lui avrebbe più volentieri affidato all’amica Marylin Monroe.

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Nel 1959 fu molto colpito dall’omicidio della famiglia Clutter nelle campagne del Kansas, a Holcomb. Da lì nacque l’idea per il suo nuovo libro, A sangue freddo. Con l’amica Harper Lee andò a Holcomb e cominciò a cercare fatti e storie ricollegabili alla famiglia uccisa. Dopo le interviste Truman tornava a casa e scriveva. Questo lavoro lo occupò per sei anni: fu quasi un’ossessione, che lo portava a cercare ogni piccolo particolare, a parlare con i due assassini, seguendone il processo e perfino la condanna per impiccagione. Dopo questa esperienza terribile, come disse lo scrittore, niente per lui fu come prima.

Il libro uscì nel 1966 e fu un successo immediato. Truman aveva creato un nuovo stile letterario che avrebbe cambiato il mondo del giornalismo e della narrazione. Il “romanzo verità”, come li chiamava Truman, cioè il giornalismo combinato con una narrazione letteraria. Il libro fu rapidamente trasformato in un film e il successo di Truman salì alle stelle.

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Per celebrare il suo successo, Truman organizzò il Black and White Ball, cui partecipò l’alta società che si dette appuntamento nella grande sala da ballo del New York City Plaza Hotel (era il 28 novembre 1966). Dell’evento si parlò per anni e quello fu naturalmente il momento clou della carriera sociale di Truman.

Dopo A sangue freddo, Truman cominciò a lavorare su una raccolta di storie che sarebbe diventato Preghiere esaudite, lasciato incompleto. La prima di queste storie è stata stampata nel 1975 sulla rivista Esquire. In queste storie, Truman si divertiva a raccontare aneddoti che riguardavano i suoi amici del mondo scintillante della New York che contava. Questi racconti però finirono per irritare questo mondo dorato e Truman Capote fu immediatamente allontanato da tutti.

La caduta sociale di Truman lo spinse verso l’alcolismo ed il consumo di cocaina, sonniferi ed altre droghe. Questo compromise seriamente la sua salute. Ritiratosi dal bel mondo, rinnegato dai divi della high society, sfruttato dagli amanti e abbandonato da Jack, il compagno di sempre, Capote passò intere settimane a letto, a bere e dormire. Una volta fu trovato nel letto in stato di semi incoscienza, coperto di feci e bottiglie vuote di vodka. La sua depressione era fortissima e causava le sue molteplici dipendenze.

 

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Venne ricoverato varie volte in ospedale a New York e intraprese due percorsi di disintossicazione, che però non sortirono effetti apprezzabili sul lungo termine.

Fu ospite frequente di Johnny Carson su The Tonight Show e fu proprio con la ex-moglie di Carson, Joanne, che Truman trascorse i suoi ultimi giorni. Il 25 agosto 1984, Capote morì, per una cirrosi epatica. Sembra che la sua ultima parola fu: “Mamma…”.

Più di 20 anni dopo la sua morte, il mondo continua ancora a parlare di Capote.

A sangue freddo è stato riproposto in un film del 2005, regista Bennett Miller. Lo scrittore era impersonato da Philip Seymour Hoffman, che per la sua interpretazione ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Golden Globe e il Premio Oscar come miglior attore protagonista.

Un altro film recente sulla vita dello scrittore è Have You Heard? (2006), basato sulle interviste di George Plimpton.

Giuliana Proietti

Imm. Wikimedia

 

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