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DENTRO E FUORI DI TE
Archivio Storico  2012-2018
Pagina n. 31

 

Il mio compagno era sposato
#1 06-06-2016, 12:02 PM

Buongiorno,
ho 32 anni e 2 anni fa ho iniziato a frequentare un ragazzo sposato.
Dopo 3 mesi lui mi ha lasciata perchè stavamo male entrambi, essendo nati dei sentimenti. Per altri 3 mesi non ci siamo visti, anche se lui mi ha chiesto più volte di vederci come amici ma io ho sempre rifiutato. Alla fine lui è tornato da me dicendomi che aveva deciso di lasciare sua moglie. Ha iniziato le pratiche di separazione e ora siamo in attesa della possibilità di richiedere il divorzio.
Sono consapevole che dovrei essere felice, viviamo insieme da quasi due anni. Eppure non lo sono … Non riesco ad accettare il fatto che lui sia già stato sposato e che io sarò la seconda scelta. Sto male anche solo a vedere una bomboniera, perchè penso che lui le ha già scelte con lei; sto male a vedere un abito da sposa perchè se un giorno lo indosserò sarà il secondo che lui e la sua famiglia vedranno; sto male se una mia amica si sposa perchè penso che io non potrò vivere questa cosa come vorrei, ovvero come un’esperienza da fare insieme per la prima volta.
Lui mi ha detto che mi vuole sposare; non si è sposato in Chiesa, perciò io potrei vivere il Sacramento del matrimonio e non solo l’unione legale … Eppure sto malissimo anche solo se guardo un film e vedo due che si sposano.
Lui mi vule bene, è disposto a sposarsi di nuovo, mi ha spiegato che il suo matrimonio è avvenuto perchè lei glielo ha chiesto e lui pensava di aggiustare la relazione, che invece non è cambiata …
Non so più come devo fare, mi sento una persona superficiale ed egoista … Però mi è impossibile dominare queste mie sensazioni negative.
Perchè? Perchè non riesco ad essere felice?
Qualcuno mi aiuti

Gentilissima,

Più che una persona egoista lei appare una persona un po’ immatura: forse fin qui tutto le è andato come desiderava e questo ostacolo che incontra sul suo cammino le dà un senso di frustrazione cui non è abituata.

Se permette però vorrei invitarla a riflettere sul fatto che quello che le è capitato non è uno scherzo del destino: lei sapeva benissimo con chi stava uscendo e quale fosse la sua situazione anagrafica. Dunque, la sua è stata una scelta: lei poteva lasciare questa persona e rivolgere le sue attenzioni ad un ragazzo celibe, ma ha preferito continuare a frequentare la persona sposata.

Solamente per questa ragione, il rispetto di se stessa e delle scelte compiute, lei dovrebbe vivere la cosa con maggiore spirito di accettazione e adattamento, anche perché (lei dice spesso “sto male”) francamente i mali della vita sono altri, e sono le malattie e la morte, oltre al tradimento e all’abbandono (ragioni per cui potrebbe stare molto peggio di lei la ex del suo compagno…).

Cerchi di essere più positiva e, come dicevo, rispetti se stessa e le scelte che ha ritenuto di fare.

Saluti e auguri.

Fissazione, amore o altro ancora?
#1 05-03-2016, 05:32 PM

Gentile dottoressa,
Premetto che per questo problema di cui scrivo ho già iniziato una psicoterapia perché mi sento davvero in crisi. Ho 37 anni, e convivo da 5con un uomo con cui, fra alti e bassi, crisi e tradimenti reciproci passati, ho costruito un rapporto solido. Lui vorrebbe un figlio e tutto sembrava andare liscio fino a quando qualche mese fa ho incontrato un altro uomo- parecchio più grande e anche lui convivente- con cui è iniziata una relazione.
Le similitudini fra me e questa persona, le similitudini anche delle nostre relazioni ufficiali e dei nostri malcontenti di coppia non finiscono mai di stupirmi… Sono profondamente infatuata di questa persona, con la quale però al momento non so cosa ci potrà essere in futuro, perché ci conosciamo ancora pochissimo e perché la situazione generale è molto complicata. Questa situazione però mi sta profondamente cambiando, mangio pochissimo, non riesco ad essere concentrata su nulla, penso continuamente a lui e mi sento a disagio come non mai col mio compagno… Come si esce incolumi da qualcosa del genere? Gli amici mi dicono che col tempo capirò cosa devo fare, ma nel frattempo vivo in uno stato di ansia parossistica e non posso fare a meno di chiedermi se sia il caso di continuare la mia relazione ufficiale, che evidentemente non naviga in Acque serene…come mai però, fino a quando non ho incontrato l’altro, mi sentivo tutto sommato serena e appagata? Mi sto forse fissando su questa nuova persona? Oppure questo nuovo incontro sta facendo emergere antichi malcontenti che per comodità fingevo che non esistessero? So che lei non può rispondere per me a queste domande, ma le sarei grata sè potesse darmi degli spunti per stare meglio.

Gentilissima,

L’amore, se non fosse la cosa più bella del mondo, sarebbe un disturbo psicologico di grave entità: la persona perde il senso della realtà, sta bene solo in presenza della persona amata, perde interesse nelle altre cose della sua vita, non mangia più, non dorme più, ecc.. Potremmo definirlo un “disturbo ossessivo-compulsivo”, un delirio, una psicosi…

Senonché, come dicevo, l’amore corrisposto è qualcosa che ci fa sentire felici come nessun’altra cosa al mondo: ci dà un senso di appagamento, di sicurezza, di autostima che aumenta di molto la nostra sensazione di benessere.

Il problema dell’amore è che dura poco: questa prima forma di amore, meglio detta “innamoramento”, dura pochi mesi, pochi anni, e poi si trasforma in un amore maturo, come quello che vive con il suo compagno. L’amore maturo dà stabilità, possibilità di fare progetti (come nel vostro caso), sensazioni di familiarità con la persona amata.

Anche questo è meraviglioso: qui i sentimenti sono forti ma controllati e controllabili, cosa che non accade nello stadio dell’innamoramento.

Chi vive un amore maturo può essere esposto ad infatuazioni per altre persone, perché per quanto si possa essere felici con il partner abituale, mancano quei sentimenti forti e inebrianti che solo un partner semi-sconosciuto può dare.

Quello che le sta accadendo dunque è un fatto naturale, che accade alla maggior parte delle persone che hanno un rapporto di lunga durata.

Le scelte da compiere sono personali: cercare di cavalcare l’onda e tentare di ritrovare l’equilibrio perduto? Passare da una persona all’altra per vivere la fase dell’innamoramento senza mai passare all’amore maturo?

Spero possa decidere per la soluzione che potrà renderla più felice. Auguri.

P.s. Le suggerisco di leggere il libro “Come vivere bene, anche se in coppia” della Franco Angeli, per cercare di comprendere meglio i concetti che qui le ho sintetizzato.

