La dislessia: cause, manifestazioni e basi neurologiche

Saluto del CIS - Dr. Walter La Gatta

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La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento che compromette la capacità di leggere in modo accurato e fluente. Si manifesta tipicamente durante l’infanzia e può persistere nell’età adulta, influenzando aspetti come la comprensione del testo, la scrittura e, in alcuni casi, la memoria di lavoro. Le sue cause e meccanismi rimangono ancora oggetto di studio e dibattito. Cerchiamo di saperne di più.

Le cause della dislessia

La dislessia è considerata un disturbo neurobiologico con una forte componente genetica. Numerosi studi indicano che:

  • Fattori genetici: Esistono correlazioni tra la dislessia e variazioni genetiche specifiche, come quelle nei geni DYX1C1, KIAA0319 e DCDC2, coinvolti nello sviluppo del cervello. È comune che la dislessia si presenti in più membri della stessa famiglia.
  • Fattori ambientali: Anche se i fattori genetici giocano un ruolo primario, fattori prenatali (come esposizione a sostanze tossiche) o perinatali (come sofferenza fetale) possono influire sullo sviluppo cerebrale, aumentando il rischio di dislessia.
  • Alterazioni nella connettività cerebrale: Si ritiene che il problema non risieda solo in una singola area del cervello, ma anche nelle connessioni tra diverse regioni coinvolte nella lettura e nel linguaggio.

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Le aree cerebrali coinvolte

Le ricerche neuroscientifiche hanno identificato specifiche regioni del cervello che mostrano anomalie funzionali e strutturali nei soggetti con dislessia:

  • Regione temporo-parietale: Questa area è coinvolta nella decodifica fonologica, ovvero nella capacità di associare i suoni alle lettere. Disfunzioni in questa regione possono spiegare difficoltà nella segmentazione delle parole in suoni (fonemi).
  • Regione occipito-temporale: Nota anche come “area della parola visiva” (Visual Word Form Area, VWFA), questa regione è cruciale per il riconoscimento visivo rapido delle parole. Nei soggetti dislessici, l’attivazione di questa area durante la lettura risulta ridotta.
  • Area frontale inferiore (giro frontale inferiore): Quest’area, spesso associata al linguaggio e alla produzione verbale, mostra un’attivazione atipica nei dislessici, suggerendo difficoltà nell’integrazione delle informazioni fonologiche.

Studi di neuroimaging, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), hanno rivelato che nei soggetti dislessici vi è una minore attività in queste regioni, specialmente nell’emisfero sinistro, che è dominante per il linguaggio nella maggior parte delle persone.

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Teorie sulla dislessia

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Sono state proposte diverse teorie per spiegare la dislessia. Le principali sono:

Teoria fonologica: Sostiene che la dislessia derivi da una difficoltà nell’elaborazione dei suoni del linguaggio (fonemi), rendendo ardua l’associazione tra lettere e suoni. Questa è la teoria più accettata.

Teoria della disfunzione cerebellare: Propone che il cervelletto, coinvolto nella coordinazione motoria e cognitiva, abbia un ruolo nella lettura, contribuendo alla difficoltà nei processi automatici come il riconoscimento delle parole.

Teoria magnocellulare: Suggerisce che la dislessia sia legata a un deficit nel sistema visivo o uditivo magnocellulare, responsabile dell’elaborazione rapida delle informazioni.

Manifestazioni cliniche

Le caratteristiche della dislessia variano da persona a persona, ma i sintomi principali sono:

  • Difficoltà nel riconoscimento delle parole.
  • Errori nella lettura ad alta voce.
  • Problemi nella comprensione del testo.
  • Scarsa memoria di lavoro verbale, che può influenzare la capacità di seguire istruzioni o memorizzare sequenze di lettere.

Nonostante queste difficoltà, le persone con dislessia mostrano spesso abilità creative, di problem-solving e intuizione ben sviluppate, evidenziando che il disturbo non compromette l’intelligenza generale.

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Trattamento e interventi

Attualmente, non esiste una “cura” per la dislessia, ma interventi mirati possono migliorare significativamente le capacità di lettura e scrittura. Tra le strategie più efficaci vi sono:

  • Programmi di lettura che enfatizzano l’associazione tra lettere e suoni.
  • Software e strumenti di supporto (come sintesi vocale) possono aiutare nella lettura e nella scrittura.
  • Terapie sviluppate in base alle esigenze specifiche del soggetto, spesso integrate con il supporto di logopedisti ed educatori specializzati.

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Da Dr. Walter La Gatta

Dr. Walter La Gatta Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo Delegato Regionale del Centro Italiano di Sessuologia per le Regioni Marche Abruzzo e Molise. Libero professionista, svolge terapie individuali e di coppia ONLINE E IN PRESENZA (Ancona, Terni, Fabriano, Civitanova Marche) Il Dr. Walter La Gatta si occupa di: Psicoterapie individuali e di coppia Terapie Sessuali Tecniche di Rilassamento e Ipnosi Disturbi d’ansia, Timidezza e Fobie sociali. Per appuntamenti telefonare direttamente al: 348 – 331 4908 (anche whatsapp) email: w.lagatta@psicolinea.it Visita la pagina Facebook e il profilo Twitter Visita anche www.walterlagatta.it

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