Gli psicopatici: chi sono?

Psicopatici: una definizione

Questo disturbo di personalità è legato a comportamenti scorretti, aggressivi e antisociali. Gli psicopatici, per definizione,  sono persone che hanno problemi a comprendere le emozioni degli altri, il che spiega, almeno in parte, perché essi siano individui profondamente egoisti, che ignorano il diritto al benessere degli altri e che possono commettere crimini violenti con una frequenza tre volte maggiore di quanto accade per altre persone.

Studi recenti

Studiando i detenuti del Connecticut, Arielle Baskin-Sommers e colleghe, hanno dimostrato che queste persone possono prendere senza problemi il punto di vista di un’altra persona, ma in media non lo fanno nella misura in cui la maggior parte delle altre persone lo fa. L’empatia, insomma, non scatta in automatico per questi individui, come invece accade per la maggior parte delle persone.

Quando si inizia a provare l’empatia

I bambini in genere sviluppano la capacità di provare empatia per gli altri intorno ai tre-quattro anni, così come imparano a raccontare le bugie. Già a quella età la maggior parte dei bambini comincia a provare dei sensi di colpa quando sente di aver disubbidito ai genitori o aver fatto qualcosa che non è corretto. Non tutti i bambini sono così: ce ne sono alcuni che questi sensi di colpa proprio non li provano e sono quelli che, molto probabilmente, da grandi diventeranno degli psicopatici.

Comportamento degli psicopatici

Lo psicopatico può apparire normale, persino affascinante. La mancanza di coscienziosità e di empatia, li rende dei manipolatori, dei fascinatori. I tratti criminali sono frequenti, ma non sempre presenti.

Fattori organici

La ricerca ha finora dimostrato che queste persone,  potrebbero avere scarse connessioni fra la parte del cervello che si occupa delle emozioni (sistema limbico) e la parte pensante del cervello (il lobo frontale).

La parte razionale del cervello dunque, in questi casi, non riesce ad esercitare il suo normale controllo su emozioni quali la paura e l’aggressività. Forse per questa ragione le cose che normalmente incutono paura e tristezza nelle persone “normali”, non hanno effetto sugli psicopatici.

Le scansioni del cervello, fatte con la risonanza magnetica, mostrano che i soggetti con diagnosi di psicopatia non hanno attività cerebrale nelle fibre che collegano il lobo frontale e il sistema limbico. Inoltre, anche nel sistema limbico si registrano delle irregolarità nel funzionamento.

Non è ancora del tutto chiaro se queste anomalie possano essere causate da esperienze traumatiche subite durante l’infanzia, come ad esempio traumi dovuti all’assenza o alla trascuratezza degli adulti, alla mancanza di comprensione e di ascolto, ecc. , ma ciò che è apparso evidente è che i segnali del comportamento psicopatico sono presenti già nei primi anni di vita.

Trattamento

Il trattamento può essere farmacologico o psicoterapeutico. Sembra ad esempio che possano essere efficaci dei trattamenti chimici che agiscono sul sistema serotoninergico e dopaminico. Il problema è però il seguente: se anche si riuscisse a regolare il sistema delle emozioni, come si fa a restituire a questi soggetti quella moralità che non hanno mai avuto? Per quanto riguarda i trattamenti psicoterapeutici, sembra provato che l’unico sistema da evitare è quello della terapia di gruppo, la quale non solo è inefficace in questi casi, ma può essere anche controproducente.

Diffusione

Nella società ci sono molti soggetti che hanno tratti psicopatici di personalità, ma purtroppo ci si accorge di essere di fronte a uno psicopatico solo quando questi soggetti commettono dei reati.

Distinzione fra sociopatici e psicopatici

I termini “psicopatico” e “sociopatico” sono spesso usati in modo intercambiabile, ma nel linguaggio corretto un “sociopatico” si riferisce a una persona con tendenze antisociali che sono ascritte a fattori sociali o ambientali, mentre i tratti psicopatici sono più interni. Entrambi i costrutti sono elencati nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) come Disturbo di Personalità Antisociale.

Dr. Walter La Gatta

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Pexels

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