Philofobia o ansia emotiva?
#1 05-26-2016, 02:15 PM

Gentile Dottoressa,
Le scrivo perché non riesco a comprendere la radice del mio malessere.
Dopo un anno senza relazioni, ho ricominciato a frequentare una ragazza per circa un mese. Per la prima volta in vita mia, la relazione è iniziata a vele spiegate, con entrambi molto coinvolti. Tuttavia, con la sua partenza per le ferie (tre settimane), dopo che ci eravamo ripromessi di sentirci, ma senza soffocarci a vicenda, e una prima fase con scambi giornalieri e affettuosi di messaggi, le sue risposte si sono diradate sempre di più, fino quasi a diventare fredde. Preoccupato, le domandai se mi potesse dare qualche sua notizia ogni tanto. Come risposta, ricevetti un invito a cercarla di meno perché era in vacanza, e che la inquietava il fatto che dopo un solo mese di frequentazione io fossi così coinvolto. Non la cercai più, nonostante mi fosse molto difficile. Vedevo in quel messaggio un rifiuto. Cercai di distrarmi, ma non riuscivo a vivere la situazione tranquillamente. Mi sentivo colpevole e responsabile della sua fuga, con annesse difficoltà nel prendere sonno e continue elucubrazioni per trovare una motivazione a questo cambiamento di rotta. I giorni sono passati, e lei è tornata, senza nemmeno dirmelo. Tornai io a farmi vivo, proponendole di vederci per discuterne. Decise non volermi vedere, ma di affrontare la cosa al telefono. Mi confessò di aver scoperto in me un carattere ansioso e una dipendenza affettiva nei suoi confronti, che aveva spento il suo interesse. Non ero compatibile con il suo carattere, indipendente, e che ciò che credeva essere un sentimento nascente, in realtà non lo era. Ero soffocante e le avrei tolto la libertà. Così, mi lasciò. So che io non ci posso più fare nulla, e che difficilmente tornerà sui suoi passi. Tuttavia,ho un tarlo nella testa che non mi fa capire come sia possibile che nel giro di poche ore qualcuno possa cambiare idea e sentimenti. Inoltre, non capisco le ragioni della sua “fuga” : sono Intrinseche (sue)? Ha vissuto un’infanzia felice ma da incompresa (gravi problemi con i genitori, gentili ma poco amorevoli), ha avuto relazioni con partner narcisi/manipolatori, e, essendo ipersensibile,con me manifestava crisi notturne, con attacchi di tachicardia/ansia; Oppure davvero solo estrinseche (mie)? Ho avuto un’infanzia felice, in cui un padre autoritario/severo era compensato da una madre molto protettiva. Questo fattore mi ha reso una persona sicura di se soltanto in apparenza, ma in realtà di natura ansiosa/emotiva. Ciò si riflette nel fatto che cerchi approvazione negli altri, e che sia perennemente alla ricerca di una relazione, che spesso idealizzo. Infatti, quando ne inizio una, mi “innamoro” quasi subito e vivo le cose a 100 all’ora. Quando fallisce, invece, mi deprimo. È un pattern che ripeto sistematicamente, e ciò mi preoccupa e mi spaventa, perché vorrei vivere i sentimenti, ma in maniera più razionale. Queste montagne russe emotive mi stancano e mi logorano.

Gentilissimo,

Credo che la sua ragazza stesse in effetti per innamorarsi di lei, ma poi sia rimasta delusa dal suo carattere, troppo ansioso ed apprensivo, che le ha fatto capire di non essere attratta da una persona come lei.

Tutto sommato, il prendersi un tempo di vacanza per riflettere e poi darle una risposta mi sembra una cosa saggia, anche se forse nei modi la ragazza poteva essere un po’ più gentile e comprensiva (… ma lei le avrebbe permesso di dirle di no, senza assillarla? Forse, come dice lei, ha preferito fuggire, per non affrontare l’argomento).

Secondo me lei dovrebbe cercare di gestire meglio le sue emozioni e, anche quando pensa di essersi innamorato, non manifestarlo subito, per due ragioni: in primis, la sua ragazza potrebbe spaventarsi dell’eccessivo attaccamento dimostrato e fuggire dalla relazione (in senso fisico e metaforico); la seconda ragione sta nel fatto che in questo modo lei azzera nell’altra il piacere della conquista, che è tanto più forte quanto più difficile appare l’obiettivo.

Impari a farsi desiderare, lasci un po’ di mistero sui suoi sentimenti, in modo che la sua partner possa sentirsi orgogliosa della conquista fatta e non abbia la sensazione di essersi messa con un ragazzo che è innamorato dell’amore (più che di lei) e che certe cose le avrebbe probabilmente dette a chiunque gli avesse detto di si.

Buona vita.

Consiglio su relazione
#1 06-08-2016, 07:14 PM

Gentile dottoressa Proietti sono una donna di 40 anni separata con un figlio le scrivo per un consiglio. Dopo anni di solitudine e di dolore dovuti alla separazione, circa tre anni fa incontro un uomo più giovane di me di tre anni con il quale inizia una relazione inizialmente basata su una forte attrazione,ma vedevo in lui anche una persona affidabile, presente. Dopo poco ho iniziato a notare che non era pronto ad uscire di casa dei genitori, molto dipendente psicologicamente dalla mamma ed economicamente dal padre. In questi anni,basandomi anche sulle sue promesse di voler creare una famiglia ecc,sono restata nella storia che purtroppo e’ stata sempre molto tumultuosa….molte liti dovute alla sua immaturità. Ora mi rendo conto che dopo tre anni nulla e’ cambiato, nonostante lui vada in terapia per problemi di ansia da circa 14 mesi. Frequenta casa mia regolarmente,si ferma a dormire per giorni,facciamo le vacanze tutti e e tre insieme come una famiglia,ma si dice ancora non pronto a convivere, ha un lavoro che gli dà un piccolo guadagno, una mamma iperprotettiva e quando si discute perché gli dico che vorrei che il rapporto progredisse mi risponde che sta meglio a casa sua perché la mamma non lo stressa come faccio io e scappa li creando in me tanta insicurezza e sofferenza. Il problema è che non riesco a staccarmi da lui,ne a stare bene nella situazione che sto vivendo. Ho la spiacevole sensazione che sto improntando la mia serenità sul fatto che lui riesca o meno a stare con me in un rapporto più adulto, perdendo di vista me . Cosa posso fare per stare meglio?grazie mille

Gentilissima,
Penso che sul pian razionale lei si renda perfettamente conto che questa persona non è adatta a lei. Vista la sua scarsa esperienza di vita, l’iperprotettività dei suoi genitori, la dipendenza economica dalla famiglia ecc. è ovvio che lui ha bisogno di fare un suo percorso prima di trovare la strada giusta e stabilizzarsi in una famiglia, nuova o ricomposta che sia.

So bene quanto sia triste la solitudine, per cui sta a lei decidere se preferisce tenersi un uomo che non va bene, ma che comunque è meglio di niente, oppure guardarsi intorno per vedere se ci sono persone più adeguate a lei.

Moltissimi auguri.

Vuole parlarmi non comprendendo il mio silenzio
#1 07-07-2016, 07:21 PM

Salve dottoressa,sono una ragazza di 18 anni. Ho avuto una relazione con un ragazzo di 16 e mezzo per bene due anni. L’ho lasciato in quanto stufa di sentirmi dire di non voler venire a casa e non ricevendo attenzioni tali da lasciarmi soddisfatta. La causa di tutto ciò è stata la sua immaturità che mi ha spinto a compiere questa radicale scelta,nonostante lui volesse che frequentassi la sua famiglia. Evidentemente si segnalano segnali di paura di ‘relazione seria’. Tuttavia,il tipo mi ha cercata varie volte senza ottenere ciò che voleva da me. Ci siamo rivisti dopo mesi,ma ancora non comprende il mio silenzio,pur avendogli seccamente detto che è stata tutta colpa della sua immaturità. Credo che,da piccola donna quale io sia,rivedendolo nuovamente non debba dare spiegazioni. Faccio bene? Credo che chi ha sbagliato sappia dove ha sbagliato soprattutto se si è consapevoli della sensibilità altrui.

Gentilissima,

Un ragazzo di 16 anni non ha alcuna colpa per il fatto di essere immaturo… E’ la sua età e questo stato di cose è perfettamente normale. Ti consiglierei, la prossima volta, di scegliere un ragazzo più grande di età… Non è detto che sia necessariamente più maturo dell’altro, ma ci saranno sicuramente maggiori probabilità.

Un’altra cosa: non ti impegnare mai in un fidanzamento ufficiale se non ti senti certa della relazione.

Buone cose.

Problemi sentimentali
#1 06-26-2016, 04:35 PM

Stavo con una ragazza con la quale sono stato quattro mesi e seppur è un tempo breve ne sn innamoratissimo. Lei ha sempre ricambiato, manifestando e dimostrando il suo amore nei miei confronti, ci siam fatti promesse, detto cose che non si dovrebbero dire in una relazione dopo così poco tempo. Ha confidato di aver passato molti anni dallo psicologo per colpa della sua orribile relazione precedente durata 5 anni perché soffriva di dipendenza affettiva. Molte volte mi ha dato segni di instabilità,continuava a ripetere che sarei tornato con le mie ex,si sentiva brutta,si chiedeva sempre come potevo starci insieme e molte volte ci scontravamo e litigavamo perché diceva che ero un bugiardo e la prendevo in giro. A parte questo andava tutto benissimo,riuscivamo a compensare le nostre debolezze e andare avanti,ultimamente mi ha chiesto serenità e tranquillità perché ha 3 esami universitari da preparare e un concorso pubblico. Io mi sentivo poco considerato, sembrava quasi menefreghista,ma lei continuava a ripetermi di star tranquillo. Molte volte, specialmente negli ultimi giorni non resistevo e la incolpavo per non darmi il tempo necessario.Dall’oggi al domani mi ha lasciato dicendomi che mi ama e le manco,ma i miei comportamenti non la rendono serena per studiare e far ciò che vuole. Mi dice che non ha tempo da dedicare alla nostra relazione,io sn una persona meravigliosa e lei nn merita un ragazzo come me perché si crede egoista e cattiva e si è accorta di nn saper gestire una relazione. Ci eravamo detti che entro un mese ci saremmo visti per cercare di conciliar tutto, ovviamente lei non prometteva nulla perché non sapeva se si sarebbe sentita pronta per riprendere la relazione. Ieri sera mi ha scritto di non aspettarla perché non sa quanto tempo voleva per star tranquilla e avrebbe temuto che se ci saremmo visti e lei mi diceva “non sono pronta” io sarei scoppiato in una reazione di rabbia e avrei iniziato ad insultarla e litigare,ribandendo il concetto del “ti amo” e “mi manchi”. Io nn voglio assolutamente che finisca perché ne sono innamoratissimo e farei qualsiasi cosa per star con lei, ma non riesco a farle capire che io la aspetterò nonostante il periodo brutto che sta attraversando e non ce la faccio a farle capire che non é stata egoista o é una persona orribile da come si definisce, ma solo insicura e molto fragile. Per ora sto comunque rispettando la decisione di non sentirci e non vederci. So di aver sbagliato,quando litigavamo anche per altre cose diceva che non la capivo e alzavo la voce,ma non so proprio come comportarmi con lei,in questi giorni le ho anche scritto una lettera ammettendo le mie colpe e dicendo che sarei disposto ad aspettarla, ma non ho proprio ricevuto risposta,si sta autoimponendo di non aver contatti con me e credo che comunque agir così la faccia star male il doppio,ma lei dice che lo fa per me perché io non la merito e dovei avere al mio fianco una ragazza migliore. Per favore datemi un aiuto.

Gentilissimo,

Questa sua lettere è piena di contraddizioni. Da una parte infatti dice di essere innamoratissimo, disposto ad aspettarla, dice di giudicarla una persona migliore di quello che la ragazza stessa pensa di se stessa e poi… Come la ragazza le dice che forse la vostra storia è finita, che non ci sono le premesse e le giuste condizioni, lei alza la voce, si arrabbia, insulta…

Insomma, non si riesce davvero a capire chi abbia ragione e chi abbia torto in questa vicenda.

In ogni caso, vorrei ricordarle che nessun amore, anche il più profondo, può essere usato come strumento di pressione per convincere l’altra persona a restare nella relazione, se non lo desidera. Il rispetto reciproco nella coppia riguarda anche il rispetto della decisione dell’altro di voler interrompere il rapporto, per qualsiasi ragione decida di farlo.

Se a lei tutte queste incertezze non piacciono ha solo due scelte: lasciarla per primo, oppure aspettarla, ma nel senso vero della parola, lasciandole i suoi tempi.

Cordialmente,

Nulla segue una logica
#1 07-25-2016, 09:51 PM

Penso che io non abbia neanche capito con certezza come si debba fare per una consulenza online comunque mi farà bene e vorrei dire che la mia mente è tormentata da pensieri assurdi ( non posso entrare nei dettagli a meno che non me lo chiediate esplicitamente voi ) ma forse ciò che mi crea i problemi maggiori e il fatto di non essere coraggioso e di conseguenza me la prendo con me stesso
Per esempio ho avuto recentemente un flirt con una ragazza che trovavo molto carina ma nonostante io avessi capito chiaramente che gli piacevo (e il sentimento era reciproco) mi sono allontanato e non so il perché ma mi sono odiato profondamente per questo …
Inoltre trovo che sia tutto sbagliato la mia generazione è terribile
Sono stupidi e attaccati a cose della quale non vale la pena
Non hanno valori o almeno valori sensati e odio il mondo che mi circonda
Le persone e i loro comportamento ma penso che a questo punto il problema sia io e vorrei davvero farla finita ma non ho il coraggio neanche per farlo .
Chiedo scusa se le mie frasi possono sembrare disconnesse ma non riesco a pensare lucidamente come detto prima non riesco a fare pace con il mio cervello

La cosa più logica da fare è rivolgersi ad uno psicologo e cominciare a fare un progetto di vita che la possa portare verso equilibrio e stabilità.
Non sempre ci si può aiutare da soli, specialmente quando ci si sente privi di logica.
Lo psicologo non la aiuterà certamente nella logica, ma nella gestione delle emozioni negative che al momento le impediscono di trovare la sua strada (o la sua “logica”).
Molti auguri.

Relazione in crisi
#1 08-19-2016, 02:50 PM

Salve, ho 17 anni e ho iniziato da un mese una relazione seria con un ragazzo che conosco da poco più di un mese. Fino a qualche giorno fa andava tutto a meraviglia, poi qualcosa è cambiato. Lui sta attraversando un periodo molto stressante e non ha molta voglia di parlare con me. Io da stupida ho pensato che invece stargli vicino sarebbe stata la cosa giusta, ma così facendo ho solo peggiorato le cose. Lui è pieno di ansie, ha paura di non riuscire ad innamorarsi di me o che io non mi innamori di lui, dice che per ora mi vuole un bene dell’anima e non vorrebbe mai farmi soffrire, ma non può dire ancora di amarmi. Io ho provato a tranquillizzarlo più volte, insomma, l’amore è una cosa che nasce giorno per giorno e non dovrebbe avere fretta d innamorarsi. Ha anche paura di soffrire in futuro perché in passato ha avuto relazioni finite male. Vorrei solo vivesse il presente e si preoccupasse meno. Con lui ho avuto rapporti sessuali per la prima volta perché mi dava sicurezza, ma oggi ha espresso ancora una volta i sui dubbi sulla relazione. Ha detto che vuole provarci davvero, ma ha paura di come potrebbe evolversi. I non so che fare, ho un assoluto bisogno di un consiglio. Questa persona non la voglio perdere assolutamente e voglio che la nostra relazione funzioni. Cercherò di lasciargli i suoi spazi, ma ho bisogno di un consiglio

Gentilissima,

Il consiglio è quello di non opprimerlo con la tua presenza e, soprattutto, di evitare questi discorsi che fate sull’amore, inutili quanto dolorosi. Infatti, se tieni a questa persona, per farlo innamorare devi cercare di creare condizioni che gli procurino benessere, interesse, passione, felicità, non parlare insieme a lui del perché non riesce ad innamorarsi di te…

Se poi, nonostante il tuo impegno, lui non dovesse realmente riuscire ad innamorarsi di te, questo vorrà dire che la persona è decisamente sbagliata per te e che dunque sarebbe un grave errore continuare a dedicargli il tuo tempo e il tuo amore.

Datti un periodo di sei mesi per condurre questa battaglia, ma se non la vinci, arrenditi!

Buone cose.

Assenza desiderio
#1 08-11-2016, 12:09 AM

Gentilissima dottoressa, Le scrivo sperando che possa aiutarmi a capire qualcosa. Sono sposata da tre anni con mio marito che conosco da 11 anni, i nostri primi 6 anni sono stati burrascosi dato che eravamo giovani ed il nostro pensiero era di divertirci! Trascorso questo tempo abbiamo deciso di fare la cose seriamente, ci siamo fidanzati e dopo 2 anni abbiamo deciso di sposarci! Arrivo al dunque, dopo il matrimonio la nostra attività sessuale é diminuita drasticamente a causa sua, fino ad arrivare ad oggi che in un anno abbiamo avuto rapporti una volta sola!! Prima del matrimonio la nostra vita sessuale era fantastica, poi….il nulla! Le ho provate tutte: Cambio di abbigliamento, cambio capelli, completini intimi carini, messaggi piccanti, proposta di acquisto di sexy toys, weekend fuori, proposta di terapia da un sessuologo, indifferenza al problema…ma nulla ha funzionato! Alla fine non potendone più l’ho affrontato e lui mi ha risposto: ” semplicemente non mi va di farlo”, così gli ho chiesto se potesse essere colpa mia e lui mi ha detto” può essere” ho così chiesto spiegazioni e lui mi ha liquidata rispondendomi:” Ho detto può essere, non che é sicuramente colpa tua”! Non so’ più cosa pensare, mi sento mortificata e la mia autostima é crollata in mille pezzi! Non ne’ posso più di non essere cercata e se lo faccio io, di essere rifiutata! Spero che Lei possa aiutarmi, anche perché lui non vuole seguire nessuna terapia di coppia, perché secondo lui il problema non esiste! Ringraziandola anticipatamente, Le porgo cordiali saluti.

Gentilissima,

Non capisco con quali argomenti lui possa sostenere che una coppia sposata debba avere un rapporto all’anno e che questa sua mancanza di interesse sessuale sia un fatto normale…
Basterebbe metterlo di fronte a qualsiasi statistica per rendersi conto che il fatto non è normale.

Una volta appurato che siete fuori dalla norma, occorre comprenderne le ragioni. Per il momento lui non ha parlato di sé, ma ha imputato qualcosa a lei, anche se è rimasto nel campo del “forse”.

Le ipotesi che posso fare (e che andrebbero discusse) sono le seguenti:

1. Lui pratica autoerotismo e consuma compulsivamente la pornografia, perdendo il desiderio;
2. Lui non è più attratto da lei (forma fisica, odori, cura del corpo, ecc.)
3. Lui ha un’altra donna o frequenta prostitute;
4. Lui ha problemi di depressione ed ha perso il desiderio sessuale;
5. Lui ha disfunzioni erettili e teme di fare brutte figure con lei;

Ce ne sarebbero tante altre, ma queste sono le prime da indagare.

La terapia di coppia, o meglio, la terapia sessuale, sarebbe un “must” per salvare la vostra coppia. Non si esce infatti facilmente da una situazione in cui ci si è ormai rassegnati all’astinenza.

Cordialmente,

Crisi matrimoniale
#1 08-06-2016, 01:11 AM

Buonasera,sono una ragazza di 32 anni, 2 figli (4 anni e l’altro di 18 mesi). SposAta da 6 anni. E da 3 mesi siamo in piena crisi. …si parla minimamente,giusto il necessario e non ci sono più stati momenti intimi tra noi. In breve….quando abbiamo deciso di sposarci si è arrivati alla conclusione di sistemare casa sopra i suoi perché era la soluzione più conveniente. Lontano dal mio paese d’origine di 15 km. E anche dal mio posto di lavoro. Tutto bene (o me lo facevo andare bene) fino alla nascita del primo figlio. ….I suoceri hanno iniziato davvero a compromettere il mio benessere psicologico. Senza forse volerlo ma davvero troppo invadenti. Li sono iniziati i litigi….io non mi sento in casa mia e mi sento sempre controllata…parlato con mio marito e le cose sono migliorate un pochino. Poi mio marito ha iniziato a viaggiare spesso all’estero x lavoro…e mi sono ritrovata sola in un paese lontano dal mio….nato il secondo figlio….mi sono sentita trascurata….ed ho iniziato ad essere sempre nervosa e arrabbiata con po con tutti. Ora che ha 18 mesi ho iniziato a lavorare da gennaio ormai ma le cose sono andate peggiorando….io lui mi sembra sempre assente…ora non sa più se mi ama….e nemmeno io…ma non vorrei perdere tutto ….ma ritrovare la serenità mi sembra impossibile. Io odio abitare in quella casa e lui non ci pensa minimamente a cambiarla. Non so più cosa sia giusto fare….grazie per l’aiuto….

Gentilissima,

La cosa principale è capire se è la casa (le lamentele, i litigi, la vicinanza dei suoceri, ecc.) ad avervi mandato in crisi, oppure se la crisi sarebbe venuta comunque, perché riguarda altri aspetti della vostra relazione (ad esempio la nascita di due figli).

La nascita dei bambini infatti da una parte cementa l’unione di coppia, ma dall’altra impone una serie di trasformazioni profonde dello stile di vita dei due partners, tanto da essere spesso ragione principale di una crisi di coppia.

Secondo me dunque vi farebbe bene svolgere una terapia di coppia di almeno dieci sedute, per essere aiutati a ritrovare insieme le ragioni del vostro legame e del vostro sentimento, al di là degli aspetti pratici e degli impegni che ciascuno di voi esplica come genitore e come coniuge.

Seppure la vicinanza dei suoceri e la loro invadenza possano essere un problema, non solo oggettivo ma anche frequente, sarei più propensa a pensare, per quanto vi riguarda, che la casa non sia la ragione principale del vostro allontanamento.

Provi a dimenticare il problema della casa per qualche giorno o qualche settimana (provi a pensare a tutti gli spetti positivi del vivere in quella casa) e cerchi di scoprire fino a che punto questo problema incide davvero sulla vostra relazione.

Cordiali saluti.

So già che fare, ma non lo faccio
#1 07-12-2016, 04:15 PM

30 anni di vita. Inizio così così. Entrambi divorziati. Periodi buoni e meno. Paura di impegnarsi. Crisi 20 anni fa per un paio di anni. Io non avevo lavoro e pesava. Rientrata. Periodo sereno con alcune cose irrisolte (non si lascia mai andare totalmente, quando tutto sembra andar bene, per alcuni periodi diventa str*, poi torna il sereno). Ci sposiamo 10 anni fa, ti amo, dice, dopo un periodo sereno di 9 anni e poi altri 5/6. Iniziano tragedie: muore mia madre, sua madre anziana, muore sua sorella e suo cognato, mi ammalo di cancro. Piange, non può vivere senza di me. Quando comincio a stare meglio ridiventa molto molto str**. Mi comunica che ama un’altra, che è stufo di problemi e responsabilità, vuole vivere la sua vita. Un anno e mezzo di brutta vita. Orribile. Fa pazzie, taglia i rapporti con tutti, poi per alcuni periodi abbastanza normale, poi rinnega il normale , non era vero normale, fingeva, parla di andare, avvocato, storia finita. Io a volte mi comporto male, urlo e lo insulto oppure gli faccio dei pipponi cui risponde che non mi ama più, che da me si sentiva soffocato e che adesso è libero e finalmente felice. Mi sforzo di vivere normalmente. Fare le mie cose con lui se c’è, senza di lui se è via senza drammi. Di lasciarlo libero, in ferie con le amiche. Non faccio questioni se sta via. Ma non sempre ci riesco. La vita è pesantissima. Mi cerca insistentemente sessualmente. Ogni giorno. Vuole dormire abbracciato. Ma poi tutte le scuse sono buone per dormire fuori. Per lavoro, dice, l’unica cosa che gli piace (?) Quest’anno: Natale assieme, poi rinnega, è stato male; da gennaio a marzo vita relativamente normale, abbastanza a casa, via solo per lavoro (?), mai sabato e domenica, ma è triste. Aprile, dopo l’altra (credo più una sua idea ) e un periodo di star via per lavoro (?) scopre un giro di barca a vela e comincia a star via nei week end. Con una? Lui dice no, ma.. Lavoro, adesso ci va il meno possibile. Maggio, un po’ con me e un po’ via. Alterna cose gentili e affettuose a cose da str*. Giugno. Sta sempre con me, sembra l’uomo più innamorato del Mondo, baci, carezze, manina. Domeniche al mare. Dice che con me è pessimo. M …ina, M…etta. regalone di compleanno, sesso continuo, tenerezze, baci coccole. Piange per come mi fa soffrire. Mi rilasso. Penso, forse, come dicono in tanti, sta un po’ passando. Ma no! Luglio, barca a vela tutto il mese, me lo annuncia piangendo, lui, tre giorni a singhiozzare, ma viene a casa solo per cambiare mutande: Se mi ribello, di nuovo duro, muso duro, parole dure, è tutto finito, se non te ne vai io faccio quel che mi pare… strafottente. Per ‘sta barca sembra impazzito. Forse di nuovo innamorato. Io sono sola al mondo, abito nella sua città distante dalla mia, ho 62 anni, lui era la mia sola famiglia, il mio amico, il mio amore, il mio sostegno nella malattia e nella vita. Chi è quest’uomo che è diventato? Sono ammalata e soffrire così mi fa peggio.

Gentilissima,

Mi sembra che quest’uomo riesca a stare bene con lei solo quando è affranto da pesanti sensi di colpa, quasi come per cercare espiazione o riscatto. Prima di arrivare a questo però ha bisogno di crearsi, con tutto comodo, il materiale che gli serve per provare la colpa (e forse anche la vergogna) per poter tornare a piangere da lei, quasi a cercare consolazione per il suo (di lui!) comportamento inadeguato…

Nonostante lei rappresenti per lui un importante punto di riferimento, suo marito ha mostrato più volte il desiderio, se non il bisogno, di godere a piene mani di tutta la libertà che desidera.

E’ tuttavia evidente che questi comportamenti sono incompatibili con quelli di una coppia sana, per cui mi sembra che le vie d’uscita che le si prospettano siano sostanzialmente due:

– accettare le regole e le abitudini che suo marito ha imposto alla coppia, cercando a sua volta nuove amicizie, interessi, hobbies, relazioni (?), che possano rendere più intensa e piacevole la sua vita e che la possano aiutare a non contare più su una sola persona, ma su una rete sociale che possa esserle vicina nella buona e nella cattiva sorte. In questo caso si tratterebbe di riscrivere completamente il vostro patto di coppia e adeguarlo alla nuova realtà, ossia a maggiori libertà per entrambi;

– rendersi conto che la sua storia di coppia, così come lei l’ha in mente, è finita, e trarne le conseguenze.

Credo che uno/a psicologo/a possa aiutarla a capirsi meglio, sostenendola anche nell’eventuale passaggio all’azione (per farle trovare il coraggio che non ha).

Cordialmente,

Cartoline dal deserto
#1 07-27-2016, 07:16 PM

Ho 28 anni e sono a un punto morto. Il tempo non mi ha reso più abile nel prendere delle decisioni. A 19 anni dopo il viaggio della maturità ho riempito la mia testa di come avrei voluto fosse la mia vita: avventura, lavori all’estero e libertà. Nella realtà la mia vita è stata un’università vicino a casa, soprattutto per amore di un ragazzo con cui ho avuto una storia che si è rivelata di tremenda sofferenza e masochismo.
Dopo averlo finalmente lasciato,con una laurea umanistica in mano, non ho saputo più che pesci prendere e ho accettato il primo lavoro che mi hanno fatto piombare dal cielo; mi piace ma è malpagato e non può essere il mio futuro. Non sono in grado di capire cosa voglio perché per ogni cosa che decido, soprattutto se si prospetta a lungo termine, mi pesa scartare le altre opzioni aperte, a maggior ragione in virtù del fatto che ancora quell’idea della me stessa che avrei voluto mi tormenta. Ho solo esagerato nelle aspettative senza conoscere davvero quello che volevo? E perché non riesco a mollare quell’immagine di me? Perché mi incastro da sola?
Nel frattempo,finita la storia precedente, mi sono subito legata ad un uomo più grande e con una vita tormentata. Nonostante questo è una persona buona, affettuosa, premurosa, ma è anche insicuro, triste, nervoso, non affronta i problemi e ha una lieve tendenza ad annegare i dispiaceri nell’alcol.
La storia è altalenante, grande chimica a letto, momenti di felicità e periodi sereni, intervallati da litigi e sconforto soprattutto legati al fatto di sentirmi in dovere di decidere il destino di questa storia.
Si può amare una persona così? Non si dovrebbe? Se la risposta è: “se stai bene sì, se ti fa stare male no” allora dico già che non lo so.
Nell’ultimo mese ho forse scelto inconsciamente di testare me stessa. Premetto, sono carina e sensibile al fascino maschile. Avrei voluto avere più uomini nella mia vita, almeno tra la storia tormentata e quella di adesso, invece mi sono legata emotivamente e mi sento come se mi fossi negata la possibilità di valutare altre opzioni. Così è successo di baciare due ragazzi, il primo attraente, viaggiatore, mi ha proposto di partire con lui, e l’altro una conoscenza adolescenziale, ci siamo sempre stuzzicati. Il secondo ha scatenato in me reazioni fisiche notevoli, non sono andata oltre ma mi ha fatto sentire veramente in colpa.
Ora non solo non so cosa decidere, sono più confusa che mai e mi sento pure uno schifo.
A chi chiedo consiglio mi guarda con aria di superiorità come a dire “dai, lo sai che devi mollarlo”. Non dico cosa risponderei perché siamo su un forum e ci si comporta bene, ma il mio dubbio è genuino, mi sento davvero incapace di decidere, su di lui come su tutta la mia vita. Ad aggiungersi c’è il fastidioso ticchettio del tempo che mi fa guardare indietro a tutti gli anni di crisi emotive che mi hanno resa immobile e sono spaventata.
Come diamine ne esco?

Gentilissima,

C’è un’evidente discordanza fra quello che era il suo progetto di vita e la sua vita reale. Quando si fanno progetti ambiziosi occorre avere la tenacia di perseguirli, rischiando, soffrendo, rinunciando alle alternative che la vita può offrire, pur di riuscire a raggiungerli.

Se lei non sente di avere questo carattere determinato e intrnasigente, è dubbiosa, non vuole lasciare nulla di intentato, non ama correre rischi, ha bisogno di stabilità ecc., questo significa che lei dovrebbe semplicemente ridimensionare le sue aspettative, facendo progetti di vita più alla sua portata, per smetterla di sentirsi sempre una perdente, una che fa una cosa, ma vorrebbe farne un’altra.

Cordialmente,

Patologia Borderline
#1 09-08-2016, 11:32 AM

Salve, le pongo una questione complessa, sono confuso, non so bene neanche io quale è di preciso la mia domanda, le sarò grato dunque se vorrà ascoltarmi.
Ho 24 anni sono un ragazzo e soffro, per capirsi, di disturbo di personalità borderline. Sono stato fin da piccolo di carattere molto timido e introverso, avevo problemi a sostenere il contatto visivo con le persone che non conoscevo, cose di questo tipo. Nell’adolescenza rapporto difficile con i genitori, totale assenza di comunicazione. I problemi seri sono iniziati intorno ai 18 anni con il primo ingresso nel mondo degli adulti, le prime responsabilità, ho iniziato a sentirmi soffocare, avevo attacchi di panico, una sensazione di ansia costante, continuavo a immaginare le più svariate cose senza avere alcun tipo di controllo sulle mie fantasie o le mie emozioni, continuavo a pensare al suicidio…è stato terribile, non so neanche io come ho fatto ad arrivare fino ad oggi.
Ho fatto una psicoterapia per cinque anni ma ho dovuto interromperla perché i miei genitori erano stanchi di non vedermi realizzato, a detta loro, e davano per questo la colpa al terapeuta.
Circa un anno fa è avvenuto un cambiamento particolare..il disgusto e l’odio verso me stesso si sono trasformati in pura energia ( non saprei come altro spiegarlo) e ho come trovato le forze per darmi da fare. Ho lavorato, ho preso decisioni importanti, sono riuscito a trovarmi una ragazza. Ho trovato una terapeuta familiare , da qualche mese sto andando con i miei e finalmente sembra possibile una qualche forma di comunicazione. Il problema è che a volte nulla basta e la tensione è così forte che vado in paranoia, e sto malissimo. Immagino spesso di essere umiliato, e mi vergogno, mi sento un fallito. Sono stanco, vorrei un po’ di pace, sono anni che mi sento spesso sospeso tra a vita e la morte in equilibrio su un pozzo nero..e trovo pace solo nella musica, nell’arte o nella religione, e, volente o nolente, sono diventato una persona molto spirituale. Almeno qualcosa di buono ne ho tratto.
Ho letto e mi sono informato molto sulla ‘patologia borderline’, su internet si trovano molte cose buttate lì, alcune spiegazioni asettiche da clinica psichiatrica, solo qualche piccolo accenno .. Secondo lei è possibile liberarsi di questo dramma? Mi sento terribilmente insicuro 🙁

Gentilissimo,

Non credo che lei possa “guarire” attraverso l’acquisizione di una certezza sull’etichetta da applicare al suo male di vivere. Che sia depressione, disturbo di personalità o sindrome ansiosa, quello che lei deve fare è, come in effetti ha fatto, è cercare un aiuto e impegnarsi per fare delle cose che le piacciono e la interessano. Non si può infatti vivere bene se non si cerca di dare un senso alla propria vita.

E’ molto importante anche il recupero del rapporto con i suoi genitori: le vicende che vi hanno separato durante l’adolescenza sono presumibilmente ormai superate ed è bene cercare con loro un contatto alla pari, fra persone adulte, riconoscendo i propri reciproci errori nella gestione del rapporto.

Per tornare alla patologia borderline, tutto quello che è “border”, cioè confine, per sua natura non può essere ben delineato, in quanto può subire influenze da vari fattori (nel caso specifico si tratta di una zona di confine fra ciò che è considerato nevrotico e ciò che invece è psicotico).

In ogni caso, una diagnosi psichiatrica non è mai un’equazione matematica, neanche quando la fa uno psichiatra; se la sua fosse una autodiagnosi, tratta dalle notizie reperibili online, direi che lei dovrebbe proprio dimenticare questo problema e guardare oltre.

Cordialmente,

Dottor jekyll e mister hyde
#1 09-05-2016, 12:51 PM

Sto con il mio compagno da 2 anni e mezzo è una relazione a distanza ci vediamo la media di 4 giorni al mese. Lui è una persona molto premurosa attenta affettuosa con me e i miei cari è una di quelle persone che si fanno voler bene facilmente ma
è capitato diverse volte che a seguito di litigi per gelosie.. cose che succedo un po a tutte le coppie, lui è come se perdesse la ragione tende a portare avanti i suoi sospetti che per lui diventano delle certzze e ha delle reazioni esagerate sembra dottor jekyll e mister hyde passando dall’uomo attento e premuroso ad essere prima aggressivo offensivo e poi non disponibile diventata totalmente assente anche per diversi giorni oltretutto per motivi banali o solo per sospetti, sensazioni…
chiedo cortesemente un parere, vorrei capire se si tratta semplicemente di gelosia o se ci sia un problema serio di personalità? mi preme capire perché tra qualche anno quest’uomo dovrebbe venire a vivere con me che sono separata e ho due figli di 10 e 13 anni

Gentilissima,

La gelosia è una della emozioni più dolorose che si possano provare e nessuno ne è immune.

Esiste tuttavia il modo di superarla, credendo maggiormente in se stessi e nelle proprie possibilità, cercando di vivere nel presente e pensando che nulla è certo nella vita, neanche una relazione d’amore…

Se, malauguratamente, la relazione dovesse terminare a causa di un tradimento, ci si può sempre rialzare dopo la caduta e trovare una nuova persona con cui tornare ad essere felici. Non tutto è così facile, certamente, ma cercare di prevenire il tradimento comportandosi come un cane da guardia nei confronti del/della partner la maggior parte delle volte non serve a nulla, ed anzi può essere controproducente. Dunque, non resta che essere un po’ fatalisti e cercare di accettare la vita come viene.

Se una persona è poco sicura di se stessa, teme il giudizio degli altri, è piuttosto rigida, sospettosa e diffidente nei confronti delle altre persone, oppure tende ad avere pensieri ossessivi che non le danno tregua, o ha la fobia di cadere nel ridicolo, la gelosia è difficilmente gestibile da soli: occorre farsi aiutare da uno psicologo.

Naturalmente una relazione a distanza non può che accrescere tutte queste paure e tutti questi sospetti; d’altro canto va detto che la convivenza potrebbe non risolvere il problema della gelosia, che anzi potrebbe addirittura peggiorare.

Il mio suggerimento, se lei tiene a questa persona, è quello in primis di non offrirgli spunti di gelosia, evitando atteggiamenti leggeri o superficiali, fatti per gioco o per cercare conferme sul suo interessamento alla relazione. La inviterei poi a cercare un dialogo più sincero fra di voi, accrescendo il sentimento di fiducia reciproca (con i fatti e non con le parole), non solo per quanto riguarda la gelosia, ma anche per le altre cose che vivete insieme come coppia.

Se questo atteggiamento da Mr Hyde dovesse continuare, nonostante tutto, prima di prendere decisioni drastiche meglio tentare una terapia di coppia.

Saluti e auguri.

Poca Autostima e nessuna ragazza: il circolo vizioso
#1 08-24-2016, 03:45 PM

Buongiorno
premetto che sono una persona reale e che il nick è falso come da richiesta.
Senza girarci intorno, sono qui perchè non sto bene. Non sto bene con la mia vita di adesso, almeno la parte che non rigurada gli studi e quel pugno di amici che frequento.
Presentiamoci: ho 24 anni come gli anni da single che mi porto addietro, vergine, mai avuto un’avventura ne un legame oltre amicizia con una donna.
E questo mi da il tormento da alcuni anni a questa parte, fino addirittura a togliermi concentrazione dallo studio.
Da sempre ho desiderato una lei, una persona con cui stare assieme e con cui divertirsi, da amare e da trattare come la donna che è. Dico sul serio: nonostante la mia virilità si manifesti via via, non ho nessun interessamento a cercare una partner per sesso o altri erotismi. Cerco solo quello che secondo me TUTTI i ragazzi dovrebbero avere : una ragazza.
E puntualmente deluso. E arrabbiato.
Non ci riesco. Non riesco ad avere il minimo interessamento da nessuna, non riesco a conoscere abbastanza ragazze e non riesco a organizzare neanche un’uscita per uno stupido caffè. Ovunque vado, in fatto di ragazze, non c’è trippa per gatti, università-vacanze-locali, solo semplici e scarne amicizie femminili di cui alcune durano solo se mi sottometto. ( ma anche no! ).
E pochi tentativi hanno portato ai soliti rifiuti.

E qui comincia il disastro psicologico, e lo si vede dal mio modo costruito di scrivere. Mi sento inadeguato, ho un autostima bassissima in fatto di ragazze, le vedo quasi tutte fuori dalla mia portata. E le poche che fanno eccezione ovviamente lo sono. Mi sento non brutto, almeno quello, ma assolutamente non interessante. Il sex appeal è quello di una foca marcia.
Sto perdendo ogni senso estetico, ho cominciato a evitare a prescindere le ragazze troppo belle perchè irraggiungibili. Ho in testa idee che prima non avevo mai avuto: il fisico vince su tutto, alcuni sono degni di vivere in una coppia e altri no, si nasce che non si merita una donna, a Dio non gliene importa nulla ( sono cattolico con problemi di fede ) … Vorrei tanto rovesciare una ad una questa serie di affermazioni.
E so che è colpa mia di questo disastro, ma non so cosa fare. Non ho tempo ( oppure non sono capace, non lo so …. ) per corsi e altre iniziative e mi sembra stupido iscrivermi a varie cose solo per avere una ragazza.
Non so dove trovare altre conoscenze senza apparire un disperato.
Abbordare ragazze al giro? Come? Ogni frase mi sembra stupida. Mi sembro stupido solo a provarci.

Mi fermo qui: ci sarebbero da scrivere pagine su pagine.

Sono confuso. Molto.
E molto molto triste.

Credo di aver bisogno di una mano.

Gentilissimo,

Ha fatto bene a fermarsi lì dove si è fermato: scrivere pagine e pagine di lamentele non serve a nulla, se non a peggiorare la sua già scarsa qualità della vita e il suo tono depresso dell’umore.

Come prima cosa le suggerirei di trovarsi un terapeuta (preferibilmente uomo) che possa darle i giusti suggerimenti e che possa esserle di supporto nei suoi “esercizi” per la conquista delle abilità sociali che occorrono per dedicarsi alla ricerca della sua prima ragazza.

Le abilità sociali consistono soprattutto nella capacità di valorizzare anzitutto la propria immagine (è la prima cosa che diciamo di noi), e di migliorare la comunicazione, tenendo conto delle aspettative della persona con cui si parla (occorre, ad esempio, sviluppare una buona empatia con l’altro sesso. Per questo la sua idea di “sottomettersi” inutilmente all’amicizia femminile mi sembra una banalità: uscire con una ragazza, anche solo a scopo di amicizia, è sempre una grande scuola per chi ha problemi con l’altro sesso…)

Un’altra abilità sociale è quella di avere sempre qualcosa di interessante da dire: per questo è importante leggere, documentarsi, seguire l’attualità. Una buona cosa è leggere i giornali femminili, per capire di cosa si interessano le donne 😉

Insomma, caro Lettore, usi i suoi quaderni per scrivere progetti da realizzare durante la settimana (a difficoltà crescente), piuttosto che lamentele, e metta sempre una spunta su tutto quello che riuscirà a raggiungere.

Piangersi addosso non aiuta, se non a peggiorare la situazione: se può, lo eviti, oppure lo faccia solo in presenza dello psicologo.

Cari saluti e… Buon Lavoro!

Xanax e crescita
#1 08-30-2016, 03:12 PM

Salve, sono un ragazzo di 21 anni. L’anno scorso, all’età di 20 anni, ho fatto uso di Xanax, benzodiazepine, per qualche mese a causa di problemi personali. Siccome conosco parecchie persone che dicono di essere cresciute in altezza fino a 20-21 anni, vi chiedo: è possibile che l’uso di tale psicofarmaco mi abbia precluso la possibilità di crescere ancora in altezza? E inoltre, è vero che questi farmaci rovinano o invecchiano la pelle? Ringrazio anticipatamente tutti coloro che risponderanno

Gentilissimo,

Ti segnalo questa scheda tecnica sullo Xanax che mi sembra molto ben fatta.

Ciao.

Famiglia?
#1 08-30-2016, 08:30 AM

Salve,convivo da 4 anni con mio figlio di 9 anni il mio compagno e sua figlia di 18 anni.la ragazza non mi ha mai accettata dichiarandolo anche apertamente e additando suo padre di alcune sue mancanze. Questa ragazza furbamente salta da una casa.Questo comportamento da opportunista mi irrita (per via di richieste di denaro) oltre alla sua maleducazione. Nei miei confronti é sempre stata indifferente e ha sempre avuto un’aria da strafottente. Sono stata gentile e mai invadente. Da alcuni mesi vive dalla madre e si sente con suo padre su Whatsapp sporadicamente e spesso discutono tanto che lei coivolge anche sua madre e ne sono conseguiti insulti. Con sorpresa scrive oggi a suo padre che vorrebbe cenare con lui da soli per chiacchierare un po e fa battute e scherza. Avrà capito che deve abbassare i toni per ottenere qualcosa.Il mio compagno ci casca come una pera cotta!Non mi meraviglio se chiedesse denaro per suoi progetti futuri, al momento é nullafacente bocciata a scuola e trovato lavoro si é licenziata. mi sto logorando perché temo che possa rientrare a casa e ricadere nella tensione e discussioni col mio compagno.Non lo sopporterei!Ho vissuto malissimo questi anni e adesso ho ritrovato per amore di lui serenitá e maggiore intimitá e complicitá col mio compagno.grazie

Gentilissima,

Questo è quello che purtroppo accade a chi decide di formare una famiglia allargata… Molte gioie, ma spesso anche molti dolori.

Per sopravvivere la regola di base è quella di usare sempre la propria intelligenza, molta tolleranza, molto impegno e non lasciarsi mai travolgere dalle emozioni negative.

Le figlie di 18 anni crescono… E quando saranno persone adulte potranno essere delle ottime amiche, se si è coltivato con loro un buon rapporto.

Buona vita.

Famiglia?
#1 08-30-2016, 08:30 AM

Salve,convivo da 4 anni con mio figlio di 9 anni il mio compagno e sua figlia di 18 anni.la ragazza non mi ha mai accettata dichiarandolo anche apertamente e additando suo padre di alcune sue mancanze. Questa ragazza furbamente salta da una casa.Questo comportamento da opportunista mi irrita (per via di richieste di denaro) oltre alla sua maleducazione. Nei miei confronti é sempre stata indifferente e ha sempre avuto un’aria da strafottente. Sono stata gentile e mai invadente. Da alcuni mesi vive dalla madre e si sente con suo padre su Whatsapp sporadicamente e spesso discutono tanto che lei coivolge anche sua madre e ne sono conseguiti insulti. Con sorpresa scrive oggi a suo padre che vorrebbe cenare con lui da soli per chiacchierare un po e fa battute e scherza. Avrà capito che deve abbassare i toni per ottenere qualcosa.Il mio compagno ci casca come una pera cotta!Non mi meraviglio se chiedesse denaro per suoi progetti futuri, al momento é nullafacente bocciata a scuola e trovato lavoro si é licenziata. mi sto logorando perché temo che possa rientrare a casa e ricadere nella tensione e discussioni col mio compagno.Non lo sopporterei!Ho vissuto malissimo questi anni e adesso ho ritrovato per amore di lui serenitá e maggiore intimitá e complicitá col mio compagno.grazie

Gentilissima,

Questo è quello che purtroppo accade a chi decide di formare una famiglia allargata… Molte gioie, ma spesso anche molti dolori.

Per sopravvivere la regola di base è quella di usare sempre la propria intelligenza, molta tolleranza, molto impegno e non lasciarsi mai travolgere dalle emozioni negative.

Le figlie di 18 anni crescono… E quando saranno persone adulte potranno essere delle ottime amiche, se si è coltivato con loro un buon rapporto.
Buona vita.

Insoddisfazione

Ho 36 anni e vivo in una grande città, con i miei genitori. Ho un impiego pubblico ma non voglio vivere da solo, quando ho lavorato in un’altra città ho vissuto da vero barbone. La mia vita è molto tranquilla ed abitudinaria, ma da qualche tempo soffro parecchio di ansia, insonnia e attacchi di panico. Sono molto insoddisfatto della mia vita, ma non mi viene in mente come tentare di cambiarla: anzi, vedo solo possibilità realistiche di peggiorarla. Il mio lavoro, nonostante oggi mi sarebbe invidiato, prevede responsabilità gravose (che contribuiscono a rendermi ansioso); è socialmente disprezzato, in quanto spesso porta a vessare poveri cittadini (tanto da crearmi sensi di colpa); e non è molto ben pagato. Ha scarse possibilità di crescita, tanto che vorrei chiedere un demansionamento, che mi consentirebbe di fare un lavoro più tranquillo e di guadagnare quasi lo stesso. Cambiarlo però, nella situazione attuale, sarebbe una pazzia, anche perché ho già provato l’orrore del precariato. Il mio lavoro è, come non capita spesso oggi, in linea con il mio percorso di studi… il problema però è che il percorso di studi in realtà non è stato “mio”, è stato per lo più imposto da mia madre, ma non vedo possibilità di ricominciare alla mia età.
Preciso che, nella mia vita, quasi tutte le scelte fondamentali sono state fatte da mia madre… io, per la mia pigrizia, non mi sono mai assunto responsabilità. Non ho mai fatto alcuna forma di attività fisica in vita mia, sono sempre stato piuttosto grasso e trasandato. Da bambino non ho mai imparato ad andare in bici o a nuotare. Da ragazzino non ho mai neanche osato avvicinarmi a una ragazza. Non ho mai imparato a guidare un’auto o una moto, fatto che limita molto le mie possibilità di uscire di casa. Durante gli anni dell’università, quelli che sono per quasi tutti i più spensierati, dopo qualche esame andato male (io sono sempre stato “il primo della classe”), sono caduto in depressione, ho iniziato una lunga psicoterapia e mi sono ritirato a vita privata. Dopo i 30, rendendomi conto che il tempo per fare tante cose stava scadendo, ho cercato di recuperare il tempo perduto. Ho provato perfino a mettermi a dieta e a iscrivermi una palestra. E alla fine… sì, secondo l’adagio è meglio tardi che mai, ma purtroppo tardi è TARDI. Ho accumulato solo una lunga sequenza di fallimenti. Ho conosciuto tante persone, ma si tratta di rapporti superficiali. Ho conosciuto centinaia di ragazze ma ho avuto solo esperienze insulse, nessuna vera relazione, non mi vuole nessuna; tanto che, a una cena, dei miei colleghi mi dissero di volermi presentare una gattara 50enne; al mio rifiuto mi apostrofarono con frasi come “ma chi ti vuole a te?” “ma questa almeno è gratis” “ma cosa vuoi più trovare a quest’età?” Così, ho capito che la mia ricerca del tempo perduto era finita. Non so che fare.

Gentilissimo,

Non sono gli altri a dover stabilire quando inizia e quando termina la ricerca del tempo perduto. La sua recherche deve anzi ricominciare da subito, perché è giusto che lei, come tutti, possa aspirare ad una vita interessante, degna di essere vissuta.

Come prima cosa dunque comincerei a cercarmi un/una terapeuta che la possa orientare verso l’altro sesso, dandole consigli e supporto psicologico, sia nella conquista che nel fallimento.

Altra cosa da fare sono le analisi del sangue e successivo appuntamento da un dietologo per ricevere tutti i consigli e le prescrizioni mediche per riconquistare un buono stato di salute. A questo segue l’iscrizione in una palestra o ad un corso di tennis, di nuoto, ecc. per riconquistare forma fisica e tono muscolare.

Un’idea che lei probabilmente non ha in mente, ma che potrebbe esserle molto utile è iscriversi ad un corso di ballo (le serve sia per il corpo, sia per le abilità sociali con l’altro sesso).

A questo punto comincia il discorso ragazze. Per trovare persone interessanti lei deve fare due cose: in primis rendere se stesso interessante per le ragazze e, in secondo luogo, stabilire quali sono le caratteristiche che lei cerca in una donna per poi frequentare i luoghi dove queste persone hanno maggiori probabilità di essere presenti (es. corsi di cucina, di ballo, di lingue, di tennis, di cucito, di fotografia, di equitazione….) Lei vive in una grande città e le offerte sicuramente non mancano.

Last but not least: il lavoro. Se il lavoro che svolge non le piace è necessario cambiarlo. Per farlo può fare concorsi interni, chiedere trasferimenti, frequentare corsi di qualificazione professionale, conseguire una seconda laurea, ecc. ecc Non resti passivo su questo, ma si dia da fare per cercare nuove opportunità. Se proprio non dovesse riuscirci, cerchi almeno di compensare l’insoddisfazione sul lavoro con una vita intensa, interessante, piena di significato e di esperienze positive nel tempo libero dal lavoro.

Non tutto piove dal cielo: molte cose vanno ricercate: con impegno, motivazione e voglia di farcela.

Coraggio!

GP

 

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